E Stragis Milano.

Inviare alla Lista Rappresentativa d'Italia per il VISTO. Non pubblicare, cancellare, se non approvato. Mica siamo prepotenti e testardi come i magnaccia noi!

CC: Oggetto: Inviare alla Lista Rappresentativa d'Italia per il VISTO. Non pubblicare, cancellare, se non approvato. Mica siamo prepotenti e testardi come i magnaccia noi!
Data: Lun, 30 Apr 2007 2:25:05

INVIATO

"Anch'io sto lottando per liberare la donna e la bimba". (Babs)

Ma si sa! Comunque giusto dirlo.

1° Maggio ???
La Nuova Venezia
MARTEDÌ, 01 MAGGIO 2007
Scorzè. L’episodio si verificò all’azienda «Adrima» dove gli operai stavano smantellando senza alcuna protezione pannelli d’amianto
Infortunio nascosto, sette indagati
Un albanese morì cadendo dal tetto ma fu simulato un incidente stradale
SCORZÈ. Al primo giorno di lavoro era caduto dal tetto del capannone su cui lavorava senza alcuna misura di sicurezza ed era morto. I suoi colleghi, albanesi come lui, erano corsi in ospedale e si erano autoaccusati di averlo messo sotto in macchina. La sua famiglia - in Albania aveva moglie e tre bambini di cui una con problemi cardiaci - non ha ancora preso una lira, dopo la tragedia la beffa: di fronte alla richiesta l’Inail ha risposto che l’operaio non aveva alcun contratto di lavoro, insomma era «in nero». Adesso il pubblico ministero di Venezia Antonio Pastore ha chiuso l’inchiesta e sono sette gli indagati: i due titolari della «Senic Montaggi sas» di Villa del Conte e i tre del consiglio d’amministrazione della «Adrima srl» di Scorzè.
Era il 4 febbraio dello scorso anno: a chiamarlo per lavorare per la «Senic» era stato un connazionale e lo avevano preso per un giorno, il 35enne Pellumb Hima aveva bisogno di soldi anche perchè a casa la figlia aveva bisogno di cure per il suo malanno al cuore. La ditta padovana stava bonificando dall’amianto il grande capannone della «Adrima» in via Campocroce, lavoravano soprattutto sul tetto. Attorno ci sono altre piccole aziende artigianali e più di qualcuno si era fatto vivo con la presidente e i due consiglieri d’amministrazione della società per avvertirli che non solo gli operai durante la bonifica non adoperavano la semplice mascherina sul volto, ma non adottavano le minime misure di sicurezza - come la cintura - per non precipitare. Uno degli artigiani aveva anche scattato delle foto dei dipendenti della «Senic» in bilico sul tetto, istantanee che poi sono state consegnate ai carabinieri. Proprio a questo gli amministratori della «Adrima» devono la loro iscrizione sul registro degli indagati: erano stati avvertiti, ma nulla hanno fatto per evitare ciò che poi è accaduto. Anche per loro presumibilmente il pubblico ministero chiederà il rinvio a giudizio per concorso in omicidio colposo.
Tra i sette indagati ci sono anche due albanesi, colleghi di Hima, quelli che lo hanno raccolto da terra e lo hanno portato in ospedale a Mirano, raccontando che l’amico era finito sotto la loro automobile. Sono accusati di autocalunnia, cioè di essersi accusati di un fatto - aver investito una persona - mai accaduto. Di autocalunnia deve rispondere anche uno dei due titolari delle «Senic», che assieme all’altro è indagato anche di concorso in omicidio colposo.
A lanciare l’idea del finto incidente e a parlarne con i due operai albanesi, che probabilmente si sono fatti convincere facilmente per non perdere il posto di lavoro, sarebbe stato lui. I due imprenditori sono anche accusati di non aver predisposto tutte le misure per evitare incidenti sul lavoro: i loro dipendenti, stando al rappresentante della Procura, non avevano cinture, non avevano caschi, non avevano mascherine.
A dare la svolta alle indagini sono stati da un lato le testimonianze di alcuni artigiani della zona, dall’altro le conclusioni cui è giunto il medico legale Antonello Cirnelli. Quest’ultimo ha prima escluso che Hima potesse esere stato investito poi ha confermato che il sangue trovato per terra, nel capannone, apparteneva all’albanese.

G.
http://www.comuni.it/servizi/forumbb/viewtopic.php?t=29899

Caso Angelo Russo e famiglia, la Russo/Caramia rapinata, letteralmente distrutta, indagata la stessa famiglia. Le Istituzioni, Sindaco Moratti in testa, tacciono.

In Lombardia, in particolare a Milano, succede di peggio, ma qui la mafia è più intelligente, sviluppata, vi partecipano tutti compresa l'Informazione. La Repubblica parla della Calabria per... spostare l'occhio. (B.B.B.)
http://www.comuni.it/servizi/forumbb/viewtopic.php?t=29896

Ricordiamo che noi, Angelo Russo e... babs, siamo asclusi dai forum di Comuni.it e quindi... niente commenti, ci spiace.

la festa del lavoro...
« Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti conoscono. » [ Primo Levi ]

"Infortunio nascosto, sette indagati"
Caso Angelo Russo e famiglia, il Kossovo a Milano. Massacro nascosto, denunciati anche per altri mile supposte stragi, pesantemente indagati i massacrati.