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Nader e le multinazionali

Post n°879 pubblicato il 12 Aprile 2015 da amici.futuroieri
 

Nell’Interesse Pubblico
La Distruzione Multinazionale dei Mercati Liberi Ci Regola

Ralph Nader
30 ottobre 2014

Il dogma dominante della nostra economia politica è il corporativismo delle multinazionali.
Il corporativismo pretende di essere legittimato dalla teoria del libero mercato secondo la quale tutti i fornitori che non soddisfano le richieste del mercato andranno via.
Il corporativismo utilizza questa illusione per esercitare il potere su tutti gli aspetti della nostra politica economica.

I mercati liberi, secondo le multinazionali, sono il miglior meccanismo per allocare le risorse per lo scambio di beni e servizi.
Essi credono che i mercati liberi da ogni regolamentazione, tassazione o dalla concorrenza da parte delle imprese del governo produca i migliori risultati.
La loro metafora preferita è la “mano invisibile” di Adam Smith che produce il maggior bene per il maggior numero di persone grazie agli sforzi di molti venditori e di molti acquirenti favorevoli (Adam Smith, hanno trascurato di aggiungere, era a favore dei lavori pubblici, dell’istruzione pubblica e delle reti della sicurezza sociale, dai salari decenti al welfare pubblico, se necessario.)

Molte cose si intromettono nelle teorie del libero mercato, tra le quali le spese militari, le guerre, la fiscalità, le infrastrutture pubbliche, la regolamentazione della salute e della sicurezza e gli obblighi di emergenza dei governi.
Quello che il finanziere George Soros ha definito “il fondamentalismo del mercato”, è opposto a qualsiasi interferenza con i liberi mercati.
Eppure, il corporativismo crea enormi eccezioni che manipolano i mercati e inclinano la bilancia venditore/acquirente pesantemente in favore del primo che diventa le multinazionali globali sempre più grandi.

I critici del mercato la chiamano ipocrisia.
Le multinazionali appoggiano i budget militari più ricchi che hanno concentrato il potere in mano ad un numero di imprese militari sempre più piccolo.
Quelle che fanno più parte della cultura di accettazione e sono meno riconosciute sono le altre interferenze nei liberi mercati che il potere delle multinazionali ha così profondamente radicato che raramente fanno parte di qualsiasi dibattito politico o elettorale.
Questo punto va affrontato sotto forma di domande poste raramente che di conseguenza raramente ottengono risposte.

Ci può essere un libero mercato senza libertà di contratto?
Il corporativismo ha spogliato i consumatori della libertà di contratto con contratti standard con clausole scritte in piccolo che diventano sempre più dittatoriale ogni decennio.
Oggi essi portano via spesso i diritti dei consumatori ad andare in tribunale per le loro rimostranze con clausole arbitrali obbligatorie.
Essi prevedono che i fornitori possano modificare il contratto in ogni volta che vogliano – si chiama modifica unilaterale – e ciò toglie le ultime vestigia del potere contrattuale dei consumatori.
Un esempio è la modifica unilaterale di ciò che si deve pagare per le sanzioni penali, per le tasse posticipate o per varie centinaia di tasse nascoste nello scritto in piccolo.
E tu non puoi fare shopping in giro perché le aziende non sono in concorrenza sullo scritto in piccolo. (Vedi faircontracts.org.)

Ci può essere un libero mercato, se i lavoratori non possono unirsi per contrattare con i grandi datori di lavoro i cui investitori hanno espanso la libertà di costituire società, imprese controllanti, succursali, joint venture e partnership per promuovere il loro potere contrattuale?
Inoltre, in paragone con la libertà degli investitori, i lavoratori sono attaccati con intimidazioni antisindacali, serrate e con un sistema di leggi sul lavoro influenzate dalle multinazionali che presentano molti più ostacoli per entrare in causa rispetto alle leggi sul lavoro di altre nazioni occidentali.

Ci può essere un libero mercato senza una legge anti monopolio forte, completa e anche contro i cartelli, unita ad altre leggi contro la miriade di pratiche anti concorrenziali alle quali Adam Smith alludeva nel 1776, quando consigliava di opporsi ai motivi per i quali gli uomini d’affari si riuniscono?
Oggi, le leggi antitrust sono deboli, datate e poco aiutate dai fondi scarsi.
Ad esempio, si formano migliaia di joint ventures tra imprese concorrenti dirette senza che la polizia antitrust moribonda si possa interessare o preoccupare.
C’è la globalizzazione degli affari senza la globalizzazione della forza della legge.
Le grandi aziende possono sfruttare le differenze tra le nazioni in una corsa verso il basso per ottenere ingiustamente potere di mercato nei confronti dei compratori, dei lavoratori e delle piccole imprese.

Ci può essere un mercato libero, senza un libero mercato degli avvocati impegnati a perseguire i fatti illeciti e le truffe sia nella negoziazione diretta con gli autori che nel ricorrere per aprire i tribunali pubblici?
Nel nostro paese, le controversie private non sono socializzate dal governo.
Sono rimandate a un sistema di mercato dei servizi legali e degli altri supplementari.
Inoltre il corporativismo si impegna vivamente per bloccare o limitare, attraverso i legislatori in cattività, l’accesso ai tribunali o per legare le mani dei giudici e delle giurie, le uniche persone che vedono, ascoltano e valutano le prove in ogni udienza.

Ci può essere un mercato libero in cui le multinazionali producono capitalismo clientelare o vie per la fuga fiscale societaria o per avere sovvenzioni, dispense e salvataggi che manipolano i mercati contro altre piccole imprese che giocano con le regole del mercato?

Ci può essere un mercato libero quando gli accordi commerciali aziendali gestiti, come il NAFTA e l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), subordinano gli sforzi civili per garantire migliori trattamenti del lavoro, dell’ambiente e dei consumatori alla supremazia degli scambi commerciali? (Vedi http://www.citizen.org/trade/.)

Infine, ci può essere un mercato libero quando le banche fondano e controllano una Federal Riserve potente e segreta che regola con fermezza i tassi di interesse e acquista migliaia di miliardi di $ in obbligazioni (noto come allentamento quantitativo - QE) per dare liquidità ai mercati azionari e alle banche, mentre milioni di risparmiatori ricevono meno della metà di un 1% di interessi sui risparmi?
I libertari, a loro merito, hanno notato questo abuso del governo multinazionale più chiaramente di molti liberali.

Ci sono altri controlli multinazionali contro il libero mercato, come ad esempio l’estensione politica nel tempo dei monopoli dei brevetti per scongiurare la concorrenza, ad esempio, tra i produttori di farmaci generici.

Basti dire che il popolo americano ha prove sufficienti per abbandonare l’ipocrisia ideologica che il corporativismo usa per controllarli. da un sacco di soldi alle elezioni - mai immaginato dagli autori della nostra Costituzione quando


Il multinazionalismo, in realtà, è lo stato corporativo - una tirannia, unta da un sacco di soldi alle elezioni - mai immaginato dagli autori della nostra Costituzione quando cominciarono il suo preambolo con “We the People”.

Svegliatevi, tutti?
(Vedi citizen.org per ulteriori informazioni)

Tradotto da F. Allegri il 12/04/2015.

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paperino61to
paperino61to il 12/04/15 alle 17:04 via WEB
ciao interessante pezzo, il problema lo dici tu con la tua domanda: svegliatevi tutti? sai come la penso in merito..i " padroni" esistono xchè ci sono i " servi ".. buona serata
(Rispondi)
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