Creato da linaladu il 29/06/2009

L'Arrivo Del Signore

Religione

AREA PERSONALE

 

 

FACEBOOK

 
 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 55
 

http://i.imgur.com/9qtRay1.jpg?1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BUONA PASQUA DI RESURREZIONE A TUTTI....GESU' VIVE PRESTO RITORNA...

Post n°1413 pubblicato il 07 Aprile 2023 da linaladu
Foto di linaladu

OSANNA...OSANNA...NELL'ALTO DEI CIELI...
BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME
DEL SIGNORE...OSANNA AL FIGLIO DI DAVIDE...
Sai dov’è, fratello mio,il Signore della luce?
Qui verrà e nel profondo,parlerà per noi Gesù.
Splenderà sui nostri volti,guiderà i nostri passi
in noi dimora la Sua Parola:tu con me l’ascolterai;
con stupore nella notte,presso te la sentirai.
Sai perché,dolce profumo,il tuo amore ci rallegra?
DIO verrà da noi,e nel silenzio siederà con noi .
Spezzerà ancora il pane,pregherà con noi il Padre.
Nella gioia del convito,lo vedremo in mezzo a noi;
nell’affanno dell’attesa...accanto a te io sofriro'..
C’è tra noi qualcuno, che deluso da me s’allontano' ,
ma,da noi tornera' per la vita....lotterà con noi Gesù.
Salverà ancora l’uomo,vincerà il nostro dubbio;
non si spenga la speranza,che Gesù per noi aprì.
Nel cammino coi fratelli,aspettandoti GESU'...
Tu sai,chi è,dolce profumo,quest’amico che ritorna
aspettiamo tutti uniti, finché un giorno,lo vedremo,
Lui sarà la nostra gloria,chiamerà i nostri nomi,
là nel cielo della luce,GESU' con noi esultera';
la fatica dell’attesa..in allegria si tramutera'
VIENI FRATELLO..ENTRA CON GIOIA E ALLEGRIA
IN MEZZO AL POPOLO DI DIO....NON ESITARE
GESU' E' VIVO, CI DONERA' PER SEMPRE..VITA ETERNA.
ALLELUJA. GERUSALEMME LINA LADU

 
 
 

ULTIMA CENA....DI GESU'..

Post n°1412 pubblicato il 04 Aprile 2023 da linaladu
Foto di linaladu

BUONA LETTURA.ULTIMA CENA DI GESU'.
Gerusalemme, piu' di tremila anni fa: la città è invasa dai pellegrini accorsi da tutte le regioni d'Israele per celebrare la Pasqua, la grande festa dell'uscita del popolo dalla terra d'Egitto, la ricorrenza più temuta dagli occupanti romani, proprio perché legata ad un evento in cui si faceva memoria della liberazione degli ebrei dalla schiavitù. E gli israeliti di quel tempo si trovavano ancora schiavi, questa volta, però, nella loro terra, in mano allo straniero.
Circolavano voci, in città, la folla era in fremente attesa: “Dicono che ci sia qualcuno, in giro: forse il messia promesso dalle Scritture, un uomo mandato da Dio per liberarci dal giogo dell'oppressione!”. C'è tumulto intorno a questa speranza. C'è il desiderio vivo di Dio che torni a liberare il Suo popolo. Ecco allora che si presenta alle porte di Gerusalemme un uomo: se ne è sentito parlare a lungo, molti lo hanno ascoltato predicare e ora si radunano lungo la via che conduce al tempio per accoglierlo.
È una cavalcatura strana, la sua, a dorso di un'asina e del suo piccolo: immagine decisamente poco appariscente, del tutto inadeguata ad un sovrano. Eppure la folla che si è radunata intorno a lui non sembra stupirsene più di tanto: anzi, lo acclama quale “re d'Israele”. Un re piuttosto inconsueto, senza scettro e senza corona. Un re disarmato e senza soldati al suo seguito. Eppure la gente sembra riconoscerlo e non sembra nutrire dubbi circa la sua identità. Come mai?in proposito,accenno una risposta: le Scritture ebraiche, in particolare i profeti, e più specificamente Zaccaria, avevano parlato di un re che si sarebbe presentato in Gerusalemme proprio in questo modo, diciamo così, “originale”Sì, Gesù è il messia che Dio ha mandato per liberare il suo popolo: per liberarlo, anzitutto, dalla violenza e dalla sua logica imprigionante, che mantiene in schiavitù chiunque cerchi di liberarsi dall'oppressione ricorrendo alle armi. Gesù viene, dunque, e gran parte della folla accorsa a Gerusalemme lo riconosce e lo acclama re: un re di pace e di giustizia, il re annunciato dai profeti.
Il popolo d'Israele, in primo luogo, ha riconosciuto Gesù. Una parte dei sommi sacerdoti legati al tempio, uomini (esclusivamente uomini) collusi con il potere, ne hanno favorito la condanna, eseguita poi dai romani, non da israeliti. Il conflitto con Gesù e la decisione di metterlo a morte ebbero ragioni di natura politica, non etnica e nemmeno (in senso stretto) religiosa: Gesù era un uomo scomodo per i potenti, un uomo che amava suscitare la libertà in chi ne accoglieva l'annuncio, un uomo la cui parola, come quella di Dio, era adatta soltanto a cuori aperti e non induriti, ad orecchie capaci, ancora, di ascoltare.E furono orecchie e cuori d'ebrei a fare spazio al suo messaggio e a diffonderlo: è grazie a costoro che ancora oggi il messaggio dell'ebreo Gesù percorre la terra e scuote le donne e gli uomini dalle loro false sicurezze. “Ma chi è costui?”, si domandano, increduli, alcuni dei presenti alla scena dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme. La folla, senza esitazione, risponde: “È il profeta Gesù”. Profeta: questo è il primo termine che lo qualifica e lo identifica.Gesù è profeta e “figlio dei profeti”, debitore di quanti, nella storia d'Israele, l'hanno preceduto nell'annuncio di un regno di pace e di giustizia, un regno da instaurare, da preparare, non soltanto da attendere. Gesù si pone nel solco di questi profeti, si considera loro erede e porta avanti il loro messaggio. “Profeta” è parola che viene dal greco, pro-phemì, e può significare, principalmente, due cose.In primo luogo “profeta” è chi “parla di fronte a”: in particolare, di fronte ai potenti, a coloro che non ammettono replica, che non accettano la critica.Ma anche di fronte alle donne ed agli uomini, nella speranza, che, ascoltando, prendano coscienza ed incomincino, anch'essi, a recare un annuncio Infine, ma non certo per importanza, il profeta parla anche, ogni volta che apre bocca, di fronte a Dio, al cui giudizio rimette ogni cosa che pronuncerà in nome Suo: un profeta si trova sempre dinanzi a Dio, tutta la sua vita.
Il profeta vive di Dio e per Dio, e a Dio appartiene la sua stessa vita e tutto cio' che il suo cuore brama: è Dio a infondergli il coraggio, a donargli l'audacia. Perché è Dio, e nessun altro, a costituirlo profeta.Ma “profeta”, in un secondo significato, è anche colui, colei, che “parla in favore di”, o “al posto di”: in favore di chi voce non ha, perché il suo diritto venga rivendicato e difeso dalla violenza di chi intende negarlo. E al posto di quel Dio che non ha altra voce per parlare se non quella dalle donne e degli uomini che Egli chiama perché osino recare il Suo annuncio.Un annuncio che sembra condannato a non avere troppe orecchie ad ascoltarlo, perché viene a scuotere, a scomodare l'essere umano.Un annuncio per donne e uomini liberi, uomini e donne capaci di riconoscere che il Dio d'Israele è un Dio degli oppressi, un Dio che ama accompagnarsi agli ultimi e che, quando manda un messia, gli fa cavalcare un'asina e lo fa accogliere da quei diseredati che Egli ha costituito quali eredi del Suo regno. Un Dio che innalza gli umili e che dichiara il suo amore per gli afflitti, la sua predilezione per i poveri.Un Dio che contraddice le evidenze, un Dio al quale siamo chiamati ad educare il nostro sguardo, altrimenti rischiamo di non notarlo, quando ci passa vicino. Un Dio che gli occhi attenti dei semplici ci insegnano a scorgere, come ci ricorda lo stesso Matteo nel suo vangelo: Mi rallegro di Te, o Padre, Signore del cielo e della terra,perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligentie le hai rivelate ai piccoli Amén.. IN FEDE Gerusalemme Ladu LINA

 
 
 

COME UNIRE LE DUE PASQUE....VOLUTE DAL SIGNORE.

Post n°1411 pubblicato il 08 Marzo 2023 da linaladu
Foto di linaladu

COME VIVERE LE DUE PASQUE.....
La Paqua Ebraica...BUONA LETTURA E MEDITAZIONE....
non è una pia commemorazione di eventi lontani: è invece un'esperienza. La Pasqua invita ogni ebreo a partecipare oggi a un evento fondamentale per lui, per il suo popolo e per tutta l'umanità.Celebrando la Pasqua l'ebreo collabora con Dio nella redenzione del mondo.
Ma com'è possibile partecipare oggi ad un evento che ebbe luogo più di tremila anni fa? La Torah chiama le grandi feste ebraiche Moadim (giorni di incontro con Dio). Ognuna delle grandi feste ebraiche trasmette un messaggio divino, radicato in un evento storico. La Pasqua trasmette la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto. È una meraviglia che quel messaggio non ci raggiunga da un passato remoto, ma che ci venga donato ogni anno di nuovo, celebrando un evento storico che diventa oggi una parola eterna di Dio per noi.
Per l'uomo occidentale questo è difficile da capire, perché egli considera il tempo come una linea diritta, che parte da un passato remoto e non tornerà mai più, dirigendosi verso un futuro imprevedibile che nessuno può conoscere. Spicca una sola certezza, quella della propria morte. Da questa l'uomo "occidentale" cerca di fuggire in molteplici faccende alienandosi dal proprio oggi.Perciò gli eventi dell'Esodo dall'Egitto gli sembrano un lontano passato, senza alcun significato attuale.Ma l'ebreo non vive il tempo in questa maniera: Dio è intervenuto nella sua storia e continua a intervenire, caricandola di un significato eterno e sempre attuale.Mentre la storia avanza, l'ebreo non avanza su una linea diritta, lasciando il passato dietro a sé: "Noi ci muoviamo in cerchio o, meglio, in una spirale, e perciò passiamo anno dopo anno attraverso le stesse stagioni, nelle quali avvennero gli interventi storici di Dio in favore dei nostri padri.
Per questo gli ebrei, quando ringraziano Dio per i miracoli che ha operato nella loro storia, non parlano dei grandi eventi dicendo "in quei giorni", ma dicono "in quei giorni, in questo nostro tempo"; ancora oggi ne sono partecipi come se fosse accaduto ieri.Quando dunque un ebreo veglia durante l'inter notte di Shavuoth scrutando la Torah, non commemora semplicemente il dono della Torah sul Sinai, ma si prepara oggi a riceverla di nuovo. Quando a Tisha be Av digiuna, cantando lamentazioni seduto tutto il giorno per terra, egli partecipa alla tragedia della distruzione del Tempio e la rivive. Quando, a Sukkoth, vive per otto gironi con tutta la famiglia in una capanna di frasche, attraverso la quale si deve intravedere il cielo, egli non si ricorda semplicemente dei suoi padri che, guidati da Dio, vissero per quaranta anni pellegrini nel deserto, ma proclama attraverso quel segno che anch'egli è pellegrino su questa terra e che la sua sola luce gli viene dal cielo, da dove aspetta la venuta del Messia. Tutto questo lo riassume molto bene Luzzato, rabbino e qabbalista italiano: " Ogni impresa operata da Dio, ogni luce che brillò in un certo tempo della nostra storia, quando questo tempo ci raggiunge attraverso la memoria, lo splendore di questa luce brilla di nuovo e i frutti di quell'impresa possono essere mietuti da chiunque è presente per raccoglierli anche hai giorni d'oggi. Ogni festa dell'anno liturgico ebraico contiene dunque la propria specifica e unica emanazione di santità, e l'ebreo può così rivivere i grandi avvenimenti della sua storia e, entrando nel loro spirito, attingere forza e ispirazione per il suo cammino .
La prima e principale festa dell'anno - principale perché segna gli inizi del popolo ebraico ed è quindi madre di tutte le feste dell'anno liturgico, è Pessach, la Pasqua, che gli ebrei chiamano " il tempo della nostra liberazione ,Questa liberazione cade sempre di primavera, nel mese di Nissan marzo Ma questo non è, il mese della liberazione perché in esso avvennero i prodigi dell'esodo: i prodigi dell'esodo avvennero invece in quel mese perché così Dio l'aveva preordinato per manifestarsi e per liberare, innestando la liberazione spirituale in un fenomeno naturale di vita, festeggiato ciclicamente da tutti i popoli: la primavera.È la stagione nella quale la natura, libera dalle catene dell'inverno, si rinnova e si riveste di nuovo splendore. Questa è la stagione della libertà nella quale risuona la voce dell'amato: " Alzati, amica mia, vieni, mia bella, mettiti in cammino. Ecco l'inverno [della schiavitù] è passato Questa è la stagione nella quale sono state aperte le sorgenti della liberazione dalla schiavitù dell'Egitto; liberazione per poter servire ed amare Dio. Queste sorgenti che si aprono nuovamente ogni anno zampillano con tutta la loro forza ogni mese di Nissan.Marzo.La schiavitù e la liberazione dall'Egitto costituiscono la pietra di fondazione di Israele; su di esse poggia tutta la sua storia. Per questo i saggi di Israele possono dire: " Ogni periodo di esilio nella storia del nostro popolo fu prefigurato dalla schiavitù d'Egitto e ogni atto di liberazione, fino a quando giungerà quello definitivo, l’ avvento del Messia, ha le sue radici in questa redenzione originale, che avvenne durante l'eterna stagione della nostra liberazione dall'Egitto ".Ecco perché l'ebreo nella notte di Pessach diventa partecipe di quell'intervento fondante attraverso il quale Dio stesso si scelse un popolo, lo adottò e lo strappò dal potere di un altro, dimostrando così che egli è il Signore della storia.Entrando in questa esperienza e assorbendone gli insegnamenti,si prepara il mondo per la venuta del Messia, aspettando l'ultima manifestazione della gloria di Dio e la liberazione definitiva del suo popolo e dell'umanità.
Come avviene questo. Quando giunge questa notte gli ebrei si siedono, famiglia per famiglia, comunità per comunità, come fecero i loro padri, attorno a una mensa addobbata con i segni della redenzione e proclamano le meraviglie che Dio ha operato per loro; poi mangiano e bevono (consumando si partecipa) i segni della loro salvezza, la loro stessa liberazione.il Seder pasquale è quindi un dono di Dio, un'opportunità che Dio offre per rivivere e non soltanto per ricordare l'esodo dall'Egitto.Rabbi grande mistico e qabbalista , dice: " Quando la Pasqua è preparata e celebrata come si deve... le forze spirituali che si manifestarono durante la prima Pasqua agiscono nuovamente. Per questo il Talmud dice: "In ogni generazione uno si deve considerare come se lui stesso uscisse dall'Egitto". Ecco perché la preparazione della Pasqua è una condizione essenziale per poter riviverla
L’esperienza del proprio esodo non può essere un esercizio intellettuale, un pio sentimento o una decisione della nostra buona volontà. Bisogna preparare e lavorare per creare un ambiente e un clima nei quali l'esodo sia evocato attraverso segni evidenti.Questo è lo scopo del Seder pasquale. Le sue parole e i suoi segni sono intesi a provocare un'esperienza personale e comunitaria di liberazione dalla schiavitù. Perciò ogni pur minimo segno e dettaglio usato durante la notte devono essere considerati come strumenti che aiutano a raggiungere questo scopo spirituale: sono come tessere di un mosaico, indispensabili perché Dio possa comporre per l'uomo l'insieme di un disegno.I riti della pasqua e i minimi dettagli del testo sono stati composti con uno scopo ben preciso: aiutare a ri-sperimentare la redenzione dall'Egitto. Questo viene anche significato dal nome " Seder di Pasqua ", cioè ordine di Pasqua: ogni minimo dettaglio della notte pasquale fa parte di un progetto unico. Perciò una serie di segni scandisce ogni tappa della notte di Pasqua. Chi è presente in questa notte viene condotto dall'esperienza di schiavitù alla gioia della libertà.il Maharal afferma ancora: - Seguendo tappa per tappa il modello tracciato dai padri, prepariamo l'avvento della redenzione finale perché, come si è già detto, ogni Pasqua fa rivivere l'esperienza della prima liberazione e fa presagire quella successiva, fino all'ultima e definitiva liberazione ".
ANCHE IO COME LORO,OGNI HANNO RICORDO QUESTO EVENTO,CONTINUANDO NELLA PREGHIARA SINO ALL'ULTIMA CENA DI CRISTO,QUANDO FU ISTITUITA L'EUCARESTIA E LA RESURREZIONE....CON QUESTO SCRITTO VI AUGURO DI TRASCORRERE QUESTO TEMPO FRA LE BRACCIA DI GESU',CHE E' VIVO E PRESTO TORNA...IN FEDE .LINA LADU

 
 
 

BUONE FESTE A TUTTI...

Post n°1410 pubblicato il 23 Dicembre 2022 da linaladu
Foto di linaladu

Oggi voglio parlarvi dello Spirito Santo egli si fa conoscere, facendoci conoscere. Egli ispira i profeti e testimonia agli ascoltanti che la parola predicata è da Dio. Ci guida alla Verità, è spirito di memoria e di rivelazione, ci guida alla preghiera, ed è sempre e solo lui che sa maneggiare la lettera di DIO che diviene parola “Spada dello Spirito.” Andiamo a conoscere l’opera dello Spirito“Avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, Io spanderò del Mio Spirito (sembra parlare di una parte di se non di persona distinta, un suo manifestarsi) sopra ogni carne (ogni carne intende tutti gli uomini); ed i vostri figliuoli e le vostre figliuole profetizzeranno ; e i vostri giovani vedranno delle visioni, ed i vostri vecchi sogneranno si entra cosi' in contatto col mondo sovrannaturale, in cui si riceve da Dio queste visioni o questi sogni, per cui non disprezzate mai anzi discernete alla Luce della Parola di Dio; io serva dell'Altissimo, parlo di personale esperienza e testimonianza a questo riguardo, Dio usa anche questa via per manifestare la Sua Gloria ) Ed in quel giorno IO spanderò dello Spirito Mio sopra i miei servitori e sopra le mie serventi: e profetizzeranno”.Da quel momento in poi basta veli, basta cortine del tempio, è ora di annunciare Gesù Cristo, come? Tramite lo Spirito Santo che ci abilita a fare ciò, e nessun’altra laurea in Teologia…ha saputo mai insegnare .Allora torniamo,, sotto la Sua Luce, a rivedere passi di scrittura che credevamo di aver compreso o che addirittura avevamo tralasciato perché non emozionavano la nostra mente. Iniziamo cosi' un cammino diverso, migliore che ci stupirà fino alla fine, facendoci divenire come piccoli fanciulli. Questo l’intelletto umano da solo non può farlo.... Confidiamo nello Spirito Santo ed egli ci ammaestrerà.....Nel giorno di Pentecoste ,Molti dei presenti pensarono che tali uomini fossero ubriachi di vino dolce, e non sapendolo stavano profetizzando la Verità manifesta. Erano talmente pieni di Spirito Santo da sembrare ubriachi, ma quel qualcosa non era vino…Ancora oggi molti si chiedono cosa si deve fare per riceverlo?!!! in verita vi dico” Ravvedetevi e ciascuno di noi chieda perdono a DIO nel nome di Cristo Gesù in remissione dei peccati; e Dio,con amore ci dara' il dono dello Spirito Santo”. Dunque cari fratelli ,lasciamo la concupiscenza del mondo...il tempo si avvicina a grandi passi,dove la parusia del Signore portera' ad ognuno la giusta riconpensa..Quest'anno ci ha fatto capire quanto il suo giorno sia vicino...affidiamoci allo Spirito Santo e' se lo suplichiamo con fede ci esaudira'.IN FEDE GERUSALEMME.
BUONE FESTE A TUTTI ...LINA.GERUSALEMME LADU.

 
 
 

SIGNORE DACI LA TUA PACE....

Post n°1409 pubblicato il 29 Ottobre 2022 da linaladu
Foto di linaladu

SIGNORE..TI ..SUPLICO..DACCI UN PO' DELLA TUA PACE..NON COME LA DA IL MONDO..MA COME LA SAI DARE TU..MIO GESU'..BUONA GIORNATA A TUTTI.❤
Se cerchiamo la pace come la da il mondo, cioè se ci danno una pace secondo i criteri di vita che fanno dipendere lo stato intero aspet­tando dal buon andamento delle cose esteriori, dall'assenza di contraddizioni, dalla realizzazione di tutti i nostri desideri ecc., sicuramente non saremo mai in pace, op­pure la nostra pace sarà estremamente fragile e di breve durata.Per noi credenti, il motivo essenziale per il quale possia­mo rimanere sempre nella pace non viene dal mondo: « II mio regno non è di questo mondo », dice Gesù ; dunque la vera pace,vie­ne dalla fiducia nella promessa del Signore. Quando Egli af­ferma di donarci la pace, di lasciarci la pace, questa è parola divina ed ha la stessa forza creatrice di quella che ha fatto sorgere dal nulla il ciclo e la terra; lo stesso potere di quella che ha calmato la tempesta o di quella che ha guarito i mala­ti e resuscitato i morti. Poiché Gesù dice — per ben due volte! — che ci da la sua pace, noi crediamo di averla in possesso e che essa non venga mai ritirata: « I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabil. Siamo noi che non sem­pre li sappiamo accogliere e conservare, perché molto spesso manchiamo di fede.«Gesu' disse : Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazioni nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mon­do! ». In Gesù possiamo sempre dimorare nella pace, perché egli ha vinto il mondo, ha vinto ogni male e pec­cato, perché è resuscitato dai morti. Con la sua morte ha vinto la morte, ha annullato la sentenza di condanna che gravava su di noi. Ha manifestato la benevolenza di Dio a nostro ri­guardo. E « se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?... Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo?.Partendo da questo incrollabile fondamento della fede, esamineremo più avanti situazioni nelle quali ci capi­ta sovente di perdere più o meno la pace del cuore, cercando di superarlo alla luce dell'insegnamento del Vangelo. Prima però vorremmo far capire quale è, da parte nostra, la condi­zione fondamentale per essere in grado di ricevere la pace promessa da Gesu'..
IN FEDE Gerusalemme Ladu.

 
 
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: linaladu
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 105
Prov: NU
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

http://img7.dreamies.de/img/702/b/wrt5wncc34c.gif

 

http://i.imgur.com/lYJOtCF.jpg?1

 

 

http://i.imgur.com/xGPVc.gif?1

 

 

http://i.imgur.com/9qtRay1.jpg?1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963