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Biblioteca Malatestiana di Rimini

Post n°71 pubblicato il 14 Luglio 2012 da appestato.am

Una nuova pagina riassume tutti i link che riguardano la storia "in progress" della Biblioteca Malatestiana di Rimini.

Sul tema una pagina esiste già nel sito.

 

 

 

 
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Storie cancellate

Post n°70 pubblicato il 24 Dicembre 2011 da appestato.am

A qualcuno non è piaciuto il mio articolo sul 1946 (intitolato «Erba nei fossi e forche in piazza») che affronta un tema poi riproposto ne "I giorni dell'ira".
Con l'arroganza poco democratica di chi detiene un potere inteso non come servizio ma come difesa di posizioni privilegiate (che non sono soltanto economiche), di recente mi è stato fatto notare che "la storia si fa con i documenti".
Ho risposto pubblicamente sul web che, a Rimini, i documenti sono stati fatti sparire. Questo il testo pubblicato un mese fa.

«Mi si dice da persona autorevole, a proposito di certe storie riminesi di guerra e del dopoguerra, che la Storia si fa in base ai documenti. I documenti ci sono e smentiscono gli autocompiacimenti delleautobiografie.
Il problema è che molti documenti sono stati fatti sparire, dalle raccolte dei giornali conservati nelle biblioteche e dalla serie di atti pubblici (ovvero ufficiali) posseduti dalle stesse biblioteche.
E quindi, questi autorevoli personaggi che sostengono gli autocompiacimenti delle autobiografie, come spiegano quello che ora non c'è più?»

Vorrei aggiungere ora che, di certi episodi del 1944, a Rimini non si è mai parlato.

I primi a tacerne sono stati i repubblichini più in vista.
Cito dal "Giornale di Rimini" (I, 1) dell'8 luglio 1945, il pezzo sulla lunga lettera inviata da Paolo Tacchi al sindaco di Rimini, lettera che si concludeva che l'accenno ad «altre tre uccisioni avvenute» in città.
Giuffrida Platania in un testo inviato la segretario del fascio repubblichino (posteriore al 20.5.1944), scrive di «Altre azioni che per opportunità non è il caso di menzionare...».

Un personaggio antifascista noto per le sue posizioni polemiche verso la dirigenza antifascista postbellica, Elio Ferrari, scriveva in un fax inviato alla redazione del settimanale "il Ponte" il 28 aprile 1997, che un concittadino aveva fatto vivere momenti drammatici ai figli di un capo dell'antifascismo riminese (di questo "capo" faceva nome e cognome nel fax, come pure del "concittadino").
Lo stesso nome e lo stesso cognome del "capo" antifascista, faceva un generale e partigiano a chi lo intervistava, accusando quel signore "concittadino" citato da Ferrari, di aver sparato ad uno dei due figli di quel medesimo capo dell'antifascismo riminese.

C'è infine anche chi riferisce che, per quei colpi d'arma da fuoco, nel marzo 1944 ci scappò un morto, e non era il defunto l'obiettivo dell'azione. Forse si tratta di una di quelle «altre azioni che per opportunità non è il caso di menzionare...», secondo quanto scriveva Platania.


Rimini ieri. Cronache dalla città
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Rimini stranissima

Post n°69 pubblicato il 04 Novembre 2010 da appestato.am

Città stranissima, Rimini.

In un precedente post, ho parlato di Rimini "città molto strana".

Città stranissima, aggiungo oggi. Per raccontare come alcune (due, suppongo) recensioni apparse a mia firma sul settimale "il Ponte" a cui collaboro dal 1982, abbiano destato scandalo. Spiego il perché.

Prima recensione. In essa scrivo che una citazione riportata ha in originale un senso opposto a quello che le si attribuisce.

Seconda recensione. Scrivo che in quel libro c'è un itinerario ben esaminato negli anni '70, che vide in Elemire Zolla (1926-2002) uno studioso di punta, oggi utilizzato in ambito esoterico, come paladino della condanna della cultura della "modernità". Non so se per colpa della prima o della seconda recensione, ma non me ne hanno chieste più al giornale. E sono passati parecchi mesi.

 
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Grandi manovre

Post n°68 pubblicato il 04 Agosto 2010 da appestato.am

Ho annunciato sul "Ponte" l'imminente pubblicazione di una storia di Rimini nei 150 anni dall'Unità d'Italia ad oggi.
Sembra che la cosa abbia provocato sospetti, ne parla anche il mio oroscopo.
Tranquilli, quella storia l'ho già scritta e pubblicata in volume nel 2004.
Tante grandi manovre (con l'arrivo al giornale di una "grande" firma) per niente, dunque...

 
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Bavagli e grembiuli

Post n°67 pubblicato il 08 Luglio 2010 da appestato.am

Giornata del silenzio. Da lettori, e da vecchi inutili cronisti con mezzo secolo di cose scritte, ripetiamo che non ci piacciono i bavagli. Crediamo di averlo dimostrato. Per questa nostra libertà di visione a 360 gradi, sulla carta stampata ci siamo presi allegramente i calci in faccia da parte di solerti censori talmente cretini da confondere fischi con fiaschi, la Resistenza con il Risorgimento, la Costituzione con l'autoritarismo ad personam.

Spesso succede però quello che ha dichiarato Barbara Spinelli il 2.10.2009: "si ha l'impressione che i giornali italiani si censurino in anticipo, temendo chissà quali ritorsioni".
I giornali evitano il bavaglio, ma mettono talora il grembiule, ovvero la divisa del "tutti in riga", nell'obbedienza al pensiero unico. Talora quel grembiule ha la forma del grembiulino.

La Stampa in Romagna esce in panino con l'omonimo Corriere. Per farci pubblicare una lettera ("Radici cristiane, frutti proibiti") abbiamo atteso tre invii, tre settimane e l'aiutino del vice direttore, Pietro Caricato. Non parliamo di bavagli, di grembiulini, ma di disguidi.

Wikio ci ha contattati. Il nostro blog sulla Stampa era in salita nella classifica di luglio. Abbiamo risposto: come mai, se è tanto tempo che non lo aggiorniamo, elencando una serie di motivi.
Dopo qualche giorno ci hanno fatto sapere, su nostra sollecitazione, che le loro previsioni erano sbagliate. Il nostro blog è in discesa. Non parliamo di bavagli, di grembiulini, o di disguidi, ma di cambiamenti di opinione. Anche nelle cifre batte un cuore.

Giornata del silenzio. Ma ce ne sono di cose da dire su questi silenzi.
Al nuovo direttore della Stampa inviammo un caloroso augurio, lo seguivamo con attenzione su Repubblica, leggiamo il foglio torinese dal 1964, ci siamo affezionati, si siamo anche formati sulle sue pagine. Non abbiamo mai ricevuto risposto alla domanda: come vede il mondo dei blog?

Abbiamo aperto tra i primi un blog sulla Stampa-web, certe nostre cose sono piaciute, ma si è tollerato che per questo l'autore fosse offeso da altri blogger della Stampa. Come succede nei siti più squallidi ed inutili. Questo in nome della democrazia e della mancanza di bavagli alla libertà di informazione, lasciando dire a qualcuno che il sottoscritto aveva espresso opinioni che per la verità mai erano apparse sul blog.
Oltre ai maniaci sessuali, ci sono anche i maniaci verbali, che non tollerano la discussione pacata. Preferiscono la via breve dell'offesa e della diffamazione. In nome della mancanza di bavagli, si applicano maschere ridicole. Qualcuno non ha trovato di meglio che scrivere a destra ed a manca contro quel pravdiano di Montanari.
Non si considerino paladini della libertà d'espressione quanti usano il falso per accusare le persone con cui non sono d'accordo.

Siamo fisicamente sgraditi da molti che ci conoscono di persona, come i colleghi del Carlino riminese che ci hanno evitati per le loro celebrazioni, a cui avremmo potuto portare un piccolo contributo dato che vi collaborammo mezzo secolo fa...
Possono non amarci con tutta la tranquillità che deriva dal fatto che neppure Wikio, un mondo fatto di numeri, non ci ammira, ma alla fine ci ascolta nel farci retrocedere dopo che li abbiamo avvertiti di persona che non meritavamo il premio di avanzamento di carriera...

 
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