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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 24/12/2014

LA MAZZA DI PAPA GIACOMONE

Post n°1795 pubblicato il 24 Dicembre 2014 da anonimo.sabino
 

28.

     “A Dodici Tribù la mia parola.

Che né comoda fede senza impegno

dona al bastardo che Gesù ci arruola,

né conclama il rabbì lesto di lingua.

La boria dei maestri

brucia le chiese e il fanatismo impingua.

La santità nei fatti lascia il segno;

né fatti chiede Dio da circhi equestri,

ma pace, fratellanza,

purezza, riverenza;

e fede, sì, ma in opere di fede.

Invece, ahimè, sembra di guerre e liti

impastata una Chiesa che pur crede.

Concupiscenza chiama tu il batterio

che genera ogni male;

virtù il contrario:uccidi il desiderio.

Dell’esser poi passivamente miti

il patire operando assai più vale.

Né il diavolo è più pio

solo perché lui pure crede in Dio.

     Aver fede e non far nulla

è guardare nello specchio

un’immagine citrulla.

Né ti turbi, caro vecchio,

non veder tra i nostri il ricco.

Ché, se i cenci il Cielo elesse,

ciò non nega le promesse,

ma ci strappa a una città

del benessere che a picco

con il vizio colerà.

     Non c’è allegrezza

nell’opulenza, che le fregole più attizza.

Letizia arcana

sono le lacrime; e il patire è la fortuna”.

     Come vero papa chiuse Giacomo il conclave,

che Pietro e Gianni mandò fuori dalla nave

ed a quel paese il Gobbo ladro e ciarlatano:

non parli che al pagano.

Povero ma fiero, il socialismo giudaita

qua vinse. E perse con la storia la partita…

“Anime infedeli, amar la terra è odiare il Cielo.

Lacrime, duolo,

opere di bene e nudità, perché ci assolva

il Cielo e faccia salva

l’anima nostra, condannata la carcassa

alla  malora ed all’inferno chi la ingrassa.

     Già la Corte sta in assise

ed emessa è la condanna:

pene eterne a chi derise

e spregiò la tua capanna.

Giù la testa! Il mondo chiude.

Chi sta placido salmeggi,

chi non rosica traccheggi

e chi soffre abbozzi un po’.

Starà fresco chi s’illude

di cacar come mangiò”.

 

Giacomo servo di Dio e del Signore Gesucristo alle Dodici Tribù disperse nel mondo (quindi ai soli Ebrei), salute. Considerate perfetta letizia, fratelli miei, il subire ogni sorta di prove… La concupiscenza genera il peccato… Chi ascolta e non si attiva è uno che si specchia… Soccorrete… ché Dio ha scelto i poveri… Che giova dire di aver fede e non operare?… Anche i demoni credono… Si è giustificati in base alle opere, non alla sola fede… Non vi fate tutti maestri… ché anche la lingua è un fuoco… E le opere siano ispirate a mitezza… O gente infedele, non sapete che amare  il mondo è odiare Dio? …Sottomettetevi... Che è mai la vita?… Voi ricchi piangete… E voi pazientate fino alla venuta del Signore… Il giudice è alle porte… Chi soffre preghi e chi gode salmeggi… (Epistola di Giacomo, in chiara polemica con Paolo)

 
 
 


 

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