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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

 

Gesù è il pane della vita

Post n°2174 pubblicato il 03 Agosto 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Giovanni 6,24-35: (In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla diciottesima domenica del tempo ordinario. La Liturgia prosegue con il capitolo sesto del Vangelo di Giovanni. La folla cerca Gesù, vogliono farlo re. Hanno mangiato a sazietà e sono convinti di aver finalmente trovato un messia all'altezza delle loro attese. E delle loro esigenze. Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la folla è sedotta dal potere grandioso del Maestro. Ma Gesù, come sempre, ribalta le attese e le pretese dei suoi seguaci. Perché cerchiamo Gesù? Cosa ci aspettiamo? Cosa desideriamo? Che idea abbiamo di lui? Conosciamo davvero la sua Parola e la sua vita? Abbiamo più interesse del miracolo o di applicare i suoi insegnamenti? Il Vangelo ci interpella, ci scuote, vuole mettere a nudo la nostra ricerca. Il dialogo con la folla rivela un punto chiave sul quale dobbiamo ancora lavorare parecchio. La gente chiede: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?". Sono preoccupati del "fare", ma Gesù sposta il problema: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato". Il problema non è fare o non fare, ma mettere Gesù al centro della nostra vita. Possiamo continuare a inseguire il pane del mondo che ci procurerà di nuovo fame e non ci darà la vera felicità, oppure stare a mani aperte e ricevere il pane della vera vita che profuma di gratuità e che conserva la dolce fragranza del vero pane del banchetto eterno nel regno dei cieli. Ecco che allora dobbiamo fare la nostra scelta volta al nostro benessere spirituale).

 
 
 

La moltiplicazione dei pani e dei pesci

Post n°2173 pubblicato il 27 Luglio 2024 da francesconapoli_fn
 

 

La moltiplicazione di pani e pesci

Dal Vangelo secondo Giovanni 6,1-15: (In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, sfamare, dissetare, saziare nell’anima e nel corpo è il compito a cui il buon Dio ha provveduto personalmente sin dal principio: Egli con sapienza infinita, creato l’uomo a sua immagine, ha provveduto con i frutti della natura a dargli l’habitat e tutto il necessario per vivere. Nell’atto creativo ha legato a sé la creatura con un vincolo di amore, fonte di un totale naturale benessere. Dopo il peccato tutto è diventato complicato e difficile per l’uomo. Dio, pur non cessando di alitare la vita sul mondo con il suo Spirito, dice all’uomo: "Ti guadagnerai il pane con il sudore della fronte" e aggiunge: "La terra ti germinerà triboli e spine". Di conseguenza molti interventi straordinari nella storia della salvezza sono occorsi per venire incontro alla sete e alla fame dell’uomo o di un intero popolo. Basti ricordare le vicende del popolo eletto mentre vaga nel deserto. Anche ai nostri giorni quello della fame e della sete sono tra i più urgenti e gravi problemi per milioni di esseri umani. L’intero continente africano è assetato e affamato ed è un fenomeno in crescita! Gli apostoli lanciano a Gesù una duplice sfida: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?»: "comprare": è la via iniziale di una umana debole solidarietà. "E Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». Il buon Dio sempre ci coinvolge nei nostri problemi, sempre chiede la nostra collaborazione, ma poi sa lui come sconvolgere e superare le logiche umane per far emergere la fede e imboccare la via feconda dell’amore. Nell’era della tecnica e della scienza è difficile comprendere la forza e le infinite energie che scaturiscono da un sacramento di comunione dove il pane e il vino diventano la carne e il sangue del Figlio di Dio. Noi cristiani però dovremmo ormai sapere, con la certezza della fede, che proprio da quel banchetto umano divino sgorgano le virtù che uniscono l’uomo a Dio e l’uomo all’uomo con vincoli di carità, di generoso altruismo, di vera completa disponibilità. Facciamo in modo, con l'aiuto del Signore, di recuperare questi valori, abbandonando l'egoismo e particolari interessi personali, per amore di Dio. Così sia).

 
 
 

La compassione di Gesù

Post n°2172 pubblicato il 20 Luglio 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù insegna alla folla

Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34: (In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: Cari lettori, siamo giunti alla sedicesima domenica del tempo ordinario. In una manciata di versetti, l'evangelista Marco ci offre la possibilità di contemplare la compassione e la tenerezza del Maestro. È come se Gesù fosse schiacciato tra due urgenze: da una parte, il riposo dei suoi che ritornano dalla missione e, dall'altra, la folla che lo cerca ansiosamente. Il Maestro si preoccupa per i suoi discepoli e li invita stare con lui, a riposare; li invita al silenzio per riordinare le parole dette e le parole ascoltate durante la missione. Mi affascina l'attenzione fraterna di Gesù verso i suoi discepoli: non li sprona a dare un bilancio esaustivo e completo dell'attività appena conclusa, ma li invita al riposo. Per Gesù, al centro, sempre sta la persona, non la sua attività o la sua responsabilità. Ma, allo stesso tempo, la gente lo cerca, la folla si mette in camino sui suoi passi. E Gesù non resiste, non puó sottrarsi. La compassione non è una virtú tra le altre, è la natura stessa di Gesù, è la sua essenza. Il maestro cambia i piani: lascia i suoi discepoli riposare tranquilli e si dedica alle pecore senza pastore. Rileggiamo lentamente il brano di Vangelo e pensiamo che tutti abbiamo davvero bisogno di imparare da Gesù l'arte della compassione e della tenerezza, imparare a cambiare i nostri piani, a mettere le persone al primo posto, a trasformare il nostro sguardo in un abbraccio pieno di vita e passione per ogni uomo e ogni donna che incontriamo nel nostro cammino. Amen).

 
 
 

Gesù manda i suoi discepoli in missione

Post n°2171 pubblicato il 13 Luglio 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù e i suoi discepoli

Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13: (In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, la strategia missionaria di Gesù è davvero sorprendente. Dopo essere stato snobbato dai suoi paesani e aver potuto realizzare solo poche guarigioni, invece di prendersi un tempo di riflessione, il maestro invia i suoi discepoli in missione. Se ci fossimo trovati al posto di Gesù, ci saremmo presi una settimana di vacanza per rimettere le cose in ordine e riprogrammare con calma l'attività pastorale, ma Gesù sa bene che la partenza in missione non si fonda sull'ampiezza del consenso, ma sull'urgenza del Vangelo. Nel nostro testo è molto evidente che la missione è segnata fin dall'inizio dalla possibilità del rifiuto, e Gesù dà indicazioni ben precise al rispetto: "se non vi ascoltassero... se non vi accogliessero...". Il maestro affida un compito, ma non garantisce il risultato. Il rifiuto dei suoi compaesani e il martirio di Giovanni Battista, narrato da Marco immediatamente dopo l'invio in missione, chiariscono benissimo questa prospettiva. Il discepolo non deve misurarsi sulla visibilità in termini numerici, ma sulla qualità e lo stile dell'annuncio, anche se dovessero essere minimi i risultati. Il maestro ci chiede di essere fedeli al Vangelo, non di riempire stadi o piazze; ci invita a spargere ovunque il seme della Parola, ad essere generosi, a non preoccuparci di contare. L'unica cosa che conta è la fedeltà al progetto del Regno. Colui che vorrà ascoltare le nostre parole, saprà come accoglierle. Amen).

 
 
 

Gesù giunge nella sua patria

Post n°2170 pubblicato il 06 Luglio 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6: (In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla quattordicesima domenica del tempo ordinario e il Vangelo ci invita a meditare sulla fede. Gesù, con i suoi discepoli, ritorna nella sua patria e deve fare i conti con uno stereotipo sociale. I suoi compaesani sono stupiti e perfino scandalizzati dalla sua persona e dalla sua missione. Lo conoscono bene: è cresciuto in mezzo a loro, lo hanno visto fin da bambino, conoscono la sua famiglia e i suoi parenti. Sanno che Gesù è un falegname, il figlio di Maria. E proprio questo è lo scandalo: la pretesa di Gesù, uomo tra gli uomini, falegname di provincia, d'essere la trascrizione storica e carnale della presenza dell'Eterno. Lo scandalo della fede è costituito dal fatto che la potenza e la sapienza di Dio si manifestino nella debolezza di un amore fatto carne. Lì, davanti ai loro occhi, sta il Figlio di Dio, il Messia atteso. E loro non gli credono. Le loro convinzioni appannano i loro occhi. In tutto il racconto di Marco, questa è l'unica cosa che provoca la meraviglia di Gesù. Il Maestro ha calmato tempeste, scacciato demoni, resuscitato morti ma contro l'incredulità dei suoi compaesani non può fare nulla. Tutto ciò è un monito per noi affinché in ogni problema e in ogni necessità, crediamo fermamente in lui che egli può tutto, anche l'impossibile. Senza la nostra fede, egli non può operare miracoli. Ma se ci crediamo, egli è in grado di spostare le montagne dei nostri problemi, purché sia nella volontà di Dio. Amen).

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: francesconapoli_fn
Data di creazione: 01/06/2010
 

San Michele Arcangelo

San Michele Arcangelo, donaci la forza per tenere lontano le insidie del maligno. Ricaccia negli inferi gli spiriti malvagi e custodisci con la tua potenza i figli di Dio. Amen.

 

Sacro Cuore di Gesù

Sacro Cuore di Gesù purificaci da ogni macchia di peccato e donaci salute e salvezza.

Amen.

 

San Pio

O San Pio da Pietrelcina, intercedi per noi presso Gesù affinché ci siano concesse le grazie materiali e spirituali necessarie per ottenere la salvezza eterna di ognuno di noi, cosicché possiamo rendere gloria a Dio come Lui vuole, con cuore, anima e mente. Amen.

 

 

Sant'Antonio di Padova

O Sant'Antonio, che hai preferito abbandonare la dottrina per vivere nella semplicità, sul tuo esempio, aiutaci a vivere come umili cristiani pieni di sante virtù, la cui grande ricchezza sta nell'essere con Cristo, Salvatore del mondo. Amen.

 

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