Messaggi del 30/03/2015

Ebola! Prevenzione e responsabilità

Nell’Interesse Pubblico
Ebola! Prevenzione e responsabilità

Ralph Nader
17 ottobre 2014

Ebola! Ebola! Ebola!
La parola è ovunque — il nome del virus mortale dell'Africa occidentale, con un tasso di mortalità al settanta per cento.
Un senso di terrore e sgomento sta cominciando a diffondersi nel nostro paese.
Fare delle domande vitali farà luce su come fermare la diffusione dell'epidemia attuale e sul prevenire quelle future.
Le politiche che influenzano sia le malattie infettive che le istituzioni concentrate sul trattamento, la cura e i focolai derivanti devono essere rielaborate per offrire un sostegno più forte alle nazioni quasi prive di strutture sanitarie pubbliche.

Da quando l’Ebola fu portata in Congo dal fiume Ebola nel 1976, essa ha sporadicamente colpito villaggi remoti in Africa occidentale.

Perché i paesi occidentali non hanno risposto con la loro scienza medica avanzata e con i laboratori di ricerca?
Per la stessa ragione per la quale furono in ritardo nel rispondere alla malaria, alla tubercolosi risorgente e all’HIV/AIDS che insieme continuano a prendere milioni di vite ogni anno.
Queste malattie prevalgono nei paesi in via di sviluppo e inizialmente erano rare nei paesi sviluppati.
Fino a quando, come con l'HIV/AIDS, si fanno strada verso le nazioni occidentali.

Perché il National Institutes of Health (NIH) non ha prevenuto correttamente l’Ebola?
Lo ha fatto, secondo il direttore del NIH, il dottor Francis Collins.
“NIH ha lavorato sui vaccini Ebola fin dal 2001”, ha affermato, attaccando i finanziamenti limitati del Congresso per lo sviluppo di un vaccino e delle terapeutie.
Il Dr. Collins ha detto che con i finanziamenti, “probabilmente avremmo avuto un vaccino in tempo ...”

Cosa ha finanziato il Congresso?
Ha versato migliaia di miliardi di dollari nella distruzione generalizzata, il pantano della “Guerra al Terrore”, che ha diffuso i gruppi come Al - Qaeda e l’instabilità violenta in una dozzina di paesi con una classica “ritorsione” contro gli Stati Uniti

Insieme con gli stimabili Medici Senza Frontiere, sollecitai i presidenti Clinton, Bush e Obama a fare la lotta contro gli invisibili ma pesanti “terroristi” virali e batterici come una delle principali priorità.
Con la pressione organizzata dalle vittime dell’HIV AIDS e dalle loro famiglie, il governo degli Stati Uniti fu costretto ad affrontare questa malattia a livello nazionale e in Africa.
Tuttavia, non c’è nessuna lobby delle vittime per la lotta internazionale contro la malaria e la tubercolosi.
I modesti incrementi dei finanziamenti pubblici per la prevenzione e il trattamento della malaria e della tubercolosi sono dovuti in misura significativa agli sforzi del senatore Patrick Leahy (D-Vermont) e di alcune fondazioni o di alcuni gruppi di cittadini come Princeton Progetto 55.

Collettivamente, il popolo americano dovrebbe dare al Congresso il compito per evitare tale abbandono mentre gli esperti mondiali in queste e in altre malattie infettive dicono “non è una questione di se, solo una questione di quando”.
Budget enormi sono stati approvati dai membri di entrambi i partiti per le armi di distruzione di massa che ricordano gli anni dell'ostilità dell’Unione Sovietica.
Se lo status quo persisterà, le elemosine fornite dal Congresso faranno ben poco per contrastare le malattie infettive che hanno ucciso e continueranno a uccidere milioni di persone.

Che faranno le aziende farmaceutiche super redditizie — coccolate con enormi crediti d’imposta e con i miliardi di dollari nello sviluppo di farmaci finanziati dai contribuenti dati gratuitamente alle società farmaceutiche selezionate come Pfizer e Bristol – Myers - Squibb?
Esse hanno evitato a lungo di fare un lavoro sui vaccini, perché, a differenza dei farmaci da stile di vita, come il Viagra o da quelli per malattie croniche come l’ipertensione, i vaccini non sono presi tutti i giorni o spesso.
I vaccini non hanno lo stesso rendimento degli investimenti che le aziende farmaceutiche fanno sui farmaci da assumere giornalmente per una varietà di condizioni e trattamenti.

Durante l’evitabile guerra del Vietnam, la seconda causa principale, dopo gli infortuni di guerra, del ricovero dei soldati americani fu la malaria.
Il Pentagono si stufò del rifiuto delle case farmaceutiche americane di fare qualche ricerca per i farmaci anti-malarici e istituì una propria divisione di ricerca di grande successo al Walter Reed Army Hospital.
E fu laggiù che i medici specializzati e altri scienziati svilupparono la maggior parte delle scoperte dell’epoca per i farmaci anti-malarici con una frazione del prezzo che le aziende farmaceutiche avare avrebbero chiesto ai pazienti per l’accesso allo stesso farmaco.

Per l’industria farmaceutica l’indifferenza non è nuova.
Il pubblico dovrebbe esigere che Big Pharma vomitasse parte dei suoi profitti, fermasse la ricarica sugli americani dei prezzi più alti del mondo, e che creasse un fondo per pagare la ricerca sui farmaci che possono frenare la diffusione delle malattie infettive.

Un’altra domanda è perché ci sono così pochi medici e operatori sanitari in questi paesi africani?
Il Dr. E. Fuller Torrey ha scritto di recente sul Wall Street Journal che per anni gli Stati Uniti sono stati la causa della fuga di cervelli dei medici africani (e degli altri operatori sanitari), a causa di una carenza di medici del tutto prevenibile nel nostro paese.
Ha scritto, “La perdita di questi uomini e donne ora si riflette nei casi di grave carenze di manodopera medica in questi paesi, nell'assenza di una leadership medica locale così importante per rispondere alla crisi, e in un collasso o quasi collasso dei loro sistemi di salute e cura”.

Egli ha stimato che la Liberia, un paese di 4 milioni di persone, abbia solo 120 medici liberiani, mentre c’erano 56 medici liberiani specializzati che lavoravano negli USA nel 2010.

Con le preferenze ai visti H-1B, abbiamo attirato medici e infermieri provenienti dai paesi in via di sviluppo che ne avevano un bisogno disperato.
Al contrario, Cuba, un paese molto più piccolo e meno ricco, ha inviato migliaia di medici nel corso di decenni per aiutare i paesi bisognosi in America Latina e in Africa.
Proprio questo mese, Cuba ha annunciato di aver inviato 165 operatori sanitari in Sierra Leone con altri 296 medici e infermieri che si sono recati in Liberia per contribuire a contrastare la diffusione dell’Ebola.

Andando più a fondo, potremmo chiederci come le politiche di “aggiustamento strutturale"” della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale spogliano i paesi in via di sviluppo dei fondi che avrebbero potuto essere spesi per la sanita e le opere pubbliche.
Allo stesso tempo, la Banca Mondiale e il FMI hanno spinto questi paesi a tagliare i sussidi alimentari ai consumatori e a cambiare la terra che aveva prodotto cereali e verdure per le popolazioni locali in terra per la coltivazione di colture per l’esportazione la quale drena questi guadagni per pagare i loro debiti sempre crescenti verso queste istituzioni finanziarie.

Finché le nazioni occidentali continueranno a politicizzare l’Organizzazione mondiale della sanità e a tenerla al guinzaglio del bilancio ristretto (il suo budget annuale è inferiore a qualsiasi ricavo dei più grandi ospedali di Boston, Cleveland, New York o Houston), esse giocheranno con il destino di milioni di persone, comprese quelle in Europa e in Nord America.

Ammettiamolo, quando si tratta di mettere in atto programmi di prevenzione e di riordino delle nostre priorità pubbliche, solo noi, il popolo possiamo farlo.
I cittadini sono i primi soccorritori di una democrazia.
La prima mossa è facile; chiamare 202-224-3121 e appellarsi ai vostri Senatori e ai Rappresentanti.
Se non parlerete al telefono con i rappresentanti eletti, ponete ai loro assistenti le vostre domande e richieste e chiedete una lettera dettagliata che descriva ciò che i vostri legislatori intendono fare sulle epidemie di malattie infettive.
Nessuno può impedirvi di fare questo primo passo.

Tradotto da F. Allegri il 30/03/2015.

 
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