Creato da anonimo.sabino il 06/09/2006

L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 04/05/2015

LA VOCAZIONE - 1

Post n°1893 pubblicato il 04 Maggio 2015 da anonimo.sabino
 

4. LA VOCAZIONE

     Tornavo a Monteflavio per le vacanze estive, natalizie e pasquali. La mamma mi purgava, per via del cambiamento d’aria. Inoltre, trovandomi sempre sbiancato in viso e attribuendo la cosa all’invidia dei paesani, mi portava dalla fattucchiera del paese per farmi guastare la fattura: la donna mi faceva sedere davanti a sé, fra noi una fondina piena d’acqua; recitava formule in un latino tutto suo, su un libretto nero chiuso con un cordoncino giallo oro e faceva colare per due volte poche gocce d’olio nel piatto: la prima volta esse vi galleggiavano compatte, la seconda si dissolvevano.

     Prima che le vacanze finissero e mi riprendesse il magone, tornavo a giocare con vecchi compagni che mi diventavano sempre più estranei e a cimentarmi con loro armato di maggiore esperienza e di parolacce romanesche. Tornavo ai riti agrari e alla vita civile. E tornavo con particolare gioia con nonno Angelo e con le mie montagne. Egli continuava a contare le sue pecore, anche più volte al giorno, toccandole col bastone man mano che io le spingevo verso il passo; e nel tornare al paese con le ombre del crepuscolo, caricava all’asina una soma più leggera, per sistemarmi al centro del basto.

     Ad aiutare nonno Angelo c’era adesso Nino di zio Gaetano, suo nipote, che si era associato a lui unendo al gregge dello zio un piccolo branco di capi suoi. Era allegro e gli piaceva il mio romanesco. Fu lui che, più grande, nell’ombra estiva delle sieste pecorili, mi insegnò a non aver paura dei miei primi calori sessuali e a masturbarmi. Mentre la teoria del coito non era un mistero per noi che assistevamo a quello dei nostri montoni  al pascolo, dei cani per strada, degli equini al Piano, dove scorrazzavamo dopo la mietitura; e qualcuno aiutava perfino lo stallone a infilare l’uscio della stacca…

     Peccato mortale per i miei educatori, la masturbazione sarebbe stata la mia risorsa negli anni della reclusione ecclesiale. Che felicità, il giorno che mi sentii esplodere e vidi uscire la prima goccia di sperma! Più tardi avremmo gareggiato a chi schizzava più lontano.

     “Che si dice a Roma, di questo fronte della sinistra con Nenni e Togliatti?” mi chiedeva Nino, tra il serio e il faceto. Io non sapevo chi fossero. Era entrata in vigore la Costituzione Repubblicana, dall’America era arrivato il boogie-woogie, mentre le suore continuavano a farmi cantare:

Grano d’oro che risplendi / su colline ubertose…

 
 
 


 

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