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Sopravvivere al Ferragosto di Alfredo Bruni

Post n°157 pubblicato il 15 Agosto 2007 da scrittocolpevole
 

Da cinquant’anni vivo anche a Ferragosto. I primi tre anni ci pensarono i miei parenti a farmi sopravvivere. Il mare azzurro, la spiaggia, gli ombrelloni colorati, i panini, le cotolette, la pasta al forno, il contorno di amici vecchi e nuovi, il cocomero al fresco, seppellito nel bagnasciuga.
I primi due anni scomparve il cocomero, sapete come accade, un’onda anomala golosa, il terzo anno invece scomparve il mare, e nessuno ancora sa come fu e come non fu.
Dopo un po’ divenni maggiorenne e arrivarono persino i cornetti a mezzanotte. Ero precoce in tutto, dicevano, tanto che a quel tempo avevo già due fidanzate, una mora per l’inverno e una bionda per l’estate. Autunno e primavera, al contrario mi piaceva restare single, tranne qualche breve relazione occasionale della durata massima di una settimana. Bionda, bruna, lesbica o bisex non mi interessava, bastava che fosse femmina. Questo dicevano, ma si sa che mammà e papà esagerano sempre, quando si tratta di figli destinati a un futuro grandioso.
La bionda estiva, incurante del comune senso del pudore e sfidando la legge, già da allora esibiva impudichi bikini e lanciava languidi sguardi al bagnino, che aveva le spalle larghe due metri, i bicipiti gonfi come un gommone e pettorali tra la quinta e la sesta misura.
Ma questi sono dettagli di scarso interesse, in una storia di un figlio precoce destinato a fare grandi cose, che da cinquant’anni vive anche a Ferragosto e delle feste comandate se ne frega, perché lui è, e dopo che ha visto la pubblicità alla TV, ha imparato a non chiedere mai. E anche ai preti, glielo dice in faccia a muso duro, che hanno rovinato persino questa festa, spostandola dal primo al quindici d’agosto. Un guaio grosso, perché lo sanno tutti che a metà del mese, lo stipendio è già finito, e abbiamo notizia di gente che risparmiano tutto l’anno persino sul cambio dei calzini, per spendere tutto in un sol giorno sotto il solleone.
Quindi da cinquant’anni a Ferragosto vivo e non sopravvivo, come fanno tutti, perché fin dall’origine ero destinato a essere precoce e a fare grandi cose.
E anche se qualche volta sembra che sono in ritardo, soprattutto negli studi che ancora non ho concluso, e le cose che faccio sembrano miserabili, vi garantisco che non è così. Prendiamo ad esempio l’ultimo Ferragosto, che per caso cade proprio oggi 15 agosto 2007 (e racconto solo dell’ultimo, perché sarebbe tropo lungo raccontarli tutti), che mi sembra proprio calzante come esempio per dimostrare che io a Ferragosto vivo e non sopravvivo.
Stamattina mi alzo alle nove, mentre di solito mi alzo alle sette, e questo dimostra che il tempo è mio. Una doccia senza shampoo che è finito ieri e al supermercato c’era una fila di tre ore, colazione con orzo e biscotti secchi, una sbirciata alla casella di posta e una al blog La colpa di scrivere che è il mio blog, poi una sbirciata, velocissima, qua e là, giusto per rendermi conto che anche oggi tutto vivacchia, e mia moglie che sbruffa perché deve accendermi il suo portatile, aprirmi la casella e tutto il resto, perché il mio computer è rotto da quattro mesi e io i portatili non so usarli, e poi subito di corsa in ufficio (l’uomo che non deve chiedere mai lavora anche a Ferragosto), perché due colombelli devono convogliare a giuste nozze, leggo l’atto, le firme sul registro, gli auguri di rito, una ex bonazza ritrovata dopo una ventina d’anni, che ancora quasi quasi me la farei, poi tutti vanno via, e in compagnia della solitudine e di una scopa che ogni due minuti si smanica, mi metto a scopare i confetti che da noi ancora si usano insieme al riso.
È Ferragosto, la donna delle pulizie non c’è, sarà al mare o in qualche altro angolo di mondo a scopare col suo moroso (esperienza borghese, non c’è che dire), ma i dolciumi a terra vanno tolti, altrimenti domani mi ritrovo in ufficio a nuotare in un mare di formiche, e quando ho finito subito a casa. Sono le quindici, nei giorni feriali arrivo a casa alle quattordici e un quarto, al massimo e venti.
Un piatto di pasta in bianco condita da un filo d’olio (cosa sarà successo ai miei intestini da quindici giorni, appena agosto ha detto buongiorno? Ma il medico è in ferie e rimando a settembre). Quindi di nuovo a corteggiare mia moglie se può accendermi il portatile. La convinco minacciando l’abbandono del tetto coniugale, una sbirciata alle solite cose, rispondo a una mail (io detto e mia moglie ci mette le dita) e poi mi faccio aprire un foglio di word. Mi sono ricordato che dal blog Writer ci è giunto l’invito a scrivere una breve cosa sul tema “Sopravvivere al Ferragosto” e io la sto scrivendo. Anzi debbo pure smetterla di scriverla, altrimenti sarà buona per il prossimo, ma poi debbo cambiare cinquant’anni con cinquantuno, e la cosa mi scoccia. Allora dico alt, il film delle ventuno è già iniziato, e questa cosa che ho scritto, devo pubblicarla nel blog prima di mezzanotte, altrimenti Writer non mi prende sul serio. Poi, se mi resta tempo, una cena frugale, e a mezzanotte il cornetto, e al diavolo il mal di pancia, tanto domani si ricomincia a lavorare, con le solite carte, i soliti discorsi, la solita 'ndrangheta, i soliti capi uffici che lasciano gli occhi fidati sul tavolo anche se sono in ferie. Il dopo Ferragosto si sta già preparando.
Ma un’ultima cosa voglio chiederla. Dopo un Ferragosto così pieno, di speranze, confetti e formiche, anche se il mio cuscino questa notte potrebbe sussurrami nell’orecchio sinistro, quello che funziona meglio, qualcosa di equivoco, vi sembra che possano esserci altri dubbi?

Sibari 15 agosto 2007

 
 
 
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Un nuovo foglio di letteratura e arte nasce in Calabria, frutto della collaborazione tra Giovanni Spedicati, editore della Mongolfiera, Maria Credidio, responsabile della Biennale di Arte Contemporanea Magna Grecia di San Demetrio Corone, Salvatore La Moglie, scrittore, Gianni Mazzei, narratore, saggista e poeta, Salvatore Genovese, scrittore e poeta, Paolo Pellicano e Alfredo Bruni, de La Colpa di Scrivere.

 

Il comitato dei curatori è composto da: Mimmo Aloise, Alfredo Bruni, Romilda Ciardullo, Salvatore Genovese, Gianni Mazzei, Paolo Pellicano.
 

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