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Occhio alle patrimoniali!

Post n°769 pubblicato il 10 Giugno 2014 da amici.futuroieri
 

Occhio alle patrimoniali!
10/06/2014
Di F. Allegri
Riparto dalla fine del mio ultimo scritto dove dicevo che serve una riforma fiscale che tagli di almeno 3 punti l’imposizione erariale reale portando la nostra realtà fiscale ai livelli della vicina Francia.
Si tratterebbe di copiare quel paese in un campo vitale e non per le istituzioni locali che vanno bene per le caratteristiche di quello stato e non per il nostro.
Il mio era un auspicio che si limitava ad individuare una riforma virtuosa e possibile, forse troppo piccola per alcuni amici che mi hanno mandato le loro opinioni e osservazioni, ma soprattutto è una riforma possibile, ci tengo a ribadirlo.

Il rischio reale è ben diverso e ha un nome terribile: tassa patrimoniale.
Per cosa serve una tassa patrimoniale in tempi normali?
Di solito può servire a finanziare investimenti a lungo termine (specie per aree precise), può dare uno stimolo breve ed effimero all’economia, ma può anche riempire i vuoti lasciati nelle economie reale dalle banche in tempi di globalizzazione industriale.

La TASI è una patrimoniale di fatto, mascherata con l’idea di dover pagare i servizi più disparati e ambigui, ma è una patrimoniale di fatto: piccola, ma patrimoniale.
Piccola, ma perdurante.
Di conseguenza, mi aggiorno e dico: occhio alle patrimoniali mascherate.

Il minimo di TASI sulla prima casa è lo 0,33% mentre il massimo sulle seconde è del 1,06%, secondo le mie informazioni attuali.
Va aggiunto che se si trattasse di far pagare alla gente dei servizi ricevuti si dovrebbe applicare una tariffa puntuale.

Vado oltre e invito a vigilare sul fatto che da una patrimoniale mascherata si può passare ad una vera e consistente.
Da febbraio sento dire che si dovrebbe fare una patrimoniale per chi guadagna più di 500.000 euro l’anno o per chi ha conti correnti che eccedono i 70.000 euro, ma questo è il dibattito preliminare e di contorno, serve per condurre l’opinione pubblica verso i veri progetti e per promuovere enormi fughe di capitali all’estero che a ben vedere sono in corso da anni.

Una patrimoniale per risanare il debito pubblico è dietro l’angolo.
Quali effetti avrebbe?
Quello certo è la fuga dei capitali contanti e una nuova evasione fiscale, quelli incerti sono due.
Sono incerti gli effetti reali di riduzione di un debito pubblico che cresce perché la spesa è incontrollata e improduttiva e non perché troppe tasse non sono pagate.
Sono incerte le reazioni dei tartassati e qui la gamma dei comportamenti e molto variegata, si va dall’accettazione entusiasta alla passività passando per tante forme di protesta.

Quali alternative ci sono alla patrimoniale?
Sento parlare di tagli alle pensioni, specie per quelle superiori ai 3.000 euro mensili.
Questa è un’altra mini patrimoniale mascherata!
Forse a questo punto è bene porsi una domanda accessoria: cosa ci chiedono l’Unione Europea e la BCE?
La patrimoniale per l’Europa è una vecchia idea, l’altra volta la riavemmo indietro, per fortuna.
Stavolta sembrerebbe uno spettro invocato ed agitato per scoraggiare e stemperare i magri successi di chi propone il ripudio del debito e la fuga dall’EURO.
Continuo a pensare che oggi queste questioni sono l’espressione di una politica bassa di un paese arretrato e di periferia ovvero di uno stato che rischia di essere al centro delle crisi che verranno.
La patrimoniale per il rilancio è il rischio più concreto, a partire dal 2015 e da dopo le elezioni regionali, secondo me, ma c’è chi pensa a questa estate.
Arrivo ad ipotizzare la patrimoniale per i giovani, ovvero una tassa dove i vecchi sono obbligati a contribuire alla redistribuzione della ricchezza sulla base di un progetto di nuovi tecnici e vecchi burocrati non eletti.
Oggi si può pensare che le banche siano salve, che abbiano ossigeno per vari anni!
L’economia in generale no, e passando di patrimoniale in patrimoniale getto una sguardo finale alla politica generale per trarre una conclusione, la seguente.
Se durante la campagna elettorale nessuno ha parlato degli stress test e dei rimborsi dei prestiti triennali che la BCE fece alle banche e se io ho dovuto fare uno scritto simile è perché non c’è alcun progetto politico virtuoso in corso!
Abbiamo il buio accanto e davanti a noi e chiudo scrivendo: in questi anni, la politica ha perso la ragione.

 
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