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 Le immagini qui pubblicate sono tratte dal web e dalla mia Canon digitale

 
 
 
 
 
 
 

 

 
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Dilettanti allo sbaraglio

Post n°163 pubblicato il 12 Ottobre 2010 da girasoli1967

.

Mettetevi comodi, ma seriamente comodi e poi ritagliatevi un quarto d'ora per leggere, senza iphone, ipad, blackberry che suonino

Sì, perchè dovete essere attenti a quanto scritto sotto per comprendere bene,nel dettaglio, come si sono svolti i fatti.

Premesso che il silenzio di questa settimana è dovuto in parte all'assenza di collegamento internet dalla terra dei cammellieri e in parte al susseguirsi degli eventi che anche la sottoscritta ha avuto seri problemi per stare dietro a tutti.

Ma procediamo con ordine.

Partiamo il sabato 2 ottobre da Milano con destinazione terra dei cammellieri, con un solo obiettivo: tornare in tre

Lo scopo non è tanto quello di andare a fare un figlio ad 8.000 km di distanza da casa bensì quello di adottare un bambino.

Atterriamo dopo un volo di 8 ore e come benvenuto scopriamo che le due valige sono rimaste a Mosca (causa forse del nuovo terminal, dal quale siamo ripartiti per arrivare in questo posto).

Tappa quindi delle 4 del mattino all'ufficio Lost & found dove facciamo denuncia di smarrimento bagaglio e dopo due ore raggiungiamo l'appartamento che ci hanno affittato. Il padrone di casa ci accoglie un pò rimbambito, con un buon inglese, e tra una cosa e l'altra con il solo nostro trolley a mano, scopriamo anche che di lì a due ore dopo avrebbe avuto inizio una festa per un matrimonio con tanto di balli e canti locali.

Non possiamo fare altro che prenderne atto e ci corichiamo consapevoli di quanto sopra. Puntuale la sveglia dopo due ore, fa sì che ci infiliamo i tappi di gomma nelle orecchie e cerchiamo di continuare a sonnecchiare. Gettiamo la spugna dopo mezz'ora e cerchiamo di fare colazione con le bustine da the che abbiamo ricevuto in regalo dal padrone di casa associate ai biscotti dell'Aeroflot dei 2 viaggi del giorno corrente.

Il desiderio di fare una doccia, di lavarsi i denti e di cercare un paio di mutande pulite e magari anche una maglietta è troppo forte e usciamo accompagnati dal padrone di casa in cerca dei generi di sopravvivenza. Il quartiere è nuovo per noi, e quindi non ci spostiamo molto agilmente come le due volte precedenti e questo fa aumentare il nostro malessere. Cambiamo i dollari al mercato nero e con i quattrini in tasca riusciamo a trovare i generi di prima necessità. La sensazione di pulito è una gran bella cosa soprattutto quando sono 2 giorni che non ti lavi.

La domenica trascorre con il pensiero che il lunedì mattina saremo in orfanotrofio a conoscere quella ci è stato detto da novembre 2009 nostra figlia, orfana dalla nascita .

Lunedi 3 ottobre

Ci viene a prendere la nostra guida/referente tartara e ci avviamo non senza aver comprato un mazzo di fiori per la capa dell'orfanotrofio.

La donna l'avevamo conosciuta in occasione del nostro primo viaggio a novembre 2009, si era già allora posta in maniera filo sovietica, stile sono io la capa e comando io e anche oggi la sua immagine - stile Mortisia della famiglia Adams - non è mutata.

La sua mano è molle come un fico e fredda come il ghiaccio, ringrazia senza muovere le labbra per i fiori e fa cenno di sedersi. E noi eseguiamo. Si guarda attorno, come alla ricerca di qualcosa che non c'è, capirete in seguito cosa andava cercando. Bene, il grande momento è arrivato. Il referente traduce velocemente: ci sono due notizie: la bimba ha sei anni - e sì - solo oggi abbiamo la certezza dell'anno di nascita - e l'altra ... c'è un padre  Non riesco proprio a celare il mio ribaltamento di sangue e chiedo se mi sta prendendo per il culo, sì proprio così. Mio marito chiede come è possibile una cosa simile visto che l'Ente ci ha sempre detto che trattasi di orfana (a meno che in terra di cammellieri orfano abbia un diverso significato che in Italia).

Basiti, reagisco dicendo che ci saranno altre schede di orfani, dopo tutto il luogo dove ci troviamo non è un mercato, e Mortisia mi risponde che le occorrono dei giorni per decidere cosa fare, verificare la situazione... Non ho parole: chiedo al tartaro se non era più logico avvisarci tre giorni prima della partenza, ossia quando l'ente ci ha convocato in sede per un briefing pre-viaggio; ottengo un sguardo scorato e non ho risposte, ancora una volta. Siamo veramente incazzati: siamo al terzo viaggio, con l'obbiettivo di fare una famiglia e questa ci prende per i fondelli? E no, così non va.

Il tartaro dichiara anche la coppia non ha portato i vestiti che incautamente l'Ente aveva promesso agli orfani perchè al check in a Mlapensa le borse avevano un peso di 45 kg, che sommato ai nostri 40kg voleva dire che avrebbero (l'Ente) pagato ad Aeroflot 800 euro (19 euro a chilo): fatti due conti si decide che portare il corrispondente in contanti pesa meno e quindi ci affidano la missione di comprare in loco abiti per bambini per un valore di 400 euro. Mortisia respira appena ma non cede. Il tartaro calca la mano e dice anche che la coppia ha in programma una donazione per l'orfanotrofio pari a 1000 euro ma la cosa non pare sortire troppo effetti. (E' superfluo dire che Mortisia non ha preso neanche 1 euro)

Usciamo da questo posto che mi pare un carcere e ci chiediamo come possa essere successo tutto questo.

Si telefona in Italia, all'Ente e si illustra la situazione e dall'altra parte ... basiti e silenzio. Si telefona in Ambasciata in loco e si chiede un appuntamento per ragguagliarli sullo stato delle cose. Ci aspettano nel pomeriggio. Tutte le persone in Ambasciata Italiana sono molto disponibili, ma curiosi di sapere nei dettagli la storia del mattino.

Raccontiamo - a stile Fantozzi - quanto ci è accaduto, ci ascoltano, ci consigliano.

Il tartato si recherà il giorno dopo in orfanotrofio con la copia del ns fascicolo e per capire cosa Mortisia abbia partorito nella sua mente malata.

Ci ritiriamo in quella specie di appartamento, ci facciamo una doccia e ci buttiamo sul letto ... Già il letto... Siccome ho qualche problema di schieda e di collo, dovuto anche alla età non più giovanile, faccio l'enorme errore di sollevare le coperte e ... sorpresa non c'è il materasso. Sui pagliericci ci sono delle trapunte, poi lenzuola e per cuscini ... quelli del divano coperte da federe (sì, avete proprio letto bene, nè materasso nè cuscini). Lo sconforto è troppo e la stanchezza di più, le lacrime scendono senza freni e il senso di impotenza totale si appropria di me, di noi.

Martedì 4 ottobre

Stamattina il tartaro vede Mortisia e poi viene a casa per relazionarci.

L'attesa è lunga, non abbiamo internet, così decido di guardare un film che Ennio mi ha caricato sul suo hard disk, karate kid, e intanto il tartaro non arriva.

Chissà cosa stanno dicendo?! Finalmente arriva e ha una faccia funerea. Il sunto dell'incontro è questo: dì alla coppia di tornare tra due mesi, ho bisogno di tempo per .... (per cosa? ma dove vivi? sei o no la capa di un orfanotrofio dove ci sono decine di bambini abbandonati?) preparare altri documenti per l'adozione, saluti e baci

Cosa altro ci rimane da fare?! Niente, decisamente niente.

Le valige non ci sono state recapitate e quindi continuiamo ad indossare i jeans di quando siamo partiti, mutante e magliette girano quotidianamente nella lavatrice.

Si ritorna a casa. Ci rechiamo negli uffici Aeroflot per il cambio dei biglietti, per richiedere l'indennizzo di mancata consegna bagagli.

Martedi notte/Mercoledì 5 ottobre

Il viaggio di ritorno è veramente faticoso sia fisicamente (siamo stanchi con alle spalle forse 10 ore in tutto di sonno, con circa 4 kg di peso in meno - e questo tutto sommato aiuta - ) sia soprattutto psicologicamente: abbiamo la sensazione di aver lasciato nella terra di cammellieri qualcuno che ci appartiene in qualche modo ma che forse è destinata a rimanere nella terra d'origine

Giovedì 6 ottobre

Riteniamo opportuno l'incontro con la responsabile delle adozioni estere dell'Ente e dopo aver riepilogato le vicende dei giorni precedenti, in una esposizione chiara ma decisa ci autodefiniamo dei Dilettanti allo sbaraglio, definizione quanto mai azzeccata e che descrive senza fronzoli una realtà nella quale ci siano trovati, abbiamo dovuto fronteggiare da soli, senza alcun sostegno se non da quello dei familiari.

Non so quali saranno le prossime azioni, i rapporti con l'Ente si sono ulteriormente tesi e non abbiamo più nulla da perdere, se non una figlia della terra dei cammellieri che non siamo riusciti a portare in famiglia

Tutti abbiamo perso: l'Ente che si sente privo di responsabilità - cosa assolutamente non vera - Mortisia - che vive sulle spalle dei orfani affidategli - noi che rimaniamo una famiglia a metà

Stiamo lentamente riprendendo a vivere la vita quotidiana, con tanto amaro addosso, con poca voglia di fare e di andare avanti, ma come tutti a quelli che abbiamo raccontato la nostra storia Non abbiamo parole, almeno per ora

Domani richiamerò a Malpensa l'ufficio lost & found, vediamo da quale parte del mondo saranno le valige, vi tengo aggiornati, non mancate!

 

 

 

 

Commenti al Post:
Fee.Verte
Fee.Verte il 12/10/10 alle 22:44 via WEB
Immagino.. ho dei miei amici in lista per le adozioni... dapprima un sacco di burocrazia, poi finalmente l'idoneità... poi siccome nel frattempo era passato del tempo , praticamente erano invecchiati, avevano detto loro di rinunciare a voler un bimbo piccolo... al limite con una domanda per l'adozione internazionale e una spesa di circa 20,000 euro per le pratiche ecc... avrebbero guardato un po'... conclusione loro sono senza un bambino... ma quello ancora più grave è che tutti questi bambini vengono privati di amore.
 
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 E sto abbracciato a te senza chiederti nulla, per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire con domande, con carezze, quella solitudine immensa d'amarti solo io.

**Pedro Solinas

 

 

 
 
 
 
 
 
 

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