Creato da anonimo.sabino il 06/09/2006

L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 27/03/2015

L'OMBRA LUCRETILE - 8

Post n°1866 pubblicato il 27 Marzo 2015 da anonimo.sabino
 

 

      I Tedeschi entrarono in casa nostra in un’altra occasione, di giorno, per chiedere a nostra madre, che qualcuno aveva loro indicato come vedova del primo caduto, il piacere di lavare e rammendare la divisa di un ufficiale. Che fifa, quando li sentimmo bussare! Sapevamo bene di non avere la coscienza pulita nei loro confronti. La mamma tirò fuori lesta dalla cassapanca la camicia nera del babbo e la sua tessera, la tessera del pane e della morte. Ottenemmo così non solo la loro approvazione, ma anche una progressiva confidenza, un pezzo di sapone per lavare la divisa dell’ufficiale,qualcosa da mangiare, qualche informazione per i prigionieri.

     Verso Pasqua si videro sempre più nel nostro cielo gli aerei americani. Un giorno che mia madre mi faceva alla finestra la ricognizione della eventuale presenza di pidocchi, mi gettò a terra bruscamente, nell’assistere, lì davanti, a un duello aereo. Si parlò di paracadutisti scesi per raccogliere i dispersi. Ma vidi un camion tedesco pieno di questi ultimi; erano laceri, smunti e qualcuno ferito.

     Poi, vicini all’estate (il 3 giugno avrebbero lasciato Roma), girò di sorpresa la voce: “I Tedeschi se ne sono andati”. E corremmo tutti allo stradone. Se n’erano andati davvero, lasciando il nostro orto pieno di cianfrusaglie guerresche. Dell’orzo era rimasta un po’di stoppia tritata.

     Trovammo la capanna della Corvara bruciata e due predule lasciate lì. Sarebbero poi finiti nel camino i due sgabelli costruiti artigianalmente dai nostri prigionieri. Ma loro, che fine avevano fatto? Ad altri paesani alcuni scrissero, in seguito, e poi tornarono da turisti. I nostri no. E avremmo aspettato per anni le scarpe promesse.

     “Basta che siano riusciti a tornare a casa”, diceva la mamma. Da loro neanche una cartolina. Da una Screening Commission, a firma ciclostilata del Field-Marshal H. R. Alexander, datato 20 feb 1947, un certificato di benemerenza rilasciato a Gilardi Maria.

    Solo di Nat ricordo il mezzo nome. E ricordo i dieci numeri in inglese che lui m’insegnò.

 
 
 


 

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