Messaggi del 06/08/2014

Il divieto della busta di plastica in USA

Il divieto della busta di plastica in USA
Janet Larsen e Savina Venkova
www.earth-policy.org/plan_b_updates/2014/update122
Earth Policy Release
Plan B Aggiornamento
22 aprile 2014

Los Angeles ha inaugurato il nuovo anno “2014” con il divieto di distribuzione dei sacchetti di plastica alle casse dei grandi rivenditori al dettaglio, ciò la rende la più grande delle 132 città e contee degli USA con norme anti-sacchetto di plastica. Un movimento che acquista slancio in California diverrà nazionale.
Più di 20 milioni di americani vivono in luoghi con divieti o tasse sul sacchetto di plastica.
Attualmente 100 miliardi di sacchetti di plastica passano per le mani dei consumatori USA ogni anno — quasi un sacchetto a persona al giorno.
Legati tra loro, potrebbero circondare l’equatore 1.330 volte.
Ma questo numero diminuirà presto quando più comunità, tra le quali grandi città come New York e Chicago, cercheranno modi per ridurre il disastro della plastica che rovina i paesaggi e intasa fognature e corsi d’acqua.

Anche se ormai è onnipresente, il sacchetto di plastica ha una storia relativamente breve.
Inventato in Svezia nel 1962, il sacchetto di plastica mono uso è stato reso popolare dalla Mobil Oil negli anni settanta, nel tentativo di aumentare il suo mercato di polietilene, un composto derivato dai combustibili fossili.
A molti clienti americani non piacque il sacchetto di plastica quando fu introdotto nel 1976, erano disgustati dalle cassiere che dovevano leccarsi le dita per mettere le borse sul piano e s’infuriavano quando un sacchetto pieno di generi alimentari si rompeva o rovesciava.
Ma i rivenditori sostennero ancora la plastica perché era più economica e prendeva meno spazio rispetto alla carta, e oggi una generazione di gente difficilmente può concepire lo shopping senza ricevere un sacchetto di plastica alla cassa.

La popolarità dei sacchetti di plastica deriva dalla loro leggerezza e dal loro costo basso percepito, ma sono proprio queste qualità che li rendono sgradevoli, difficili e costosi da gestire.
Oltre 1/3 di tutta la produzione di plastica è per l’imballaggio, progettata per usi a breve termine.
I sacchetti di plastica sono fatti dal gas naturale o dal petrolio che si è formato nel corso di milioni di anni, ma spesso sono utilizzati per pochi minuti prima di essere scartati per andare in una discarica o all’inceneritore — se non volano via e finiscono prima come rifiuto.
L’energia necessaria per fare 12 sacchetti di plastica guiderebbe una vettura per un miglio.

Nelle discariche e nei corsi d’acqua, la plastica è persistente, durerà centinaia di anni, rompendosi in pezzi più piccoli; farà percolare i componenti chimici con l’invecchiamento, ma non scomparirà mai completamente.
Gli animali che confondono la plastica con il cibo possono impigliarsi, ferirsi o morire.
Recenti studi hanno dimostrato che la plastica delle borse scartate oggi assorbe sostanze inquinanti come pesticidi e rifiuti industriali che si trovano nel mare e le consegna in grandi dosi alla vita del mare. Le sostanze nocive possono quindi risalire la catena alimentare fino al cibo che la gente mangia.
Le materie plastiche e i vari additivi che contengono sono stati legati a una serie di problemi per la salute umana, compresa la distruzione del sistema endocrino e riproduttivo, l’infertilità, e pure ad alcuni tipi di cancro.

La California — con la sua costa lunga e le spiagge abbondanti dove i rifiuti di plastica sono fin troppo comuni — è stata l’epicentro del movimento USA contro i sacchetti di plastica.
San Francisco fu la prima città americana a regolare il loro uso, con un divieto per i sacchetti di plastica non degradabili nei grandi super mercati e nella catena delle farmacie nel 2007.
Come parte della sua strategia globale per arrivare ai “rifiuti zero” entro il 2020 (la città manda ora l’80% dei suoi rifiuti ai riciclatori o ai composter invece che alle discariche), estese il divieto del sacchetto di plastica ad altri negozi e ai ristoranti nel 2012 e nel 2013.
Chi riceve carta riciclata o sacchetti degradabili paga almeno 10 cents, ma — come è comune in città con divieti per il sacchetto di plastica — i sacchetti per prodotti o altri oggetti miscelati sono ancora autorizzati a costo zero.
San Francisco è pure una delle città californiane che vietano l’uso di contenitori per alimenti in polistirene (comunemente detto polistirolo), e ha fatto un passo ulteriore nei confronti degli imballaggi di plastica usa e getta vietando la vendita di acqua in bottiglie di plastica in città.

Tutto sommato, i divieti al sacchetto di plastica coprono 1/3 della popolazione della California.
I sacchetti di plastica acquistati dai rivenditori sono scesi da 107.000.000 di libbre nel 2008 a 62 milioni nel 2012 (secondo uno studio), e i produttori di plastica e dei sacchetti non ne hanno preso atto.
La maggior parte dei divieti ha affrontato azioni legali dei gruppi industriali della plastica come l’American Chemistry Council (ACC).
Anche se le leggi hanno sostanzialmente tenuto in tribunale, la minaccia di un’azione legale ha dissuaso molte comunità dall’agire e ritardato il processo per gli altri.

Ironia della sorte, se non fosse, in primo luogo, per l’intervento dell’industria delle materie plastiche, la California avrebbe forse molti meno divieti definitivi per il sacchetto di plastica.
Invece, più comunità avrebbero optato per la scelta di una tassa per ogni sacchetto, ma questa opzione fu vietata nell’ambito della legislazione statale supportata dall’industria nel 2006, che prescrisse ai negozi alimentari californiani di fare il riciclaggio del sacchetto di plastica.
Già nel 2010, la California fece un primo tentativo per introdurre un divieto statale sui sacchetti di plastica, ma i lobbisti dell’industria ben finanziati lo impedirono.
Probabilmente un nuovo disegno di legge sarà votato nel 2014 con il sostegno della California Grocers Association, nonché dei senatori statali che si erano opposti l’ultima volta.

La storia di Seattle è simile.
Nel 2008 il consiglio comunale approvò una norma che richiedeva a drogherie, negozi di alimentari e farmacie di addebitare 20 cents per ogni sacchetto mono uso consegnato alla cassa.
Una campagna da 1,4 milioni di dollari guidata dall’ACC fermò il provvedimento prima che entrasse in vigore con un referendum, e gli elettori respinsero l’ordinanza ad agosto 2009.
Ma la città non si arrese.
Nel 2012 vietò i sacchetti di plastica e aggiunse una tassa da 5 cents per i sacchetti di carta.
I tentativi di raccogliere le firme per abrogare questa norma non hanno avuto successo.
Altre 11 giurisdizioni dello stato di Washington hanno vietato i sacchetti di plastica, tra esse la capitale dello stato, Olympia.

Un certo numero di governi statali hanno discusso proposte di legge anti-sacchetto di plastica, ma non hanno applicato con successo una tassa statale o vietato i sacchetti.
Le Hawaii hanno un divieto statale virtuale, mentre le sue 4 contee popolate hanno deciso di eliminare i sacchetti di plastica alle casse dei negozi, l’ultimo divieto partirà dal luglio 2015.
La Florida, un altro stato rinomato per le sue spiagge, blocca giuridicamente le città che volessero emanare una norma anti sacchetto.
L’ultimo tentativo di rimuovere questo ostacolo è stato demolito nel mese di aprile 2014, anche se i legislatori dello stato dicono che rivedranno la proposta nel corso dell’anno.

L’opposizione ai sacchetti di plastica è emersa in Texas, nonostante che lo stato consumi il 44% del mercato statunitense delle materie plastiche e serva come sede di alcuni importanti produttori di sacchetti, come Superbag, uno dei più grandi.
Otto, tra città e cittadine dello stato hanno divieti attivi sul sacchetto di plastica, e altri, come San Antonio, hanno considerato di saltare sul carro.
Austin ha vietato i sacchetti di plastica nel 2013, nella speranza di ridurre gli oltre 2.300 dollari che stava spendendo ogni giorno per ripulire la città dai rifiuti e dai sacchetto di plastica.
Le piccole città di Fort Stockton e Kermit vietarono i sacchetti di plastica nel 2011 e nel 2013, rispettivamente, dopo che gli allevatori si lamentarono perché dei bovini erano morti dopo averli ingeriti.
I sacchetti di plastica sono anche noti per contaminare i campi di cotone, s’impigliano nelle presse e danneggiano la qualità del prodotto finale.
L’inquinamento della plastica nel bacino del Trinity River, che fornisce acqua a oltre la metà di tutti i texani, è stato un motivo valido per Dallas per mettere una tassa da 5 cents sui sacchetti di plastica che sarà in vigore nel 2015.

Washington, DC, è stata la prima città USA a richiedere ai rivenditori di cibo e alcol di addebitare ai clienti 5 cents per ogni sacchetto di plastica o carta.
Parte di questo gettito va ai negozi per aiutarli con i costi di attuazione della normativa, e in parte è designato per la pulizia del fiume Anacostia.
La gran parte degli acquirenti del D.C. oggi per abitudine portano con se i loro sacchetti riutilizzabili; un sondaggio ha rilevato che l’80% dei consumatori usano un minor numero di sacchetti e che oltre il 90% delle imprese ritiene la norma positiva o neutrale.

La contea di Montgomery nel Maryland seguì l’esempio di Washington e approvò una tassa da 5 cents per i sacchetti nel 2011.
Uno studio recente che ha confrontato gli acquirenti in questa regione con quelli della vicina contea di Prince George, dove la legislazione anti-bag non c’è, ha trovato che i sacchetti riutilizzabili sono 7 volte più popolari nei negozi di Montgomery County.
Quando i sacchetti sono diventati un prodotto e non un omaggio, gli acquirenti hanno pensato se il prodotto valesse il nichel extra e subito hanno preso l’abitudine di portare le loro borse.

Una strategia dell’industria della plastica — preoccupata per il calo della domanda dei suoi prodotti — è un tentativo di cambiare la percezione pubblica dei sacchetti di plastica, promuovendo il riciclaggio.
Il riciclaggio, tuttavia, non è una buona soluzione a lungo termine.
La stragrande maggioranza dei sacchetti di plastica — il 97% o più in alcune zone — non vanno al riciclaggio.
Anche quando gli utenti hanno buone intenzioni, i sacchetti volano via dai contenitori messi all’aperto presso i negozi di alimentari o fuori dai camion del riciclaggio.
I sacchetti che arrivano agli impianti di riciclaggio sono la rovina dei programmi: quando sono mescolati con altri rifiuti riciclabili bloccano e danneggiano le macchine di smistamento che sono molto costose da riparare.
A San Jose, California, dove meno del 4% dei sacchetti di plastica sono riciclati, la riparazione del macchinario inceppato dai sacchetti costava alla città circa $ 1 milione all’anno prima che il divieto dei sacchetti entrasse in vigore nel 2012.
Delle proposte di restrizioni al sacchetto di plastica sono state accantonate in varie giurisdizioni, tra cui New York, Philadelphia e Chicago, a favore di programmi di riciclaggio.
New York City potrebbe, tuttavia, procedere con una legge proposta nel marzo 2014 per mettere una tassa di 10 cents sui sacchetti monouso.
Chicago valuta il divieto del sacchetto.

I sacchetti di plastica hanno avuto effetti di vasta portata nei loro quasi 60 anni di esistenza.
Il rafforzare la legislazione per limitare il loro uso sfida il consumismo usa e getta che è diventato pervasivo nel mondo dell’energia “artificialmente” a buon mercato.
Poiché la produzione di gas naturale in USA è salita ed i prezzi sono caduti, l’industria della plastica vuole aumentare la produzione interna.
Tuttavia, l’uso di questo combustibile fossile per fare qualcosa di così breve durata, che può volare via alla minima brezza e inquina a tempo indeterminato, è illogico — specie quando c’è un’alternativa pronta: la borsa riutilizzabile.
# # #
Uno nuovo scritto dell’Earth Policy Institute sarà sull’azione internazionale contro i sacchetti di plastica.
Ulteriori informazioni, incluse una linea temporale e la tavola sulla normativa sul sacchetto di plastica negli Stati Uniti, è disponibile a www.earth-policy.org.
Sentitevi liberi di trasmettere queste informazioni ad amici, familiari e colleghi!
Media Contact: Reah Janise Kauffman
Contatto per la ricerca: Janet Larsen
Earth Policy Institute
1350 Connecticut Avenue NW, Suite 403, Washington, DC 20036

Tradotto da F. Allegri il 06/08/2014.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Contatta l'autore

Nickname:
Se copi, violi le regole della Community Sesso:
Età:
Prov:
 

Ultime visite al Blog

acer.250maresogno67misteropaganoormaliberaallegri.frdony686amici.futuroierim12ps12alf.cosmosmitic98ossimoraapungi1950mattia8880istintivamenteMANDY.E
 

Ultimi commenti

https://youtu.be/UAGJEym15Us
Inviato da: cassetta2
il 01/01/2023 alle 09:08
 
Grazie della visita!Buona serata! Lucy
Inviato da: luc.conifru.nic
il 25/11/2022 alle 21:24
 
Ciao a tutti e buonanotte...
Inviato da: buonanotteimmagini
il 14/10/2022 alle 20:45
 
ti ringrazio io, mi piace il tuo spazio. Al momento sto...
Inviato da: amici.futuroieri
il 16/11/2021 alle 14:58
 
Buongiorno....Anzi visto l'orario buon pranzo! Grazie...
Inviato da: saggezzaindiana
il 16/11/2021 alle 12:31
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 14
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963