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Messaggi del 06/05/2017

I MIEI LIBERI PENSIERI...LINA LADU.

Post n°1307 pubblicato il 06 Maggio 2017 da linaladu

La felicità: come trovarla dentro di noi....
Spesso sono proprio i nostri atteggiamenti ad ostacolare la felicità, impedendoci di riconoscerla e viverla. Ecco le convinzioni sbagliate che rovinano il buonumoreQual è l’opinione comune sulla felicità? Possiamo sintetizzarla così: «La felicità è mito, e leggenda: tutti ne parliamo ma pochi l’hanno davvero conosciuta, e pochissimi sono così fortunati da assaporarla a lungo…». In pratica si pensa che la felicità sia un fattore esterno a noi, che debba essere ricercata ma che raramente questa caccia vada a buon fine. E se fosse tutto sbagliato? Proviamo a pensare che la felicità non sia un premio o un trofeo da conquistare o meritare. Gli studi scientifici dimostrano che il nostro cervello è programmato per produrla continuamente. In ogni istante, infatti, mentre noi rincorriamo pensieri, progetti, obiettivi, il cervello sta “felicitando”, ossia si sta predisponendo a creare una condizione di pienezza e di soddisfazione, che non dipende dalle circostanze esterne e non ha “scadenza” temporale. Il cervello tende all’equilibrio mantenendo sempre attive le centraline del piacere e della gratificazione, secernendo endorfine e neuro-trasmettitori, in particolare la serotonina, responsabile di uno stato di benessere e felicità.Nonostante il cervello sia sempre pronto a generare felicità, nell’esperienza di molte persone sono soprattutto gli stati d’animo negativi ad avere la meglio: molto spesso ci facciamo invadere dai brutti pensieri, da preoccupazioni e ansie che mettono le radici e “infestano”, come erbacce, la nostra mente. Se vogliamo sfruttare appieno il potenziale di felicità che il nostro cervello secerne, occorre aiutarlo con l’atteggiamento giusto.
«La felicità dipende dall’esterno». Così la cerchi dove non c’èÈ un po’ l’errore numero uno, che li riassume tutti. Spesso si guarda con diffidenza alle persone che pur avendo davvero poco, si dicono felici. Si pensa che siano di poche pretese… In realtà siamo noi ad esserlo quando ci facciamo convincere dall’idea che non si può essere felici quando si è con pochi mezzi, senza una bella casa, un lavoro gratificante… Sono le condizioni che poniamo alla felicità a renderci insoddisfatti: siamo sempre alla ricerca di qualcosa, della speranza che si realizzi un progetto, che si presenti un evento appagante che possa finalmente farci sentire felici pensando che«La felicità è rara, eccezionale». In questo modo ignori tutti i piccoli momenti felici.
L’opinione comune è che si contino sulle dita di una mano e corrispondano a eventi eccezionali: il matrimonio, il primo amore, la laurea, la firma di un buon contratto, una vacanza memorabile, la nascita di un figlio… E nella vita di tutti i giorni? Non ce ne accorgiamo più, assuefatti come siamo alla routine e alle abitudini. Invece la vita è cosparsa di istanti felici, basta non soffocarli con i pensieri rivolti ossessivamente al passato. Ladobbiamo trasformare in qualcosa che arriva solo lottandoIn fondo siamo convinti che, come tutti i premi, dobbiamo meritarcela. Per esserne degni dobbiamo sottoporci a un grande impegno, a rinunce e sacrifici. Occorre migliorare se stessi, smussare difetti e limiti, raggiungere obiettivi . Bisogna sforzarsi, lottare con noi stessi e col mondo, ottenere successi. Ma così, se per caso ne raggiungiamo un pezzetto, subito andiamo in ansia perché la sentiamo minacciata e finiamo per non godercela nemmeno. È una via sbagliata: gioia e dolore sono stati interiori che convivono nel cervello in ogni istante, perché sono prodotti dal cervello, non dal mondo esterno. Non c’è da fare alcuno sforzo pratico o morale, non c’è da meritarsi la felicità: c’è solo da lasciarle spazio dentro di noi.«La felicità è un ideale». Se diventa un’utopia non la raggiungi più...Se pensiamo che la felicità sia il frutto di condizioni ideali, se pensiamo cioè che saremo felici solo quando avremo realizzato quel tal obiettivo, o avremo raggiunto quella determinata meta personale, stiamo rimandando la felicità a un futuro utopico che potrebbe non arrivare mai. Non esiste da nessuna parte un mondo perfetto senza conflitti, problemi, difficoltà; in cui ogni nostro bisogno e desiderio viene appagato. Si tratta di un mondo talmente ideale, da essere inesistente. Ma se la felicità diventa un’utopia, l’infelicità diventa la norma, che si sopporta magari in vista di un fine superiore. Non bisogna mai opporre la realtà di oggi ai sogni di domani: la realtà deve essere il nostro sogno, oggi, qui. Tutto quello che ci serve per essere felici è già a nostra disposizione, non c’è da cercare altro basta cercarla dentro di noi.

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