LA COLPA DI SCRIVERE

Jacopo Fo

post n.5 

post n.6 

post n.7 

Carmen Covito

Carmen Covito vista da Maria Pia Fiore, matita e carboncino su carta

Fosse solo per la sua schiettezza, Carmen Covito non poteva mancare nel nostro "Olimpo" di V.I.P. Se le chiedi una prefazione, ti risponde che sono inutili, se le chiedi di regalarti un racconto da pubblicare, ti dice che regali di questo genere non se ne fanno, perché bisogna campare. Esperienze personali, che posso confermare anche sotto giuramento.
Ma Carmen Covito non è solo schiettezza, alla quale  il fatto di essere nata a Castellammare di Stabia deve certamente dare un rinforzo, ma è scrittrice moderna,  che piega al suo volere anche la tecnologia, sfruttandola per scandagliare tutte le possibilità che offre, fino a ipotizzare una nuova lingua, che non rinnega la tradizione, e si mescolerà con essa creando, piano piano, anche la nuova letteratura. Sembra molto, e invece è tanto.
Carmen Covito, quindi, non scappa davanti a un computer, anzi se ne serve e non teme di avventurarsi nel mondo virtuale, tanto che, probabilmente, è la prima scrittrice italiana a essersi incamminata nel web. In "cima" al suo sito ha scritto: "Ma che ci fanno ancora tanti scrittori chiusi nella torre d'avorio della letteratura pura e incontaminata? La contaminazione dei linguaggi, dei generi e delle conoscenze è ariosa e, qualche volta, esilarante. Venite a respirarne un po' con me".
Un invito che va accolto: dopotutto "la responsabilità non è dello strumento, ma di chi lo utilizza".
Carmen Covito, che dice di essere nata due volte, la prima nel 1948 a Castellammare e la seconda nel 1992, a Milano, quando con Bompiani ha pubblicato La bruttina stagionata, col quale ha vinto il premio Bancarella, è laureata in filosofia e ha fatto diversi mestieri: insegnante, copywriter, giornalista, sceneggiatrice di fumetti, redattrice editoriale specializzata a scrivere risvolti di copertina. Convinta che "tutto sommato siamo tutti clandestini nel mondo", anche se è attratta dai linguaggi mescolati, che i nuovi strumenti elettronici rendono possibili, in fondo si sente molto legata alla realtà: "Io credo di fare del realismo, solo che faccio del realismo con i mezzi adatti alla realtà contemporanea".
Una bella idea da tenere presente. Se la realtà cammina, dobbiamo camminare insieme a lei. 

www.carmencovito.com

Carmen Covito

post n. 9

Paola Loreto

Paola Loreto (foto rielaborta al computer) 

Se accade ti offra
il mio corpo e lo prendi
non restano cose
da fare: pulire,
guardare, restare.
Non serve un inizio,
…

… perché è già tutto iniziato, e se i miei occhi si posano su versi come questi, nonostante che la presunta morte di Dio sia già stata annunciata, nonostante il filosofo esilia l’IO impiccione, che intralcia in suo pensiero, sempre alla ricerca di una verità che non trova, nonostante è già stata diffusa la notizia dell’imminente estinguersi del mondo, capisco che la poesia non è morta, e qualcosa, in qualsiasi modo vadano gli eventi, comunque sopravviverà. Ne consegue che se la poesia sopravvive, la fine non deve più spaventare, perché attraverso il poeta ritroveremo il “senso che cerchiamo”, e la poesia che “è libera e sovrana”, sarà ancora una volta il nuovo, inutile, impudico inizio.
Qui credo si nasconda il senso del suo fare, e questa mi sembra la notizia forte, che ci giunge, e noi dobbiamo ascoltarla, da Paola Loreto, che certo non ha bisogno di essere scoperta da La Colpa di Scrivere, ma che con molta umiltà vogliamo qui ospitare, perché è certo che ha molto da dirci.
Paola Loreto è nata a Bergamo nel 1964 e insegna Letteratura Angloamericana all’Università di Milano. Nel 2002 ha pubblicato con  l’editore Crocetti il suo primo libro di poesia, L’acero rosso, al quale ha fatto seguito, nel 2006, Addio al decoro, pubblicato dall’editore LietoColle.

www.paolaloreto.net

Paola Loreto - continua al post N. 12

Paola Loreto

(In preparazione)