Creato da Superfragilistic il 30/07/2008

Sonoviva

Un blog di denuncia, osservazione e critica possibilmente costruttiva

 

Messaggi di Ottobre 2015

UNA MANOVRA PIU' SQUINZIANA E VERDIANA CHE DI SINISTRA

E' apparsa subito per quello che era questa manovra economica cosiddetta di sinistra. O meglio sedicente di sinistra, come rivendicato dal suo fiero artefice Renzi. Lo abbiamo visto snocciolare frasi ad effetto facendo scorrere i cartelloni o slides piene di annunci di sinistra. Una manovra che combatte l'ingiustizia sociale e porta più ricchezza. Dove si abbassa di molto il peso delle tasse, purché si faccia parte della categoria dei possessori di case, castelli, dimore storiche, manieri, casali. Perché l'80 per cento degli italiani sono possessori di casa e dunque li aiutiamo proprio tutti, che siano poveri o che siano ricchi. Perché ci sarebbe stato un altro modo per farlo con giustizia, e sarebbe stato quello delle detrazioni in base al reddito. Macché, signori! questo è il Governo di Renzi e Verdini e non si rivolge certo ai poveri Cristi, se non per slogan e battute. Lo aveva fatto Prodi, padre del PD, ma Renzi è  come l'Isis che ha bisogno di radere al suolo le vestigia del passato.

Questi nostri nuovi Costituenti non mi ero accorta che avevano messo mano anche alla Parte I della Costituzione, quella che disegna il nostro straordinario patrimonio di valori che, poi dovrebbero trovare fiato nella politica. Si tratta dell'articolo 53 che recita

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Due semplici frasi separate da una interpunzione decisa, a sottolineare la fermezza di ognuna delle due e la compattezza del concetto di solidarietà, imprescindibile in una società imperniata sui valori della democrazia e della convivenza nel reciproco rispetto.

Il nostro Presidente, nel suo caratteristico  burlonesco idioma toscanaccio, annunciava un'altra grande misura di equità volta all'incremento dei consumi che consisterebbe nell'aumento,  per il contante spendibile, fino al limite di 3000 euro. Bella misura che consentirà finalmente agli evasori ed ai riciclatori di denaro proveniente da illeciti, di poter acquistare beni e servizi tutto cash, riciclando tanto denaro con diverse operazioni in contante. L'ex Ministro Visco, che fu quello che risanò l'INPS e che ancora tutti ringraziano per le sue forti azioni contro il sommerso, ha dichiarato che credeva fosse uno scherzo ma poi si è arreso all'evidenza della dichiarazione del toscanaccio di cui sopra; che, parlando della sua splendida manovra di sinistra, si interrompe di tanto in tanto con commenti autocelebrativi del tipo'bello è?' oppure' sono contento di dire questa cosa'. Poi, all'Europa che gli diceva che di solito si aiutano i poveracci e si aiuta il lavoro detassando quest'ultimo e non la casa ( e non si parlava poi dei Castelli......) lui tronfio ripete oggi che 'se ce la bocciano io la ripresento tale e quale'. E a me, mamma di vecchi stampo, mi viene la voglia di trovarmelo davanti per dirgli ' la ripresenti tale e quale?' e lui 'si' ed io sganassone. E poi, 'allora, come la presenti?' 'Tale e quale' altro sganassone. Perché si può fare la più grande porcata, ma poi non la si può far passare come legge finanziaria di sinistra; diciamo le cose come stanno: questa manovra è figlia del Governo Renzi Verdini con anche Squinzi. Dove Verdini rappresenta il successore del referente per la mafia Silvio Berlusconi ed, a posto suo, garantisce il proseguo degli investimenti che la mafia ha fatto con il primo molti anni fa, nell'altro secolo, quando prestava a Berlusconi il miliardo perché lo facesse molto fruttare. Inutile dire che non si parla dei tanto maltrattati professionisti a partita IVA ai quali si era promessa giustizia e di cui ci si era dimenticati la scorsa volta. Ma che vuoi fare, ce ne scordiamo di nuovo tanto non contano un cazzo.

 

 

 
 
 

ANCORA SUL SINDACO MARINO

Proprio stamattina mi sono imbattuta nel blog FRANCESCOLUNA ed ho letto da cima a fondo il suo approfondito post su Marino e sul perché d  tutta quella ferocia volta verso di lui.

Per questo mi piace condividerlo con voi qui sotto

http://www.francescoluna.com/?p=255

Tutto torna ed è chiaro e Francesco analizza bene tutti i vari episodi avvenuti in successione, la cattiva fede volta ad indurre reazioni studiate. 

Che Roma non consegni definitivamente ai barbari la città eterna

 
 
 

LE MARINIADI ovvero la storia di un uomo e dei suoi detrattori

 

 

E così, daje che te ridaje, Marino ha dovuto mollare la presa. Certo non si può dire che non ci abbia messo del suo, ma credo che sarebbe veramente ingiusto buttarsi in questo terribile agone al massacro, condotto proprio dal suo partito di riferimento, il PD; sarebbe ingiusto perché vorrebbe dire, innanzitutto, non guardare a trecentosessanta gradi e non analizzare le varie componenti che a questo massacro hanno portato.

Provo a metterci del mio con le poche conoscenze dirette che ho dei lavori pubblici: penso alla non proprio limpida gestione degli appalti ancora solo in parte venuta alla luce. Immagino un sindaco esemplare in tema di gestione della Città, come ad esempio Veltroni. Ci sono problemi viari su cui intervenire con la massima sollecitudine? Si chiama la Ditta amica, quella che vince sempre gli appalti o a cui si assegnano senza gara quei lavori di manutenzione: quella ti manderà subito degli operai per porre rimedio alla tua emergenza, certa che poi ne sarà ampiamente ricompensata. Esempio veramente piccolo ma a me noto e largamente usato dalle Amministrazioni. La Ditta amica ti viene incontro, ti dà una mano e poi una mano lava l'altra. Ovviamente parlo di piccole cose, ma anche grandi quando ciò si faceva durante il post terremoto con legislazioni speciali che non includevano limiti agli importi cantierabili senza gara, dato che c'era l'urgenza. Ci ricordiamo ancora servizi su servizi televisivi sulle ruberie dei fondi destinati alla ricostruzione; ruberie che iniziavano dal politico di turno e finivano all'ultimo burocrate dell'ufficio periferico, pure lui con la sua piccola parte di guadagno. Senza che per questo fossero tutti ladri solo che quelli in minoranza non avevano voce o forza per scoperchiare la pentola perché non appoggiati da nessuno, e quando dico nessuno mi riferisco anche alle rappresentanze interne del Sindacato per capirci.

Questo, moltiplicato per tanti tanti soldi ed in tanti altri campi fa la somma di quello che Ignazio Marino, suo malgrado, è andato a scoperchiare. Perché quando si agisce in quella maniera, la faccia della città la si tiene pulita in modo che non vengano alla luce le ruberie; quando, viceversa, queste vengono a galla, diventa difficile pensare che i tanti livelli coinvolti stiano a guardare la fine delle danze. Ed   intanto le tue buche diventano armi preziose nelle mani delle belve.

Ma i disservizi oramai a Roma sono tanti, troppi, e le voci sono tutte concordi nel puntare il dito verso l'uomo, ‘Ecce Homo’. Non che voglia paragonare Ignazio Marino a Cristo, per carità, ma dai! la sfiga pure di essere attaccato dal Papa, questo è troppo! E perché? Magari perché a Roma, ovvero nella Città sede del Vaticano, lui aveva istituito un Registro delle Unioni Civili di Gay e Lesbiche? sembrerebbe così tanto strana una simile ipotesi? Certo che lui non avrebbe dovuto dirlo ma per me quell’uscita del Papa è stata una terribile caduta di stile ed anche io penso che avrebbe dovuto tacere. E poi Cruciani che intervista il monsignor Paglia fingendosi Renzi? Il Monsignore non si è arrabbiato per essere stato gabbato ed il Papa non ha parlato. Tanto meno lo ha fatto Renzi dunque, per la proprietà transitiva, Cruciani ha fatto un favore a Renzi ed a quelli che avevano bisogno di sottolineare tutta la presunta squallidezza dell’Homo di cui sopra.

Ma lui resisteva strenuamente e  non si sapeva più come umiliarlo e così, spinta da lui stesso, è uscita la storia degli scontrini fiscali. E qui cade l'asino. Lui smentisce poi, sempre smentendo, dice che restituirà il ‘presunto’ maltolto, anche se lui si riserva di chiarire. Comincia così la lunga diretta di Marino assediato dal PD e dai tutti ammessi al circo mediatico; proprio come nel giallo di Vermicino, per mantenere alta la tensione della diretta durata tutta la notte, mentre il bambino agonizza nello stretto canale della terra dove si è andato ad incastrare cadendo nel pozzo, si fanno scendere nani e fenomeni da baraccone che non serviranno a salvargli la vita ma solo a fare audience per uno spettacolo ormai iniziato e che non si sarebbe potuto interrompere. Qui lo spettacolo era quello, appunto, dell'umiliazione fatta attraverso la voce di ristoratori che, magari, potrebbero essere anche dei meravigliosi evasori fiscali ma, pazienza, ora serve che dicano 'ma no no era qui con Tizio o Caio, ma con la sua famiglia', e poi di altri ed altri ancora. Tanto a Roma tutti magneno ma a chi lo fa si crede di più, a chi rompe i maroni no. 

Il sistema è forte così com'è e non si deve toccare. Lo sa bene Renzi che non perde occasione per dire che lui certo se ne sarebbe liberato da un bel po'...e ti credo, uno che frequenta Verdini, erede di Berlusconi e di Cosentino nella gestione degli interessi mafiosi, non può e non deve farsi vedere con certe compagnie!

Mi viene da pensare a Bersani: anche lui doveva scomparire dopo aver pestato i piedi a notai, assicuratori, banche, riciclatori e tassisti. Ed infatti Napolitano lo ha schifato sostituendogli in vincente, ma non eletto, Renzi. Via ideologie e moralismi, si deve essere pragmatici e fare la politica gradita a Confindustria.  Non ho sentito tanto astio verso Alemanno, neanche da parte dei cittadini romani oggi così feroci con Marino. Eppure Alemanno si faceva salutare col modo fascista in questo purtroppo raccogliendo favore da parte di quelli che poi fanno casino. Chi lo fa sto casino? CasaPound con i 5 Stelle al fianco. Con Salvini che lancia, udite udite, la Meloni nuovo Sindaco o Sindaca, direbbe la Boldrini, di Roma. Non sono bastati la Polverino e Alemanno, rifamoce, magari ce la famo a ripijacce Roma. 

Mi piacerebbe vedere i 5 Stelle a questa prova, governare Roma, ma veramente. Lo farebbero avvalendosi di Casapound con la quale li abbiamo visti in questi giorni protestare contro il Sindaco? Quali politiche porranno in essere per i migranti visto che le loro posizioni sono appiattite su quelle di Salvini e della destra? Contrapponendoli agli italiani poveri? Come saneranno anni ed anni di ruberie? Mi piacerebbe vederli alla prova. Ma amo ancora, benché lontana, la mia Città e per questo mi piacerebbe che andasse avanti una linea coerente a quella che ha scoperchiato pentole dove la merda ormai ribolliva da tanto. Una volta andato a regime il nuovo sistema ripulito, comincerebbero anche a vedersi i risultati in termine di migliorie ai servizi ed alle infrastrutture. I problemi già c'erano e non è da oggi o da l'altro ieri che Roma è sporca. Perché noi siamo degli zozzoni ed abbiamo bisogno dello spazzino con la ramazza pronta. Ed ancora di più, consapevolmente inconsapevoli delle nostre innumerevoli pecche quotidiane, ci sentiamo pronti, alla domanda su chi dobbiamo salvare, a gridare ‘Barabba Barabba’

 

 

 
 
 

LA STRAGE ALL'OSPEDALE DI MEDICI SENZA FRONTIERE

 

 

 

 

Sulla pagina Facebook di Medici senza Frontiere, l'immagine di copertina è quella dell'enorme rogo dell'Ospedale in cui venivano curati e trovavano speranza combattenti e vittime di una grande guerra, quella Afgana; guerra di cui moltissimi si sono già dimenticati, in cui le cosiddette democrazie occidentali univano i loro sforzi per sconfiggere il nemico talebano. Questo era un nemico temibile, soprattutto perché imponeva alle donne limitazioni della propria libertà e dei fondamentali diritti umani. Così, in nome di una 'costruenda pace', siamo andati, in barba al nostro ordinamento Costituzionale, a fare la guerra per portare la 'pace'. Strano concetto no? La nostra Costituzione, all'articolo 11, recita infatti che: 

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Emergency e Medici senza Frontiere, sono senz'altro i più attivi ed attenti tra tutte le organizzzazioni Internazionali che si occupano di dare soccorso ed assistenza aile vittime della guerra, e ben lo sanno gli Americani, da sempre alla testa delle più incredibilmente ipocrite azioni per riportare o esportare  la 'democracy', il meraviglioso modello culturale di cui gli States si riempiono gli occhi, la mente, il cuore e soprattutto la bocca. Quello stesso modello che genera assassinii e morti nella stessa grande America per mano di giovani cresciuti nel mito dell'onnipotenza e dell'esaltazione dell'apparenza e che poi si ritrovano pericolosamente soli ed in cerca di qualcosa che li faccia distinguere dagli altri.

In Darfur, alla vigilia di una grossa operazione che avrebbe coinvolto molti civili, gli Stati Uniti organizzarono la chiusura dell'Ospedale di Emergency attraverso azioni concordate con il ministeri della Difesa, allora guidato nientemeno che da Gasparri, il cui profilo morale è noto almeno ai miei lettori.  Che non ci siano rompiscatole tra le balle e pericolosi testimoni non disposti al silenzio. Tolsero dunque loro le coperture e li costrinsero a chiudere i battenti. Una attenta politica 'alleata' degli italiani, allo stesso tempo toglieva ai medici del Servizio Sanitario Nazionale, la possibilità di aspettativa durante il periodo di volontariato e toglieva anche le coperture da parte del Viminale. Dunque un discorso del tipo: vuoi partire? ti metti in ferie e se ti succede qualcosa sono cavoli tuoi.  Di questo ho scritto a suo tempo.

Oggi gli stessi Stati Uniti vogliono far passare per 'danno collaterale' o ' fatale errore' un bombardamento ben diretto verso quello e non un altro obiettivo, ossia l'Ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz. Ed oggi, sulla pagina FB dell'Associazione, si aggiorna il numero dei morti che salgono a 12 tra gli operatori di MSF e a 10 per quanto riguarda i pazienti, tre dei quali bambini.

L'ONG non tace ma denuncia con forza il fatto che fosse assolutamente ben nota la posizione dell'Ospedale e che quindi errore non ci sia stato e chiede che venga aperta un'indagine condotta da parte di un Ente Internazionale indipendente. Qui il loro appello.

Quanto ancora dovremo stare fermi a guardare, assecondandola, questa stolta politica espansionistica statunitense? Già abbiamo creato generazioni di giovani assolutamente indifferenti, anzi ignoranti, di tutto questo e possibili nuovi giovani  americanizzati nei comportamententi meno nobili, come quello della violenza e dell'alcool, della disgregazione sociale, dell'indifferenza, del mangiare a dismisura, dell'eccesso. Modelli da esportare, per questo facciamo la guerra per fare la pace.....

Vorrei che a tal proposito leggeste questo articolo da me pubblicato su questo blog ed anche quest'altro, ambedue miei del 2010. E naturalmente invito chi può a sostenere con il proprio contributo MSF . 

 

 
 
 

LIBRIAMOCI: LIBRI NARRATI A VOCE ALTA

Era suppergiù intorno alla metà degli anni Novanta ed anche quell'anno la nostra famiglia aveva tolto le tende da Salerno per andare, come ormai ogni anno, nel Campeggio Municipale di Roccapina, in Corsica. I ragazzi cominciavano a crescere ed era veramente difficile avere dei momenti in cui tutti potessimo essere uniti dato che a loro  non mancavano occasioni per stare con gli amici.
Avevo portato con me un libro, come sempre facevo, per ottimizzare tutto il mio tempo libero nel tentativo di riprendermi quegli spazi negati dalla vita convulsa di ogni giorno: alzarsi, fare a botte per andare in bagno ( rimane un mistero il perché per tanti anni mio marito non abbia voluto che facessi mettere a posto il secondo bagno......), far colazione e preoccuparsi che la facessero anche i figli, uscire di corsa per andare al lavoro, tornare, preparare, accompagnare i ragazzi alle varie attività, seguire i compiti.........vabbè lo sappiamo quante cose sia chiesto ad una donna di fare contemporaneamente e noi lo facciamo al meglio, perché siamo esseri infinitamente superiori....
Dunque mi ero portata un libro; si trattava di Terra, di Stefano Benni. Iniziai a leggerlo una mattina sulla spiaggia e nel pomeriggio, in quell'ora che precedeva la cena, vedendo che tutti erano davanti alla tenda, mi sedetti anch'io tra loro ed esordii così: 'dai, volete che vi legga un libro?'  forse, non ricordo, l'entusiasmo non era alle stelle, anche se i miei figli sono sempre stati curiosi del mondo che li circondava, ed erano quindi abbastanza abituati a leggere, chi più e chi meno. Iniziò così quell'avventura che, da quel giorno in poi, divenne un appuntamento fisso pomeridiano che raccoglieva tutti, padre compreso, intorno al tavolino mentre io andavo avanti nella lettura delle incredibili storie narrate da Benni. Lo divorammo quel libro e per me è rimasto un ricordo meraviglioso il pensare a quei pomeriggi in Corsica in compagnia di una buona lettura e della mia famiglia al completo in religioso silenzio. L'esperienza la condussi di nuovo, e con tantissimo successo, nella vacanza con la mia amica Bruna, suo figlio Giacomo, il suo amico Alessandro e Stefano, mio figlio. Quella volta sulla spiaggia di Sabaudia i ragazzi, allora appena adolescenti, si incantarono nella lettura che feci loro di un libro di Wilmur Smith di una tale forza espressiva e così ben scritto da sembrare una scenografia di un film sul tema della scoperta archelogica. Se non ricordo male si trattava del Settimo papiro. La lettura collettiva a voce alta è un' esperienza veramente speciale perché coloro che ascoltano sono tutti coinvolti in un'unica esperienza che però ognuno  elabora in base alle proprie esperienze ed al proprio sentire; dunque si esaltano le differenze ma ci si accomuna in un'azione che diventa quasi un rituale e che, per catturare l'attenzione dei ragazzi, è veramente molto efficace. 
Per questo ho vouto postare, qui sotto, l'articolo uscito oggi sul Corriere della Sera, in cui si parla proprio di questo e di come questa tecnica di coinvolgimento alla lettura fosse anche un 'ottima risorsa quando, negli anni '60 classi di oltre 40 alunni dovevano essere tenute e governate, Ma c'è una cosa fondamentale ed è questa: perché l'incantesimo avvenga si deve trattare di un bel libro perché, come dice Emanuele Trevi nell'articolo, 'tra il leggere un brutto libro e non leggere affatto' è sicuramente  la seconda opzione quella migliore. Dunque leggere, ma bei libri, che ci diano qualcosa e che siano ben scritti. E leggere, se potete, quando volete, per condividere ancora qualcosa con chi vi circonda.
Questo l'articolo:
Libriamoci Scrittori e artisti affronteranno dal 26 al 31 ottobre il più imprevedibile dei pubblici: una classe scolastica. Per ripetere un sortilegio simile a quello creato da una insegnante che otteneva il silenzio e l’attenzione degli allievi con «Il barone rampante» di Italo Calvino leggere ad alta voce è buona pedagogia


Promuovere un generico amore per «i libri» o per «la lettura» non è mai stata un’idea pedagogica buona, tantomeno efficace. Sono convinto che tra leggere un brutto libro e non leggere affatto la seconda opzione rimanga la migliore, in tutte le età della vita. Proprio per questo motivo, è da lodare chi ha inventato un’iniziativa come «Libriamoci», basata su quell’infallibile prova del nove del valore di un singolo libro che è la lettura ad alta voce. Dal 26 al 31 ottobre, gli scrittori e gli artisti coinvolti affronteranno il più difficile e imprevedibile dei pubblici: una classe scolastica. Non sarà affatto necessario, per loro, cercare di essere «bravi» come in un teatro. Semmai, risvegliando i fantasmi che sonnecchiano nel libro che hanno scelto, avranno la possibilità di creare una suggestione, un contagio. La voce umana, come dice un personaggio di Thomas Pynchon, è un «miracolo». 
Personalmente, devo a qualcosa di molto simile nientemeno che la scoperta del potere dell’immaginazione letteraria. Quando ero in prima media, all’inizio degli anni Settanta, erano i singoli insegnanti a inventarsi, per così dire, il loro «Libriamoci» quotidiano. I professori di oggi fanno fatica anche solo a immaginare cosa voleva dire governare delle classi che potevano arrivare a quaranta ragazzini, conseguenza diretta del più grande boom demografico della storia d’Italia. Credo che la cosa più bella della scuola di quell’epoca fosse l’assenza di quel gergo pseudo-scientifico che in seguito ha ammorbato i programmi e le strategie della Pubblica Istruzione. I professori non ragionavano in termini di «competenze linguistiche», per fare un esempio tra mille, perché i sani imperativi del leggere, scrivere e far di conto non avevano bisogno di parafrasi velleitarie e altisonanti scopiazzate dai manuali di linguistica. 
È in questa cornice di beato empirismo che colloco il sortilegio della nostra professoressa di italiano. Questa donna intelligente (faceva Toro di cognome, come un famoso liquore alle erbe), quando voleva ottenere una classe totalmente assorta e silenziosa, tirava fuori dalla borsa un libro, e cominciava a leggerlo dal punto in cui si era interrotta la volta precedente. E Il barone rampante funzionava, accidenti se funzionava. Ho detto che era una donna intelligente: mai si sarebbe sognata di usare quel capolavoro come pretesto di assurdi esercizi semiologici e narratologici, che hanno il solo scopo di trasformare a vita un adolescente in un nemico giurato dei libri e delle librerie. Probabilmente, non perdeva nemmeno tempo a ripeterci ogni volta il nome di Italo Calvino. Cosa ce ne poteva importare dell’autore delle avventure di Cosimo Piovasco di Rondò, che un bel giorno decise di andare a vivere sugli alberi e non mise mai più i piedi sulla terra? L’essenziale era ben altro. Bastava una frase, e la magia ricominciava. Entravamo tutti insieme in un mondo poetico. Un mondo, vale a dire, dove si realizza una coincidenza perfetta della libertà e del destino, o se si preferisce del mondo e della capacità di ognuno di immaginarlo. 
L’impressione prodotta di quell’avventura mentale è stata così indelebile che ho ancora davanti agli occhi il colore rosso del libro (doveva trattarsi di un vecchio «Struzzo» Einaudi senza la sovraccoperta). Sono passati quarant’anni, ma non credo di esagerare affermando che tutto, per me, è iniziato da lì. Ricordo addirittura che alcune pagine la professoressa Toro non ce le volle leggere. Perché a un certo punto della sua vita, come si sa, Cosimo fa anche l’amore, senza per questo abbandonare i suoi alberi. «Lo leggerete da grandi», ci spiegò la professoressa. E forse fu questo il suo trucco più sublime, una maniera di suggerirci una felicità ulteriore, che sarebbe durata ben oltre il suono della campanella dell’una e trenta. 
Solo i metodi semplici hanno valore ed efficacia in queste delicate imprese educative. Davvero basta un bel libro e la voglia di leggerlo ad alta voce: il resto è ipocrisia e provincialismo.
CORRIERE DELLA SERA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
 
 

IL VALORE DELLA SCONFITTA

     

 

E' da qui che intendo ripartire, dalla frase di uno straordinario uomo, Pier Paolo Pasolini, la cui vita fu segnata dal suo essere così convintamente diverso ma la cui letteratura, da quella propriamente intesa a quella storico critica sulla situazione politica ed ideologica del suo tempo - il nostro tempo di allora - ha profondamente segnato la nostra storia.

Pier Paolo fu grande conoscitore e narratore della parte più difficile di una città, la sua periferia, quella periferia romana di qua e di là dell'Aniene, a pochi metri, in via d'aria, dal centro della Città eterna. Città fatta di contraddizioni,  dove una borghesia ricca e colta occupava i salotti buoni e le istituzioni; una medio borghese cercava di porre le basi del proprio avanzamento soiale; ed una povera e periferica sia nella realtà logistica che in quella vissuta, sopravviveva facendo lavori o lavoretti, come raccogliere o rubare il ferro, gli pneumatici o ogni altra cosa che potesse essere rivenduta traendone un accettabile, ancorché misero, compenso. In quella Roma tutto era possibile e non sarebbe questo il luogo per una analisi critica di quella che fu la vita e l'Opera del narratore di povere esistenze. Povere almeno quanto la sua, che pure povero non era, ma che sempre cercava di assimilarsi agli ultimi, a coloro che soffrivano vivendo una ben pesante realtà quotidiana. 

Eppure è proprio in questo suo vivere costantemente la sconfitta che si sviluppava  la capacità di conoscere profondamente l'umanità nelle sue pieghe più nascoste;  e nelle sue personali sconfitte, - e ne avrà avute tante lui, omosessuale in un'epoca sbagliata, - di certo risiedeva quella forza che poi si riversava nelle sue opere letterarie e nei suoi lavori cinematografici.

E' dalla consapevolezza dei propri tanti limiti, dunque, che solo si può sviluppare un sano senso di comunanza e di condivisione: chi ha meditato e vissuto la vita sempre consapevolmente, difficilmente cadrà nel momento in cui si dovessero verificare nella sua esistenza forti  o anche piccoli stravolgimenti, come non superare un esame o subire un rimprovero, o perdere una gara a cui si teneva, o dover mangiare un cibo diverso da quello solito in un Paese insolito, o non comprendere nulla di una lingua straniera e sentirsi isolato per questo.

Dunque che fare? L'invito ad educare in quel senso le giovani generazioni, non dimentichiamolo, è stato fatto negli anni sessanta, dunque a tutta un'altra generazione che, comunque la si voglia criticare, aveva in sé i valori della condivisione, della cooperazione, della pietas, della giustizia dell'accoglienza, dell'ospitalità, del perdono. E che soprattutto aveva il senso della morte vissuta come parte della vita, come atto estremo della vita stessa, quando non tolta da qualcuno con la forza e la violenza; ma soprattutto non l'aveva per sé, o per quanto poteva ricadere unicamente sulla propria esistenza, ma questo sentire dava luogo a comportamenti conseguenti dal punto di vista sociale, politico, di stile di vita, di iniziative di volontariato. Ma oggi che cosa scriverebbe Pasolini? sarebbe un rappresentante della battaglia degli omosessuali e sfilerebbe  al Gay pride: mi sembra difficile immaginarlo così. Infatti anche la lotta per i diritti degli omosessuali, oggi assume aspetti che, personalmente, ritengo sfocino spesso nel grottesco e parlino più di una narrazione superficiale ed estetica che di una profonda storia fatta di sofferenza e di frustrazione. La comunità dei soggetti che vi appartengono si consocia quale tale ed in questo modo si pone al di fuori ed in posizione di 'altro' rispetto alle altre comunità. Ci si sostiene e si viene sostenuti, anche perché sarebbe politicamente scorretto non farlo, ma dov'è la comprensione, dove il valore e la dignità di cui Pasolini parla? 

E noi, con i nostri figli o con coloro che amiamo, come ci comportiamo? quanto lasciamo che la nostra funzione educativa aiuti le giovani menti ed i giovani corpi dei nostri ragazzi a girarsi a 360 gradi per guardare il mondo intorno, a partire da chi è più vicino fino ad andare oltre i confini delle proprie relazioni parentali? L'imperativo è che siano felici, - cosa anche giusta peraltro, se pensiamo che la felicità è il fine della nostra vita - ma per questo pensiamo che convenga tenerli il più possibile sotto una campana che ne protegga le esistenze. una campana che molte famiglie già hanno posizionato a propria protezione spinti anche da oltre 20 anni di comunicazione che ha disegnato daccapo le categorie sociali e che consiglia di rimanere nella propria personalissima isola. Senza tacere che spesso le famiglie stesse sono state educate in questo modo e pertanto non hanno alcuno stimolo ad essere differenti. 

Vorrei che fosse questo uno spunto per cominciare ad osservare i vostri ragazzi, la loro capacità di ascolto, la loro consapevolezza del mondo che li circonda. Piuttosto che riempire le loro giornate di attività sportive e lezioni di inglese per nascondere dietro uno smartphone il vostro innegabile disinteresse a loro, fate in modo che sia la loro mente, la loro sensibilità, il loro cuore ad  essere nutriti di bellezza ma anche di tutto quanto ci circonda e du cui non si può oltre chiudere gli occhi.

 

 
 
 

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