Creato da qmr il 21/07/2010
 

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frammenti di pensieri

 

Messaggi di Settembre 2016

Riflessione

Post n°424 pubblicato il 16 Settembre 2016 da qmr
 
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La grandezza di un amore sta nel non avere paura di viverlo quando lo si prova e a non aver paura di riconoscerne la fine,  se e quando arriva.

 
 
 

... primi giorni di "buona" (?)

Post n°423 pubblicato il 14 Settembre 2016 da qmr
 
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Riflettendo sulla riforma detta "buona scuola" ( il nome sarà sicuramente stato scelto da qualcuno che nella scuola c'è stato solo di passaggio, altrimenti avrebbe riflettuto e avrebbe fatto una riforma più decente), mi soffermo sulle novità introdotte: regole bizantine per organizzare l'immissione in ruolo dei docenti, uso di algoritmi impazziti, ecc... Insegnanti definiti "capre deportate" da pennivendoli che si considerano. giornalisti... Mi è sorta spontanea una domanda: cosa c'è rimasto di buono nella scuola? La risposta che mi sono data è. che nella scuola, tranne l'impegno degli insegnanti, e la curiosità di apprendere dei ragazzi, se opportunamente sollecitati, non c'è nulla. La riforma ha peggiorato le cose: le classi pollaio continuano ad esserci, gli edifici scolastici continuano a  non essere a norma. Di oggi la notizia che in una scuola del capoluogo della mia provincia  è crollato il soffitto di un'aula, fortunatamente è accaduto di notte; gli stipendi continuano ad essere bloccati... In compenso si è costituito il cerchio magico scelto dai dirigenti i quali si sentono autorizzati a fare domande del tipo: " Ha intenzione di avere un figlio" ? Se la docente in questione dovesse rispondere: " Sì, certo, il fertility day mi ha convito a rispettare il mio orologio biologico", credo che a scuola ci entrerà solo per accompagnare il proprio figlio... 

 

 
 
 

... merito o

Post n°422 pubblicato il 12 Settembre 2016 da qmr
 
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Il radiogiornale appena ascoltato è stato una vera fucina di stimoli intellettivi... Ma io ora vi domando e voi mi illuminerete: Padoan assicura che continueranno a ridurre le tasse ( l'uso del verbo presuppone le abbiano già ridotte, ma io non me ne sono accorta! E voi? ). Agnese andrà a pranzo da Barack (questo durante l'anno scolastico, Ella è un'insegnante e allora -di grazia- quale permesso speciale può tirar fuori dal cilindro? Pensate chieda qualche giorno di assenza ai sensi dell'art. 13? O chiederà di assentarsi per motivi di famiglia che andrà ad autoCertificare? Mah! Fatemi fermare qui che sono già inca..ata nera!

Poi mi sono detta: "Ma sai... C'è chi può e chi no.... Questione di merito oppure di marito...? " L'inca.. atura sale se penso a quei colleghi che per 1.200 euro al mese hanno dovuto sottostare all'algoritmo impazzito per l'assegnazione della cattedra, mentre la signora in questione è stata così fortunata da avere la chiamata diretta del dirigente scolastico non lontano da casa.... Anche con gli algoritmi bisogna essere fortunati... Di questi tempi neppure la matematica è una scienza esatta... 

 

 
 
 

La differenza tra "voler bene" e

Post n°421 pubblicato il 08 Settembre 2016 da qmr
 
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La differenza tra voler bene e amare spiegata da Il Piccolo Principe
Piccolo Principe

Saint-Exupéry, attraverso l’opera "Il Piccolo Principe" , ci regala pillole di saggezza emotiva , per far luce e  farci comprendere la differenza tra il "voler bene" e "l’amare". 

«Ti amo» – disse il Piccolo Principe.

«Anche io ti voglio bene» – rispose la rosa.

«Ma non è la stessa cosa» – rispose lui. – «Voler bene significa prendere possesso di qualcosa, di qualcuno. Significa cercare negli altri ciò che riempie le aspettative personali di affetto, di compagnia.Voler bene significa rendere nostro ciò che non ci appartiene, desiderare qualcosa per completarci, perché sentiamo che ci manca qualcosa.»

Voler bene significa sperare, attaccarsi alle cose e alle persone a seconda delle nostre necessità. E se non siamo ricambiati, soffriamo. Quando la persona a cui vogliamo bene non ci corrisponde, ci sentiamo frustrati e delusi.

Se vogliamo bene a qualcuno, abbiamo alcune aspettative. Se l’altra persona non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male. Il problema è che c’è un’alta probabilità che l’altro sia spinto ad agire in modo diverso da come vorremmo, perché non siamo tutti uguali. Ogni essere umano è un universo a sé stante.

Amare significa desiderare il meglio dell’altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è permettere all’altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento disinteressato che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di sofferenza.

Quando una persona dice di aver sofferto per amore, in realtà ha sofferto per aver voluto bene. Si soffre a causa degli attaccamenti. Se si ama davvero, non si può stare male, perché non ci si aspetta nulla dall’altro. Quando amiamo, ci offriamo totalmente senza chiedere niente in cambio, per il puro e semplice piacere di “dare”. Ma è chiaro che questo offrirsi e regalarsi in maniera disinteressata può avere luogo solo se c’è conoscenza.

Possiamo amare qualcuno solo quando lo conosciamo davvero, perché amare significa fare un salto nel vuoto, affidare la propria vita e la propria anima. E l’anima non si può indennizzare. Conoscersi significa sapere quali sono le gioie dell’altro, qual è la sua pace, quali sono le sue ire, le sue lotte e i suoi errori. Perché l’amore va oltre la rabbia, la lotta e gli errori e non è presente solo nei momenti allegri.

Amare significa confidare pienamente nel fatto che l’altro ci sarà sempre, qualsiasi cosa accada, perché non ci deve niente: non si tratta di un nostro egoistico possedimento, bensì di una silenziosa compagnia. Amare significa che non cambieremo né con il tempo né con le tormente né con gli inverni.

Amare è attribuire all’altro un posto nel nostro cuore affinché ci resti in qualità di partner, padre, madre, fratello, figlio, amico; amare è sapere che anche nel cuore dell’altro c’è un posto speciale per noi. Dare amore non ne esaurisce la quantità, anzi, la aumenta. E per ricambiare tutto quell’amore, bisogna aprire il cuore e lasciarsi amare.

«Adesso ho capito» – rispose la rosa dopo una lunga pausa.

«Il meglio è viverlo» – le consigliò il Piccolo Principe. 
In conclusione, non posso che riflettere e pensare che un libro per bambini ha tanto da insegnare anche a noi adulti. 
Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry è il più bel libro che mi sia capitato di leggere. Contiene pillole di saggezza emotiva che non possono che farci bene. Ogni amore vale sempre la pena di essere vissuto, altrimenti diventa rimpianto.

 
 
 

Sarà vero?

Post n°420 pubblicato il 05 Settembre 2016 da qmr
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Le persone troppo intelligenti sono single. 

La scienza spiega perché. 

 

A chi è single da tanto tempo e non ha trovato l’anima gemella sorge spontanea una domanda:cos’è che non va?

che cosa si ha di sbagliato che ci impedisce di trovare la persona giusta?

Una risposta c’è ed è un fattore che sicuramente non avete valutato: l’intelligenza.

Proprio così, le persone più brillanti faticano a trovare il compagno di vita.

Ecco perché
1. Si tende ad analizzare tutto e tutti. 
Le persone intelligenti razionalizzano ogni evento, hanno la tendenza a schematizzare e creare delle categorie mentali in cui posizionare le persone che si conoscono. Questo tipo di approccio alla socialità rischia di eliminare la componente irrazionale e sentimentale della vita di coppia.
Non si può trovare la spiegazione a tutto, e passare oltre a ciò che è inspiegabile risulta molto difficile per coloro che sono portati ad un’analisi continua.
2. “Meglio soli che male accompagnati”
Spesso l’essere solitari è una prerogativa dell’essere intelligenti. Stare da soli non provoca ansie ma fa bene allo spirito. Gli individui brillanti rifiutano di rinunciare a tale condizione se la vita di coppia non è altrettanto soddisfacente. Spesso la paura del rimanere soli alimenta la durata della relazione, ma per una persona intelligente stare soli è la dimensione più appagante.

3. Troppo tempo per aprirsi.
La relazione è un rischio: alla luce di ciò l’intelligente ha un approccio di sfiducia nei confronti del partner. Prima di mostrare la propria anima, si mostra diffidente e freddo. È una forma di autodifesa nei confronti di ciò che potrebbe alterare l’equilibrio interno.
4. Si fa affidamento solo sulle proprie esperienze.
Gli individui perspicaci considerano le esperienze fondamentali per il proprio futuro: insegnamenti da attuare ciclicamente per non ripetere errori. Questo approccio si rivela essere una trappola, in quanto la vita non smette mai di presentarsi in forme diverse, e precludersi di sbagliare ancora significa rifiutare di vivere altre esperienze. Si mostra agli altri una sorta di chiusura mentale che potrebbe spaventare il partner. Soprattutto nei primi periodi, la relazione vive di nuove avventure e mostrarsi dubbiosi nel perseguirle può pregiudicarne l’andamento.

L’amore per una persona nasce così semplicemente e in maniera del tutto involontaria.

Ma trovare la persona giusta è tutt’altra cosa: una moltitudine di fattori incidono, è come un’enorme macchina azionata da infiniti e minuscoli ingranaggi che devono tutti trovare incastro l’uno con l’altro per funzionare.

Fonte: curiosoctopus

retenews24.it

 
 
 

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