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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 16/01/2015

LA FEDE E LA GRAZIA

Post n°1816 pubblicato il 16 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

45.

     “Ed io che cazzo ci starei a fare?”

Sospira dalla croce il Crocefisso.

“Scendi”, fa il Padre. “E’ qui che debbo stare:

se uno sgarro del primo nella merda

ha impegolato l’uomo

con tutti i figli, o tu fai che non perda

nessun uomo l’uscita dall’abisso,

o appendi un Figlio che non vale un pomo”.

“Gesù, tu della grazia

portasti la dovizia”,

zitto il Padre, garrì l’uomo del credo.

“Altri Abrami da sé trarrà dai pianti

il tuo Javè”, disse Gesù. E l’aedo:

“Trarrà chi creda in te. Grazia è regalo

e Dio lo fa alla fede…”

“Che a sua volta è un regalo. E beh, sia scialo!”

“Questo no! Ché se tutti tu fai santi,

sottraendo alla legge le sue prede,

poi dimmi, Gesù mio,

dove saranno più la grazia e Dio”.

     “Finché esistano sui torsi

deità”, convenne il degno

divo Augusto, a quei discorsi,

“e la grazia come segno

che Dio c’è, sarà anche tanta

la tribù che non ha cristi…

Tu però, Signore, assisti

chi alla legge più ubbidì!

La tua legge è sempre santa

e alla grazia pur si unì:

     se mo la fede

è anch’essa un dono, più ne avrà chi meno cade,

da un dio ch’è il Giusto”.

E come a chiedere sostegno è volto a Cristo.

     Fa Gesù:“Un cervello rovesciato è il Ladro folle:

non chi fu degno Dio salvò; chi salvo volle

degno è della grazia, per costui”. “E noi che abbiamo

la grazia, orsù, pecchiamo!”

Cesare rincara. E lui:“Dio fa che non si possa

peccare più”. “Ci castra? Eunuchi, alla riscossa!”

gli ribatte il Cesare: “E di questa faticata

un Dio s’allieta

solo per il gusto sovrumano di far salve

alcune sante belve

elette a caso e non colui che almeno tenta

di meritarla, l’elezione che s’inventa?”

     Tace il Cielo. E il Poco sforma:

“Grazia a merito si allea?

Non è grazia. Santa norma?

Santa sì, ma il male crea:

il reato c’è per lei,

che vietando lo decreta”.

“Capovolgiti! Lo vieta

perché è male. E schivi o no”.

“Come schivi ciò che sei?

Da te, fango, fango avrò”.

 

Giustificati dunque per la fede… abbiamo ottenuto, con la fede, di accedere alla grazia… E come per la disubbidienza di uno (Adamo) tutti risultarono peccatori, così per l’ubbidienza di uno (Cristo) risulteremo tutti giusti… Che diremo dunque? Insistiamo a peccare, sì che sovrabbondi la grazia? Assurdo. Perché ormai siamo morti al peccato… Parlo a esperti di legge… Che cosa diremo? Che la legge è peccato? No certo… Ma tolta la legge, il peccato muore… Io sono carnale, schiavo del peccato… e non compio il bene che pure approvo, ma il male che disapprovo… Sono uno sventurato. Chi mi libererà da questo corpo di morte?… Con la mente servo la legge di Dio, con la carne la legge del peccato. Invece cessa la reità per coloro che vivono in Gesù Cristo… liberati così dalla legge che dà il peccato e la morte… (Romani 5-7)

 
 
 


 

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