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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

 

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La resurrezione

Post n°1456 pubblicato il 21 Aprile 2015 da francesconapoli_fn

Gesù e i sadducei

Dal Vangelo secondo Marco 12,18-27: (In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore»). PAROLA DEL SIGNORE.

Fratelli, quest'oggi ho voluto prendere in considerazione il pezzo di Vangelo del capitolo 12 di Marco in cui, Gesù, interrogato dai sadducei, setta ebraica che negava la resurrezione, si trova a rispondere ad una delicata questione.

Commento a cura del Movimento Apostolico: (Il cammino della rivelazione, nel tempo, è lento, molto lento. A volte esso è fatto di piccolissimi passaggi, quasi insignificanti, al tempo in cui essi avvengono, tuttavia introducono nella storia un modo nuovo di vedere, sentire, percepire, cogliere la realtà, vivere ogni altra relazione con Dio e con gli uomini. A volte un solo evento, una sola frase, un'unica parola può dare all'intera storia un nuovo corso.

Questa forza rivoluzionaria non è solo dei profeti. A volte essa appartiene ad ogni figlio di Abramo. Non necessariamente il Signore è obbligato a parlare attraverso i suoi profeti, può anche ispirare un figlio del suo popolo perché introduca nella storia una vera rivoluzione culturale. Si pensi ad esempio ai cultori della sapienza, ai narratori delle opere di Dio, allo stesso padre di famiglia cui incombeva l'onere dell'educazione secondo la Legge dei suoi figli. Il Signore non ha corsie preferenziali. Ogni uomo, ogni cuore, ogni bocca può essere strumento della sua profezia. Se da un lato vi è questo progresso ininterrotto del cammino della rivelazione - per noi del Nuovo Testamento del cammino della verità a tutta la sua pienezza sotto la potente, sapiente, intelligente, prudente guida dello Spirito Santo, dall'altro vi sono i nostalgici dei tempi che furono che si chiudono ad ogni sviluppo della manifestazione di Dio nel tempo. Costoro non sono tradizionalisti. Sono invece i veri rinnegatori della tradizione, dal momento che la tradizione non è la registrazione di ciò che fu, ma è la vita della Parola nel tempo degli uomini e lo sviluppo della divina verità.

Nulla è più deleterio per la rivelazione del tradizionalismo cieco. È cieco ogni tradizionalismo che non consente alla Parola di Dio di manifestarsi in tutta la pienezza della sua verità. La tradizione è viva, sempre in cammino verso il suo compimento, la perfezione della verità, la luce più radiosa, la conoscenza più pura. La tradizione è sempre capace di camminare nell'oggi della storia, per farsi compagna di ogni uomo che vive in un contesto particolare. Questa verità mai dovrà essere dimenticata. Tradizionalisti ciechi, stolti, insipienti sono i sadducei. Costoro vivono di una religione morta. La loro fede è senza vita, perché senza sviluppo.

L'argomento dei sadducei è artificiale, non reale. È il caso limite portato al sommo delle sue possibili conseguenze. Gesù risponde che tra la vita di quaggiù e la vita di lassù non vi è alcuna similitudine o rassomiglianza. La vita dell'eternità non è una continuazione della vita presente. Dopo il tempo tutto si trasformerà, anche il corpo dell'uomo sarà trasformato dalla potenza di Dio. È un corpo tutto spirituale, glorioso, incorruttibile, immortale, semplicemente angelico per i giusti. Mentre per i dannati è di ignominia, tenebroso, tetro. Nella condizione angelica dell'eternità, nessuno dovrà più sposarsi. Inoltre la risurrezione non è il frutto di una evoluzione di natura. È vera nuova creazione per opera della divina onnipotenza. Come il Signore ha creato dal nulla tutte le cose, in quell'ora sarà capace di creare ad ogni uomo il suo corpo, lo stesso suo corpo che ha avuto mentre era in vita, trasformato, reso spirito).

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera fede.

 
 
 
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Amen.

 

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