Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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(clicca sul nome degli slime per leggerne la descrizione)

 

Pink Slime


 

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1Q84 - Murakami Haruki

Post n°720 pubblicato il 11 Dicembre 2011 da bluewillow
 

Titolo: 1Q84 Titolo originale:1Q84 (ichi-kew-hachi-yon) Autore: Murakami Haruki (N.B: nei nomi giapponesi il cognome si scrive prima del nome) Traduzione: Giorgio Amitrano Casa editrice: Einaudi pag: 750 costo: 20 €

"1Q84" è un libro che giunge in Italia, come nel resto del mondo occidentale, a qualche anno dalla sua prima pubblicazione in Giappone, dove il volume è stato suddiviso in tre tomi pubblicati tra il 2009 e il 2010. Il libro, il cui primo tomo italiano comprende i primi due volumi giapponesi, ha ottenuto un grandissimo successo in terra nipponica ed è stato acclamato come l'opus magnum dello scrittore, ottenendo in gran parte dei casi delle critiche positive, sia da recensori professionisti che dal pubblico dei lettori.
La mia è dunque una voce fuori dal coro, ma "1Q84" è stato per me una lettura incredibilmente deludente. Ho letto altri tre libri di Murakami: "Kafka sulla spiaggia", "Norvegian Wood" e "Dance Dance Dance". Se dovessi stilare una classifica, dal mio punto di vista "1Q84" sarebbe certamente il peggiore dei libri dello scrittore, per i seguenti motivi: una scrittura che, al contrario di tutti gli altri volumi, è sciatta, priva di poesia, piena di particolari inutili, in una sola parola "bassa" , certamente non in generale, ma in riferimento alle altre opere dell'autore; una abbondanza di "inserti pubblicitari" ( con citazioni di marche di automobili, vestiti, liquori) così eccessiva da essere imbarazzante, per gli "spot"  inseriti in maniera veramente pedestre,  per cui sembra letteralmente di veder passare una interruzione pubblicitaria nel testo, come accade mentre si vede un film in tv; una trama che che non sembra (almeno al momento) portare da nessuna parte e che è piena di scene di sesso o di riferimenti ad atti sessuali che oscillano tra l'inutile, il ridicolo e talora il disgustoso.
Sia ben chiaro a chiunque non abbia mai letto Murakami: questo scrittore ha una visione della vita che potrei definire "sessocentrica", nei suoi libri tutto ruota insomma attorno alle pulsioni erotiche e a scene di sesso che vengono inserite con estrema frequenza. I personaggi pensano spessissimo alla propria vita sessuale e quasi pare che non ci sia cosa al mondo che non li spinga a riflessioni che debbano in qualche modo coinvolgere il sesso. In "1Q84" però praticamente quasi tutte le scene che descrivono il sesso sono totalmente inutili, non portano da nessuna parte, non arricchiscono la trama di un briciolo di spessore: alcune lasciano francamente sconcertati, a chiedersi se l'autore non abbia battuto la testa prima di scriverle. Talora i personaggi parlano semplicemente del più e del meno, proprio mentre fanno sesso, esattamente come se stessero bevendo semplicemente una tazza di tè o limandosi le unghie, rendendo l'atto in sé totalmente privo di pathos o passionalità, ma anzi quasi asettico e ininfluente nelle loro vite come nelle trama , con il solo scopo forse di stimolare qualche pruriginosità nei lettori a cui queste cose fanno effetto.
"1Q84", il cui titolo ricorda volutamente il "1984" di George Orwell, è un romanzo ambientato in Giappone, in un alternativo anno 1984 che differisce solo per pochi, ma importanti particolari da quello reale. Il romanzo si snoda a capitoli alternati attraverso le voci di due protagonisti, entrambi trentenni, uniti dal fatto di essersi conosciuti da bambini e di aver condiviso un momento importante del passato, anche se nella vita adulta non si frequentano più in alcun modo: Aomame, una fisioterapista che è diventata killer per caso, e Tengo, un insegnante di matematica che aspira a scrivere romanzi.
Il primo capitolo si apre proprio con Aomame che bloccata nel traffico in autostrada in taxi su un ponte, mentre si sta recando ad un impegno come "sicaria",  su suggerimento dell'enigmatico conducente del veicolo (una Toyota fantastica, con sedili morbidi, mi raccomando notatelo, ma dubito vi sfuggirà questo particolare per quanto è ridicolmente enfatizzato) decide di scendere dalla macchina e uscire dall'autostrada prendendo una scala di servizio che dal ponte va verso la città. Questo momento è fondamentale: segna il passaggio dal 1984 al mondo di "1Q84", come presto Aomame soprannominerà il nuovo universo parallelo, con un gioco di parole che è dovuto al fatto che il 9 e la Q si somigliano molto graficamente.
In questo spazio parallelo tutto è quasi identico al mondo di origine, ma Aomame si accorge subito di un fatto: i poliziotti hanno delle pistole automatiche nuove di zecca, al posto dei vecchi catorci che fino a quella stessa mattina erano le classiche pistole di ordinanza. Va bene, Aomame fa la killer a tempo perso, quindi inizialmente come lettrice penso che debba essere informata su particolari di questo tipo. Quando però Aomame interroga un uomo conosciuto in un bar su questo cambio di armamentario e anche lui sembra un esperto di balistica, confermandole che sono ben due anni che la polizia ha le nuove pistole, e lo stesso cameriere le dice addirittura che adesso le nuove pistole sono più pesanti e meno maneggevoli, ho un piccolo momento di sconforto: mi sembra impossibile che tutti i giapponesi siano informati su argomenti tanto tecnici e che la cosa possa essere un argomento da bar, da affrontare con gli sconosciuti ("Ciao, sconosciuto, cosa ne pensi delle pistole della polizia?"), quindi trovo la scena implausibile anche per un universo alternativo.
La seconda cosa di cui Aomame si accorge (e che a me sembra meno irrealistica di un mondo dove tutti sanno che pistole usa la polizia) è che in cielo splendono due lune: una grande e luminosa ed una che la affianca, più piccola, verdognola come se fosse ricoperta di muschio.
Nel secondo capitolo viene introdotto il personaggio di Tengo, ufficialmente insegnate di matematica in una scuola preparatoria, ma che a tempo perso tenta di scrivere romanzi, puntualmente rifiutati da Komatsu, l'editor a cui li sottopone, che lo ritiene ancora immaturo come scrittore.
Komatsu propone però a Tengo un lavoro particolare: riscrivere il libro di un'altra persona, un romanzo che dovrebbe essere proposto ad un concorso per scrittori emergenti. Il libro, intitolato "La crisalide d'aria" ha infatti una trama molto coinvolgente, ma è scritto con uno stile che denota una pessima padronanza della lingua. L'autrice del libro è la diciassettenne Fukaeri, bellissima e con il seno grosso (come spesso ci ricorda Murakami, se no i vecchi bavosi non possono immaginarla a dovere), ma dislessica e con capacità di linguaggio limitate: la ragazza ha un passato traumatico, è fuggita da una setta, il Sakigake, dove vivono ancora i suoi genitori, ed ora vive in casa di un tutore.
"La crisalide d'aria" riscritta da Tengo ha un grandissimo successo e Fukaeri vince il premio per giovani scrittori. Riscrivere il libro non è però senza conseguenze: anche se tutti i fatti narrati nel volume sembrano semplicemente frutto di fantasia,come ad esempio il fatto che in cielo splendano due lune,  tutto quello che Fukaeri ha raccontato parlando dei misteriosi "Little People", una sorta di omini in grado di manipolare la realtà, è accaduto davvero mentre era ospite del Sakigake.
Le storie di Aomame e Tengo confluiranno progressivamente l'una verso l'altra, man mano che i personaggi, interrogandosi su sé stessi capiranno quale è stata la cosa più importante della loro vita. Giungeranno entrambi alla conclusione, che l'attimo fondamentale delle loro esistenze è stato quello in cui da bambini Aomame ha stretto la mano di Tengo, in un tentativo infantile di esprimere riconoscenza ed affetto. Quel nucleo di amore infantile è la luce che guida le vite di Aomame e Tengo: anche se da adulti non si sono mai più rivisti, quel momento illumina le loro esistenze, in una perenne attesa di rincontrarsi.
Il parallelo con "1984" di Orwell dovrebbe essere, nelle intenzioni di Murakami, nel fatto che "1Q84" è un mondo dove niente può essere nascosto ai "Little People", nemmeno il più recondito pensiero, esattamente come è impossibile, nella distopia orwelliana, sfuggire allo psicocontrollo del "Grande Fratello" (e se pensate che sto parlando di uno show televisivo, allora correte a leggere il libro di Orwell, non vi farà dormire la notte). Il pensiero sotteso a questo modo di immaginare i Little People e le loro azioni è che "1Q84" sia in realtà un mondo letterario: infatti quello che Tengo riscrive ne "La crisalide d'aria", sistemando il libro di Fukaeri, diventà realtà nel mondo con due lune. "1Q84" obbedisce a leggi letterarie: tutto quello che i personaggi pensano non si può nascondere, se un particolare importante viene introdotto nella narrazione, ad esempio una pistola, questo non può essere senza importanza, come ci ricorda Murakami citando Cechov, scrittore per il quale se si introduce una pistola in un racconto allora questa prima o poi deve inevitabilmente sparare.
Il volume termina "in medias res", lasciandoci a chiederci dove stavamo andando, ma soprattutto perché ci siano volute settecento pagine, piene di fatti ripetuti più volte in modo ridondante, per arrivarci. Tecnicamente la ridondanza si spiega forse con il fatto che il libro originale è stato pubblicato in tre puntate, quindi c'era la necessità di ricordare al lettore alcuni fatti fondamentali che avrebbero potuto essere dimenticati nel tempo, tuttavia questo libro meriterebbe forse una buona revisione, con l'eliminazione di interi brani che navigano nel superfluo, se non nel nulla più totale.
Ogni tanto, soprattutto nel punto del libro in cui Murakami cita Cechov, ci sono sprazzi dei lati migliori di questo scrittore, della sua capacità di mostrare davvero un modo alternativo di interpretare il significato dell'esistenza umana, che sa nascondere in piccole azioni materiali, apparentemente poco importanti,  interi sistemi di pensiero e di vita, come quando ci dice che i ghiliachi, popolazione descritta  in "L'isola di Salin" di Cechov, possono camminare solo nei boschi, perché percorrere altre strade, costruite da altri, significherebbe pensare in un modo nuovo, diventare diversi.
La cosa che trovo però davvero imperdonabile di questo libro è aver usato la violenza sugli infanti come modo che sceglie  Murakami per fare in modo che i "Little People" dominino il mondo. Ma che senso ha? A me sembra veramente inutile, torbido, orribile, non ha senso nello sviluppo della trama, un espediente narrativo semplicemente morboso.
Al di là di considerazioni stilistiche, narrative e morali, leggere questo volume è stato davvero difficoltoso, tanto da far affacciare nella mia mente la parola più terribile che possa essere associata ad un libro: noia.

Ed ora alcune perle da questo volume.

Aomame va in bagno e:

"Chiuse gli occhi e, facendo il vuoto nei suoi pensieri, sentì il rumore dell'urina come se stesse ascoltando il fragore del mare in lontananza"

Aomame incontra un uomo in un bar e così lo seduce:

"- Ormai è notte, e vorrei farle una domanda un po' indiscreta. Posso?
- Prego.
- È una cosa, come dire, abbastanza personale.
- Se posso rispondere...
Il suo pisello è grande?"


Un esempio di inserti pubblicitari:

- Che auto è?
- È una Toyota Crown Royal Saloon, - rispose l'uomo concisamente.
- La musica si sente benissimo.
- È un'auto silenziosa. L'ho scelta anche per questo. Per l'isolamento acustico, la
tecnologia Toyota è tra le migliori al mondo


 e anche:


"Quando Tengo ebbe finito di bere la birra, un giovane cameriere gli chiese se
desiderava altro. Dopo una breve esitazione, Tengo ordinò Bourbon on the rocks e un'altra porzione di snack assortiti. Il cameriere disse che come Bourbon avevano solo il Four Roses e chiese se poteva andargli bene. - Sì, - rispose Tengo. - Va bene qualsiasi cosa -. Poi tornò a pensare a Aomame. Dalla cucina in fondo al locale proveniva un odore fragrante di pizza."


(Nota: ma che ci importa degli snack , dell'odore di pizza e del Four Roses; non serve a niente, di niente, di niente. Se non a fare pubblicità: correte a bere Four Roses con snack e pizza!)

 
 
 
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-non vedo il becco di un euro, ma in compenso a scriverlo sto andando alla neuro
-nessuno mi regala i libri
-nessuno mi regala i biglietti del cinema
-nessuno mi paga per scrivere e per dire quello che penso...
- e nemmeno quello che non penso!
- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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