Messaggi di Gennaio 2016
La pace non è semplicemente l’assenza della guerra, non è il “quieto vivere” in cui trovare una nostra collocazione tranquilla, senza problemi. La pace vera è un dono di Dio fatto a noi per mezzo di Cristo, Colui che è riconciliazione e unità che ha realizzato il dono messianico della pace proprio nel suo sangue e realizzando nel suo corpo “un solo uomo nuovo”. La pace è dunque l’unità ritrovata, la riconciliazione con Dio e con i fratelli riconquistata, la gioia che nasce da tutto questo e che riempie il cuore dei credenti. Nella costruzione della sua Chiesa. Cristo è la pietra angolare su cui tutto l’edificio si colloca e si fonda, è il fondamento che da’ “pace“ a tutta la sua Chiesa. La pace di Cristo si differenzia da quella del mondo perché non si impone per decreto o per prepotenza, ma per amore. Inoltre porta il nuovo ordine della carità a cominciare dal cuore dell’uomo e poi si espande su tutte le opere umane vivificandole con la luce gioiosa dello Spirito Santo che porta e fa crescere la pace. La nostra vita ha bisogno di pace, il mondo ha bisogno di questo dono sublime e lo cerca, piu volte sbagliando direzione e mezzi, ma è la pace ciò che tutti gli uomini desiderano e agognano anche quando fanno la guerra. L’uomo non può non desiderare la gioia che nasce dall’equilibrio e dall’ordine che la pace promette, gode dell’armonia maestosa della natura, della bellezza delle cose che suggeriscono al cuore dell’uomo la lode profonda che a Dio è dovuta. Il canto della pace e dell’amore è il canto dei redenti, Cristo è Re dell’universo perché è il “Re della pace”, perché in Lui tutto acquista significato e senso, tutto si armonizza e si incontra, tutti ritrovano il proprio spazio e il giusto tempo. Per questo Egli è “riconciliazione” proprio attraverso il suo corpo donato a noi sulla croce, attraverso quel sacrificio sublime in cui l’uomo vecchio e l’uomo nuovo si incontrano, uno per morire l’altro per rinascere, tutti e due per ritrovare l’amore che salva nell’unico gesto redentore di Cristo. La Chiesa si dice sia annunciatrice di pace perché celebra il mistero della riconciliazione e dell’amore, perché attraverso i sacramenti annuncia la possibilità dell’unità e dell’incontro attraverso l’amore salvifico di Cristo, ma in verita' vi dico; ogni uomo chiamato da Dio puo'esercitare il ministero purche' guidato dallo Spirito del Signore tale persona puo'rendere efficace e viva l’opera redentrice di Cristo e ogni uomo può trovare finalmente la vera pace se realmente ascolta quel sussurro che all'orecchio le dice quanto sia grande la grazia del CRISTO RISORTO Chiediamo dunque al Signore questo grande dono, invochiamolo con fiducia, facciamoci mendicanti di questa grazia: “dona nobis pacem”. Nella congiuntura storica contemporanea in cui vediamo l’uomo armarsi contro il suo fratello, vediamo il cuore dell’uomo inaridirsi fino a morire sotto il giogo maligno dell’inimicizia, dell’orgoglio, dell’odio, la nostra preghiera per ottenere la pace si fa urgente e necessaria. Questa preghiera non può prescindere però dalle nostre opere di pace e soprattutto dall’annuncio di Colui che è il datore della pace: Cristo Redentore. "Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo io la dono a voi”, queste espressioni ci indicano chiaramente la direzione e il metodo. Bisogna annunciare Cristo, portare la sua grazia, invocarne l’aiuto e la presenza, farlo amare affinché il mondo conosca il Principe della Pace e a Lui si rivolga per ottenerla. Facciamo dunque nostro l’invito del nostro papa Giovanni XXIII nei primi anni Sessanta: “dona nobis pacem.” La pace tra gli uomini nasce sempre dalla pace con Dio che si realizza a cominciare dal loro cuore per poi aprirsi alle famiglie, alle nazioni, ai popoli, al mondo. Gridiamo anche noi con forza al Signore affinché ci esaudisca: “dona nobis pacem in terris”. IL MIO GRIDO SALE A TE SIGNORE ABBI PIETA' DI NOI ALLELUJA IN FEDE GERUSALEMME |
Signore, ti benediciamo per tutti coloro che hai riscattato per mezzo del tuo sangue, e che condividono la tua gloria nella visione a faccia a faccia, e ti conoscono come tu li hai conosciuti durante il loro pellegrinaggio sulla terra. Noi ti benediciamo per la beata speranza che è in noi di poter condividere le sorti di questa folla immensa di santi, di spiriti beati, e di tutti coloro che sono giunti fino al trono della tua gloria, che ti cantano senza sosta e partecipano all'indicibile felicità che è in te, Santa Trinità. Concedici di vedere i cieli aperti come hai promesso, e che la gloria del mondo che verrà ci aiuti a sopportare con gioia tutte le tristezze di questo mondo, e a considerare tutte le cose come passeggere.
gli angeli e lodano il Figlio di Dio.
tuo popolo, l'abbondanza della tua misericordia. Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d'Israele. Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all'Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell'Agnello». Parola di Dio. |
Post n°1257 pubblicato il 12 Gennaio 2016 da linaladu
Miei carissimi tutti..oggi voglio parlarvi dell'immenso amore che un padre sente per il proprio figlio/a.Di solito parliamo ed elogiamo la madre,che per nove mesi ci ha tenuti nascosti dentro il suo seno e con grande dolore ci ha messi al mondo,ma oggi sento dentro di me,di onorare il PADRE CHE COL SUO SEME CI HA DATO LA VITA. Il padre,sentinella della propria dimora,egli che per i figli ha sempre lavorato afrontando ogni sacrificio ed ogni pena,sempre con sincero e vero amore,per questo e per altre mille ragioni lo dobbiamo tenere in cuore e vivo nella mente.Il padre deve essere l'amico piu' caro per il figlio,essendo un tesoro immenso,grande quanto il mare,che tiene in seno tante perle rare.Egli indica la strada del Cielo e la Luce del giusto cammino,egli e' l'ombra buona della grande quercia e la mano sicura che ci conduce oltre la siepe,la sua dolcezza e fatta di sangue e vitalita'.Dunque figlio,ricorda il rispetto per tuo padre,amalo come se fosse una perla rara,ricorda i suoi buoni esempi,che ti ha dato e che ancora ti dara',egli ti benedice ogni giorno nel nome del SIGNORE..Non dimenticarlo mai,rendilo partecipe nella tua vita,non avere remore di starle sempre vicino, onoralo in ogni occasione, ricorda sempre ,che i tuoi figli ti daranno la stessa riconpensa..Questo amore vuole DIO per un figlio verso il proprio PADRE..CON AFFETTO SINCERO .LINA. |
Post n°1256 pubblicato il 06 Gennaio 2016 da linaladu
Una stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero “il re dei Giudei che è nato” e lo adorassero.Matteo aggiunge nel suo Vangelo: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono”.Il viaggio dall’Oriente, la ricerca, la stella apparsa ai Magi, la vista del Salvatore e la sua adorazione costituiscono le tappe che i popoli e gli individui dovevano percorrere nel loro andare incontro al Salvatore del mondo. La luce e il suo richiamo non sono cose passate, poiché ad esse si richiama la storia della fede di ognuno di noi.Perché potessero provare la gioia del vedere Cristo, dell’adorarlo e dell’offrirgli i loro doni, i Magi sono passati per situazioni in cui hanno dovuto sempre chiedere, sempre seguire il segno inviato loro da Dio.La fermezza, la costanza, soprattutto nella fede, è impossibile senza sacrifici, ma è proprio da qui che nasce la gioia indicibile della contemplazione di Dio che si rivela a noi, così come la gioia di dare o di darsi a Dio. “Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia”.Noi possiamo vedere la stella nella dottrina E. nei segni dei tempi, nelle parole sagge e nei buoni consigli che, insieme, costituiscono la risposta alle nostre domande sulla salvezza e sul Salvatore.Rallegriamoci, anche noi, per il fatto che Dio, vegliando sempre, nella sua misericordia, su chi cammina guidato da una stella ci rivela in tanti modi la vera luce, il Cristo, il Re Salvatore. O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella,hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio,conduci benigno anche noi,che già ti abbiamo conosciuto per la fede,a contemplare la grandezza della tua gloria.Per il nostro Signore Gesù Cristo. IN FEDE LINA LADU. |
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