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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 26/11/2014

L'ORA DELLO SPIRITO SANTO

Post n°1771 pubblicato il 26 Novembre 2014 da anonimo.sabino
 

8.

     Non rise il Padre. E si rivolse ai due

Uguali non da uguale, tra lo sdegno

e il gioco, ma piuttosto sulle sue.

“Il mio futuro sta in gesù e madonne

spuri e tra le pareti

d’un Club dei Testimoni di Sionne?”

E il Fuoco: “Oh sì, lo so che è mio l’impegno,

come ispiravo un tempo i tuoi profeti,

d’illuminare l’arte

del teste estratto a sorte”.

Lo Spirito, coltissimo e faceto,

tanto estroverso quanto permissivo,

Parà in casa, tra amici Para-cleto,

entrò da dio Futuro nel discorso.

“Dunque per i paesi

va’”, disse il Padre, “ e vedi che soccorso

puoi dare alla Dozzina del tuo divo

Gesù, che lascerebbe là non mesi

ma secoli il disperso

gregge in attesa d’un gesù diverso”.

     “Divo a me?” fa il Cristo, acerbo.

“Beh, sei quasi un serafino”,

fa Diopadre al Figlio Verbo:

“Sì, direi quasi divino”.

“Quasi? Allora, voglio i legni”.

“Tieni i legni”. E lui vi monta.

Javè duro: “Sai che conta

pure quella più di te,

la tua croce? E miei son segni

e prodigi, o mio bebè”.

     Sapeva un corno

cosa significa esser figli a un padreterno?

Forse per questo

Figlio dell’Uomo si chiamò da gesucristo.

     “Noi non siamo dio come sei tu, Padre?” interruppe

fiero il Paraclito. Javè allertò le truppe:

“Manco sei persona; non esisti, tu, che solo

nel Padre o nel Figliuolo”.

Fu il silenzio, scettico il Parà, Gesù col muso.

“Nemmeno l’uomo rivelai”, pensò nel chiuso

del suo cuore il Figlio: “Non sa Dio, dal proprio nembo,

quanto in un bimbo

bruciano le lacrime cocenti come braci,

quelle che le nutrici

dall’alta loro vacuità vedono sciocche”.

“Dio è sapienza”. Il Padre legge nelle brocche:

     “Se saziasti il mio bisogno

di conoscere il dolore,

non ripago solo il cogno

che ti spetta, ma un onore

a te rendo e all’altro Coso

che non resi, lo proclamo,

né a Michele né ad Abramo”.

Il Diofiglio sussultò.

Ed il Vento: “Spiritoso!”

nel sussurro commentò.

 

Iddio che già parlò… ai Padri tramite i profeti, in questi giorni, che sono gli ultimi,ha parlato a noi tramite il Figlio… Irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, che sostiene tutto con la potenza del suo logos, compiuta la purificazione, egli si assise alla destra della Maestà nell’alto dei cieli…Egli promulgò la salvezza, confermata dai testimoni e garantita da Dio stesso con i segni miracolosi… Né agli angeli Dio assoggettò il futuro… ma a quel Gesù che, fatto di poco inferiore agli angeli, vediamo coronato di gloria e d’onore nella morte che ha subito… Dio rese perfetto, col patire, il capo guida di molti figli alla salvezza…e non disdegna di chiamare fratelli santificatore e santificati… (Epistola agli Ebrei 1-2 non paolina come vuole l’intestazione apocrifa ma alessandrina, credo; nega la divinità al Figlio e una entità distinta allo Spirito Santo)

 
 
 


 

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