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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 01/12/2014

LA PENTECOSTE

Post n°1775 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da anonimo.sabino
 

11.

     Sono trascorse sette settimane

da Pasqua. A Gebus è la Pentecoste,

il giorno in cui l’ebreo esborsa pane

e vino, sette agnelli, una vitella

e due castrati a Dio

o a chi il suo verbo sempre gli scodella.

E mentre la Dozzina a chiuse imposte,

con la Madre, i fratelli e qualche zio,

dall’Alto implora il bando

che ponga fine al mondo,

questa volta dal Cielo giunge il dono:

trema la catapecchia, come scossa

da un turbine senz’aria e senza suono;

e dalle crepe aperte nel soffitto

lingue come di fuoco

sgocciolano ciascuna su un coscritto,

ai santi penetrando nelle ossa.

Pregna non è Maria; ma come in gioco

(non c’è chi le distingua)

van tutti todescando in altra lingua.

     Esce in strada la canizza.

Ma a Salem la fede è poca:

“Baccanali ancora attizza

nei burini vino o coca”.

E’ il vernacolo comizio

di san Pietro che persuade:

“Fu predetto ciò che accade

da Sibilla e da Noè:

sono annunci del Giudizio

profetismi ed evoè.

     Già udì Gioele

parlare in cimbrico il Giudizio Universale

e il motto arcano

significare quanto il Giudice è vicino”.

     Dice: “E mo stringete quelle chiappe deicide!

E’ il Nazareno crocifisso che si asside

come accusatore: o ti converti o ti rifila

a Satana”. Tremila,

subito tremila ne battezza in una volta.

E tutti, quindi, a todescar con aria colta;

fin a che il Ladrone (Saulo il nome del soggetto),

visto il casotto

che nell’occasione trasformava il luogo santo

in laico parlamento:

“Il poliglotta sia tradotto”, imporrà brusco,

“o parli solo con Javè, che sa l’etrusco”.

     Però il Vento lo erudisce:

“Non c’è al mondo chi non veda:

meno il volgo ti capisce,

più stupisce ed è tua preda.

Ci sarà alle sante squadre

chi il mistero poi traduca

e in un inno lo riduca…”

“Oh, quell’inno esiste già:

Vogliam Dio ch’è nostro padre,

vogliam Dio ch’è nostro scià”.

 

Sulla vertenza Paolo – Poliglotti Vedi più avanti in I Corinzi …La sera della Pentecoste si trovavano riuniti al solito posto. Venne d’improvviso un rombo dal cielo… e lingue come di fuoco si dividevano posandosi su ciascuno di loro. Pieni di Spirito Santo, cominciarono a parlare in altre lingue… Stupiti e perplessi, alcuni si chiedevano: “Che significa ciò?” Altri li schernivano:“Sono pieni di mosto”. Allora Pietro, levatosi con gli altri Undici… “Non è ubriachezza; ma è accaduto quanto predisse il profeta Gioele (?): negli ultimi giorni, dice il Signore, effonderò il mio spirito su ognuno; e figli e figlie profeteranno… Gesù Nazareno… che inchiodaste al legno… Dio l’ha resuscitato… e costituito signore” … “Che possiamo fare?” … “Pentitevi e fatevi battezzare” …  tremila ne furono battezzati quel giorno… (Atti 2, 1-41)

 
 
 


 

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