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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 21/07/2015

CAMINO MONFERRATO - 13

Post n°1948 pubblicato il 21 Luglio 2015 da anonimo.sabino
 

Ci fu una disputa sulla “storicità delle Scritture” (prova inconfutabile della fede cristiana). Storicità significava veridicità assoluta: sapere di Gesù come di Napoleone. Ma le fonti storiche più antiche residuate sulle origini del cristianesimo erano i Vangeli, tutti di fine secolo. Domandai sornionamente se erano “storiche” le contemporanee testimonianze di Tacito e di Svetonio sui primi cristiani, definiti “fanatici sfrenati”. No, perché quegli storici erano vittime dei pregiudizi del tempo; mentre sono assolutamente “storiche” le favole edificatorie dei Vangeli. Anche dopo che la stessa Chiesa ha dovuto dichiararne apocrifi (cioè evidentemente falsi) una trentina? E mi astenni (qualcuno già sbuffava verso il sofista) dal rilevare come i quattro residui fossero zeppi di contraddizioni, a parte le false firme apostoliche.

Era comodo intendere la storiografia come pacchi di verità preconfezionata, anziché come ricerca faticosa di qualche cucchiaio di verità sotto montagne di menzogne, di interessi e di fisime dei pretesi testimoni. E confutare invece testimonianze “storiche” di diversa ispirazione: lo storico ebreo Giuseppe Flavio vedeva il messia biblico nell’imperatore Flavio Vespasiano, suo patrono. Di lui gli storici raccontano miracoli.

Un giorno il Padre Tentorio cominciò a dettarci un brano di Tacito per il compito in classe. Poi ci ripensò, voltò pagina e ne dettò un altro. Per me era un invito irresistibile ad andarmelo a ricercare in biblioteca, quando lui vi ebbe riposto il testo.

…Un popolano di Alessandria, palesemente malato, abbraccia le sue ginocchia, implorando con gemiti di essere guarito dalla cecità, fidando in un responso del dio Serapide, il dio che la gente superstiziosa venera più di ogni altro; pregava il principe che si degnasse di bagnare col suo sputo le guance e le orbite degli occhi. Un altro, malato a una mano, lo pregava in nome dello stesso dio di essere calpestato dal piede di Cesare. Vespasiano dapprima ci rise e li prese in giro; e poiché quelli insistevano, si agitava tra la paura che un insuccesso si risapesse e la speranza indotta dalle preghiere di quelli e dall’incoraggiamento degli adulatori… Infine tra la moltitudine che si protendeva, eseguì quanto era chiesto. Immediatamente la mano si rese usabile e il cieco vide. I presenti ricordano ancora adesso l’uno e l’altro, adesso che a mentire non hanno alcun interesse (Historiae IV,81).

     Evidenti favole, quali invece non possono intendersi i miracoli ripresi identici nei Vangeli e attribuiti a un altro Cristo… Anche la storia oggetto di fede…

 
 
 


 

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