Ragionamento di Gaetano Linneo

Il Maestro - terzo atto – Seconda conversazione
Ragionamento di Gaetano Linneo

09 Febbraio 2015

Franco: Quello che posso fare faccio. Certo che se avessi a disposizione strumenti costosi e un team di esperti ben pagati farei altrimenti. La rete e i suoi strumenti di condivisione e comunicazione sono per me una risorsa straordinaria.

Gaetano Linneo: Precisamente, il mezzo è potenzialmente democratico ma tende ad essere dispersivo. Si tratta di qualcosa che contiene le cose più diverse e nelle lingue le più diverse, apparentemente senza uno scopo preciso e senza capacità di scelta.
Una vera e propria enciclopedia universale caotica, contraddittoria e sempre in evoluzione, una rappresentazione costante e capillare di cosa produce, pensa e mostra la parte dell’umanità integrata con la civiltà industriale.
Ma proprio la civiltà industriale va compresa bene e con ampiezza di strumenti critici e professionali perché essa ha in sé una grave contraddizione irrisolta che come sai e sanno i tuoi lettori consiste nel pensare una crescita infinita in presenza di un pianeta dalle risorse limitate.

Franco: Infatti, chi nega il contrario. Ma cosa mi rappresenta questo discorso.

Gaetano Linneo: UNA CIVILTÀ INDUSTRIALE CHE CERCA L’INFINITO E LA SODDISFAZIONE DI AMBIZIONE E PIACERI INFINITI IN AMBITO LIMITATO SI CONDANNA ALLA SOFFERENZA E AL DOLORE.
Questo è il caso che si spalma sul sistema.
T’invito a soffermarti per un attimo sulle tre S di cui ho detto prima.
Basta togliere i filtri e gli accessi protetti a internet per far uscire dallo schermo del computer un vero ne proprio disastro da vaso di Pandora.
Le pulsioni riassumibili in Soldi, Sesso e Sangue si manifestano apertamente o in modo occulto e con intrecci fra loro.
SE SI OSSERVA BENE QUEL CHE VIEN FUORI EMERGE UN MONDO UMANO PIENO DI FRUSTRAZIONE, AMBIZIONE, DESIDERI INAPPAGATI, PULSIONI DI MORTE, ESPLOSIONI DI ODIO, BRAMA DI PIACERI SESSUALI E DI GRANDI QUANTITÀ DI PRODOTTI DI LUSSO E DENARO.
Mi par di cogliere alle volte l’esplosione di fantasie contorte di milioni e milioni di teste.
Ci sono siti di fotografie e foto con didascalie dove emerge l’idolatria del denaro e della merce, la sessualità in tutte le forme anche le più bizzarre e violente, per tacere poi di coloro che hanno passioni ideologiche o politiche violente.
Perfino su blog di giornali e portali spesso fanno capolino linguaggi violenti, offese, esercizi d’aggressione fra troll votati all’offesa e normali scriventi.
POSSO DIRE CHE FORSE L’ESERCIZIO DELL’OFFESA E DELL’AGGRESSIONE CERCANDO DI MASCHERARE LE PULSIONI E LE PASSIONI PIÙ FORTI E PREVARICATRICI È IL SEGNO DI QUANTO SIA SEPOLTO SOTTO IL COMUNICARE.
IL MEZZO È ANCHE LA RAPPRESENTAZIONE DI UNA GRANDE FRUSTRAZIONE E DI UN GRANDE VUOTO INTERIORE E DI UN DIFFUSO ANALFABETISMO SENTIMENTALE.


Franco: Questo mi pare ragionevole, ma nel tuo discorso trascuri che si tratta di una parte della quantità di comunicazione e informazione.
Lo scopo che mi propongo quando scrivo non è quello di suscitare quello che si chiamava tanto tempo fa “lo spaventare i borghesi” e meno che mai di stuzzicare l’irrazionalità dei lettori attraverso le tre S.
Posso dire che forse se avessi avuto l’intenzione di giocare su questo aspetto avrei finito con fare ben altro.
IN FONDO QUESTA CIVILTÀ INDUSTRIALE HA UN MOTORE E SI CHIAMA CAPITALISMO.
C’è poco da fare.
LA LOGICA È DI CLASSIFICARE TUTTO IN MERCE E IN DARE E AVERE.
Del resto la rete pensata inizialmente per scopi militari, poi di comunicazione in ambito scientifico e universitario È DIVENTATA GRAZIE ALL’APERTURA AL MONDO DEL COMMERCIO E DELLA FINANZA IL SESTO CONTINENTE DOVE FAR AFFARI E FAR GIRARE MERCE E CAPITALI.
Le tre S sono elementi della mente umana, spesso del livello inconscio; ma se si guarda al mezzo dietro non c’è la mente umana MA IL CALCOLO RAZIONALE, IL DARE E L’AVERE, LA DISTRUZIONE CREATIVA DELLA CIVILTÀ INDUSTRIALE.
Lo spazio comunicativo che è venuto a darsi nella rete è l’incontro fra concretissime esigenze della civiltà industriale e l’essere umano con la sua complicazione mentale, passionale e metafisica.

Gaetano Linneo: L’umanità è astrazione. Gli umani presi uno per uno, per categorie concrete e reali, per identità collettive sono cose concrete.
ESSI SONO PORTATORI DI QUELLA MASSA DI PASSIONI, DESIDERI, AMBIZIONI, IDEOLOGIE, RABBIA REPRESSA CHE VEDO SPALMATA SULLA COMUNICAZIONE.
C’è qualcosa nell’essere umano che sembra connotato alla sua specialissima natura.
Egli riesce sempre a esser infelice della sua condizione, e si costruisce i mezzi e gli strumenti per realizzare questo correre verso qualcosa di cui non sa.
Di norma l’animale esercitate le sue funzioni vitali e placata la fame del giorno tende alla quiete.
Gli umani no.
C’è sempre qualcosa nei singoli come nei gruppi collettivi che tende a fare e lavorare per ottenere di più, per godere di più, per uccidere di più, per dominare di più, per signoreggiare di più, per possedere di più.
La natura umana sembra davvero una svolta singolarissima nella natura del mondo animale di questo pianeta.

Franco: L’essere umano è un ben strano animale, anzi sembra davvero un corpo estraneo nel contesto di questo pianeta.
Tuttavia non esiste solo questa pulsione alla crescita illimitata e potenzialmente autodistruttiva, c’è anche un sia pur tenue lume di ragione nell’essere umano.
Voglio dire esiste pure la capacità di contenere le spinte aggressive, impulsive, violente, temerarie dei singoli come dei molti.
Oggi è vero siamo dentro un momento specialissimo di passaggio.
L’UMANO TIPICO NON È CAMBIATO IN CERTI SUOI ABITI MENTALI MA HA ACQUISITO IN VIRTÙ DELLA CRESCITA NUMERICA E PRODUTTIVA LA CAPACITÀ DI AUTO-DISTRUGGERSI E DI DISTRUGGERE PER MEZZO DELLE ARMI E SUPER-ARMI CHE GLI FORNISCE LA TECNOLOGIA DELLA CIVILTÀ INDUSTRIALE.
Il bene sarebbe un vero e proprio salto evolutivo verso un miglioramento della specie tale da espandere i limiti fisici e mentali e trovare così un vaccino al pericolo di veder rovinare per qualche follia o calcolo quanto le diverse civiltà umane sono andate costruendo negli ultimi quattro secoli.
Ovvero occorre un tipo di umano in grado di fare qualcosa di quasi impossibile, contraddittorio, inverosimile.
Si tratta di superare se stesso e i suoi limiti per trovare il modo di uscire da questa civiltà industriale e passare oltre, verso un modello di vita associata che dia libero sfogo alle proprie passioni senza per questo dover configgere con il resto dell’umanità o con le risorse naturali limitate del pianeta.
PENSO SUL SERIO A UN’UMANITÀ RINASCENTE.

Gaetano Linneo: L’umanità rinnovata. Ma questa non è utopia, questo è un bel sogno a occhi aperti. Certamente questa tipologia di uomo, maschio o femmina che sia al confronto con il dato di fatto appare come il bizzarro barone di Munchhausen delle favole.
Un tipo d’eroe capace di volare sulle palle dei cannoni, di uscire da una palude in cui è caduto afferrandosi per i capelli e tirandosi in su a più non posso.
CARISSIMO, TU VUOI UN VERO E PROPRIO MIRACOLO, VUOI ANDARE OLTRE LA NATURA E LA FORMA DELL’ESSERE UMANO.

 
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PRESENTAZIONE

PRESENTAZIONE DI UN LIBRO IN PUBBLICAZIONE
“Diario Precario” di I. Nappini


La precarietà nasce con la globalizzazione della terza rivoluzione industriale.
Non ci potrebbe essere la globalizzazione mondiale senza la precarietà in USA e in Europa.
Va subito detto che la precarietà è nata in quello che chiamiamo occidente, negli stati del patto Atlantico e dell’imperialismo novecentesco.
La precarietà ha accompagnato la globalizzazione e ha scatenato la crisi interrompendo quella stagione della storia che potremmo chiamare di nuovo “belle epoque”, ma che il mondo ha conosciuto come società consumista.
La precarietà ha preceduto la crisi del 2008, ma in essa ha trovato sviluppi e compimento.
Ho scritto spesso che per capire la crisi occorre scindere l’economia mondiale nei suoi vari rami.
Attraverso la precarietà si può valutare sia la crisi industriale che quella finanziaria.
Dal lato agricolo la crisi è un fatto reale: negli ultimi 14 anni, la produzione di grano è stata inferiore ai consumi ben 8 volte riducendo ai minimi le scorte mondiali.
A livello industriale, la crisi non ha avuto una vera dimensione mondiale o se si vuole l’ha avuta solo per un anno.
Se tante industrie hanno smesso di produrre in un luogo è perché hanno cominciato in un altro!
Non si parlare di crisi perché in realtà il fenomeno in corso è l’industrializzazione dell’Asia, un continente che abbina il neo capitalismo alle dittature semplici o comuniste.
A questo punto resta da parlare solo delle sorti della finanza.
Anche questa ha una dimensione multinazionale e normalmente può assecondare la crisi agricola e l’industrializzazione mondiale, ma è evidente che essa non l’ha fatto nella sua interezza.
In questi anni c’è stato un colosso che ha sbagliato tutto, che visse una tragedie l’11 settembre 2001 nella sua sede delle torri gemelle e poi non si è più risollevata sbagliando tanti investimenti: si chiamava Lehman Brothers.
In USA le banche possono fallire, in Europa è più difficile.
Inoltre va aggiunto che la precarietà in USA è stata più forte e precedente rispetto all’Europa.
Possiamo lasciare il mondo al suo destino in questo punto ed entrare in questo libro.
Conosco il professor Nappini, da tanti anni, dai primi anni dell’università.
Lui vide la degenerazione di questa società sin dai suoi inizi, la subita seguendo le intuizioni di Pier Paolo Pasolini e tenendo nel suo cuore il dolce ricordo del mondo della sua infanzia.
Abbiamo parlato e scritto a lungo di questa crisi, l’abbiamo analizzata insieme e fui io a spingerlo a tenere un diario della vita di un precario.
Pensavo che lui dovesse saldare nella sua memoria quello che faceva di giorno in giorno e di anno in anno.
Capivo che viveva la cosa come uno sforzo di Sisifo: una fatica lunga che ogni volta ricominciava da capo.
Questo libro racchiude un anno di vita, uno specifico, ma anche uno dei tanti di questo decennio di un professore della scuola pubblica italiana.
Alla fine sono lieto di aver fatto questa breve presentazione perché mi rendo conto che qui la crisi e la precarietà incontra la persona, arriva fino all’individuo.
Questa è l’Italia e un anno di vita di un uomo: un tempo che per la finanza di oggi è il lunghissimo periodo.


Franco Allegri

 
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Oltre il prezzo del petrolio: tra Ucraina e Grecia

Oltre il prezzo del petrolio: tra Ucraina e Grecia
3 febbraio 2015
Di F. Allegri
Il South Stream cambia percorso e questo ci dice chiaramente che Putin si allontana dall’europeismo.
Contro tutte le previsioni e le prospettive è crollato il prezzo del petrolio fino a quota 40 dollari (era a 100): i mercati sono deboli e i costi di produzione azzerati permettono queste scelte politiche, almeno nel breve periodo.
Gazprom non ha i margini che hanno altri potentati, ma può reagire scegliendo il percorso più conveniente per il suo oleodotto.
Il percorso migliore è quello del Blue stream e passa per la Turchia: è possibile il raddoppio!
La Grecia è un territorio alternativo all’Ucraina, almeno in tempi di crisi politica e di guerra a bassa intensità.
E’ in corso un evidente declino europeo e le scelte filo ucraine e anti greche sono un chiaro segno di tale declino.
La Grecia è sacrificata sull’altare della guerra in Ucraina. I soldi che non vogliono dare ad Atene, vanno a Kiev, anche sotto la forma di armi moderne e letali.
Mosca aveva un interesse politico per l’Europa, l’economia la guida verso altre aree in forte crescita che non sono nel vecchio continente.
Ecco perché la Russia resiste bene alle sanzioni europee.
Il motivo è semplice: può guardare ad altri mercati che crescono e lo fanno da molti anni.

L’Asia cresce davvero, lo fa nel contesto della globalizzazione e lo fa producendo e non grazie alle politiche monetarie.
L’Europa che riduce la domanda di greggio è un’Europa più verde, ma anche più debole.
C’è il miglioramento dell’efficienza energetica, ma c’è una diminuzione reale della domanda perché qui si produce sempre meno.
Ricordo qui che Russia e Cina ha fatto un contratto trentennale per la fornitura di gas russo alla Cina da 400 miliardi di dollari e c’è il progetto di una linea ferroviaria ad alta velocità da Mosca a Pechino, lunga 7 mila chilometri e che costerà più di 200 miliardi.
Il primo tratto doveva farlo un’impresa francese, lo farà una cinese che ha sviluppato linee ferroviarie all’avanguardia nella linea tra Pechino e Lhasa!
Il prezzo basso del petrolio non può durare, crescerà lentamente specie se non le vicende militari e diplomatiche ucraine resteranno ferme su questo punto di stallo.
Lo stallo in corso è una vittoria per i ribelli del Donetsk che hanno fermato anche l’ultima offensiva Ucraina.
Viviamo anni difficili e non ce ne rendiamo conto!
L’Europa rischia la più grossa sconfitta economica, strategica, e anche culturale se è vero che l’opinione pubblica assopita non se ne rende conto.

 
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Gaetano Linneo: Sangue, sesso e soldi on line.

Il Maestro - terzo atto – 1° conversazione
Gaetano Linneo: Sangue, sesso e soldi on line.

01 Febbraio 2015
Di I. Nappini

Si senta la voce del padrone che saluta i tre con frasi di circostanza, e fa due o tre battute rivolte a Franco e Vincenzo per via del fatto che Franco ha pagato anche il conto di Vincenzo.
I cinque si trovano presso il ponte che porta alla stazione ferroviaria di Vernio.
Notte, freddo, il panorama delle montagne intorno è ben visibile nella fredda aria della notte.

Clara Agazzi: Questo panorama è davvero notevole. Queste montagne viste dalla prospettiva del ponte del torrente che grazie al suo scorrere interrompe l’ambiente urbano e agricolo aprono la visuale a Sud e Nord.

Paolo Fantuzzi: Questo è davvero un bello spettacolo. Il freddo rende limpida l’aria si vede per chilometri nonostante il buio.

Stefano Bocconi: Son stato proprio bene. Il fatto di aver avuto in omaggio al tavolo le bottiglie di grappa e limoncello mi ha davvero rinfrancato. Devo però prender fiato. Ho a stento messo nello stomaco il dolce. Ho bevuto e mangiato più del mio solito.

Vincenzo Pisani: In effetti i dolci sono speciali. Tempo fa avevo l’abitudine perfino di portarne via uno e di mangiarlo il giorno dopo.

Franco: E allora, eccoci qui dopo coppe alla crema di mascarpone, mattonella al cioccolato, panna cotta… Tutto fatto bene, belli i colori, la densità, l’intensità del sapore.

Stefano Bocconi: Veramente buoni. Ma quello è il professore si è fermato al parcheggio e ragiona con  i suoi amici del Judo.

Paolo Fantuzzi: Una notte davvero magica. Abbiam fatto bene a venir fin quassù.

Franco: In effetti anche se fa freddo le montagne, l’acqua che scorre, i boschi creano uno scenario suggestivo.

Vincenzo Pisani: Scusate, mi allontano un attimo per sentire se il professore ha bisogno di esser riaccompagnato da me o fa in altro modo. 

Franco: Quello lo conosco. Aspetti. Mi scusi ma lei è Linneo quello che fa arti marziali con il professore.

Gaetano Linneo: Precisamente, e mi ricordo di te. Tu sei franco quello della cittadina di Cemento, quello che scrive sulla rete.

Franco: Infatti scrivere e far partecipare la cittadinanza e i miei lettori ai grandi problemi che scuotono la cittadinanza cosciente e presente a sé stessa è uno dei miei vanti, come quello di aver un mio pubblico di lettori. So che siete esperto di faunistica e di scienze che riguardano la natura e un esperto di arti marziali.
Oso chiedere cosa ne pensate di quel che scrivo assieme al professore e altri.

Gaetano Linneo: Una richiesta facile che esige una risposta difficile.
PER PRIMA COSA VOGLIO DIRE UNA COSA SUL MEZZO CHE USATE, OSSIA LA RETE INTERNET.
Su quel mezzo tre sono le S importanti: SANGUE, SESSO, SOLDI.
Il grosso di quel che passa dalla rete è legato a questi tre elementi.
La prima S è il simbolo di quel che è rappresentato e mostra la guerra, la violenza privata, criminale, organizzata, i film dell’orrore, sport di contatto o di lotta e cose simili.
Lo spettacolo cruento,la lotta, la guerra, l’orrore, e in particolare i videogiochi dove si combatte, si uccide, si distrugge attirano un pubblico vasto.
Lo stesso posso dire dell’altra S che è il Sesso ed è la parola simbolo di ciò che può attrarre sul piano della seduzione o dello stimolo sessuale molti di quelli che smanettano sulla rete.
Il sesso e la seduzione in tutte le loro forme sono anche meravigliosi e potenti strumenti in mano a pubblicitari esperti.
La terza S rappresenta i soldi e qui si va dai casinò on-line, alle società di servizi, alla vendita di beni su internet, alle banche e così via…
Anche questo attira il pubblico per questioni d’acquisizione di beni o servizi.
LE TRE S SONO I SIMBOLI DI CIÒ CHE ATTRAE MAGGIORMENTE SULLA RETE.
Il che non toglie che ci sia chi cerca la ricetta della torta della nonna o un riassunto di filosofia per i liceali.
Ma le tre S sono le calamite più forti, si pigliano il grosso dell’utenza; spesso sono dosate in modiche quantità anche sui portali.
QUELLO CHE COSTRUITE CON LA VOSTRA ATTIVITÀ È L’USARE UN MEZZO, CHE SI PRESTA AD ESSERE IL MEGAFONO DI PULSIONI FORTI, INCONSAPEVOLI E AGGRESSIVE DELL’ESSERE UMANO, PER VEICOLARE INFORMAZIONE, CONOSCENZE, RIFLESSIONI.
Dalla vostra parte c’è il fatto che l’essere umano ha bisogno di veder mostrato secondo uno schema credibile il suo mondo di tutti i giorni, ha bisogno di spiegazioni più o meno serie che riconducano i mille fatti di questo presente a spiegazioni coerenti, non contraddittorie.
Nell’umano c’è il vedere, l’ascoltare, il contare e molto altro ancora.
MA C’È ANCHE IL BISOGNO DI DARE AI FATTI PICCOLI E GRANDI UNA COERENZA, UN FILO LOGICO, UNA RELAZIONE DI CAUSA-EFFETTO.
Ad esempio per capire la piena di un fiume non basta osservare l’acqua che scorre e percepire l’umidità. Sarà necessario collegare assieme i giorni di pioggia della settimana, le condizioni precedenti la piena, la stagione, i lavori fatti sugli argini e decine di cose del genere.
La capacità razionale di creare una spiegazione coerente e non contraddittoria di un frammento di mondo che ci riguarda è il necessario completamento delle facoltà e dei mezzi che si hanno per osservarlo e percepirlo.
Dare strumenti che vanno in questo senso è un fatto positivo.
Non spaventatevi se fra i numeri dei vostri contatori di visite e quelli di una presentatrice televisiva o di un cantante alla moda troverete differenze enormi.
IL SUPERFLUO E L’EFFIMERO SONO I COMPAGNI DI STRADA DELLE TRE S DI CUI RAGIONAVO PRIMA.
Il mezzo della comunicazione sulla rete ha aspetti per così dire democratici, ma alla fine occorre puntare a un pubblico preciso e con un progetto chiaro e distinto di comunicazione.

Franco: Questo riguarda il mezzo. Ma dietro il mezzo ci sono le idee, i pensieri, i valori immateriali.

Gaetano Linneo: IL MEZZO CONDIZIONA LE FORME CON CUI SI ESPRIME IL COMUNICARE I VALORI IMMATERIALI.

 
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L'Europa e l'euro: tra Germania e Grecia

Post n°891 pubblicato il 22 Giugno 2015 da amici.futuroieri
 

L’Europa e l’euro: tra Germania e Grecia
22/06/2015
Di F. Allegri
Pare che questi giorni siano decisivi per i destini dell’Europa delle illusioni o di quella delle burocrazie.
La trattativa sui debiti della Grecia è stata prolungata fino ad oggi, ma nuovi rinvii sono sempre possibili e di sicuro il problema del debito greco non sarà risolto oggi (dato che non è risolvibile).
Intanto in Grecia è scattata la corsa alle banche e all’accaparramento degli euro depositati.

Le TV non presentano correttamente la questione greca.
Non ci spiegano che la Grecia è il problema dell’Europa delle burocrazie perché è un tassello fondamentale per chi vende il mito dell’Europa del popolo unico, della libertà e della pace perenne che non c’è più da quasi 25 anni.
Il mio punto di partenza è semplice: il governo tedesco vuole che la Grecia esca dall’euro e vuole che lo faccia con il discredito internazionale di un default vero o tecnico, questo dettaglio non conta.
Ribadisco e sintetizzo: IL PRIMO PAESE CHE USCIRA’ DALL'EURO DEVE USCIRNE PER COLPA SUA.

La prima conseguenza/causa è chiara: Berlino non vuole la responsabilità politica dell’uscita greca e per questo tutti assistono all’affondamento di Atene.
Tutto parte da qui e così si capisce anche perché l’UE che preme sulla Grecia è la stessa che elargisce fondi molto rischiosi all’Ucraina.
Non ho mai stimato Tsipras e non ho mai elogiato il suo partito Syriza: oggi aggiungo che tale esperienza politica può essere il miglior capro espiatorio per gli interessi tedeschi.
Ad oggi la sinistra greca ha lottato meglio di quanto pensassi, ma il momento decisivo è dietro l’angolo.
Il sogno di Syriza, l’incubo europeo greco (non si può chiamare sogno e neanche rimpiangere gli anni delle spese libere) e l’illusione europeista sono in dissipamento.
Il collasso greco non sarà uno scherzo e non sarà indolore.
Con la Grecia collasserà la nazione: Le poche grandi aziende greche sono pubbliche, e se il governo fallisce, falliscono anche loro. Il turismo non potrà bastare e perderà qualità e quantità.
Il ritorno alla Dracma sarà traumatico e la svalutazione galoppante.
In sintesi, nuovi malesseri e nuovi guai per i greci per almeno un paio d’anni.

L’uscita della Grecia dall’euro non risolve i problemi e ne pone uno nuovo che nessuno cita.
LE QUOTE DI PARTECIPAZIONE ALLA BCE FURONO STABILITE IN MODO RIGIDO E NON MUTABILE SENZA LA RIFORMA DEI TRATTATI.
La Grecia perderà le sue quote alla BCE (1,96% del totale) e queste dovranno essere riassegnate.
La riassegnazione potrebbe essere un problema di riparto, ma in realtà qualcuno coglierà questa occasione politica per parlare di principi e di revisioni più ampie.
Saranno mesi critici durante i quali gli illusi dovranno tapparsi occhi e orecchie oppure proiettare i propri sogni e desideri nel futuro che non verrà
Questa nuova negoziazione offrirà anche un’uscita di sicurezza agli altri stati deboli, a quelli indebitati e a quelli coscienti della pesantezza della super moneta europea.
La fuga di questi stati potrebbe essere meno indolore della ritirata greca e di sicuro lo sarebbe rispetto ad un’eventuale uscita successiva.
Si rischia il rompete le righe nei balcani e nelle periferie europee.
Ritengo meno probabile un’uscita tedesca dall’euro, ma anche lei avrà un’opportunità e in tal caso non subirebbe i danni della svalutazione del marco.
E’ certo che un’uscita tedesca avrebbe un effetto disgregante generale mentre quella greca può avere solo conseguenze minime e gestibili.
Da qualche mese ci dicono che la crisi è finita e io concordo, ma posso anche scrivere che con il tracollo greco partirà una nuova crisi, almeno a livello europeo!
Questo non l’ha detto nessuno, so di essere il primo a farlo.
L’Europa non perderà Socrate e neanche Platone, la Grecia sarà isolata ed esecrata, specie nel nord del continente: Tsipras sarà un nuovo comunista malvagio!
La perdita economica sarà minima e molti l’hanno già prevista da tempo.
Non so dirvi se l’Italia l’ha fatto? In parte credo di no, in parte si specie se penso a certe norme finanziarie approvate di recente, sia a quelle che hanno avuto l’onore del riflettore distorcente sia quelle approvate di notte e in gran segreto con una manciata di voti contrari.

E’ possibile anche un secondo sviluppo della vicenda: la fine greca potrebbe far passare la voglia di giocare con il fuoco a tanti.
La Grecia entrerà rapidamente nel terzo mondo perché nessuno vorrà la Dracma. Ogni greco dimezzerà i suoi beni in un giorno e poi vedremo quanto altro perderà.
Che perderà altro è certo, quanto non so!
In Italia, i grilli e i cambia maglie testeranno la loro inconsistenza e la loro debolezza.
In questo contesto il punto decisivo sarà la tenuta o la fine dell’alleanza franco – italiana che ha guidato le scelte UE in questi due anni (mediando con Germania e Inghilterra).

Solo Draghi tiene accesa la candela della speranza dei greci, ma le loro possibilità sono minime.

 
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Il maestro 2° atto 14a conversazione

Il Maestro - secondo atto – Quattordicesima conversazione
Prosecuzione del monologo sul maestro di judo.

Di I. Nappini

Di Ivo adesso voglio qui, poiché sono fra chi mi capisce, ricordare cose personali.
Ad esempio l’accappatoio messo appeso nello spogliatoio, entravi, lo vedevi e capivi che lui era in palestra sul tappeto con quelli del turno prima. L’oggetto indicava la persona.
Quando questo vecchio accappatoio mancò fu dopo la sua morte, di conseguenza nei primi mesi entravo nello spogliatoio e subito si formava in me l’idea che la palestra continuava senza di lui.
Oggi c’è una teca con una delle sue vecchie cinture e alcune foto che lo ricordano sulla parete opposta all’uscita.
Si tratta però di una cosa diversa.
Le ombre che dalla strada si riflettevano sui vetri della palestra, per una combinazione di luci l’ombra dei passanti si spalma ancor oggi sulle vetrate poste in alto, alle volte mi capitava di fermarmi qualche istante a vedere queste ombre.
Anche loro erano parte dell’insieme, come il disco delle campane delle chiesa vicino che ogni tanto si sentiva la sera, confuso con il rumore dei corpi proiettati sul tappeto o con la lezione sulle tecniche.
LA PALESTRA IN FONDO È ANCHE UN LUOGO VISIVO E SONORO.
Il ricordo è anche odori, suoni, luci, ombre, parole, frasi sentite tante volte.
Poi c’era il suo modo di fare, mi ricordo che sedeva sulla panca vicino all’entrata e di solito parlava con gli allievi e con chi veniva a fargli visita.
Magari anche per pochi minuti.
Un altro suo modo era quello di sedere in osservazione sulla cassapanca a lato del tappeto e a un certo punto quando lo riteneva opportuno unirsi di nuovo agli allievi per correggere questo o quello o per mostrare una tecnica o qualche altra cosa da fare.
Con il senno di poi mi son fatto l’idea che il suo esser maestro fosse anche ascolto e osservazione, entrava dentro il problema tecnico o di relazione avendo già in testa la possibile soluzione e la ragione per la quale essa era valida.
Sotto certi aspetti è stato anche fortunato, infatti mi ricordo che una volta la palestra era in una situazione incredibile, era dicembre e c’erano dei lavori di manutenzione e mancava l’acqua calda, faceva freddo e la situazione era tale che solo in tre eravamo rimasti.
In tre soli e pur di non lasciar la palestra vuota mi ricordo che feci la doccia fredda in pieno inverno. Cose di gioventù.
Però fu una bella prova di carattere.
Poi mi ricordo che dopo la sua morte la palestra si riempì d’acqua di fogna per via di un nubifragio e noi tutti i suoi allievi ci riunimmo per rifarla.
Salvammo quel che si poteva salvare, pulimmo a fondo con una sistola le materassine del tappeto, buttammo via quelle compromesse, mi ricordo di aver fatto dei lavori perché anche il pavimento della palestra si era guastato.
In fondo aldilà di tutto credo che questo sia il beneficio ed è qualcosa che va oltre le gare, le cinture colorate e tutto il resto.
Io non credo che sia comune in una palestra che i suoi iscritti e frequentanti si siano dati così tanto da fare per tenerla aperta.
Alle volte penso alle critiche stupide che dai giornali e dalla televisione sono cadute sulla generazione mia intorno al suo presunto carattere debole e sprovveduto.
So che posso sembrar eccessivo ma io in palestra son stato testimone di molti esempi che smentiscono questo pregiudizio, e molti fra questi proprio in palestra.
In fondo quando è ben praticato e con una guida sicura il Judo forma i caratteri e quindi le persone e oso dire che li forma in meglio.
Una volta mi ripeté una frase del suo maestro Koeke.
Disse che “cadere a terra è brutto” nel senso che è brutto il cadere con il senso della sopraffazione. Uno se cade si rialza, deve dimostrare che non si è fatto niente, che non ha subito il colpo.
Ecco io nella mia ingenuità credo che questo insegnamento si formi nella testa di chi segue un maestro di arti marziali in quanto frutto delle esperienze, del mettersi alla prova, dell’esser chiamati a fare il doppio o il triplo di quel che comunemente si pensa di poter fare.
Mi disse, anche, una volta che la preparazione e il concetto del Judo l’insegnano la palestra e gli amici. Uno si accorge che prima si sentiva un niente ma dopo capisce mettendosi alla prova insieme agli amici che può esser bravo come gli altri.
QUESTO DÀ FORZA, AIUTA. COSTRUISCE FISICAMENTE E MENTALMENTE.

Vincenzo Pisani: Adesso ha smesso. Ora parlano gli altri, penso che noi qui si possa finir d’ascoltare e ragionar dei fatti nostri.
Comunque amici ad ascoltarlo abbiam fatto freddare questo lauto pasto.
Le parole del professore ci hanno preso, ma come insegnano le maschere della nostra commedia dell’arte non con l’aria fritta si riempie lo stomaco.
I discorsi restano discorsi e così anche i ricordi.

Franco: Non c’è problema son di buon stomaco, saprò far fronte a miei impegni davanti a queste portate. Certo che il problema che pone il professore è grande, e tu mio caro fai male a svalutarlo.
IN EFFETTI ESISTE QUALCOSA NELL’EDUCAZIONE DELL’ESSERE UMANO CHE NON SEMBRA ESSER NÉ NOZIONE, NÉ COMPETENZA, NÉ ABILITÀ.
La natura dell’umano e del suo vivere in società presenta una complessità non riducibile ai grandi numeri o alle statistiche.
La memoria che è elemento di base di ogni sapere e di ogni tecnica e scienza non è solo analitica ma per così dire è anche artistica, umanistica e va da sé personale.
L’essere umano in questa terza rivoluzione industriale è la più fragile e la più complicata delle macchine che producono, consumano e vanno infine rottamate.

Clara Agazzi: Questo è ovvio, anche nel mondo della civiltà industriale si esiste come singoli, nella vita si fanno delle scelte, ci si orienta sul piano religioso, politico, dei gusti.
Per chi crede c’è la vita dopo la morte e la responsabilità sulla propria anima.

Stefano Bocconi: Certo il problema della vita dopo la vita. Poi c’è il senso di questa vita.
Quando penso che da morto cesserà il mio vivere con la carta di credito, il possesso della macchina, dei beni, dell’elenco clienti, del magazzino, della mia collezione di fumetti degli anni settanta.
Mi dispiace pensare che la mia collezione di fumetti possa finire al macero o esser venduta per pochi spiccioli a copia. Strano.
Ora provo affetto per quei ricordi di carta che ho messo da parte in uno stanzino, mi sembrano vivi.

Paolo Fantuzzi: Belle parole, anche le vostre. Io però che tante ne ho vissute e fatte di cose vi dico che il passato è passato.
Certo circoscrive il presente, dà insegnamento, aiuta perché il vissuto è parte della coscienza del singolo, è rifugio di ricordi e ammonimenti in momenti difficili.
Ma poi tutto pesa sulle spalle dei vivi che devono andar avanti e costruire il loro mondo che è sempre in divenire.
Esperienze, vita vissuta, ricordi, speranze, impegni devono trovare qualcuno che se ne faccia carico, è il singolo che sceglie o che è oggetto di scelta da parte di altri e che subisce le conseguenze delle sue scelte o di quelle altrui.
PER QUESTO L’AZIONE CHE SI ATTUA NEL PRESENTE FINISCE SEMPRE CON IL RIVOLGERSI VERSO IL FUTURO, IL PRESENTE NON È, ESSO DIVIENE SEMPRE E SI TRASFORMA IN QUALCOSA DI DIVERSO; ANCHE CON LA VELOCITÀ DEL FULMINE.

 
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Nader e Cuba

Nell’Interesse Pubblico
Le Rumbe Politiche Iniziano a Cuba

Ralph Nader
23 Dicembre 2014

Le relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti sono state tumultuos da quando Castro prese il potere nel gennaio del 1959 vincendo il dittatore Fulgencio Batista.

Fidel Castro e i Fidelistas fecero una rivoluzione e sono stati decisi per difenderla a tutti i costi.
Nel frattempo il governo degli Stati Uniti fu determinato nel fare tutto ciò che fu necessario – l’invasione, lo spionaggio, gli attentati contro i cubani di alto rango, tra i quali Castro, la sovversione, gli embarghi (con l’esclusione dell’immigrazione aperta per i rifugiati) e pure la pressione alle altre nazioni per non commerciare con o investire a Cuba.

Gli osservatori di politica estera sanno che gli Stati Uniti hanno appoggiato decine di brutali dittature in tre continenti, mentre essi cercavano di minare Cuba.
Gli Stati Uniti hanno aperto le relazioni diplomatiche con la Cina che ci aveva combattuto nella Guerra di Corea.
Abbiamo anche piene relazioni con il Vietnam, nonostante la nostra grande guerra sanguinosa con loro.
L’animosità in corso negli Stati Uniti per ottenere il “cambio di regime” a Cuba può essere vista come bizzarra (tenendo presente anche l’enclave di immigrati anti cubani nel sud della Florida), rispetto alle politiche estere di cui sopra durate mezzo secolo e sviluppate con la Cina, il Vietnam e altri paesi e regimi.

La settimana scorsa, quando il presidente Obama, con il favore dei due terzi del popolo americano, ha annunciato l’apertura della porta delle relazioni diplomatiche con Cuba (il Congresso dovrà autorizzare un’ambasciata e un ambasciatore), ha incluso pure l’allentamento delle restrizioni commerciali, l’accesso più facile per i visti turistici e la cooperazione in materia di salute, disastri climatici e il traffico di droga.
Ora, il gioco di previsione è scoppiato in tutte le direzioni in entrambi i paesi per quanto riguarda ciò che può e dovrebbe accadere riguardo Cuba nelle prossime settimane, tra dei mesi e anni.

Beh, quello che sappiamo è che un Congresso repubblicano darà al presidente Obama molto poco spazio, oltre ad aiutare i produttori di trattori e gli esportatori agricoli USA a commerciare con Cuba.
Il commercio annuale con Cuba andrà presto a $ 1 miliardo partendo da meno di 400 milioni di dollari dell’anno scorso; per lo più esportazioni di cibo.
Il commercio con il Vietnam, un paese molto più grande, ha raggiunto 30 miliardi di dollari l’anno scorso!

In futuro, quando le relazioni saranno progredite fino a includere tutto il turismo che le infrastrutture di Cuba potranno accettare, essa diventerà una destinazione attraente per milioni di turisti americani.
Alcuni hotel degli Stati Uniti avranno contratti di gestione con il governo cubano, come lo hanno già alcune aziende europee e sudamericane.
I cubani potranno ricevere maggiori rimesse dei loro parenti negli Stati Uniti tramite carte di credito.

Le vere domande sul cambiamento, tuttavia, sono dalla parte cubana.
Quale sarà la reazione dei fratelli Castro verso i politici statunitensi che discutono le modifiche che ritengono migliori per la politica cubana, per l’economia e la cultura?
Si espanderanno i diritti umani e le libertà civili?


I Castro sono dei realisti e dei futuristi che sono consapevoli della loro età e vogliono preservare la rivoluzione socialista cubana.
Lo stato controlla attualmente l’80% dell’economia.
Raul Castro ha permesso ad una serie di piccole imprese (450.000 di loro finora) e piccoli appezzamenti agricoli privati.

Tuttavia, l’economia è in cattive condizioni nonostante l’istruzione universale, libera e pubblica fino al livello universitario, l’assistenza sanitaria universale, la libertà religiosa e l’ingegnosità dei cubani nel giocare il sistema con il mercato nero di breve durata per ottenere ciò di cui hanno bisogno.

I cubani sono cresciuti facendo affidamento sulla loro capacità notevole di riparare le cose data la loro mancanza di importazioni a causa dell’embargo.
I taxi Chevrolet del 1958 che vidi a L’Avana quando David F. Binder ed io ci unimmo ad una delegazione straniera di giornalisti per intervistare Castro nell’aprile del 1959 sono ancora per le strade nell’Avana di oggi.
Tuttavia, Cuba ha bisogno di migliorare in modo significativo la sua infrastruttura ed di espandere la produzione di articoli per la casa.

Non è probabile che i cubani possano far valere i loro principi di fronte ad un flusso senza ostacoli del cibo spazzatura, di truffe sui crediti, di pubblicità televisiva ingannevole degli USA e anche dei contratti unilaterali scritti in piccolo, fino alla promozione dei farmaci e alla commercializzazione dell’infanzia con programmazioni incessanti e spesso violente o ad altre forme del marketing aziendale dannoso.

Poche società possono assorbire la seduzione sensuale di una cultura commerciale e aziendalista occidentale all’attacco e non soccombere per diventare una società che mima.
Se può accadere in Cina - il Regno di Mezzo - può succedere a qualsiasi paese.

Il presidente Obama ha promesso la scorsa settimana di aiutare la società civile a Cuba, dopo questo mi sono domandato perché non ha assistito la società civile - dominata da una tirannia bipartitica e dal corporativismo - negli Stati Uniti, inoltre, vista la storia potrebbe non essere nel miglior interesse di tutti i cubani il fatto che degli “imperialisti americani” aiutino la loro società civile.

I fratelli Castro possono guardare al Vietnam come a un modello.
Là il partito comunista è ancora rigorosamente in carica, ma c’è una fiorente economia “capitalistica” che si espande rapidamente.
Inoltre, il Vietnam ha visto l’espansione della corruzione pubblica, dell’inquinamento, della speculazione, della disuguaglianza, di un gap generazionale doloroso e lo sconvolgimento delle tradizioni culturali.

Una cosa potete dirla circa la Cuba di Castro, rispetto al Venezuela e a molti altri regimi sudamericani, ovvero che non c'è grande corruzione.
Infatti, un Venezuela pieno di corruzione che spedisce con le navi 100.000 barili di petrolio al giorno a Cuba e che sta cadendo in un caos profondo è un motivo per cui i Castro vogliono più commercio, turismo e gli investimenti tecnici degli Stati Uniti e da altri paesi.

Cuba esporta medici in molti paesi, spesso come forma di aiuti esteri.
D'altra parte, gli USA importano medici.
Fidel Castro ci disse nel 2002 che era disposto a collaborare con gli Stati Uniti in altri paesi per affrontare le malattie tropicali e le epidemie utilizzando i punti di forza di ciascun paese.
Il governo americano non trovò alcun interesse nella sua offerta.

Ora, con i medici cubani che vanno in Africa occidentale in numero di gran lunga maggiore rispetto al nostro corpo medico per affrontare l’Ebola, lo scongelamento dei rapporti può produrre sforzi più importanti nella lotta e nella prevenzione di tali epidemie mortali.

Restate sintonizzati per eventi futuri.
La pace guadagnata è una nuova esperienza per i falchi della linea dura nella politica estera degli USA e per i loro consulenti privati a Washington, DC.

Tradotto da F. Allegri il 10/06/2015.

 
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10 Libri consigliati da ralph nader

Foto di amici.futuroieri

Nell’interesse pubblico
Letture consigliate da Ralph Nader per la vacanza di menti agitate

19 Dicembre 2014
Ralph Nader

1. I soldati invisibili di Ann Hagedorn (Simon & Schuster, 2014).
Ann Hagedorn, un ex reporter del Wall Street Journal racconta la storia inquietante dell’aziendalizzazione della sicurezza nazionale degli USA — “un’industria audace e nuova delle compagnie militari e di sicurezza privata”, profondamente integrate e che talvolta superano in numero le nostre forze armate e che premono sempre per più influenza, potere, e mercati.

2. Why Not Jail, Catastrofi industriali, illeciti societari e inazione di governo, del professore di legge Rena Steinzor (Cambridge University Press, 2014).
Il professore Steinzor azzera il più alto livello dei reati societari, i dirigenti colpevoli e sostiene che il perseguimento penale di questi boss aziendali non solo è più giusto, ma è la più efficace deterrenza dei reati societari che si ripetono tantissime volte grazie all’impunità di tale reato.

3. L'inganno OGM, a cura di Sheldon Krimsky e di Jeremy Gruber (Skyhorse Publishing, 2014).
Si tratta di un progetto del Council for Responsible Genetics, avviato dal MIT, da Harvard e da altri scienziati.
Questo libro, del quale ho scritto la prefazione, offre uno sguardo completo delle implicazioni sociali, politiche ed etiche degli alimenti geneticamente modificati da società come la Monsanto che vivono di segretezza verso le aziende agricole e i mercati di tutto il mondo.
Esso mostra la potenza di una scienza aziendale distorta, non controllata da pari e il suo marketing politico.

4. Il Dizionario della porcheria politica USA di Stephen L. Goldstein (Griglia Press, 2014).
Questo libro tenta fin dal suo titolo di farti arrabbiare e ridere allo stesso tempo.
Venendo fuori dalle elezioni di novembre, voi potete entrare in risonanza con la definizione dell’autore che “maschio politico deriva dal linguaggio universale fatto di iperboli, doppiezze, e millanterie”.

5. Felicità sostenibile: vivere semplicemente, vivere bene, fare la differenza a cura di Sarah Van Gelder e dello staff di Yes! Magazine (Berrett-Koehler Publishers, 2014).
Questo non è un librone psicologico per i permalosi. Ha punti di vista personali politici, civili, ambientali, a favore dei consumatori espressi da pensatori e prevaricatori, come W. Berry, Vandana Shiva, Annie Leonard, e J. McKnight. Una lettura veloce e coinvolgente.

6. Una crisi molto grassa di Deborah A. Cohen, MD (Nation Books, 2014).
Questo lavoro va al di là di un’esortazione, chiarisce le forze nascoste dietro l’epidemia di obesità e offre modi concreti per diminuire questa condizione umana fiorente.
Il dottor Cohen offre cose concrete da fare che comprendono importanti cambiamenti politici e le iniziative di base per voi o per i gruppi di attivisti. Sicuramente non è un libro di diete.

7. I movimenti del Popolo ricco di Isaac William Martin (Oxford, 2014).
Si tratta di una storia contro-intuitiva e aggiornata dei movimenti di protesta di massa “esplicitamente creati per beneficiare i ricchi!”
Il professor Martin rivela come “le proteste a favore dei ricchi si appropriano delle tattiche usate dalla sinistra — dai populisti e dai progressisti del 20esimo secolo fino alle femministe e agli attivisti contro la guerra degli anni ‘50 e ‘60”.

8. L'evoluzione di un idealista aziendalista di Christine Bader (Bibliomotion, 2014).
Questa è la storia di un laureato di Yale, che andò a lavorare dentro le grandi imprese ed è divenuto uno dei pochi idealisti che si sforzano di elevare gli standard e la gestione.
Un racconto raro e breve illumina sul perché alcuni idealisti diventano grandi informatori coraggiosi.

9. Leningrado: Assedio e Sinfonia di Brian Moynahan (Atlantic Monthly Press, 2014).
Leningrado, la seconda città più grande dell'URSS, subì 750.000 vittime dalla guerra, dall'assedio e dalla fame provocata da Hitler — quasi il doppio del pedaggio degli USA nella seconda guerra mondiale.
Questa opera imponente racconta la storia eroica nel 1941 e nel 1942 della scelta decisa di eseguire la Settima Sinfonia di Dmitri Shostakovich nella città assediata e devastata il 9 agosto 1942.
Se mai ci fosse un film alla ricerca di un libro, questo omaggio allo spirito umano insopprimibile lo è.

10. Ha! — La Scienza di quando ridiamo e perché di Scott Weems (Basic Books, 2014).
Può un neuro-scienziato cognitivo spiegare le risate e illuminare e divertire?
Fareste meglio a credere che la risposta è sì.
Un excursus culturale delizioso, intelligente, storico e contemporaneo che “rivela perché l’umorismo è così peculiare, e perché e come il prenotarlo soltanto non potrà mai aiutarci a diventare persone più divertenti”.
Esso mi ha spiegato il motivo per cui tutti quei libri scherzo che ero abituato a leggere non erano davvero così divertenti! Più gratificante di un migliaio di risatine.

Altre due lusinghe.
È possibile ottenere gratuitamente la newsletter trimestrale FDIC Consumer News.
Sì, un ente governativo ne fa una giusta.
Voi non potete fare a meno di diventare un risparmiatore più intelligente e prudente delle vostre finanze in questa economia occidentale del credito selvaggio senza esplorare questa pubblicazione di otto pagine ben strutturate.
Infine, se volete vedere ciò che una persona — un giovane avvocato, Morris Dees — ha iniziato e insiste a fare con decine di combattenti dedicati per la giustizia, cercate la storia illustrata e ben disegnata dei casi e delle cause del Southern Poverty Law Center: Keeping the Dream Alive by Booth Gunter (Southern Poverty Law Center, 2014, Montgomery, Alabama).

Tradotto da F. Allegri il 06/06/2015.

 
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Ralph Nader e le critiche alla CIA

Post n°887 pubblicato il 01 Giugno 2015 da amici.futuroieri
 

Ralph Nader e le critiche alla CIA
1 giugno 2015
Tradotto da F. Allegri

Nell’Interesse Pubblico
In The Public Interest – La relazione del Senato condanna la tortura all’estero fatta dal governo

Ralph Nader
12 dicembre 2014

Le 528 pagine del rapporto del Senate Intelligence Committee sulla tortura fatta dalla CIA potrebbero essere come uno shock per molti, ma non sorprenderebbero il vecchio senatore Daniel Patrick Moynihan (D-NY).
Nel 1991 e di nuovo nel 1995, stufo dei suoi rapporti con questa agenzia, presentò un disegno di legge per la sua abolizione.
La troppa segretezza ha portato a una copertura istituzionalizzata completa e a troppe cattive informazioni o inadeguate che hanno condotto a sviste, tragedie e fallimenti per tentare di anticipare gli eventi, come il crollo dell'Unione Sovietica.
Moynihan credeva che il governo segreto causasse dei disastri e spaccasse le società democratiche.

Nonostante che il disegno di legge non fosse stato messo ai voti, le critiche del senatore Moynihan si dimostrarono giustificate dopo l’11 settembre quando la CIA divenne più imperiale, più segreta, più violentemente operativa e più di un “governo all'interno di un governo” — una frase usata dal senatore Daniel Inouye (D-HI) durante lo scandalo Iran/Contras sotto la presidenza Reagan.

Esteriormente, la C.I.A. sostiene che i suoi “metodi di interrogatorio rafforzati” (leggi torture) hanno bloccato intrighi e salvato vite.
Quando le si chiede di documentare queste affermazioni, automaticamente l’agenzia si nasconde dietro la sua segretezza.
Quando un’agenzia federale sostiene che quello che fa è legale e costituzionale, dovrebbe farlo andando oltre le affermazioni generali basate su memoriali legali segreti del Dipartimento di Giustizia e sulla conoscenza e l’approvazione di criminali di guerra (vedi l’invasione dell’Iraq) come il presidente G. W. Bush e il prevaricatore generico, il vice presidente D. Cheney.

L’ambiente burocratico della CIA assicurò questo tipo di critica bruciante e specifica.
La relazione del Senate Intelligence Committee, consegnata dal suo presidente, la sen. Diane Feinstein (D-CA), al termine di un’inchiesta di 5 anni ha svelato la tortura, gli insabbiamenti, le bugie e un fallimento nel conseguire gli obiettivi.

Con un bilancio segreto, molto ampio, da molti miliardi di dollari, vicino all’assenza di supervisione indipendente del Congresso e con il lustro onnipresente di proteggere “la sicurezza nazionale”, la CIA non potrà mai rispondere alla vecchia domanda latina:, “Quis custodiet ipsos custodie?”, ovvero, “chi controllerà le guardie ?”
Nessuna norma di legge o monitoraggio esterno indipendente può contenere questa agenzia delinquenziale guidata dalla colpevolezza interna e dalla mancanza di giustizia.

Durante gli anni di Bush, le incursioni sfrenate della CIA erano comunemente caratterizzate da guerre dittatoriali segrete, prigioni segrete, tribunali segreti, prove segrete, leggi segrete, e sorveglianza illegale indifferenziata.

Inoltre, non ci sono stati procedimenti penali o civili per qualcuno dei burocrati colpevoli né da parte delle amministrazioni Bush e neanche di Obama — con una sola eccezione.
L’unica persona perseguita, proprio sotto Obama, fu il vero patriota John Kiriakou — uno specialista degli interrogatori della CIA ben considerato che fece esplodere con precisione lo scandalo sulla tortura illegale della CIA.
Sta scontando una pena detentiva di 30 mesi — dopo aver fatto un appello per una spesa minore, e discutibile per far risparmiare alla moglie e ai 5 figli i soldi di una difesa/calvario ancora più lunga, finanziariamente insostenibile per difendersi da procuratori vendicativi con budget senza fine.

Per evitare che il Senate Intelligence Committee riscattasse finalmente la sua storia di passività e complicità esibita con la sua tradizione di “guardare dall’altra parte”, la CIA ha cercato di ostacolare i membri del comitato in molti modi.
Ha impedito ai membri l’accesso adeguato ai documenti, ha fatto trapelare false informazioni alla stampa, è entrata nei computer del comitato, e ha anche esortato il Dipartimento di Giustizia a perseguire penalmente gli investigatori valorosi del Senato.
Quando tutto ciò non è riuscito, la C.I.A. ha ritardato e ritardato la presentazione del rapporto mentre studiava con attenzione i suoi contenuti e garantito a tante redazioni che i lettori avrebbero chiedo cosa altro essa potrebbe eventualmente essere nascosto. (Guardate voi stessi: Http://www.nytimes.com/interactive/2014/12/09/world/cia-torture-report-document.html).

Infatti pensate alle oltre 6.000 pagine del risultato dei lavori del Comitato (tenute segrete in seguito alle richieste della CIA) che descrivono con dettagli che straziano lo stomaco le varie forme di tortura e la loro inutilità (soprattutto rispetto ad altri metodi più amichevoli) descritte da ex interrogatori della CIA come Ali Soufan.

Tutto questo “affare spettrale” crea una fratellanza solidale di ammirazione auto-rinforzata che smentisce o sopprime il dissenso significativo all’interno delle agenzie di spionaggio.
Infatti, come il New York Times ha appena segnalato: “[nel] gennaio 2003, dopo 10 mesi nel programma di prigionia segreta della CIA, il capo dell’agenzia per gli interrogatori inviò una e-mail ai colleghi dicendo che il trattamento inesorabilmente brutale dei prigionieri era un relitto di un treno ‘in attesa di smantellamento e ho intenzione di evitare l’inferno dal treno prima che accada.’ Disse di aver detto ai suoi capi che aveva ‘gravi riserve’ sul programma e che non voleva più essere associato con esso ‘in alcun modo’.”

Non meraviglia che uno dei titoli del Times riassuma i lavori del comitato d’inchiesta con queste parole: “La Relazione del Senato Attesta che l’Agenzia è Inadeguata Perché Scelse un Approccio Sbagliato”.

Così inadeguata, che la C.I.A. appaltò la tortura a due psicologi che prontamente formarono una società che ha ricevuto 81 milioni di dollari di denaro dei contribuenti.
Da aggiungere a ciò che un dirigente della C.I.A. citò nel report denominato “indagine inutile”.

La storia più grande in questo pasticcio sordido è che non ci sarà alcuna azione penale contro i funzionari governativi responsabili, a partire da Bush e Cheney.
Il senatore Mark Udall (D-CO) incorniciò la questione della responsabilità sul pavimento del Senato: “Il Direttore [John] Brennan e la CIA oggi continuano a fornire volontariamente informazioni inesatte e a travisare l’efficacia della tortura. In altre parole la C.I.A. mente”.
Egli ha esortato il presidente a eliminare la leadership dell’agenzia, incluso Brennan.
Non ci può essere alcun insabbiamento. Se non c’è una leadership morale dalla Casa Bianca capace di aiutare la gente a capire che il programma di tortura della CIA non era necessario e non ha salvato vite o interrotto complotti terroristici, allora cosa fermerà la prossima Casa Bianca e il direttore della CIA nel non sostenere la tortura?”, ha concluso.

La risposta della Casa Bianca fu nel presidente Obama che espresse “una piena fiducia” nella CIA e nel suo capo John Brennan, e il capo della CIA chiamò tutti i suoi subordinati “patrioti”. Il cerchio si è chiuso ancora una volta.

Una conseguenza ancora più grande delle crescenti rivelazioni su come Bush/Cheney e Obama risposero con la loro “guerra al terrorismo” viene dai milioni di bambini innocenti, donne e uomini che sono stati uccisi, feriti o contaminati, dagli altri milioni di rifugiati in Iraq e in Afghanistan, dalle perdite di vite e arti americani, e dalle migliaia di miliardi di dollari di fondi pubblici che avrebbero potuto essere utilizzati per ricostruire le infrastrutture cruciali dell'America per salvare vite umane e per fornire le strutture necessarie e lavoro.

La banda criminale che colpì l’undici settembre non ha avuto una seconda capacità di attacco.
La gigantesca reazione eccessiva di Bush che spazzò via interi paesi e società anno dopo anno, ha solo diffuso enormemente le forze di Al-Qaeda in una dozzina di paesi attraverso filiali e diramazioni, come l’ISIS.

Combattere il terrorismo senza stato con un massiccio terrorismo di stato e con la tortura che rafforza il primo crea un boomerang micidiale.
Distrugge le nostre priorità, disattiva la ricerca della pace e corrode la nostra democrazia con il suo presunto stato di diritto.
Inoltre oscura la storia dell'Occidente dell’intervento violento e secolare nel cortile della Oriente, con la spartizione delle sue colonie, con l’arretramento locale, con le brutali dittature sostenute con le armi, il denaro e la copertura diplomatica degli Stati Uniti.

Il primo passo del Senate Intelligence Committee dovrebbe richiamare il Congresso ai suoi doveri costituzionali e fermare la distruzione della separazione dei poteri fatta da un esecutivo arrogante alla Casa Bianca.
Certamente la sinistra/destra al Congresso dovrebbe concordare su tale principio.
Aiuterebbe che noi, il popolo, quello che paga il conto, facessimo loro dei trilli continui in questa direzione.

 
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Nader e le carte di credito

Post n°886 pubblicato il 21 Maggio 2015 da amici.futuroieri
 

Nell’Interesse Pubblico
10 ragioni per le quali non ho la carta di credito

Ralph Nader


In un recente convegno all’American Antitrust Institute (AAI) di Washington DC, ho chiesto ai presenti di riflettere sulla capacità dei contanti e degli assegni di competere con l’industria delle carte di credito e con i suoi severi controlli sui commercianti.
Questo punto ovvio diventa meno evidente se si tiene conto dell’esclusione in espansione dei pagamenti per contanti/assegni a causa della travolgente espansione dei beni e servizi che non si possono comprare a meno che non si disponga di una carta di credito o di un amico con una di queste che si possa rimborsare dopo.

Quando mandiamo alcuni tipi di posta espressa, noleggiamo un’auto, o paghiamo per i servizi delle compagnie aeree/treni o alberghi, non è più possibile pagare con contanti/assegno o è una vera seccatura di richieste e condizioni.
La tendenza generale è quella di limitare sempre di più ciò che la moneta legale può effettivamente acquistare in America a causa dell’esclusione dai contratti standard con le scritte in piccolo (vedi faircontracts.org).

Per molte persone, la comodità di una carta di credito e le ricompense potenziali giustificano la loro preferenza a rinunciare ai contanti.
Inoltre, i consumatori a basso reddito vogliono un credito a breve termine, seppur costoso.
I portatori della carta di credito ricevono “dei punti”, come per le miglia volate con frequenza, ma spesso il consumatore paga in altri modi nascosti questi “omaggi”.

Nonostante gli ostacoli di cui sopra, io ancora non ho una carta di credito o una carta di debito basata sulla firma.
Ci sono 10 motivi rilevanti per la mia preferenza al contante o a assegni contro la plastica.


1. La plastica pone le basi per massicce invasioni quotidiane della privacy.
Oggi l’acquisto dei dati personali galleggia in tutto il mondo, senza controlli.
L’industria delle miniere dei dati è ovunque e sia il governo che gli hackers possono entrare nei files sulle persone.
Come dimostrano Facebook e Google, è quasi impossibile tenere il passo con la condivisione delle vostre informazioni personali.

2. Dopo che siete entrati nell’economia del credito cadete nell’ambito dei controlli di valutazione arbitraria del credito e dei commercianti del credit scoring.
Quindi, se vi lamentate strenuamente con un rivenditore di auto o con le assicurazioni, se siete vittime di false informazioni nel file di credito, o anche se avete troppe carte di credito, il vostro credito può soffrire tanto da pagare di più o da vedervi negare dei prestiti.

3. L’economia della carta di credito, con le sue regole di non aumenti anti concorrenziali, ecc è inflazionistica e influisce negativamente sul potere d’acquisto dei consumatori, nonché sui tassi di risparmio più bassi.

4. Le carte di credito incoraggiano l’acquisto di impulso.
L’industria lo sa molto bene.
Sfregare una carta di plastica piuttosto che aprire un portafoglio e prendere direttamente il denaro crea uno scollamento tra l’acquisto e la perdita di denaro per il consumatore.

5. Le clausole delle carte di credito — quelle che la senatrice Elizabeth Warren definisce “stampe per topi” — sono per lo più imperscrutabili e non negoziabile.
Firmate sulla linea tratteggiata, zitti e comprate.
Le imprese raramente competono sulle clausole scritte in piccolo per favorire il consumatore.
Confrontate, con un microscopio adatto, i contratti tipo di Visa, Mastercard o Discover o di GM, Ford e Toyota, o di Bank of America, Citigroup e Wells Fargo.
I consumatori sono stati guidati verso un contratto senza scelta di schiavitù o di servitù.

6. L’uso di contanti/assegni incoraggia i consumatori a vivere con i propri mezzi e a non rimanere intrappolati in un ciclo sempre più profondo di debiti.
Ad esempio se si è fuori a fare shopping con denaro contante e si imposta un budget per noi, è impossibile spendere troppo se semplicemente non si porta più di quanto si è stabilito per i nostri acquisti.

7. Il pagare in contanti/con assegni evita il peso di tasse, sanzioni, sovrapprezzi, e, naturalmente, i tassi di interesse altissimi per i consumatori.
Le aziende invece godono dei tassi di interesse bassi, su tutta la linea.
(Ricordate, però, gli assegni hanno un costo se non sono onorati.)

8. Il pagamento in contanti/con assegni — dicono in un ristorante — fa risparmiare tempo e aiuta nei controlli successivi di errori.
Inoltre, impedisce l’aggiunta di eventuali spese fraudolente al conto.

9. Il pagamento in contanti/con assegno evita di dover dare via la vostra proprietà personale per il piacere di imprese su internet che vi girano intorno e molto proficuamente vendono queste informazioni gratuite agli inserzionisti con tale precisione che questo ultimo sa quale malattia o desiderio avete.

10. Spesso gli emittenti di carte di credito approvano carte di credito per i consumatori con limiti massimi di spesa che sono troppo alti considerando il loro stipendio o la mancanza di questo.

La Apple ha creato un sistema di pagamento che non richiede la firma o scatti.
È voi regolarmente potete cadere nel penitenziario del credito con un semplice sfregamento.
Quali sono le prospettive, l’evocazione attraverso delle onde cerebrali?

C’è una forte necessità di sconti di cassa per i consumatori, come avviene con molti distributori di benzina.
Ciò passerebbe attraverso il risparmio che il venditore renderebbe bypassando le società delle carte di credito a beneficio dei consumatori, una situazione win - win.
Inoltre, non ci dovrebbero essere discriminazioni nei confronti dei consumatori sulla base alla loro scelta di moneta legale; i fornitori dovrebbero accettare tutti i metodi di pagamento.

tradotto da F. Allegri il 21/05/2015.

 
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I pericoli e i limiti della democrazia digitale

Post n°885 pubblicato il 18 Maggio 2015 da amici.futuroieri
 

SAGGIO BREVE
I pericoli e i limiti della democrazia digitale

18/05/2015
Di F. Allegri
Io non credo nella democrazia digitale e non ci credo nessun progressista vero.
La vera politica è quella che si svolge nei municipi o nelle assemblee elettive di livello più alto.
La vera partecipazione è quella diretta e reale, non mediata da macchine o enti.
La partecipazione è progetto e anche mezzo necessario per arrivare ad un fine.
Questa può svolgersi nei palazzi, nelle assemblee e nella piazza: parte dal banchino, passa per le marce e arriva agli scioperi economici e politici.
LA DEMOCRAZIA DIGITALE È RISERVATA A PERSONE SOLE E STABILISCE UN RAPPORTO DI DIPENDENZA TRA CHI STA OLTRE LO SCHERMO - VIDEO (IL CONTROLLORE) E CHI LAVORA CON IL PC, IL CITTADINO APPARENTEMENTE ATTIVO (IL CONTROLLATO, IN REALTÀ).
Al momento, la gran parte delle esperienze di pseudo democrazia digitale stanno crollando e l’unica che resiste è quella del M5S seppur con un disincanto crescente.
La prima causa del fallimento che rilevo è quella che il far politica on line è per molti un’esperienza capricciosa ed estemporanea, manca un vero progetto, manca una vera immedesimazione in qualcosa di reale, se si eccettua il rapporto soggetto – oggetto.
IL SECONDO DATO INTERESSANTE È CHE LA PSEUDO DEMOCRAZIA DIGITALE CROLLA POCO DOPO CHE LE SUE PIATTAFORME PER IL VOTO ONLINE ENTRANO IN FUNZIONE.
Il votare libero le distrugge anche se il voto non è libero.
PER QUESTO SCRIVO SUBITO CHE ANCHE LA DEMOCRAZIA DIGITALE APPARTIENE AL VASTO MONDO DELLA FALSA PARTECIPAZIONE.
Se spostiamo la nostra analisi dal lato del votante dobbiamo porci il problema delle aspettative dell’elettore singolo e solitario confrontandole con quelle del PICCOLO GRUPPO SOLIDALE che è la forma minima di partecipazione.
Nel piccolo gruppo solidale ogni membro rinuncia a qualcosa, rinuncia ad alcuni dei suoi gusti eccentrici e divide il suo cibo politico del momento con tutti.
Una fetta di torta tocca a tutti e la torta è unica e può essere anche una che non piace a nessun membro!
NELLA DEMOCRAZIA DIGITALE OGNUNO È SOLO CON LA SUA MACCHINA E TUTTI SON SOTTOPOSTI AD UNA SORTA DI IMPERATRICE DELLE MACCHINE, UN ENTE QUASI SEGRETO, MA SOVRAPPOSTO.
Nella democrazia digitale non si verificano mai delle scelte collettive reali che bilanciano i gusti, ma anche i dissensi minimizzandoli.
LE SCELTE PRESE NON SONO QUELLE MEDIATE E OGNUNA DI LORO SOMMA I DISSENSI A QUELLI DELLE ALTRE VOTAZIONI: NESSUNO MEDIA.
La democrazia digitale nasce con un difetto originale, nasce con un’aspettativa eccessiva non reale.
L’operatore che usa il PC inizia il suo lavoro convinto che usando la tecnologia avrà a che fare con una piattaforma che soddisfi le sue aspirazioni, dopo aver votato insieme a tante altre persone simili a lui.
In pratica il singolo crede di far parte di una volontà popolare che somma un vasto gruppo di fratelli o addirittura di gemelli invece è solo con se stesso o sottomesso ad una sorta di spirito che lo domina e guida.
Un motto probabile sarebbe: “Il popolo sei tu! O il popolo sono io! (A seconda, del livello di ambizione)
Chi vive la democrazia, non è un cittadino, non è un sovrano: è un cliente di una multinazionale che non ottiene mai la sua soddisfazione personale.
In questo contesto la democrazia digitale può solo fallire ed è bene che fallisca.
La tecnologia non è al servizio del cittadino, non deve piacere a lui, non è il genio che avvera i desideri, non realizza nemmeno la mitica democrazia del consumatore perché i risultati dei voti non piaceranno a nessuno.
L’unico fatto positivo è che essa fa perdere tempo a tanti estremisti senza qualità.
Di sicuro è meglio comprare le pere al mercato.

 
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il maestro 2° tempo - 13a conversazione

Il Maestro - secondo atto – Tredicesima conversazione
Ricordo di un maestro di judo II - tra volontà e burocrazia

Di I. Nappini

Adesso che ho mostrato la principale differenza fra la figura del MAESTRO e quella del DOCENTE passo a considerare un secondo aspetto ossia la VOLONTA’.
SEGUIRE UN MAESTRO (i campioni che lo fanno per carriera e per denaro non sono parte dell’esempio) È IMPEGNARSI CON IL CORPO E LA MENTE IN UNA DISCIPLINA SPORTIVA.
UN GIOVANE E COSÌ ANCHE UN PRATICANTE ADULTO SI SOTTOMETTONO A SFORZI FISICI E TALVOLTA MENTALI CON UN ATTO DI VOLONTÀ.
Il maestro uniforma e disciplina all’interno della palestra le mille e mille differenze che emergono dai suoi praticanti e dagli allievi che intendono procedere con l’attività agonistica.
In questa condizione di mettere assieme i diversi livelli di motivazione e d’esperienza emerge il suo carisma e il suo buonsenso nel dare una direzione al lavoro di palestra.
QUELLO CHE SPESSO È IL FRUTTO DELL’ESPERIENZA E DEL BUONSENSO NELLA SCUOLA È REGOLATO DA SCADENZE, PROGRAMMI E DA UNA BUROCRAZIA A TRATTI OPPRESSIVA.
La mentalità comune ignora solitamente quanto il mestiere dell’insegnare a scuola sia vincolato a scadenze e procedure burocratiche.
Non dico che sia giusto o sbagliato.
DICO CHE L’ATTIVITÀ DEL MAESTRO E DEL DOCENTE SONO REGOLATE DA PRINCIPI DIVERSI E SI SVOLGONO IN CONTESTI NON SOVRAPPONIBILI PUR TRATTANDO DELL’EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE DELL’ESSERE UMANO.
La burocrazia che regola una palestra esiste ma non ha la natura e l’intensità della burocrazia scolastica.
Il maestro quindi può a mio avviso ritagliarsi un più ampio spazio, può creare un suo stile di conduzione della palestra e arrivare al raggiungimento dei risultati attesi con tempi e modalità suoi.
Il lato spiacevole della cosa è che egli è praticamente l’unico responsabile.
Quindi i praticanti di un’arte marziale o di una qualsiasi disciplina sportiva che si trasmetta per mezzo di un maestro scelgono un percorso impegnativo per la mente e il corpo con la speranza di ricavarne dei benefici fisici, mentali e perfino spirituali.
Benefici che sono collegati all’insegnamento del proprio maestro di riferimento.
IN QUESTA CENTRALITÀ DI COLUI CHE INSEGNA VEDO IL TRATTO CARATTERISTICO DEL MAESTRO DI JUDO, OSSIA IL CARISMA.
Quella capacità, che viene declinata in termini positivi, d’esercitare una forte influenza sulle persone.
In effetti senza una guida è improbabile che gli esseri umani s’associno fra loro per fare cose difficili o percorsi di costruzione e definizione della propria mentalità e della propria fisicità.

Clara Agazzi: Questo professore è un po’ scolastico però mi pare che ci pigli. Certe cose le descrive bene. Tuttavia mi pare che riveli un rapporto con il suo lavoro contraddittorio. Da un lato ne sottolinea l’importanza e dall’altro ne definisce i limiti. QUESTA CATEGORIA DEL MAESTRO DI CUI RAGIONA PARE LO SPECCHIO SU CUI SI RIFLETTONO I LIMITI DELLA SCUOLA FORMALE E BUROCRATICA.

Paolo Fantuzzi: Aspettate. Qui devo dire qualcosa io. Ricordatevi in materia di sport di contatto e arti marziali di una grande verità di cui tutti i praticanti e gli agonisti del settore sono consapevoli: le botte fanno male. Per questo qui nel Belpaese certi sport e le arti marziali hanno poco seguito. Lo sport quando è praticato è soddisfazione e fatica, ma per capire la mia affermazione pensate al pugilato o sport minori ma simili. OGGI TELEVISIONE, CINEMA, PUBBLICITÀ COMMERCIALE NON FANNO VEDERE LO SFORZO DELLA PERSONA QUALUNQUE, LA NORMALITÀ DELLA FATICA DELL’UOMO DELLA STRADA. Televisione, pubblicità commerciale, cinema, illustrazioni varie,  fanno vedere i presunti VIP in barche di lusso, nei ristoranti e nei privé per gran signori, al ricevimento di questo o di quello, nella villa del tal dei tali, all’inaugurazione del locale esclusivo.
OVVIA CONSEGUENZA CHE TANTA GENTE E LA GIOVENTÙ IN PARTICOLARE SIA SVIATA DA QUESTI MESSAGGI RIPETUTI FINO ALL’OSSESSIONE E FUGGA QUANTO È FATICA, PERCORSO ANONIMO E SILENZIOSO, COSTRUZIONE DI SE STESSI.
Se l’esempio che gira nelle nostre periferie cittadine è il ricco o il mammifero di lusso che si gode i soldi è normale che l’impegno che ha come premio non il riconoscimento del singolo presso un pubblico ma una sua crescita fisica e mentale sia evitato.
Comunque in questo discorso c’è questo che non mi torna: mi pare che in quelle parole si voglia cercare un bene e un male che non stanno nella vicenda di tutti i giorni.
Il divenire del mondo non è bianco o nero come il colore dei pezzi sulla scacchiera.

Stefano Bocconi: Certamente hai della ragione dalla tua. DA ANNI MI CHIEDO SE NON SIANO FOLLI COLORO CHE INSEGUONO L’IDEA FISSA DI UN BENE O UN MALE ASSOLUTO, COME SE BENE E MALE FOSSERO SFERE PERFETTE, REALTÀ METAFISICHE, ENTI ANGELICI O DEMONI.
Eppure credo che sia lecito cercare oggi una qualche guida, beninteso. Oggi come ieri occorre iniziare da qualche parte e darsi un punto fermo, un qualche inizio.
Se questa cosa può farlo un maestro come dice quello lì. Ma perché no?

Franco: Il professore non si è smentito. Qui è bastato ascoltarlo dieci minuti e subito son fioriti i distinguo, i dubbi, le approvazioni.
MA INVITO QUI GLI AMICI TUTTI A PENSARE A QUANTO SIA FORTE IL PESO SPECIFICO DELLA QUOTIDIANITÀ, DELLA NOIA, DEL VIVERE STRASCICANDOSI DI QUA E DI LÀ.
Quella cosa che individuate come esempio negativo della pubblicità è l’ordinaria banale conseguenza di un mondo umano che si è impoverito MA CHE PENSA SE STESSO COME UN MONDO DI CONSUMATORI.
Il desiderio stimolato fino al parossismo e al delirio di consumare beni e servizi in assenza di una ricchezza autentica sul piano materiale provoca nei molti disordine mentale, odio, paure irrazionali.
Immaginate questo: un tale per sue ragioni di lavoro è forzato a vivere spostandosi per ore e ore in macchina in condizioni di traffico indecenti.
Un giorno si trova in campagna e rimane sconvolto.
Non è quello il mondo nel quale vive e capisce che qualcosa non va nel suo stile di vita, davanti a un prato fiorito rimane come bloccato da un dolore al petto.
BENE QUESTA È LA CONDIZIONE DEL TRAUMATICO RISVEGLIO DEI MOLTI CHE HANNO FATTO L’ERRORE D’IDENTIFICARSI CON UNA DELLE TANTE ILLUSIONI INDOTTE DALLA PUBBLICITÀ IN RELAZIONE A DONNE BELLISSIME, CONSUMI DA SIGNORI, BARCHE, VILLE, SOLDI FACILI E COSÌ VIA.
Prima o poi qualcosa si blocca, la dura realtà batte i suoi colpi e uno rimane con la sensazione di aver inseguito il vento, di aver fatto volar via la vita rincorrendo un miraggio.

Stefano Bocconi: Certamente è così ma non vedo il legame fra il tuo ragionamento e quello del professore.

Franco: IL PROFESSORE CREDO CHE STIA RAGIONANDO INTORNO AL FATTO CHE OCCORRE COSTRUIRE SE STESSI, CONOSCERE SE STESSI PER NON CADERE VITTIMA DELLE MOLTE FORME DI MANIPOLAZIONE E DEGENERAZIONE DELLA PRESENTE CIVILTÀ INDUSTRIALE.
In questa opera di chiarimento interiore le figure dei maestri da cui si è avuto una qualche impostazione e l’esempio sono decisive.
RICONOSCERE ESEMPI E INSEGNAMENTI E LA PROPRIA ORIGINE È L’INIZIO DI UNA COSTRUZIONE INTERIORE E DELLA FONDAZIONE PROPRIA E IMMEDIATA DELLA CONSAPEVOLEZZA DI SE STESSI.

 
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Nader e le multinazionali farmaceutiche

Nell’Interesse Pubblico
Big Pharma - Il capitalismo clientelare è fuori controllo

Ralph Nader
21 novembre 2014

Due notizie recenti sulla vorace industria del farmaco dovrebbero essere un appello per un Congresso supino per avocare a se e avviare indagini sui prezzi dei farmaci salva vita che sono troppo lontani dal normale.

La prima notizia — una storia da una pagina sul New York Times — era sulla Fondazione per la fibrosi cistica (CF), che 15 anni fa investì 150 milioni di dollari nella società di biotecnologie Vertex Pharmaceuticals per sviluppare un farmaco per questa grave malattia polmonare.
Il 19 novembre, la Fondazione ha registrato un ritorno di $ 3,3 miliardi da tale investimento.

Il Kalydeco (il farmaco sviluppato con tale investimento) viene preso quotidianamente dai pazienti della CF (chi può permetterselo) a un prezzo di $ 300.000 all’anno per paziente.
Chi può pagare quel costo?

Il secondo comunicato stampa è venuto dalla industria farmaceutica finanziata dal Centro Tufts per lo Studio dello sviluppo farmaceutico.
Joseph DiMasi del Centro afferma che il costo di sviluppo di un nuovo farmaco da prescrizione è di circa 2,558 miliardi di dollari, significativamente superiore alla precedente stima di 802 milioni che il Centro fece nel 2003.

I promotori dell’industria farmaceutica usano questa cifra ridicola per giustificare gli altissimi prezzi dei medicinali per i consumatori.
Sfortunatamente, la critica di questo numero gonfiato non riceve adeguata attenzione dai media.

La metà dell’ asserzione del DiMasi è data dai costi di opportunità non riscossi se la casa farmaceutica ha investito i suoi soldi altrove.
Questo taglia la sua stima di quasi la metà, fino a 1,395 miliardi di dollari.
La parola “inflazione” ha un nuovo significato.
Secondo l’economista James P. Love, fondatore di Knowledge Ecology International, DiMasi ignora anche convenientemente i sussidi statali, come i cosiddetti crediti d'imposta farmaceutici orfani, le borse di ricerca del National Institutes of Health e il sostegno del governo al costo della sperimentazione clinica che seleziona (vedi keionline.org).

Mr. Love aggiunge che le case farmaceutiche spendono “molto di più per il marketing di quanto non facciano in ricerca e sviluppo”.

Rohit Malpani, direttore di Policy and Analysis di Medici Senza Frontiere (che ricevette il Premio Nobel nel 1999), dice che, se credete ai dati di Tufts (la cui analisi presunta dei dati è in gran parte segreta), “probabilmente credete anche che la Terra sia piatta”.
Mr. Malpani cita lo stesso CEO di GlaxoSmithKline Andrew Witty il quale dice che la cifra di un miliardo di dollari per lo sviluppo di un farmaco è un mito.
Malpani aggiunge: “sappiamo da studi precedenti e dall’esperienza degli sviluppatori di farmaci no profit che un nuovo farmaco può essere sviluppato solo per una frazione del costo che il rapporto Tufts suggerisce. Il costo dei prodotti in via di sviluppo è variabile, ma l’esperienza dimostra che essi possono essere sviluppati con un minimo di $ 50 milioni, o fino a 186 milioni se si prende in considerazione il fallimento... non solo i contribuenti pagano per la grande percentuale dell’industria R&D ma di fatto pagano 2 volte perché poi sono colpiti con i prezzi elevati degli stessi farmaci”.

Il signor Malpani si riferiva soprattutto agli Stati Uniti dove le case farmaceutiche non mostrano gratitudine per i generosi crediti d’imposta e per i finanziamenti del contribuente alla R&D (che sono per lo più gratuiti).
Aggiungete l’assenza di controllo dei prezzi e voi (il consumatore/paziente) pagate i prezzi dei farmaci più alti del mondo.

Un altro aspetto in gran parte ignorato dell’R&D dell’industria è quanto di esso è diretto a prodotti che pareggiano, invece di migliorare, i risultati sanitari — i cosiddetti farmaci “me too” che sono redditizi, ma non beneficiano la salute dei pazienti.
Inoltre, l’industria farmaceutica molto redditizia costantemente non è stata in grado di frenare la sua promozione ingannevole dei farmaci e le informazioni inadeguate sugli effetti collaterali.
Circa 100.000 americani muoiono ogni anno per gli effetti negativi dei farmaci.
Decine di miliardi di dollari dei consumatori sono sprecati per farmaci che hanno effetti collaterali invece di comprare quelli per gli stessi disturbi che ne hanno meno (vedi citizen.org/hrg).

Nel 2000 durante una visita con i medici militari e gli scienziati al Walter Reed Army Hospital, io chiesi quanto avevano speso in R&D per sviluppare i loro farmaci antimalarici e altri medicinali.
La risposta: da cinque a dieci milioni di dollari per farmaco, costo che includeva i test clinici più gli stipendi dei ricercatori.

Questo “ente per lo sviluppo del farmaco” all'interno del Dipartimento della Difesa nacque perché le aziende farmaceutiche si rifiutavano di investire in vaccini o farmaci terapeutici per la malaria — allora era la seconda causa di ricovero dei soldati americani in Vietnam (la prima era la ferita sul campo di guerra).
Così gli alti vertici militari decisero di colmare questo vuoto nazionale, e con grande successo.

Il problema dell’avarizia dell’industria farmaceutica privata e coccolata per quanto riguarda lo sviluppo di vaccini continua.
Le tubercolosi resistenti ai farmaci e le altre malattie infettive dilaganti nei paesi in via di sviluppo continuano a prendere milioni di vite ogni anno.
L’epidemia di Ebola è un’illustrazione letale corrente di tale negligenza.

La sopravvivenza di milioni di persone è troppo importante per essere lasciata alle aziende farmaceutiche.

Con una frazione di quello che il governo federale spreca nella diffusione all’estero e nel fallimento di guerre illegali e senza senso, sarebbe possibile espandere l’esempio del Walter Reed Army Hospital per diventare una superpotenza umanitaria che produce vaccini salvavita e farmaci per fare in modo che la situazione dei malati contasse di più dei profitti inattesi di Big Pharma.

Tradotto da F. Allegri il 06/05/2015.

 
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Economia e politica

Dalla lunga crisi alla quasi ripresa con la vittoria di Renzi
29/04/2015 Di F. Allegri

In anteprima devo ricordare che dicesi ripresa una crescita del PIL superiore all’uno per cento.
In questi giorni siamo passati da un +0.2% mensile misurato lo scorso febbraio rispetto allo stesso mese del 2014 per arrivare ad un minimo +0.2% su base trimestrale.
Nonostante questo, tutti parlano di ripresa in corso!
Per parlare di ripresa servono tre requisiti di base e questi ci sarebbero.
I requisiti sono i seguenti (di uno ne parlo da anni):
a) svalutazione dell’euro sul dollaro (ora è stabilmente sotto quota 1,10, da mesi e grazie a Draghi);
b) bassi tassi d’interesse della FED e dei prestatori per l’imprese (anche qui grazie a Draghi);
c) basso costo del petrolio (dovuto alla svolta energetica conservatrice americana dei gas di scisto che hanno reso gli USA autosufficienti ed esportatori netti di 7 milioni di barili al giorno mentre calano i consumi generali e medi di questo carburante).
Queste sono i prerequisiti e il loro apporto è stato quello di bloccare la caduta e di avviare il livellamento.
Nello 0.2% trimestrale entrano anche tutte le riforme fatte dai governi balneari che si sono succeduti negli ultimi anni: la gran parte del piccolo merito va all’ultimo quello di Renzi e degli ex di Forza Italia che offrono al paese qualche mese di stabilità politica.
A questo si può aggiungere l’EXPO, ma a me non convince tutto il discorso sui cibi che mangeremo e credo che esso sia solo una grossa speculazione edilizia che ha salvato una parte di un settore in crisi nera: non credo che l’expo porterà ricchezza e PIL al paese, almeno non nei termini che speravano certi ottimisti dei mesi scorsi.
CONSEGUENZE
Siamo ad un quasi ripresa che potrebbe durare a lungo se non si acuiscono i conflitti in Ucraina, Siria e Libia.
Qui io vedo tre situazioni di stallo sostanziale: in Ucraina è in corso un braccio di ferro pericoloso che potrebbe portare a nuove tensioni e scontri in estate mentre in Siria e Libia c’è un equilibrio apparente nel caos e nelle distruzioni continue.
In pratica sono situazioni da trincee della prima guerra mondiale!
In questo contesto c’è un vincitore vero che è Mario Draghi e un vincitore politico che gode di un successo non suo e di un consenso immeritato e questo è Matteo Renzi.
Renzi è da 0.2 in economia, ma lo vota il 40% dei votanti e inoltre il suo governo balneare sembra lanciato verso la possibilità di avere una durata minima e con la capacità di fare delle riforme che potrebbero far nascere una vera seconda repubblica.
Mentre Renzi è debolissimo in Italia, egli colleziona vari successi in Europa che tanti fingono di non vedere o distorcono ad arte.
Funziona la grande alleanza dei paesi mediterranei centrata nell’alleanza italo francese tra Renzi e Hollande con l’appoggio differenziato degli iberici e degli inglesi e con una trattativa continua con la Germania della Merkel e con i suoi alleati.
La Grecia va collocata a parte perché ancora è in una crisi insopportabile e i suoi dati di PIL non devono distoglierci dalle perdite che hanno avuto negli anni passati.
Nessuno vuol cacciare la Grecia dall’euro, ma queste sono condizioni proibitive per quella realtà.
Il rischio vero è quello di forzare la Grecia ad andarsene da sola che sarebbe un salto dalla padella alla brace.
Tale rischio è ancora teorico grazie alle scelte di Draghi e qui c’è un terzo merito suo ovvero quello di aver dato tempo per trattare ed operare alle burocrazie europee e agli stati coinvolti.
Draghi ha sconfitto la Germania di Schäuble e il duo Renzi/Hollande ne ha approfittato (con il secondo che gode più del primo).
IN PRATICA: VINCE DRAGHI E GODE RENZI MENTRE NEL PAESE CIRCOLANO ILLUSIONI VECCHIE E NUOVE E SE IL PROGRESSO ECONOMICO È MINIMO QUELLO POLITICO È NULLO.

 
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L'ultima lettera di un veterano della guerra in Iraq

Post n°881 pubblicato il 25 Aprile 2015 da amici.futuroieri
 

Nell’Interesse Pubblico
L’ultima lettera Di Tomas Young a Bush, e Cheney

Ralph Nader
14 novembre 2014

Il viaggio coraggioso di Tomas Young, veterano della guerra in Iraq dove fu ferito gravemente, si è concluso lo scorso Lunedì, quasi 11 anni dopo essere stato colpito in un agguato a in un camion militare colpito in pieno.
E’ morto a Seattle mentre era amorevolmente curato dalla moglie Claudia.

Tomas non è stato in silenzio, nonostante il suo essere paralizzato dal torace in giù, i dolori lancinanti, il coma e la dipendenza dai medici.
E’ diventato un attivista per la pace contro la guerra, ha affrontato le convocazioni e ha risposto al maggior numero di richieste di interviste, per quanto la sua condizione agonizzante poteva tollerare.

Imparai a conoscere Tomas quando sua madre, Cathy Smith, fece un appello dal Walter Reed Army Hospital nel 2004, dove suo figlio era in cura.
Lei disse che Tomas amava leggere e che voleva una mia visita.
Io chiamai il divo leggendario del talk show Phil Donahue e gli chiesi di unirsi a me per portare una scatola piena di una trentina di libri a Tomas.
Apprendemmo che si era arruolato nell'esercito due giorni dopo gli attacchi del 11 settembre perché voleva contribuire a portare gli autori di questi attacchi davanti alla giustizia e anche acquisire qualche risparmio per un’istruzione al college.
Invece, fu inviato in Iraq che non aveva alcuna connessione con i fatti del 11 settembre o con qualsiasi minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti
Nelle sue parole, “Fummo usati. Fummo traditi. E siamo stati abbandonati”.

Phil fu così preso da questa storia che è rimasto in stretto contatto con Tomas e la sua famiglia e lo ha aiutato a diffonderla.
Con Ellen Spiro, Phil Donahue produsse il documentario avvincente basato sulla storia di Tomas, Body of War, nel 2007.
La storia ha raccontato le esperienze strazianti di Tomas Young, che è riuscito a recarsi ad alcune proiezioni del film a sostegno dei soldati per “parlare contro questa guerra”.

Uno dei momenti memorabili di Body of War mostrò George W. Bush che scherzava e si guardava intorno cercando le armi di distruzione di massa (la sua invenzione criminogena) alla cena dei corrispondenti della radio e della televisione nel 2004.

Un’altra scena memorabile, una che scuote lo spirito umano, fu quella dello scambio di vedute tra il senatore Robert Byrd (D-WV) e Tomas, durante una registrazione nella quale Tomas e il senatore Byrd lessero l’elenco dei senatori che avevano votato contro l'invasione dell'Iraq come gioco sullo sfondo.
Il senatore Byrd definì questi legislatori “i 23 immortali”.

Dopo aver ricevuto la chiamata che aveva temuto per dieci anni, Phil mi ha detto che il corpo e la mente di Tomas “aveva ricevuto ogni colpo”, ma aveva combattuto per vivere per oltre un decennio.
Phil si è impegnato in quel decennio eroico di sopravvivenza, aiutandolo lungo la strada per ottenere una migliore assistenza sanitaria e la riabilitazione, incoraggiandolo a continuare, e facilitando la voce di Tomas Young trovandole un posto nella storia.
Questa amicizia che si è sviluppata da una simile circostanza terribile è un libro in sé.

E’ stato nel 10° anniversario della guerra in Iraq che, vicino alla morte e all’ospizio, Tomas Young ha inviato “un’ultima lettera”a George W. Bush e a Dick Cheney.
Ecco alcune delle sue parole brucianti di quella lettera, che, ovviamente, né i due criminali di guerra, né i loro collaboratori pagati dai contribuenti hanno letto.

Scrivo questa lettera a nome dei mariti e delle mogli che hanno perso il coniuge, a favore dei bambini che hanno perso un genitore, a nome dei padri e delle madri che hanno perso i figli e le figlie e per conto di coloro che si prendono cura di molte migliaia dei miei compagni e veterani che hanno lesioni cerebrali ...
Scrivo questa lettera a nome di quasi un milione di morti iracheni e degli innumerevoli feriti iracheni.
Scrivo questa lettera a nome di tutti noi — i detriti umani che la vostra guerra ha lasciato dietro di sé, coloro che passano la vita nel dolore senza fine e nella pena.


Scrivo questa lettera, la mia ultima lettera, a voi, Bush e Cheney.
Io non scrivo perché penso che voi comprendiate le terribili conseguenze umane e morali delle vostre bugie, manipolazioni e della sete di ricchezza e potere.
Scrivo questa lettera perché ... voglio chiarire che io (e centinaia di migliaia dei miei compagni veterani, insieme a milioni dei miei concittadini, insieme a centinaia di milioni di altri in Iraq e in Medio Oriente) so perfettamente chi siete e quello che avete fatto.
Voi potete sottrarvi alla giustizia, ma nei nostri occhi siete colpevoli sia dei crimini di guerra eclatanti, del saccheggio e, infine, di omicidio, inclusa l’uccisione di migliaia di giovani americani — i miei compagni veterani — il cui futuro avete rubato.


Le vostre posizioni di autorità, i vostri milioni di dollari di patrimonio personale, i vostri consulenti di pubbliche relazioni, il vostro privilegio e il vostro potere non possono mascherare il vuoto del vostro animo.
Ci avete mandato a combattere e morire in Iraq dopo che voi, Mr. Cheney, schivaste l’arruolamento in Vietnam, e lei, signor Bush, otteneste un AWOL dalla vostra unità della Guardia Nazionale.
I vostri egoismi e codardie furono stabiliti decenni fa ... voi mandaste centinaia di migliaia di giovani uomini e donne a sacrificarsi in una guerra senza senso, con un’idea simile a quella che serve per mettere fuori la spazzatura.

Sono entrato nell’esercito due giorni dopo gli attacchi dell’undici settembre ... Volevo reagire contro coloro che avevano ucciso circa 3.000 dei miei concittadini.
Io non entrai nell’esercito per andare in Iraq, un paese che non aveva partecipato agli attentati del settembre 2001 e che non costituiva una minaccia per i suoi vicini, tanto meno per gli Stati Uniti.
Io non entrai nell’esercito per “liberare” gli iracheni o per chiudere le mitiche strutture delle armi di distruzione di massa o per impiantare quello che voi cinicamente chiamate “democrazia” a Baghdad e nel Medio Oriente ...

Io in particolare non ha aderito all’esercito per fare una guerra preventiva.
La guerra preventiva è illegale secondo il diritto internazionale.
E come soldato in Iraq ero, ora so, un complice della vostra idiozia e dei vostri crimini.
La guerra in Iraq è il più grande errore strategico nella storia degli Stati Uniti ...
Io non sarei qui a scrivere questa lettera, se fossi stato ferito in combattimento in Afghanistan contro quelle forze che hanno fatto gli attacchi dell’undici settembre ... Eravamo pronti.
Siamo stati traditi. E noi siamo stati abbandonati.
Lei, signor Bush, ha la gran pretesa di essere un cristiano. Ma il mentire non è un peccato? L’omicidio non è un peccato? Non lo sono il furto e l’ambizione egoistica? ...

Il mio giorno della resa dei conti è su di me.
Il vostro verrà.

Spero che sarete messi sotto processo.
Ma soprattutto mi auguro, per amor vostro, che voi troviate il coraggio morale di affrontare quello che avete fatto a me e a tanti, molti altri che meritavano di vivere.
Mentre il mio tempo sulla terra sta per terminare, mi auguro che voi troviate la forza di carattere di comparire davanti al pubblico americano e al mondo (in particolare al popolo iracheno) per chiedere perdono prima che il vostro tempo sulla terra finisca”.


Negli annali della storia militare, il coraggio morale è molto più raro del coraggio fisico, in parte a causa delle sanzioni di lunga durata nei confronti dei dissidenti e di coloro che dicono la verità al potere sui difetti nella nostra società.
Tomas Young aveva sia il coraggio morale che quello fisico.
Il suo esempio dovrebbe essere conosciuto dai giovani soldati del futuro che saranno mandati dai loro politici molto viziati a compiere l’ultimo sacrificio per le follie illegali e le ambizioni dei loro capi.

Tradotto da F. Allegri il 25/04/2015

 
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La sconfitta democratica di mid term

Nell’Interesse Pubblico
I Democratici Non Sanno per Cosa si Impegnano — La Sconfitta
7 Novembre 2014
Ralph Nader

I repubblicani Hanno vinto queste elezioni di medio termine?
O le hanno perse i democratici?
I numeri mostrano che nelle sfide aperte per il Senato dove i repubblicani hanno raccolto sette seggi e probabilmente ne guadagneranno altri due per prendere il controllo del Senato, gli elettori non hanno sostenuto i democratici che erano meno riconoscibili e impegnati.

Nelle loro campagne, i senatori democratici sconfitti fuggirono dal presidente Obama e spesso si vantavano di opporsi alle sue politiche.
Ma verso dove corsero questi senatori?
Certamente non verso politiche popolari che si riferissero agli americani dove vivono, lavorano e crescono i propri figli.

Per avere dal senatore M. Pryor il sostegno a un aumento del salario minimo ci sono voluti molti mesi. Con il tempo lui ha visto la popolarità di una referendum statale promosso dai cittadini per la scelta elettorale e ha scelto, ma è apparso più come un opportunista che come un leader.
Poco dopo, il suo successore repubblicano, il deputato Tom Cotton disse si pure lui.
I 4 referenda per aumentare il salario minimo hanno vinto in “stati rossi” conservatori..

Molti senatori sconfitti cercarono di localizzare le elezioni abbandonando Obama e il Partito nazionale democratico.
Evitarono di schierarsi con la gente su questioni come la legge e l’ordine forti per i reati societari nei confronti di consumatori, pazienti, lavoratori, comunità e salute ambientale.
Hanno evitato questo parlando di rivedere sia la guerra fallita alla droga che la guerra fallita al terrore che hanno portato a più droghe nel nostro paese e hanno creato più gruppi anti-americani in tutto il mondo.

Sul Washington Post, il mai perspicace Steven Pearlstein, scrisse, poco prima delle elezioni, che i “candidati democratici si trovano coinvolti in un circolo vizioso in cui il loro rifiuto di abbracciare e difendere il marchio del loro partito scoraggia i fedeli e fa voltare le spalle agli indecisi, minacciando ancora di più le loro prospettive elettorali”.

Il coinvolgimento degli elettori giovani e di minoranza richiede che i candidati articolino le visioni progressive di un’America che offra opportunità per migliorare le condizioni di vita di milioni di lavoratori sottoccupati a basso reddito o a basso salario.
Una bassa affluenza di questi elettori eleggibili in questo Election Day ha assicurato la sconfitta al Partito Democratico (la partecipazione a livello nazionale ha raggiunto solo il 33%).

La gente deve credere che il suo voto significhi qualcosa.
Il vedere miliardi di dollari di spot politici televisivi, ripetitivi, insipidi e negativi creati sia dai politici che dai consulenti aziendali del partito non motiva gli elettori ad andare ai seggi.

Purtroppo, gli elettori arrabbiati sono la maggioranza, superano per sei a quattro (quasi) quelli che hanno votato questa volta.

La campagna senatoriale di Mark Pryor in Arkansas offre un momento di insegnamento per quanto riguarda la codardia politica.
Aveva tutto quello che poteva favorirlo — un sacco di soldi e un padre che era stato un popolare ex senatore ed era attivo nella sua campagna.
Pure Bill Clinton è tornato nella natia Arkansas per sei volte e ha viaggiato incontrando molte comunità nello stato per lodare il senatore Pryor.

Ma all’Election Day, Pryor ha perso nettamente.
Perché?
Perché non ha detto la verità al potere; non sopportava il suo record al Senato, perché non ne aveva uno.
In qualità di Presidente della Senate Consumer Protection, Product Safety and Insurance Subcommittee per molto tempo, si era addormentato sull’interruttore; egli non ha potuto appellarsi ai leader civili per rafforzare la sua rete e non ha avuto un alto profilo di audizioni pubbliche sulla miriade di abusi societari che coinvolgono i consumatori truffati, derubati e feriti.

Il presidente Obama, non fa campagna nel paese, ha rafforzato lo stereotipo che lui è uno svantaggio per il suo partito.
Obama avrebbe potuto unire la nazione dietro un aumento del salario minimo (una restaurazione del potere d'acquisto) per trenta milioni di lavoratori che oggi guadagnano meno dei lavoratori del 1968, al netto dell’inflazione.
Questa correzione attesa da tanto tempo è supportata dal 70% all’80% del popolo americano — un’alleanza tra sinistra e destra — per ragioni di necessità, equità, e di stimolo economico mentre si riducono i fondi per i programmi di assistenza pubblica.

Allo stesso tempo, il presidente Obama avrebbe potuto viaggiato per il paese dicendo:
"Datemi un Congresso democratico e io firmerò una riforma che creerà milioni di posti di lavoro nella riparazione e nell’aggiornamento delle opere pubbliche della nostra terra trascurata.
Ci saranno posti di lavoro ben pagati, non esportabili per ripristinare i nostri sistemi fognari, le nostre autostrade e i ponti, i nostri sistemi di trasporto pubblico e le nostre scuole fatiscenti, i porti e gli edifici pubblici.
Noi pagheremo questi investimenti pubblici di base diminuendo il capitalismo clientelare (sovvenzioni dei contribuenti, dispense, omaggi e salvataggi) e facendo pagare la giusta quota di tasse ad le aziende estremamente redditizie come General Electric, Verizon e Apple piuttosto che spostare il carico fiscale sul spalle dei contribuenti della classe media.
E imporremo una minuscola tassa di vendita (molto meno di quanto pagate per le vostre necessità di vita) sulle transazioni di borsa a Wall Street per raccogliere circa $ 300 milioni l’anno.
Ogni americano può beneficiare di questi miglioramenti politici e di comunità, rigorosamente monitorati mentre si sviluppano con onestà ed efficienza.
Ogni camera di commercio locale, ogni unione, ogni lavoratore, ogni fornitore, e ogni ente civico sosterrà i nostri programmi che chiamerò ‘Come Home America’.”

Se non pensate che queste grandi iniziative avrebbero portato gli elettori al voto e a far vincere le elezioni ai democratici, ho un’altra idea.
Anche con i repubblicani che controllano il Congresso, un gruppo di democratici progressisti potrebbe unirsi per creare un importante iniziativa di base e al centro della discussione per creare programmi di lavori pubblici che dettaglino i progetti in ogni comunità per invertire il deterioramento costoso delle infrastrutture pubbliche del nostro paese.
Tale azione potrebbe anche ottenere il sostegno economico di quelli sull’altro lato della navata e creare una coalizione di sinistra-destra nel nuovo Congresso, anche se ciò richiede che quelli a destra sfidino i loro leader legati a Wall Street, il senatore Mitch McConnell e il presidente della House John Boehner.

Al contrario, come ha trascorso il presidente Obama le sue 6 settimane prima del 4 novembre?
E’ volato nei salotti dei donatori molto ricchi o è andato a sostenere i candidati specifici, per lo più in stati sicuri per i democratici.
La sua presenza presidenziale non ha risuonato con “speranza e cambiamento”.

Tradotto da F. Allegri il 17/04/2015.

 
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Nader e le multinazionali

Post n°879 pubblicato il 12 Aprile 2015 da amici.futuroieri
 

Nell’Interesse Pubblico
La Distruzione Multinazionale dei Mercati Liberi Ci Regola

Ralph Nader
30 ottobre 2014

Il dogma dominante della nostra economia politica è il corporativismo delle multinazionali.
Il corporativismo pretende di essere legittimato dalla teoria del libero mercato secondo la quale tutti i fornitori che non soddisfano le richieste del mercato andranno via.
Il corporativismo utilizza questa illusione per esercitare il potere su tutti gli aspetti della nostra politica economica.

I mercati liberi, secondo le multinazionali, sono il miglior meccanismo per allocare le risorse per lo scambio di beni e servizi.
Essi credono che i mercati liberi da ogni regolamentazione, tassazione o dalla concorrenza da parte delle imprese del governo produca i migliori risultati.
La loro metafora preferita è la “mano invisibile” di Adam Smith che produce il maggior bene per il maggior numero di persone grazie agli sforzi di molti venditori e di molti acquirenti favorevoli (Adam Smith, hanno trascurato di aggiungere, era a favore dei lavori pubblici, dell’istruzione pubblica e delle reti della sicurezza sociale, dai salari decenti al welfare pubblico, se necessario.)

Molte cose si intromettono nelle teorie del libero mercato, tra le quali le spese militari, le guerre, la fiscalità, le infrastrutture pubbliche, la regolamentazione della salute e della sicurezza e gli obblighi di emergenza dei governi.
Quello che il finanziere George Soros ha definito “il fondamentalismo del mercato”, è opposto a qualsiasi interferenza con i liberi mercati.
Eppure, il corporativismo crea enormi eccezioni che manipolano i mercati e inclinano la bilancia venditore/acquirente pesantemente in favore del primo che diventa le multinazionali globali sempre più grandi.

I critici del mercato la chiamano ipocrisia.
Le multinazionali appoggiano i budget militari più ricchi che hanno concentrato il potere in mano ad un numero di imprese militari sempre più piccolo.
Quelle che fanno più parte della cultura di accettazione e sono meno riconosciute sono le altre interferenze nei liberi mercati che il potere delle multinazionali ha così profondamente radicato che raramente fanno parte di qualsiasi dibattito politico o elettorale.
Questo punto va affrontato sotto forma di domande poste raramente che di conseguenza raramente ottengono risposte.

Ci può essere un libero mercato senza libertà di contratto?
Il corporativismo ha spogliato i consumatori della libertà di contratto con contratti standard con clausole scritte in piccolo che diventano sempre più dittatoriale ogni decennio.
Oggi essi portano via spesso i diritti dei consumatori ad andare in tribunale per le loro rimostranze con clausole arbitrali obbligatorie.
Essi prevedono che i fornitori possano modificare il contratto in ogni volta che vogliano – si chiama modifica unilaterale – e ciò toglie le ultime vestigia del potere contrattuale dei consumatori.
Un esempio è la modifica unilaterale di ciò che si deve pagare per le sanzioni penali, per le tasse posticipate o per varie centinaia di tasse nascoste nello scritto in piccolo.
E tu non puoi fare shopping in giro perché le aziende non sono in concorrenza sullo scritto in piccolo. (Vedi faircontracts.org.)

Ci può essere un libero mercato, se i lavoratori non possono unirsi per contrattare con i grandi datori di lavoro i cui investitori hanno espanso la libertà di costituire società, imprese controllanti, succursali, joint venture e partnership per promuovere il loro potere contrattuale?
Inoltre, in paragone con la libertà degli investitori, i lavoratori sono attaccati con intimidazioni antisindacali, serrate e con un sistema di leggi sul lavoro influenzate dalle multinazionali che presentano molti più ostacoli per entrare in causa rispetto alle leggi sul lavoro di altre nazioni occidentali.

Ci può essere un libero mercato senza una legge anti monopolio forte, completa e anche contro i cartelli, unita ad altre leggi contro la miriade di pratiche anti concorrenziali alle quali Adam Smith alludeva nel 1776, quando consigliava di opporsi ai motivi per i quali gli uomini d’affari si riuniscono?
Oggi, le leggi antitrust sono deboli, datate e poco aiutate dai fondi scarsi.
Ad esempio, si formano migliaia di joint ventures tra imprese concorrenti dirette senza che la polizia antitrust moribonda si possa interessare o preoccupare.
C’è la globalizzazione degli affari senza la globalizzazione della forza della legge.
Le grandi aziende possono sfruttare le differenze tra le nazioni in una corsa verso il basso per ottenere ingiustamente potere di mercato nei confronti dei compratori, dei lavoratori e delle piccole imprese.

Ci può essere un mercato libero, senza un libero mercato degli avvocati impegnati a perseguire i fatti illeciti e le truffe sia nella negoziazione diretta con gli autori che nel ricorrere per aprire i tribunali pubblici?
Nel nostro paese, le controversie private non sono socializzate dal governo.
Sono rimandate a un sistema di mercato dei servizi legali e degli altri supplementari.
Inoltre il corporativismo si impegna vivamente per bloccare o limitare, attraverso i legislatori in cattività, l’accesso ai tribunali o per legare le mani dei giudici e delle giurie, le uniche persone che vedono, ascoltano e valutano le prove in ogni udienza.

Ci può essere un mercato libero in cui le multinazionali producono capitalismo clientelare o vie per la fuga fiscale societaria o per avere sovvenzioni, dispense e salvataggi che manipolano i mercati contro altre piccole imprese che giocano con le regole del mercato?

Ci può essere un mercato libero quando gli accordi commerciali aziendali gestiti, come il NAFTA e l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), subordinano gli sforzi civili per garantire migliori trattamenti del lavoro, dell’ambiente e dei consumatori alla supremazia degli scambi commerciali? (Vedi http://www.citizen.org/trade/.)

Infine, ci può essere un mercato libero quando le banche fondano e controllano una Federal Riserve potente e segreta che regola con fermezza i tassi di interesse e acquista migliaia di miliardi di $ in obbligazioni (noto come allentamento quantitativo - QE) per dare liquidità ai mercati azionari e alle banche, mentre milioni di risparmiatori ricevono meno della metà di un 1% di interessi sui risparmi?
I libertari, a loro merito, hanno notato questo abuso del governo multinazionale più chiaramente di molti liberali.

Ci sono altri controlli multinazionali contro il libero mercato, come ad esempio l’estensione politica nel tempo dei monopoli dei brevetti per scongiurare la concorrenza, ad esempio, tra i produttori di farmaci generici.

Basti dire che il popolo americano ha prove sufficienti per abbandonare l’ipocrisia ideologica che il corporativismo usa per controllarli. da un sacco di soldi alle elezioni - mai immaginato dagli autori della nostra Costituzione quando


Il multinazionalismo, in realtà, è lo stato corporativo - una tirannia, unta da un sacco di soldi alle elezioni - mai immaginato dagli autori della nostra Costituzione quando cominciarono il suo preambolo con “We the People”.

Svegliatevi, tutti?
(Vedi citizen.org per ulteriori informazioni)

Tradotto da F. Allegri il 12/04/2015.

 
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Tecno - utopie e destino della terra

Nell’Interesse pubblico
Penetrare la bolla tecnologica

Ralph Nader
24 ottobre 2014

Questo fine settimana, il 25 e 26 ottobre, mi unirò ai maggiori critici (degli Stati Uniti e dall’estero) delle tecnologie controllate dalle multinazionali che sono anche i sostenitori delle tecnologie appropriate per le popolazioni (Vandana Shiva, Anuradha Mittal, Helen Caldicott, Wes Jackson, Bill McKibben) i quali si riuniranno presso la storica Cooper Union Great Hall per parlare di “Tecno - utopie e  destino della Terra”.

I conferenzieri sono molto competenti.
Alcuni dei loro ammonimenti precedenti sono stati ignorati dai politici.
Purtroppo, molti di questi avvertimenti, alla luce dei fatti attuali, sono stati sottovalutati.
L’organizzatore principale di questo incontro è Jerry Mander che dirige l’International Forum on Globalization (vedi IFG.org per l’intero elenco dei programmi).

Nel 1996, Mander e Edward Goldsmith riunirono diversi scrittori di primo piano per contribuire ai saggi del libro intitolato The Case Against the Global Economy.
Questi analisti fecero previsioni circa gli effetti dannosi del potere multinazionale inesorabilmente a senso unico e dei loro accordi commerciali aziendalisti, come il WTO (World Trade Organization) fatto sotto la presidenza di Bill Clinton e il NAFTA ratificato di recente.
Diciotto anni fa, questi capitoli sembrarono provocatori ed estremisti ai “liberisti” asserviti alle multinazionali.
Oggi, la lettura di questi saggi (con la conoscenza degli effetti successivi di tali accordi per i lavoratori, l’istruzione, la cultura, l’energia, l’ambiente, i media, le forniture alimentari, i prodotti farmaceutici, l’uso del suolo, la brevettabilità delle forme di vita, il colonialismo dello sviluppo e dei processi democratici) rende il libro profetico.
18 anni fa, molti definirono questo libro come un’esagerazione quando in realtà sottovalutò i danni fatti dalle multinazionali incontrollate alle persone con diversi status economici sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati.

Il capitolo di William Greider, intitolato “Citizen GE”, rimane una delle rassegne più brillanti e succinte mai scritte sull’avidità di una società globale.

Il libro si muove dentro le proposte di “rilocalizzazione” dei sistemi economici, delle valute, delle comunità e dell’agricoltura.

Mr. Mander vede la conferenza di questo fine settimana come un aggiornamento che scuota dal torpore e come un appello a agire per mutare con urgenza la tecnologia/scienza segreta e aziendale che serve le intersezioni strette del consumismo a breve termine a discapito degli esseri umani e dei valori globali più ampi.

I giganti societari, intenti al dominio attraverso le deleghe governative, il potere monopolistico condiviso e la propaganda, non sono ciò che il filosofo/matematico Alfred North Whitehead aveva in mente quando disse che una grande società è quella in cui “i suoi uomini d’affari pensano molte delle loro funzioni”.

Per i padroni aziendali, non importa quanto siano evidenti le meravigliose conseguenze non intenzionali del loro dominio, ancora marciano per gli imperativi degli utili trimestrali, dei prezzi delle azioni e dei bonus dei dirigenti.

Con tali parametri di valutazione basati solo sul misurare il loro successo, non c’è da stupirsi se le imprese globali di oggi, quelle energetiche, le farmaceutiche, “della difesa”, quelle bancarie, minerarie, ecc - sono macchine che concentrano potere tese alla sconfitta, alla diminuzione o alla cooptazione di tutte le forze che avanzano valori civici, politici o economici contrari.

Una delle lotte meno raccontate e irregolari è quella tra la scienza aziendale e la scienza accademica.
A differenza della scienza accademica, quella aziendale non è ben verificata, se non con l’inganno di alcuni scienziati accademici ben compensati e corrotti - una pratica nota sia per le industrie del tabacco sia per le farmaceutiche.
La scienza aziendale è reticente (il proprietario è l’uomo elefante), potente politicamente e promossa intensamente dai media.
Si è intrinsecamente legata alla tutela e alla promozione di attività redditizie sul piano commerciale che sono spesso pericolose o nocive per le persone e per l’ambiente.

Un esempio è la Monsanto Corporation la quale comprende un’unità globale per utilizzare monopoli di brevetti e l’influenza politica per cambiare la natura della natura.
Le colture geneticamente modificate e senza etichetta della Monsanto sono ampiamente non regolamentate, come notato da Scientific American, la quale ha detto: “Purtroppo, non è possibile verificare che le colture geneticamente modificate siano create come pubblicizzato. Questo perché le aziende Agritech hanno dato a se stesse il potere di veto sul lavoro dei ricercatori indipendenti” (20 luglio 2009).

Così, la scienza aziendale è troppo distante da un’adeguata responsabilità pubblica.
Questo porta ad applicazioni ingegneristiche rapide prive del rigoroso processo di testing e verifica libera richiesto dalla sua controparte più morale, la scienza accademica.

Sono queste implementazioni ingegneristiche rapide, così come la loro applicazione errata e la propaganda pubblica che la discussione alla Cooper Union cerca di affrontare.
C’è un precedente per questo lavoro.
Il motore a combustione interna inquinante fu messo in discussione raramente fino agli anni Sessanta, quando uno scienziato di Caltech collegò le sue emissioni allo smog.

Una parte della conferenza alla Cooper Union su “Tecno - utopie e il destino della Terra” si riferisce a quello che Mr Mander chiama “Quali vie d’uscita? Ingredienti di cambiamento”.
Va notato che non vi è alcun pannello o argomento incentrato sulla realtà fondamentale della mancanza di un quadro etico o giuridico in cui queste tecnologie devono operare.
Considerate i semi OGM, le nano-tecnologie, i droni da guerra, la biologia sintetica, la robotica medica, i sistemi d’arma, i dispositivi di sorveglianza e tanto altro!
Dove è la legge di regolamentazione?
Dove è la discussione civica su ciò che queste “macchine” e la tecnologia fanno presagire sui nostri valori sociali e morali?

Ci saranno numerosi interventi che sosterranno l’autosufficienza locale, le imprese comunitarie, “i valori indigeni e i diritti della natura”, “La vera contabilità dei costi”, e “l’economia statale stazionaria”.
Ma ci sono dei limiti agli sforzi delle persone che promuovono l’autosufficienza locale nel settore civile.
Ostacoli banali, come il Congresso, non possono essere ignorati.
Il braccio del governo del corporativismo gigantesco e la sua influenza sui nostri politici a contratto soffoca le iniziative per spostare il mercantilismo e il potere corporativo.

Non vi è alcun sostituto per la mobilitazione politica delle persone tanto necessaria in ogni distretto congressuale per espandere gli sforzi locali realizzati e innescare un dibattito nazionale e una trasformazione delle nostre priorità attualmente invertite e delle dominazioni plutocratiche (vedi IFG.org).

Tradotto il 06/04/2015 da F. Allegri.

 
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Fondersi o stare fermi

Post n°877 pubblicato il 31 Marzo 2015 da amici.futuroieri
 

CONSIGLIO COMUNALE DEL 30/03/2015
Fondersi o stare fermi

Di F. Allegri
Negli ultimi quindici giorni ci sono stati due consigli comunali a Cerreto Guidi.
Quello del 18 marzo è durato solo 3 minuti perché le opposizioni sono uscite dall’aula per replicare a quanto accadde a dicembre e in tal caso la maggioranza ha potuto discutere solo la delibera sul revisore dei conti da nominare.
A breve distanza abbiamo avuto un secondo consiglio che ha ristabilito la normale vita democratica e amministrativa, seppur ad un livello di mediocrità che andrà approfondito.
Tanti gli argomenti trattati, ma tutti con una rilevanza minima o ininfluenti.
Al primo punto c’era una delibera sulle partecipate nazionali.
Si tratta di una delle piccole riforme del governo Renzi: a Cerreto e nell’Empolese questa diventa minuscola dato che molti comuni dell’Unione si limiteranno a cedere i loro zero virgola zero di partecipazione alla banca cosiddetta etica e niente più. Il comune di Cerreto cederà il suo 0.09.
L’azione della giunta è finita qui.
Le opposizioni hanno portato varie questioni.
Il centro destra chiede di celebrare il giorno della memoria delle foibe. La data sarebbe il 10 febbraio e il comune ha comunque preso un’iniziativa minima. Se ne riparlerà.
Su segnalazione del centro destra e dell’assessore Feri, la Total Erg ha risolto il problema del parcheggio selvaggio al loro distributore di Pieve a Ripoli.
Il centro destra ha chiesto anche di migliorare ulteriormente l’illuminazione di Via del Serraglio e di ricontrollare la segnaletica stradale della strada.
La giunta ha preso un impegno formale.
Rosso Cerreto si è soffermato sul tema degli immobili comunali danneggiati dal downburst con più interrogazioni. La regione ha riconosciuto la somma urgenza e stanziato oltre 400.000 euro.
La regione ha stanziato anche 1.200.000.
Subito dopo la seconda interrogazione di Rosso Cerreto ha riguardato la futura destinazione dell’edificio della ex scuola elementare Santi Saccenti.
La giunta ha sottolineato che i lavori sono in corso e che la destinazione dell’edificio è quella prevista dal piano regolatore.
In pratica, chi volesse venderla o riutilizzarla avrebbe il problema degli ulteriori lavori da fare per metterla a norma per destinarla ad altre finalità!
Questa è una verità che vi scrivo io.
Inoltre va segnalato che sia Rosso Cerreto che i 5 Stelle si sono interessati a sollecitare la giunta per spingerla a presentare progetti per avere finanziamenti per realizzare le scuole comunali.
E’ chiaro che la giunta l’aveva già fatto: chiedere non costa nulla!
Abbiamo un progetto da 2 milioni e mezzo per la nuova scuola elementare e uno da 816.000 per una nuova materna.
Al momento non ci sono certezze sul buon esito delle richieste, io la vedo durissima.
Successivamente il consigliere Barontini della lista civica ha annunciato le sue dimissioni dalle commissioni comunali create ad inizio consuliatura che al momento si sono riunite poche volte e non han prodotto alcun risultato politico.
Barontini ha fatto questo gesto per tornare a dare risalto ai consigli comunali che ultimamente non ci sono stati per 3 mesi.
Anche il centro – destra ha chiesto di attivare maggiormente le commissioni e di convocarle attraverso i messi comunali.
Ci sarà il consiglio comunale aperto a Stabbia sul downburst. Io non so a cosa serva oggi, ma sarò presente e son contento che sia stata una decisione unanime, seppur tardiva.
Questo è tutto ed è molto poco.
Questa è la sola politica possibile per i piccoli comuni, oltre la destra, la sinistra oltre i movimenti e le liste civiche, almeno nella Toscana di oggi.
L’unica alternativa a questo grigiore è la Fusione dei comuni.
Solo i comuni che si fondono possono avere i fondi per fare scelte importanti e rilevanti, anche di parte.
Una fusione non si fa in un giorno e servono comunità e leadership politiche consapevoli.
La strada è lunga, ma è la sola percorribile.

 
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Ebola! Prevenzione e responsabilità

Nell’Interesse Pubblico
Ebola! Prevenzione e responsabilità

Ralph Nader
17 ottobre 2014

Ebola! Ebola! Ebola!
La parola è ovunque — il nome del virus mortale dell'Africa occidentale, con un tasso di mortalità al settanta per cento.
Un senso di terrore e sgomento sta cominciando a diffondersi nel nostro paese.
Fare delle domande vitali farà luce su come fermare la diffusione dell'epidemia attuale e sul prevenire quelle future.
Le politiche che influenzano sia le malattie infettive che le istituzioni concentrate sul trattamento, la cura e i focolai derivanti devono essere rielaborate per offrire un sostegno più forte alle nazioni quasi prive di strutture sanitarie pubbliche.

Da quando l’Ebola fu portata in Congo dal fiume Ebola nel 1976, essa ha sporadicamente colpito villaggi remoti in Africa occidentale.

Perché i paesi occidentali non hanno risposto con la loro scienza medica avanzata e con i laboratori di ricerca?
Per la stessa ragione per la quale furono in ritardo nel rispondere alla malaria, alla tubercolosi risorgente e all’HIV/AIDS che insieme continuano a prendere milioni di vite ogni anno.
Queste malattie prevalgono nei paesi in via di sviluppo e inizialmente erano rare nei paesi sviluppati.
Fino a quando, come con l'HIV/AIDS, si fanno strada verso le nazioni occidentali.

Perché il National Institutes of Health (NIH) non ha prevenuto correttamente l’Ebola?
Lo ha fatto, secondo il direttore del NIH, il dottor Francis Collins.
“NIH ha lavorato sui vaccini Ebola fin dal 2001”, ha affermato, attaccando i finanziamenti limitati del Congresso per lo sviluppo di un vaccino e delle terapeutie.
Il Dr. Collins ha detto che con i finanziamenti, “probabilmente avremmo avuto un vaccino in tempo ...”

Cosa ha finanziato il Congresso?
Ha versato migliaia di miliardi di dollari nella distruzione generalizzata, il pantano della “Guerra al Terrore”, che ha diffuso i gruppi come Al - Qaeda e l’instabilità violenta in una dozzina di paesi con una classica “ritorsione” contro gli Stati Uniti

Insieme con gli stimabili Medici Senza Frontiere, sollecitai i presidenti Clinton, Bush e Obama a fare la lotta contro gli invisibili ma pesanti “terroristi” virali e batterici come una delle principali priorità.
Con la pressione organizzata dalle vittime dell’HIV AIDS e dalle loro famiglie, il governo degli Stati Uniti fu costretto ad affrontare questa malattia a livello nazionale e in Africa.
Tuttavia, non c’è nessuna lobby delle vittime per la lotta internazionale contro la malaria e la tubercolosi.
I modesti incrementi dei finanziamenti pubblici per la prevenzione e il trattamento della malaria e della tubercolosi sono dovuti in misura significativa agli sforzi del senatore Patrick Leahy (D-Vermont) e di alcune fondazioni o di alcuni gruppi di cittadini come Princeton Progetto 55.

Collettivamente, il popolo americano dovrebbe dare al Congresso il compito per evitare tale abbandono mentre gli esperti mondiali in queste e in altre malattie infettive dicono “non è una questione di se, solo una questione di quando”.
Budget enormi sono stati approvati dai membri di entrambi i partiti per le armi di distruzione di massa che ricordano gli anni dell'ostilità dell’Unione Sovietica.
Se lo status quo persisterà, le elemosine fornite dal Congresso faranno ben poco per contrastare le malattie infettive che hanno ucciso e continueranno a uccidere milioni di persone.

Che faranno le aziende farmaceutiche super redditizie — coccolate con enormi crediti d’imposta e con i miliardi di dollari nello sviluppo di farmaci finanziati dai contribuenti dati gratuitamente alle società farmaceutiche selezionate come Pfizer e Bristol – Myers - Squibb?
Esse hanno evitato a lungo di fare un lavoro sui vaccini, perché, a differenza dei farmaci da stile di vita, come il Viagra o da quelli per malattie croniche come l’ipertensione, i vaccini non sono presi tutti i giorni o spesso.
I vaccini non hanno lo stesso rendimento degli investimenti che le aziende farmaceutiche fanno sui farmaci da assumere giornalmente per una varietà di condizioni e trattamenti.

Durante l’evitabile guerra del Vietnam, la seconda causa principale, dopo gli infortuni di guerra, del ricovero dei soldati americani fu la malaria.
Il Pentagono si stufò del rifiuto delle case farmaceutiche americane di fare qualche ricerca per i farmaci anti-malarici e istituì una propria divisione di ricerca di grande successo al Walter Reed Army Hospital.
E fu laggiù che i medici specializzati e altri scienziati svilupparono la maggior parte delle scoperte dell’epoca per i farmaci anti-malarici con una frazione del prezzo che le aziende farmaceutiche avare avrebbero chiesto ai pazienti per l’accesso allo stesso farmaco.

Per l’industria farmaceutica l’indifferenza non è nuova.
Il pubblico dovrebbe esigere che Big Pharma vomitasse parte dei suoi profitti, fermasse la ricarica sugli americani dei prezzi più alti del mondo, e che creasse un fondo per pagare la ricerca sui farmaci che possono frenare la diffusione delle malattie infettive.

Un’altra domanda è perché ci sono così pochi medici e operatori sanitari in questi paesi africani?
Il Dr. E. Fuller Torrey ha scritto di recente sul Wall Street Journal che per anni gli Stati Uniti sono stati la causa della fuga di cervelli dei medici africani (e degli altri operatori sanitari), a causa di una carenza di medici del tutto prevenibile nel nostro paese.
Ha scritto, “La perdita di questi uomini e donne ora si riflette nei casi di grave carenze di manodopera medica in questi paesi, nell'assenza di una leadership medica locale così importante per rispondere alla crisi, e in un collasso o quasi collasso dei loro sistemi di salute e cura”.

Egli ha stimato che la Liberia, un paese di 4 milioni di persone, abbia solo 120 medici liberiani, mentre c’erano 56 medici liberiani specializzati che lavoravano negli USA nel 2010.

Con le preferenze ai visti H-1B, abbiamo attirato medici e infermieri provenienti dai paesi in via di sviluppo che ne avevano un bisogno disperato.
Al contrario, Cuba, un paese molto più piccolo e meno ricco, ha inviato migliaia di medici nel corso di decenni per aiutare i paesi bisognosi in America Latina e in Africa.
Proprio questo mese, Cuba ha annunciato di aver inviato 165 operatori sanitari in Sierra Leone con altri 296 medici e infermieri che si sono recati in Liberia per contribuire a contrastare la diffusione dell’Ebola.

Andando più a fondo, potremmo chiederci come le politiche di “aggiustamento strutturale"” della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale spogliano i paesi in via di sviluppo dei fondi che avrebbero potuto essere spesi per la sanita e le opere pubbliche.
Allo stesso tempo, la Banca Mondiale e il FMI hanno spinto questi paesi a tagliare i sussidi alimentari ai consumatori e a cambiare la terra che aveva prodotto cereali e verdure per le popolazioni locali in terra per la coltivazione di colture per l’esportazione la quale drena questi guadagni per pagare i loro debiti sempre crescenti verso queste istituzioni finanziarie.

Finché le nazioni occidentali continueranno a politicizzare l’Organizzazione mondiale della sanità e a tenerla al guinzaglio del bilancio ristretto (il suo budget annuale è inferiore a qualsiasi ricavo dei più grandi ospedali di Boston, Cleveland, New York o Houston), esse giocheranno con il destino di milioni di persone, comprese quelle in Europa e in Nord America.

Ammettiamolo, quando si tratta di mettere in atto programmi di prevenzione e di riordino delle nostre priorità pubbliche, solo noi, il popolo possiamo farlo.
I cittadini sono i primi soccorritori di una democrazia.
La prima mossa è facile; chiamare 202-224-3121 e appellarsi ai vostri Senatori e ai Rappresentanti.
Se non parlerete al telefono con i rappresentanti eletti, ponete ai loro assistenti le vostre domande e richieste e chiedete una lettera dettagliata che descriva ciò che i vostri legislatori intendono fare sulle epidemie di malattie infettive.
Nessuno può impedirvi di fare questo primo passo.

Tradotto da F. Allegri il 30/03/2015.

 
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