Creato da anima_virgiliana il 31/01/2006

LEGGER...MENTE

Mentre leggi queste pagine, spero che ripenserai non alle cose brutte, ma alle belle. A ciò che è stato, non a quello che avrebbe potuto essere. Al tempo che trascorremmo insieme, non a quello in cui fummo separati. Ma, soprattutto, spero che penserai a me.................... (Jamie Ford)

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MORTE DI UN UOMO FELICE

Foto di anima_virgiliana

Se non lo avessi visto con i miei occhi al Festivaletteratura di due anni fa, non crederei che a scrivere questo libro fosse un ragazzo trentenne, tale è la maturità di contenuti che propone il testo. Giorgio Fontana però per me non è una sorpresa, avendo già letto il suo primo libro pubblicato da Sellerio, "per legge superiore". "Morte di un uomo felice" è collegato al primo lavoro perchè ci sono sempre gli stessi magistrati, solo che il ruolo di protagonista è stato invertito. Roberto Doni è solo sullo sfondo, legato da giovanile amicizia al dott. Colnaghi, giovane magistrato di Milano che sta lavorando ad un omicidio rivendicato da un gruppo di brigatisti. Siamo nella Milano di inizio anni 80. Penserete al solito giallo, invece, qui più che nel primo libro, non si parla di indagini, omicidi, prove.....c'è piuttosto una continua meditazione del protagonista su cosa sia la giustizia, su cosa giusto fare nel suo lavoro, del perchè lui abbia scelto un tale fardello, invece di un comodo impiego in banca nel suo paesello, vicino alla sua famiglia. E poi vi è il confronto con il padre mai conosciuto, morto partigiano nel 44. Anche lui teme di fare la stessa fine per una giusta causa, ma sarà giusta per la sua famiglia? Colnaghi sente il rimorso di deludere chi lo ama, ma dentro di se sente il bisogno di dare giustizia alle vittime di queste stragi che stanno insanguinando l'Italia. Ma come fare a rendere giustizia a chi ha perso un familiare, qual'è davvero la giusta pena? Che senso ha incarcerare, punire, ingabbiare una, due, tre, cento persone se poi altre 1000 li seguiranno? Lui vorrebbe capire il vero senso della loro lotta, perchè solo dando risposte a questo si riuscirà a fermare la carneficina di innocenti, perchè anche lo Stato ha le sue colpe. Tutto ciò fa capire che il libro analizza a distanza di anni quell'Italia insanguinata dalle brigate rosse e nere e lo fa attraverso gli occhi di una persona per bene, cattolica ma anche di sinistra, neutrale dalla politica. Come tutti i gran bei libri, non manca la splendida ambientazione della Milano anni 80, con i bar-latteria, il tram, la campagna, la famiglia al mare in Liguria in una vecchia pensioncina. Splendida conferma di quest'autore candidato al Campiello 2014 che troveremo a Mantova al Festivaletteratura 2014 in uno splendido evento con Benedetta Tobagi! 

 
 
 
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