L'altra campana

GLI ATTI DI PIETRO

13.

    Gerusalemme. Sì, forse mignotta,

spesso matrigna o effimera chimera,

ma tanto generosa quanto rotta,

giudaizzato il cristo nazareno

e fuso al profetume

di casa, gli apre l’ubertoso seno

che allattò gl’Isaia; ed alla fiera

fiamma zelota alterna il caldo lume

d’un dioniso indifeso

dalla materia evaso.

Non vera culla di quel Gesucristo

che ha già in Cirene e per il mare eredi,

di Chiesa Madre dalla storia ha il visto.

Là il finto storpio contro Pietro impreca,

che l’obolo non molla.

Né l’occasione Pietro Primo spreca:

“Io non ho soldi e tu stai bene in piedi”.

E l’alza su da terra tra la folla.

“Vuoi essere linciato

o osannare al gesù che t’ha sanato?”

     “Sono il pietro”. E n’ha la grinta.

“S’avvicini chi sussurra

che costui faceva finta!

Esca l’anima buzzurra

che non creda nel prodigio

fatto a questo poveraccio

dal gesù che il vostro braccio

crocifisse e sotterrò,

ma al suo fianco nel fastigio

della gloria Dio levò!”

     Sempre Giovanni

seguiva il Pietro, ma parlando solo a cenni,

benché un Vangelo

sotto il suo nome uscisse poi da quel crogiolo.

     Dice:“Chi lo uccise, lui che vita dà in confronto?
I preti e voi. Ma alla rivincita sta pronto”.

Sale l’inquietudine: “A chi dunque la speranza?”

“A te, che l’ignoranza

rese deicida. Ché voi, figli della Vecchia

Santa Alleanza, al Nuovo Patto che apparecchia

chiama per primi suoi eletti quel vassallo

che dall’avello

Dio ha ridestato e a voi per vittima già porse…”

E al popolo che accorse:

“E’ un paradosso? Ebbene sì: poiché il misfatto

vostro in potere della Vittima vi ha tratto,

     ora in salvo chi confida

nel suo nome io dirigo.

Né dirai che al deicida

più non resti che il castigo.

Vi creò Javè incivili

per pietà: lui fa caina

ma incolpevole la spina;

ed in fondo indulge a sé,

lui che tira tutti i fili,

quando assolve la tzetzè”.

Nella prima parte degli Atti degli Apostoli sono incorporati i già distinti Atti di Pietro… Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio… dove uno storpio chiedeva l’elemosina. Pietro fissò lo sguardo in lui assieme a Giovanni: “…Non ho argento né oro, ma ti do quello che ho: nel nome di Gesucristo Nazareno, cammina!” E lo sollevò per il braccio…Accorse una folla fuor di sé dallo stupore… E Pietro l’arringò: “Israeliti… è il dio dei nostri padri a glorificare così il suo servo (!) Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato… Avete ucciso l’autore della vita; ma Dio l’ha risuscitato dai morti e noi ne siamo testimoni… Ma agiste per ignoranza; e così i vostri capi… Essendo voi i figli dei profeti e dell’Alleanza… Dio manda il servo che ha risuscitato a voi per primi e benedice chi si converta dalle sue iniquità” (Atti 3).