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Anticipazioni della terza, grande crisi

La Pericolosa “bolla alimentare” dell’India
Lester R. Brown
http://www.earth-policy.org/plan_b_updates/2013/update119
Earth Policy Release
Plan B Aggiornamento
4 dicembre 2013

L’India è oggi il terzo più grande produttore mondiale di grano dopo la Cina e gli Stati Uniti.
L’adozione di varietà di colture ad alto rendimento e la diffusione dell’irrigazione hanno portato a questa straordinaria triplicazione della produzione, dagli anni ‘60.
Purtroppo, una quota crescente di acqua che irriga i 3/5 delle coltivazioni di grano in India proviene da pozzi che iniziano a prosciugarsi.
Questo pone le basi per una grave interruzione nelle forniture di cibo per la crescente popolazione dell’India.
Negli ultimi anni circa 27 milioni di pozzi sono stati scavati, inseguendo le falde acquifere verso il basso in ogni stato indiano.
Anche la Banca Mondiale, tipicamente conservatrice, avvertì nel 2005 che il 15% del cibo in India era stato prodotto da eccessivo pompaggio delle acque sotterranee.
La situazione non è migliorata, il che significa che circa 190 milioni di indiani sono stati alimentati con acqua che non può essere sostituita.
Ciò significa che la base alimentare di circa 190 milioni di persone potrebbe scomparire con poco preavviso.

Il grano dell’India è ulteriormente minacciato dal riscaldamento globale.
I ghiacciai fungono da serbatoi che alimentano i principali fiumi dell’Asia durante la stagione secca.
Mentre i ghiacciai himalayani e tibetani si restringono, forniscono più acqua nel breve termine, ma ce ne sarà molta meno in futuro.
A complicare le cose, anche i modelli monsonici stanno cambiando, rendendo questi diluvi annuali più difficili da prevedere.

Quella che l’India sta vivendo è una “bolla alimentare”: un aumento della produzione alimentare basato sull’uso insostenibile dell’acqua di irrigazione.
E questo sta accadendo in un paese dove il 43% dei bambini sotto i 5 anni è sottopeso.
Uno studio di Save the Children ha scoperto che i bambini di una famiglia su quattro hanno sperimentato “giorni senza cibo”" — dei giorni in cui non mangiano affatto.
Quasi la metà sussiste con un solo alimento di base, perdendo così i nutrienti vitali che vengono da una dieta diversificata.

Anche se la povertà è stata ridotta per alcuni, i 2/3 della popolazione vive ancora con meno di 2 dollari al giorno, secondo la Banca Mondiale.
E la popolazione cresce di circa 30 milioni ogni due anni: è come aggiungere un altro Canada al numero di persone da sfamare.
Entro 20 anni, si prevede che la popolazione dell’India raggiungerà il miliardo e mezzo e supererà la Cina.

Per nutrire tutte quelle bocche, il governo deve andare al di là del programma rinnovato di distribuzione di derrate alimentari stabilito nel Food Security Act approvato a settembre.
Per evitare un crollo improvviso e devastante della bolla alimentare serviranno degli sforzi per affrontare le minacce sottostanti al sistema alimentare indiano.
Questo richiede iniziative diffuse in materia di salute, pianificazione familiare e di educazione per frenare la crescita della popolazione.
Ciò significa anche ripensare le politiche energetiche e dei trasporti per ridurre il contributo dell’India al cambiamento climatico.
La costruzione di centrali elettriche a carbone in un paese in cui il cambiamento climatico minaccia di peggiorare la scarsità d’acqua è incredibilmente miope.

L’eccessivo pompaggio delle falde acquifere è difficile da fermare, in parte perché è invisibile, appare solo quando il pozzo si prosciuga.
A luglio, il governo indiano annunciò tardivamente che avrebbe aumentare la spesa per mappare le falde acquifere del paese, per capire meglio la disponibilità di acqua e il tasso di esaurimento, ma questo è solo un primo passo.
Le sovvenzioni per l’energia che incoraggiano il pesante pompaggio eccessivo delle acque sotterranee dovranno essere eliminate.
La raccolta tradizionale dell’acqua — che cattura in piccoli stagni l’acqua in eccesso che esce durante i monsoni — può contribuire a creare un tampone al problema.
Anche gli agricoltori possono ridurre il consumo di acqua utilizzando tecniche di irrigazione più efficienti e colture meno assetate — per esempio, più grano e meno riso.

La situazione attuale ricorda quella che trovai nel 1965 quando fui mandato in India dal Segretario dell’Agricoltura degli Stati Uniti Orville Freeman per aiutare a valutare il prossimo piano quinquennale del paese.
C’erano condizioni di siccità in quasi ogni angolo del paese.
Divenne subito chiaro per me che il raccolto non sarebbe arrivato vicino a soddisfare la domanda stimata.
Senza aiuti alimentari, la carestia era inevitabile.

Avvisai Freeman, incontrai funzionari statunitensi e indiani e redassi un piano.
Così nacque la politica del “short tether” del presidente Lyndon B. Johnson, che legò le spedizioni di grano USA in India ad una ristrutturazione del settore agricolo indiano.
La spedizione del governo degli Stati Uniti di 10 milioni di tonnellate di grano — 1/5 del raccolto statunitense dell’anno — in India nel 1965 divenne il più grande sforzo di aiuti alimentari della storia.

Oggi, la sicurezza alimentare è la sfida numero 1 dell’India, come lo fu mezzo secolo fa, anche se ora il paese produce quasi 240 milioni di tonnellate di grano rispetto ai 95 milioni di tonnellate necessarie nel 1965.

Riusciremo a fermare la fame se molti pozzi si seccheranno allo stesso tempo?
O gli Stati Uniti saranno chiamati a venire di nuovo in soccorso?

Con 1/3 del raccolto di grano degli Stati Uniti che ora va ad alimentare le auto e un altro terzo che va a nutrire il bestiame, le esportazioni americane sono in calo.
La domanda mondiale è in rapida crescita mentre le popolazioni si espandono e sempre più persone si spostano lungo la catena alimentare, consumando prodotti di origine animale ad alta intensità di grano.
La carenza di grano significa aumento dei prezzi dei cibi per tutti, una tendenza che continuerà, senza una mobilitazione globale per usare l’acqua in modo più efficiente e per stabilizzare la popolazione e il clima in fretta.

Nel frattempo, ci auguriamo che i pozzi di India non si secchino troppo presto.

# # #
Questo pezzo originariamente apparve sul Los Angeles Times del 29 novembre 2013.
Lester R. Brown è presidente dell’Earth Policy Institute e l’autore di Breaking New Ground: una storia personale e di Full Planet, Empty Plates: La nuova geopolitica della scarsità di cibo.
I dati e le risorse aggiuntive sono disponibili su www.earth-policy.org.
Sentitevi liberi di trasmettere queste informazioni ad amici, familiari e colleghi!
Contatto per i media: Reah Janise Kauffman
Contatto per la ricerca: Janet Larsen
Earth Policy Institute
1350 Connecticut Avenue NW, Suite 403, Washington, DC 20036

Tradotto da F. Allegri il 04/04/2014.

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