Creato da angeligian il 13/09/2007

UNA DONNA PERDUTA

chissà dove l'avro' messa.....

 

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Mi piaceva tanto

Post n°698 pubblicato il 23 Agosto 2014 da angeligian

Mi piaceva tanto l’Italia. Dopo gli anni passati in paesi stranieri di abitudini e di sentimenti, sognavo di tornare al paesello, ricca e spietata come il Conte di Montecristo. Sono tornata, ma ho trovato le macerie e i graffi dei leoni, anzi, no, delle iene. E’ tutta artigliata, povera Italia mia, e perde brandelli ogni giorno mentre branchi di parassiti la divorano. Sono parassiti in doppio petto, ma anche zecche nere senza scarpe e nessuno trova un DDT per disinfestare. Sacralizzata dai ricordi e dalla nostalgia, l’Italia dei miei pensieri era il paradiso dove “basta che ce sta ‘o sole e basta che ce sta ‘o mare”, ma il sole non ce sta più coperto da nuvoloni neri e scie torbide e il mare è meglio guardarlo da lontano, almeno non ti impregni di escherichia coli, cioè batteri fecali, cioè merda. Se ne trova già tanta sulla terraferma.

Mi piaceva perché ogni sasso era un racconto, ogni fenditura una storia, ogni albero era una leggenda: ma quanti cavalli aveva Garibaldi? Mi piacevano la fantasia, la voglia di cantare, l’arte di arrangiarsi, l‘inventiva e l’assenza del domani. Mi piacevano persino i giorni senza misericordia, quelli del terrore e degli ammazza-ammazza che so’-tutti-‘na-razza perché nella mia giovanile stupidità ci vedevo un passo avanti verso la gloria dei tempi. Mi piaceva tanto l’Italia che è il paese dove sono nata e dove sono cresciuta con i principi e i valori delle generazioni giuste, quelle di mio padre e di mio nonno che era partito per le Americhe su un battello traballante, da solo, lui e la valigia di cartone con dentro il suo mestiere e tanta voglia di fare e quando era arrivato a Nuova Yorche aveva dovuto subire l’umiliazione dell’Ufficio immigrazione a Ellis Island, l’Isola delle Lacrime, del dormitorio pubblico, della fame un giorno sì e l’altro pure, di una società e una lingua ostili. Non osino i buonisti cretinisti paragonare i nostri immigrati alle sanguisughe che infestano oggi il nostro territorio. Quelli erano uomini!

In Italia io ho studiato e mi è stata raccontata una storia di orgoglio e di conquiste, di piazze e colonne e bastioni, di gole tra i monti e di fiumi o tutti accoppati. La storia di un popolo, sì, di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e trasmigratori come recitano le parole volute da Mussolini sul Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR che di italiano non ha più niente perché è stato venduto ai francesi pure quello. Come sono state vendute la speranza, la laboriosità, la fierezza, la voglia degli italiani.

E adesso che sono tornata, sfinita dalla delusione e dall’inganno, ho voglia di scappare dalle macerie fumanti, dalle ferite che non cicatrizzano in un’Italia che non mi appartiene, dove non sono nata, non sono cresciuta, non ho studiato e dove non voglio morire.

Commenti al Post:
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 24/08/14 alle 01:33 via WEB
...era un po' così anche prima!
 
 
angeligian
angeligian il 24/08/14 alle 09:48 via WEB
Prima quando? E cosi' come?
 
zagardotto
zagardotto il 24/08/14 alle 19:45 via WEB
Ciao Angelì. Condivido appieno il tuo stato d’animo. Credo che in Italia ci siano stai molti casi come quello capitato nel paesino di mia moglie. Un paesino a forte vocazione rurale, con qualche grossa filanda ai piedi del Vesuvio, confinante con la provincia di Salerno dove c’era la piana del pomodoro San Marzano. Ebbene un paesano torna dopo tanti anni passati a lavorare in America, dove risparmiando aveva accumulato una piccola fortuna, ed aveva in testa tanti sogni di gloria da sviluppare nel suo paesello. Ma appena sceso dal treno annusa nell’aria un cambiamento così degradato nell’immagine del paese e nell’aspetto dei suoi paesani che comincia a piangere per il dispiacere di non aver ritrovato quell’atmosfera di speranza nel futuro e negli uomini che lui aveva lasciato quando era partito; dopo tre giorni muore per il dispiacere. Oggi noi stiamo creando una progenie che ci divorerà. Come è già successo in Inghilterra che figli di emigranti di terza generazione ( laureati e pieni di soldi) abbracciano una fede che propugna come scopo finale la nostra stessa distruzione, con qualunque mezzo. Che Dio ce la mandi buona e ci difenda da questi cani rabbiosi che non si vogliono integrare, anzi hanno nel loro dna scandito questo imperativo, e non si sa quando, ma prima o poi si vendicheranno delle mani tese che li hanno salvati dalla sete, dalla fame e dalla morte. Speriamo che Dio tenga d’acconto la nostra buona fede e ci preservi dalla distruzione totale. Il cristiano Zag
 
 
angeligian
angeligian il 25/08/14 alle 19:36 via WEB
Commovente la storia dell'emigrante, ma quando è successo? Dio non ci salverà, caro Zaga, Dio si è distratto da un bel po' e Satana ha preso il sopravvento. E i cani che si aggirano come lupi nel nostro territorio morderanno la mano che li nutre, ci puoi giurare ... hanno già cominciato. Sempre un piacere leggerti
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 25/08/14 alle 06:03 via WEB
Anche a me piaceva tanto l'Italia di cinquant'anni fa...
E' stato certamente un bel periodo quello dell'adolescenza, vista da lontano, dopo che è passata.
 
 
angeligian
angeligian il 25/08/14 alle 19:40 via WEB
Non è solo il ricordo e la nostalgia di una giovinezza perduta, è perché obiettivamente l'Italia è un altro paese, sconosciuto, quasi alieno, nel quale non mi riconosco né mi integro ...
 
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