Creato da umamau0 il 15/04/2008

Sarcophaga Carnaria

ciò che è non può essere vero

 

 

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La Valse e l’arte di non sporcarsi le mani mangiando il Kebap.

Post n°28 pubblicato il 04 Settembre 2014 da umamau0
 

 

Mi chiamo Ishmael e sono un marinaio. Quando ero giovane, ero un baleniere ed ebbi un’avventura indimenticabile…” Melville

Buongiorno signora, come sta? È da tanto che non ci si vede” “Buongiorno cara signora, sto abbastanza bene, anche se con questo tempo umido, gli acciacchi della vecchiaia si fanno sentire” “E già… che ci vuole fare non siamo più giovani…” “Ma lo ha visto che è strano quel bambino li? Secondo me non è normale” “E no… che non è normale. I bambini di quell’età parlano e camminano già da un pezzo…” “E si… questo avrà quasi tre anni, ma non si regge in piedi. Guardi come tiene la testa tutta da un lato… È strano” “Ha visto la madre, chissà da dove vengono?” “Povera donna… crescere un bambino in quello stato…” “E già… Povera donna…Ma che voul farci questa è la vita, cara signora…”

Forza piccolo, stringimi forte il dito con la tua manina e ridi guardando le mie smorfie. Preferisco far ridere i piccoli come te che parlare con chi ha vissuto tutta la vita per barricarsi dietro sicurezze fatte di comodità e televisione. Dai piccolo stringimi forte la mano e ridi. Hai la mamma che ti tiene in piedi e somiglia tanto alla mia. Non so come ti chiami ne da dove vieni, ma questo non ha importanza. Io sono Francesco: figlio di un marinaio, che racconta delle donne che ha incontrato nei porti dell’Africa nera, trai Carruggi di Genova e nei Luna Park di Amburgo; e di una donna che rideva tanto e mi ha sempre tenuto in piedi. Mi chiamo Francesco, ma la gente mi ha dato mille nomi diversi. Dai piccolo stringimi forte la mano, ridi e non starle ad ascoltare sapessi quante volte ho sentito le parole “Strano” e “Non normale”. Solleva il mio dito come una bacchetta magica e falle sparire. Io una volta dicevo a una ragazza che avrei voluto avere il potere di dissolvere queste persone come se fossero fumo di sigaretta. Ma oggi non è più quel tempo. Oggi rido. Rido di loro e della mia generazione, che non sa che cosa vuole, vittima predestinata della storia che hanno scritto e scriveranno sempre gli altri.

La vita è questa piccolo, e questa città ti ruba il tempo e ti toglie il fiato. Ti dicono che devi correre e sgomitare per farti lago. E così corriamo tutti insieme, facciamo le file, compriamo e mangiamo le stesse cose. E corriamo verso non si sa che cosa. Così, la mattina, apri gli occhi e inizi a correre; corri, corri, corri... Tram, metro, scale mobili, lavoro. E dopo il lavoro ancora, corri, corri, corri... Scale mobili, metro, tram e finalmente a casa. Praticamente non muovi un passo. E mentre corri veloce senza muoverti, altrettanto velocemente, mangi: cornetto e caffé, panino e quando arrivi a casa e sei troppo stanco per cucinare dai fondo alle scorte nel surgelatore... sviluppi una certa avversione per il tagliare, sminuzzare, affettare, sbucciare e la sera mangi sempre le stesse cose: mozzarella, banana e quattro salti in padella. Dopo due settimane ti ritrovi una  mattina seduto sul cesso e ti accorgi di avere infilato su per il tuo buco del culo un qualcosa che ha la consistenza del KHO-I-NOOR (Montagna della luce) e non vuole saperne di venir fuori; i tuoi sforzi sono inutili e in un eccesso di disperazione tenti anche di infilare un dito per estrarlo, ma lo spazio è poco e il dolore tanto; allora desisti e pensi alla cosiddetta soluzione "verde" per eliminare il problema: per una settimana ingurgiti svariati chili di kiwi, verdure cotte, pere, prugne e Bifidus Extensis. Il sabato mattina sei sempre seduto lì a sforzarti e a pensare la soluzione del problema che dopo tre settimane sta diventando una tragedia...Pensi subito a qualcosa di forte che ti possa liberare per sempre da quel fardello che porti dentro di te. Esci di corsa e ti ritrovi in una farmacia di turno del centro affollatissima: tu sei l'ultimo della fila e dal bancone in fondo la commessa ti chiede: "Lei signore cosa desidera?" e tu con tutta la forza della tua disperazione, la guardi dritta negli occhi e ti metti a gridare più veloce che puoi "Unpaccodisuppostediglicerinaunpaccodiperetteeunoschizzettoperclisteregrazie!" e lei "Il pacco di perette lo vuole da sei o da dodici?"... A testa bassa attraversi tutta la fila, arrivi al bancone prendi le tue cose ed esci cosciente di aver fatto la tua gran figura di merda, ma convinto di poter mettere fine al tuo tormento. Torni a casa e infili tutto su... Alla seconda "iniezione", con lo Schizzetto, di acqua calda olio e camomilla: inizi a correre e questa volta ti ritrovi seduto sul bordo della vasca a pensare che aveva ragione Antonin Artaud quando diceva che: "Dove c'è puzza di merda lì c'è l'uomo, perché se Dio ci avesse fatto a sua immagine e somiglianza non avremmo mai cacato!"

La vita è questa piccolo. Mio padre mi ha sempre detto che ho soltanto una mano l’altra non l’ho mai usata: forse è per questo che non riesco a mangiare il kebap senza sporcarmi. Forse è per questo mi sento come quel criceto che ho visto, in una piazza affollata, girare dentro una ruota mentre, sulle note della “Valse d’Amelie”, il suo padrone faceva volare una nuvola di bolle di sapone.

“Buongiorno signora” “Buongiorno Dottore” “Venga, si accomodi pure”

La Valse d'Amelie


 

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PATRICIA HIGHSMITH

"Non capisco la gente a cui piace far rumore; di conseguenza la temo, e poiché la temo, la odio. é un circolo vizioso emotivo"

 

 

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