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Messaggi del 04/05/2015

LA LEGGE DEL PERDONO. LINA LADU GERUSALEMME.

Post n°1224 pubblicato il 04 Maggio 2015 da linaladu

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“Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo” (Efesini 4:32)


Nel Vangelo secondo Luca si narra un episodio di risentimento da parte dei discepoli di Gesù.In viaggio verso Gerusalemme, Gesù aveva bisogno di ospitalità, forse per il prenottamento.Per questo motivo, dalla schiera dei discepoli partirono Giacomo e Giovanni, per domandare ai samaritani del vicino villaggio qualche posto per l’alloggio.

Ma i samaritani essendo duri non vollero trattare con i giudei!Ci sono vecchi attriti storici e religiosi, che hanno sempre impedito una leale amicizia tra i due popoli, perciò essi non intesero ricevere Gesù.

I discepoli, allora, vogliono vendicarsi di un simile atteggiamento e dicono: “Signore, vuoi che diciamo che scenda fuoco dal cielo e li consumi, come fece anche Elia?” (Luca 9:54).

L’Evangelo dice che Gesù li sgridò.

Li sgridò come sgridò gli spiriti immondi e come sgridò il mare in tempesta.Era necessario che nel loro cuore albergasse il sentimento della carità e che imparassero a perdonare.La legge del perdono è la grande rivoluzione spirituale che il cristianesimo ha introdotto nel mondo.

Per gli antichi esisteva la legge del taglione: “fai come ti è stato fatto”.

Se uno ti spezza un dente, spezza anche tu un dente all’avversario, se uno ti acceca un occhio, cava l’occhio al tuo avversario.“Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per contusione” (Esodo 21:24-25).

Gesù, parlando un giorno con l’apostolo Pietro, alla sua domanda: “Signore, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?”, Egli rispose: “Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette” (Matteo 18:21-22).

Con questa risposta, Gesù non volle porre un limite matematico, facendo pensare che si dovesse perdonare 490 volte e poi si è liberi di vendicarsi.

No, Egli esclude in senso assoluto il sentimento di vendetta, dovendosi perdonare sempre, all’infinito e senza condizione.Bisogna seguire la pratica del Padre che è nei cieli.Egli è largo nel perdonare, dice il profeta Isaia.Così dice il Salmista: “Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così è grande la Sua bontà verso quelli che lo temono. Come è lontano l'oriente dall'occidente, così ha Egli allontanato da noi le nostre colpe. Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il SIGNORE verso quelli che lo temono. Poiché Egli conosce la nostra natura; Egli si ricorda che siamo polvere” (Salmo 103:11-14).

Come cristiani, siamo chiamati ad agire nella maniera del Cristo, che ci insegna un metodo nuovo, dicendo: “Non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra” (Matteo 5:39), ed anche: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il Suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5:44-48).

Gesù ha realizzato pienamente queste parole nella Sua vita, non solo perdonando un gran numero di peccatori, ma chiamando “Amico” Giuda Iscariota, colui che lo tradiva.E quando, sul legno della croce, inchiodato, sente l’insulto dei Suoi carnefici, Egli dice: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34).

Non c'è perdono per chi non perdona!nfatti, nel Padre nostro, la preghiera modello che Gesù ci ha insegnato, dice ad un certo punto: "E perdonaci i nostri debiti, come anche noi perdoniamo ai nostri debitori" (Matteo 6:12).

E il Signore, poi, aggiunge: "Perché, se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre" (Matteo 6:14-15).

Chiaramente, ci salva il perdono che riceviamo attraverso il ravvedimento dalle opere morte e mediante il sangue prezioso di Cristo, e non mediante il perdono che concediamo agli altri, però chi serba rancore nel suo cuore e non è disposto a concedere il perdono ai suoi simili, dimostra che egli non ha mai ottenuto perdono dal Signore, non conosce la Sua bontà, la Sua compassione e la Sua misericordia, e non è nemmeno grato per la Sua pietà infinita!

In Matteo 18 vi è la parabola del servitore spietato.Essa inizia dicendo che il Regno dei cieli è simile ad un re che volle fare i conti con i suoi servitori. Gli presentarono uno che era debitore di diecimila talenti, una somma rilevante.Ma il servitore non aveva di che pagare e il re dispose che fosse venduto schiavo lui, insieme alla moglie ed i figli.

Ma egli, gettatosi ai piedi del re, disse: "Abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto" (Matteo 18:26).Il re, mosso a compassione, gli rimise il debito.Ma quel servitore, a sua volta, doveva ricevere del danaro da un suo compagno, una somma assai modesta di solo cento danari.

Il modo con cui chiese il danaro fu violento: gli strinse fortemente la gola, quasi a farlo morire, dicendo: “Pagami ciò che mi devi!” (Matteo 18:28).Il poveretto chiese di aver pazienza con lui, ma il crudele creditore lo fece mettere in carcere finché non gli avesse pagato il debito.

La cosa fu saputa dal re, il quale , mandando a chiamare il servitore a cui aveva rimesso il debito, gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché mi hai supplicato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” (Matteo 18:32-33).l re lo consegnò in mano degli aguzzini, che lo avrebbero trattenuto fino al tempo del pagamento di tutto il debito.

La parabola aggiunge una parola che è valida per noi:  “Così il mio Padre celeste farà pure a voi, se ciascuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello i suoi falli” (Matteo 18:35).Il che significa che il Signore non ci userà misericordia se, a mostra volta, non usiamo misericordia. Ricordiamoci sempre che il debito del nostro fratello è piccolo, rispetto a quello che abbiamo noi con il Signore.

La nostra ribellione a Dio costituisce il debito impagabile dei diecimila talenti. Dio perdona solo se, a nostra volta, perdoniamo ai nostri debitori, per questo Gesù ha incluso questa prassi nella preghiera modello: “E perdonaci i nostri debiti, come anche noi perdoniamo ai nostri debitori”.E l’apostolo Paolo scrive: “Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo” (Efesini 4:32).

FRATELLI E' SORELLE AMATISSIMI AMIAMOCI GLI UNI E GLI ALTRI

COME GESU' HA AMATO NOI..PERDONANDOCI A VICENDA GLI SBAGLI COMMESSI.

IL NOSTRO CUORE SIA IN PACE CON LO SPIRITO,PERCHE' NESSUNO SA' QUANDO

GESU' TORNERA' ED E' MEGLIO PER NOI AVERE L'ANIMO IN PACE CON TUTTI

STATE CERTI CHE DIO VEDE IL MALE CHE CI E' STATO FATTO,AL GIUSTO MOMENTO

DONERA' LA GIUSTA RICONPENSA.

IN FEDE LINA LADU GERUSALEMME.

 
 
 

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