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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Mi ricordo di te – Yrsa Sigurdardóttir

Post n°1112 pubblicato il 09 Agosto 2013 da bluewillow
 

Titolo: Mi ricordo di te Titolo originale: Ég man þig Autrice: Yrsa Sigurdardóttir Traduzione: Silvia Cosimini Casa editrice: Il Saggiatore pag: 320

mi ricordo di teCredo che scrivere una storia di fantasmi ambientata in tempi moderni non sia facile perché cellulari, macchine fotografiche e sempre più spesso dispositivi in grado di filmare sempre a portata di mano sono ormai molto popolari: tutta questa tecnologia è sicuramente un grosso antidoto per chiunque sia tentato di cedere alle suggestioni di messaggi provenienti dal mondo dei non viventi, perché se c'è una cosa che accomuna da sempre le ghost-story è che chiunque venga a contatto con una entità fantasma sia in qualche modo isolato dal resto dell'umanità e gli sia del tutto impossibile provare ad altri di aver avuto eventuali esperienze soprannaturali. Solo quando uomini e donne si trovano soli con se stessi la paura può irrompere nella mente con il massimo della forza: allora tutto è possibile, anche ciò che è estremamente improbabile, se non del tutto folle.
Yrsa Sigurdardóttir conosce bene i meccanismi classici dell'inconscio letterario e quindi in “Mi ricordo di te” sceglie una doppia linea narrativa per raccontare la sua originale storia di fantasmi, ambientata nella natìa Islanda: da una parte abbiamo la storia di una coppia di coniugi, Katrín  e Garðar, che insieme all'amica Lìf, rimasta vedova di recente, decidono di ristrutturare una antica casa nel villaggio sperduto di Hesteyri, allo scopo di trasformarla in pensione per villeggianti; dall'altro c'è invece lo psicologo Freyr indaga su uno strano atto vandalico avvenuto in una scuola del piccolo paese in cui abita che, per motivi del tutto inspiegabili, sembra collegato alla scomparsa nel nulla del suo bambino Benni, avvenuta alcuni anni prima, e alle misteriose morti di alcuni anziani del posto, un tempo anch'essi alunni della scuola.
Il mondo isolato di Hesteiry è il classico sfondo propizio ai fantasmi: un fiordo isolato, raggiungibile solo in barca, dove i cellulari possono non funzionare, non c'è elettricità e nessun modo di mettersi in contatto con l'esterno; uomo e natura a confronto, gli eterni nemici, con in più l'aleggiare di una strana entità, un bambino dalla risata malefica, che sembra essere a volte minaccioso e a volte avvertire di qualche pericolo, che terrorizzerà Katrìn, Lìf e Garðar.
Freyr, il cui punto di vista si alterna a quello dei tre di  Hesteriry, invece si muove in un ambiente popolato e tecnologico, dove la paura fatica ad attecchire perché gli eventi della vita quotidiana e i ricordi di un passato doloroso, sembrano cancellare i legami con il mondo sottile degli spiriti.
Mentre i tre di Hesteriry cederanno sempre più al terrore, Freyr scoverà sempre più tracce che legano il suo Benni a fatti avvenuti molti anni prima e alla fine egli stesso, per quanto scettico, dovrà seguire le indicazioni di quelle voci che sembrano provenire da un altrove sconosciuto.
Un cumulo di bugie e falsità si svelerà pian piano nei due filoni narrativi, fino a quando non verrà ribaltata la percezione stessa dei personaggi (che riservano non poche sorprese), per poi far converge le due storie in una narrazione unica.
“Mi ricordo di te” è un romanzo ad alta tensione che tiene letteralmente incollati alle pagine, pieno di colpi di scena, e che sa restituire alle storie di fantasmi tutto il loro potere di far paura, nonostante tutta la tecnologia disponibile che si possa avere come antidoto, perché affonda la sua capacità di provocare brividi nella più grande paura che c'è in ognuno di noi: conosciamo davvero chi abbiamo accanto?
Un romanzo ben riuscito che è stato un piacevole rinfrescante nelle sere estive, sia per l'evocazione di freschi (anzi freddissimi) sfondi islandesi che per il fatto di aver rimpiazzato il pensiero dell'afa opprimente con una sana paura di avere un fantasma dietro la porta (o sotto il letto, o vicino alla finestra, o a prendersi un caffè in cucina, fate voi...)

 
 
 
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