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Post n°3 pubblicato il 17 Giugno 2013 da Dieffe71
Foto di Dieffe71

Chi leggerà quanto fino ad ora da me scritto, potrebbe esser portato a pensare che le mie affermazioni dipendano unicamente dal mio vissuto personale, ovvero affermazioni che, sì, fotografano un disagio personale ma che nulla hanno a che vedere con la realtà generale.

Purtroppo, non è così. Anche se la televisione e i vari mezzi d’informazione ultimamente (ma non solo ultimamente) per ragioni strumentali dovute alle pressioni femministe per far approvare una legge anticostituzionale sul femminicidio e per ottenere maggiori fondi per i centri antiviolenza dedicati pongono più che l’accento sulla violenza definita "di genere" (dovrebbe essere a mio avviso definita violenza e… basta) intesa sempre e comunque a senso unico, ovvero la violenza compiuta dagli uomini a scapito delle donne, la verità è che la violenza femminile esiste ed è comprovata da numerosi studi compiuti in diverse nazioni come: Canada, Stati uniti D’America, Messico, Francia, Germania, svizzera.

Ecco alcuni esempi facilmente rintracciabili in rete qualora qualcuno interessato volesse approfondire l’argomento:

Yvon Dallaire, professore di psicologia di lingua francese presso la scuola professionale Ste-Foy (Canada, Quebec) con un curriculum di tutto rispetto, è autore del libro "La violenza contro gli uomini: una realtà tabù e complessa", Quebec Salute Opzione (coll. "Focus"), 2002

Denis Laroche, ", la violenza domestica contro gli uomini e le donne in Quebec e in Canada, nel 1999" inchiesta condotta ed organizzata per conto dell’Istituto nazionale statistico del Quebec nel 1999

Sophie Torrent, ricercatrice svizzera autrice di una tesi nel 2000 dal titolo L’uomo picchiato, un argomento intimamente tabù (L'homme battu) nella quale mostra come la violenza psicologica sia l’arma favorita dalle donne

Heike Hölling, scienziata della salute è una delle autrici del rapporto del Robert Koch Institut nel quale si mette in evidenza il crescendo della violenza femminile in Germania, studio statistico condotto ordinato nel 2004 dal Ministero della Famiglia

Ed eseguito su un campione di sei mila adulti. Il sondaggio è stato condotto per 12 mesi e ha messo nero su bianco che le violenze fisiche esercitate contro i partner da parte delle donne hanno fatto registrare l’1.3% contro lo 0.3 degli uomini mentre quella psichica rispettivamente il 3.8 rispetto al 2.8 degli uomini, Ulteriori indagini, hanno confermato come il 25 per cento dei maschi ha subito violenza fisica all’interno delle mura domestiche, mentre tra il 10 e il 15 per cento è stato sottoposto anche a quella psicologica.


Negli Stati Uniti, nel 2004, la percentuale di grave violenza fisica tra partner è stata attribuita al 35% ai maschi e il 30% alle donne (dati statistici)

Da una ricerca condotta in Spagna: " La violenza domestica: quello che non si racconta." I maschi risultano essere nel 44% dei casi totali le vittime, inoltre gli stessi vengono assassinati all’interno delle mura domestiche nel 22% dei casi.

. Straus e Gelles, analizzando la violenza entro le coppie sposate, hanno rilevato che ; nel 24% dei casi è la femmina maschio a commettere la prima violenza

Martin S. Fiebert del Department of Psychology della California State University ha compitato una bibliografia commentata di 275 ricerche accademiche compiute sugli abusi matrimoniali compiuti da spose contro i rispettivi sposi, dai quali si evincerebbe che le donne sono fisicamente aggressive tanto quanto se non di più degli uomini

In un articolo sul Los Angeles Times sulle vittime maschili di violenze domestiche, Fiebert suggerisce che c'è "consenso sul fatto che le donne siano pronte tanto quanto gli uomini ad aggredire fisicamente il proprio patner, nel senso che aggrediscono il proprio patner nelle stesse occasioni in cui il partner maschile aggredirebbe, ma come si poteva prevedere le donne si feriscono più facilmente degli uomini, come conseguenza di scontri domestici. Nota come gli uomini risultano seriamente feriti nel 38% dei casi di "aggressione estrema" ("extreme aggression").

Negli Stati Uniti d'America, stando ai dati del Bureau of Justice Statistics, nel 1995 per ogni denuncia per abusi domestici commessi dal proprio patner effettuata da un uomo ve ne erano sei effettuate da donne

Il Centers for Disease Control riporta che nel 2011 2.9 milioni d’uomini sono stati vittime di violenze domestiche contro a 4.8 milioni di vittime donne. Studi sottolineano come tali dati sono incompleti perché gli uomini tendono con più difficoltà a riportare simili casi d’abuso: secondo alcuni studi meno dell'1% dei casi sarebbe denunciato alla polizia. In particolare è stata notata la sopravvalutazione della violenza contro le donne rispetto a quella contro gli uomini per effetto della vittimizzazione maggiore delle prime, dovuta all'aver riportato presso il pubblico un maggiore numero di casi di cronaca relativi a violenze contro vittime di genere femminile rispetto a quelle di genere maschile

Nel Regno Unito dal 1999 al 2009 i casi di violenza domestica contro gli uomini sono aumentati del 167% rispetto al 40% delle violenze verso le donne ed il numero di violenze denunciate dagli uomini è passato da 2.524 a 6.753, mentre quelli contro le donne sono aumentati da 30.513 a 42.502 nello stesso lasso di tempo; per le violenze di cui è stato fatto oggetto muore in media un uomo ogni tre settimane

Il problema della violenza contro gli uomini è stato oggetto di dibattito presso il Consiglio d'Europa, ove essa è stata definita una "violazione dei diritti umani, ma anche un ostacolo all'eguaglianza tra donne e uomini" ("violation of human rights, but also as an obstacle to equality between women and men")

Potrei ampliare ulteriormente quanto qui da me riportato, ma ritengo che sia sufficiente.

Non è però un caso, che in questo elenco non siano stati riportati studi Italiani in merito.

Perché? Forse perché in Italia la violenza avviene unicamente da parte del maschio italico sulla donna italica?

Direi proprio di no. Uno studio avente validità scientifica, è stato condotto anche in Italia nel 2012, studio che ha fatto inizialmente scalpore ma che si è cercato prima di delegittimare (In Italia le uniche vittime sono donne, gli uomini non possono essere vittime perché uomini) e poi, non riuscendoci, si è tentato di farlo passare nel dimenticatoio utilizzando lo strumento della propaganda a favore delle donne in virtù di un supposto aumento dei casi di violenza sulle stesse.

Di questo rapporto e delle sue implicazioni, cercherò di parlare in un secondo momento.

 
 
 
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