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ORIGINALI O INCAPACI?

Post n°30 pubblicato il 03 Aprile 2007 da arronet
 
Foto di arronet

Si puo' confrontare il processo che porta uno scrittore a scrivere un libro, con quello che porta un "videomaker" a girare un film? Si, certo che si puo'. Pensiamo agli strumenti necessari: allo scrittore servono fogli di carta, una penna o una macchina da scrivere, ma va bene anche solo un computer. Indispensabile e' l'idea; solo un pazzo scriverebbe un libro partendo senza un'idea... si potrebbe anche fare... magari qualche mostro sacro lo fa sempre. Passiamo al film. Se non si tratta di un film porno, si deve prendere in mano una penna e scrivere, esattamente come lo scrittore. Si puo' gia' dedurre che che fare un film e' piu' complicato che scrivere un libro. Le prime fasi sono identiche! Ecco perche' molti libri diventano film dopo essere stati riadattati lasciando un po' di amaro in bocca a chi ha letto prima il libro. Ma andiamo oltre: allo scrittore cose serve di piu'? Niente. Deve scrivere e deve mettere in cio' che scrive un messaggio. Colui che gira i film, non e' nemmeno a meta' dell'opera. Lo scrittore infatti non ha la necessita' di pensare a dove mettere le telecamere e quale movimento dare loro, di come posizionare gli attori per farli stare in campo e di dare senso ad una scena nello spazio che senza un lavoro registico sarebbe una schifezza. Il videomaker infatti deve cercare le location, gli attori, gli assistenti tecnici, i fondi, la strumentazione tecnica. Poi deve mobilitare in modo sincrono tutte queste persone... gli deve spiegare cosa devono fare, deve aspettare e farli riprovare finche' non e' soddisfatto, poi deve scegliere le inquadrature, deve settare la telecamera di situazione in situazione, fare campi e controcampi... importare il materiale girato, visionarlo e montarlo, ridoppiare gli attori... tutto cio' essendo una attivita' umana e' soggetto ad errori, revisioni, ripensamenti, cambi improvvisi... Essendo pero' un'arte vecchia di 100 anni in cui nessuno puo' inventarsi niente (sopratutto con i nostri mezzi) perche' tutto e' gia' stato fatto e provato, quindi si deve sottostare a date regole. Si potrebbe scrivere un libro senza seguire le regole grammaticali, senza usare la punteggiatura, senza conoscere un numero sufficiente di vocaboli? Si potrebbe impaginare un libro rilegandolo in alto, in una copertina di carta velina e cambiando caratteri ogni 4 parole? Si potrebbe pretendere di vendere un libro siffatto, pubblicizzandolo e parlandone con toni entusiasti? No. Quindi ci chiediamo: fino a che punto possiamo spingerci contravvenendo gli "standard" di un film? Io dico non molto, anche perche' uno spettatore di un film, non guarda il film solo per conoscere la storia, ma anche per il piacere di vederlo, di apprezzare il lavoro registico, i montaggi, le musiche, la bravura degli attori. Altrimenti che senso avrebbe investire su una telecamera professionale, su un'ottica cinematografica, su un cavalletto buono... per investimenti intendo anche il tempo impiegato a studiare come costruire un carello, una steadycam, a provare i filtri sulle luci, a fare ore di girato per capire come funziona la telecamera... Tutto cio' non e' fine a se stesso, serve per entrare nell'ottica del lavoro professionale, ben diverso dalle inquadrature pazze e dai lavori della domenica di "Tele Arronet". Per ora lo abbiamo fatto eliminando quasi completamente le inquadrature a "mano totalmente libera", per intenderci quelle fatte usando la telecamera come una valigetta 24 ore o un contatore Geiger (nella foto), prediligendo cavalletto e carello. Stiamo valutando l'uso di una steadycam semi-artigianale (gia' del Prox) e siamo gia' in contatto con un operatore professionista che ci offre gentilmente la sua collaborazione per delle riprese di un progetto attualmente in pre-produzione. Bene tirando le somme posso dire che questa e' un po' la filosofia della ArroNet produzioni audiovisive: lavorare con metodo, sapere cosa si vuole, non inventarsi nulla di complicato, puntare sulla qualita' di tutti gli aspetti della produzione e non solo sul "portare a casa il girato" buono o cattivo che sia.
Michele

 
 
 
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