L'angolo di Jane

Il diario di Adamo ed Eva - Mark Twain

Titolo: Il diario di Adamo ed Eva Titoli originali: The Diary of Adam and Eve, Extract from Eve's Autobiography, Passage from Eve's Autobiography, This Day in Eden, Eve Speaks, Adam Soliloquy, A monument to Adam Autore: Mark Twain Traduzione: Stefania di Natale Casa editrice: Newton Compton pag: 116 costo: 5 euro

"Il Diario di Adamo ed Eva" raccoglie alcuni brevi racconti dello scrittore  Mark Twain (1835-1910), pubblicati sia come volumi unici che in altre raccolte, che hanno per tema una visione piuttosto umoristica dei primi anni di vita del primo uomo e della prima donna mai apparsi, secondo la tradizione biblica.
La gran parte dei testi furono pubblicati nel 1906, quando poco più di quaranta anni separavano il rivoluzionario "L'origine delle specie" di Darwin (1859) dallo scrittore americano, un testo ancora dibattuto per motivi religiosi, visto che prevedeva la discendenza dell'uomo dalla scimmia, mentre la scienza riservava ogni giorno nuove straordinarie scoperte sulla storia umana.
Adamo ed Eva, nella reinvenzione comica di Mark Twain, sembrano quasi consapevoli del terribile paradosso fra teoria creazionista e darwinista, e si comportano  non solo come i fondatori del genere umano, cosa di cui sono solo vagamente consapevoli, ma perfino come se fossero i primi scienziati della storia, descrivendo nei propri diari ogni novità ed ogni oggetto nell'Eden, così come il rispettivo partner, con un linguaggio che è una vera e propria parodia del metodo scientifico sperimentale.
Dice ad esempio Eva, nel suo primo giorno di vita (dal diario "tradotto dall'originale"):

"Ho quasi un giorno d'età, ormai. Sono arrivata ieri. Così mi sembra, almeno, e deve per forza essere vero, perché se c'è stato un ieri l'altro, io non c'ero quando è avvenuto, altrimenti me ne ricorderei. Naturalmente può darsi benissimo che ci sia stato e che io non ci abbia fatto caso. Benissimo; adesso starò bene attenta e se si verificheranno degli ieri l'altro, sarò pronta a prenderne nota. Sarà meglio iniziare da subito senza far confusione, perché l'istinto mi dice che questi dettagli saranno importanti per gli storici, in futuro. Infatti mi sento come un esperimento, nient'altro che un esperimento; sarebbe impossibile, per qualcuno, sentirsi più esperimento di me, e dunque sto addivenendo alla conclusione che sono proprio questo: un esperimento; soltanto un esperimento, nulla più".

Come è nello spirito di Twain, le conclusioni a cui giungono Adamo ed Eva nei rispettivi scritti, partendo da premesse perfino logiche, sono ovviamente buffissime, spesso tendenti a mettere in rilievo diffidenze e differenze fra uomini e donne, ognuno intimamente convinto che il proprio genere sessuale sia tutto sommato "il più intelligente", ma di non poter comunque fare a meno dell'altro, per qualche inspiegabile motivo.
Il libro è brevissimo, ma molto divertente. E' strano osservare il mondo con occhi che vedono davvero tutto per la prima volta, ma Mak Twain riesce a mostrarlo in modo estremamente originale, riuscendo a conferire alla sua Eva ed al suo Adamo una autentica candida innoncenza, in quella che è in fondo anche una piccola accusa contro il cielo: come avrebbero potuto infatti Adamo ed Eva capire davvero che era meglio non mangiare il frutto proibito, che avrebbe dato loro la conoscenza della differenza fra bene e male, se non avevano nemmeno idea di cosa fosse il male?