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ATAPALERMO LIBERO

LIBERO PUNTO D'INCONTRO DEL PERSONALE ATA DI RUOLO E PRECARIO di PALERMO DOVE TUTTI POSSONO CONFRONTARSI

 
 

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Messaggi di Luglio 2016

CONTRATTO - RINNOVO

Pronti a rinnovare i contratti, non imboccare vie sbagliate Licenziabilità e premialità non sono la panacea

27.07.2016 18:38

Bene l’avvio del confronto sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego, che stiamo rivendicando da tempo. Pur in un contesto di oggettive difficoltà, date dallo scarto enorme tra le attese dei lavoratori e l’esiguità delle risorse disponibili, siamo pronti al confronto e ci andremo come sempre con idee e proposte. Non abbiamo alcun interesse, né convenienza, a fare del negoziato il pretesto per uno scontro “muro contro muro” destinato a lasciare irrisolte le questioni che abbiamo di fronte. Per noi confronto e contrattazione dovrebbero essere considerati da tutti la via maestra su cui far camminare, insieme, interessi e tutele dei lavoratori ed esigenze di efficacia, qualità, efficienza e innovazione dei pubblici servizi. 
Le attese di chi lavora nella scuola trovano riscontro eloquente in numeri che parlano da soli: i dati Istat ci dicono che le retribuzioni sono scese dell’8,1% negli ultimi sei anni, una perdita stimabile in circa 3.000 euro anno pro capite; che le retribuzioni nella scuola sono molto inferiori a quelle di altri settori produttivi (uno scarto che arriva ad essere di addirittura 20.150 euro in meno rispetto al settore chimico), mentre restano assai lontane dalla media europea. Condizioni di svantaggio che il prolungato blocco dei rinnovi contrattuali non ha certo aiutato a recuperare. Di contro, un aumento dei carichi di lavoro per effetto della riduzione degli organici e della crescente complessità della domanda formativa. 
C’è poi l’esigenza di recuperare interamente all’ambito della disciplina contrattuale tutte le materie che investono il rapporto di lavoro, dopo le troppe invasioni di campo per via legislativa subite negli ultimi anni. 
Alla ministra Madia, che non è molto originale quando enfatizza licenziabilità e premialità come se fossero la panacea di tutti i mali, ricordiamo che forse sarebbe più opportuno, più giusto e più proficuo impegnarsi a valorizzare in modo adeguato l’impegno di chi col suo lavoro mette i servizi pubblici in condizione di funzionare ogni giorno, nonostante tutto, in ogni angolo d’Italia. Nel caso della scuola, si tratta di un servizio che meriterebbe, per le funzioni fondamentali che gli sono assegnate, di ritrovare un clima diverso, in cui torni a essere centrale, valorizzata e incentivata prima di tutto la capacità di lavorare insieme, fuori da inutili e dannose suggestioni competitive.

Roma, 27 luglio 2016

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola

 
 
 

BUONA SCUOLA - MOBILITA' DOCENTI INFANZIA

Post n°957 pubblicato il 27 Luglio 2016 da emmegisinda
 

Trasferimento docenti, ennesimo flop del Miur. La protesta dei sindacati

27.07.2016 14:52
Categoria: Mobilità

Da questa mattina i sindacati stanno attendendo la consegna da parte del Miur degli elenchi relativi alla mobilità del personale docente di scuola dell'infanzia, e non intendono lasciare il ministero fino a quando gli elenchi completi non saranno loro consegnati. I docenti interessati, che avrebbero dovuto ricevere una comunicazione personale via e-mail, si sono visti recapitare un messaggio senza alcuna indicazione della sede ottenuta. I movimenti della scuola primaria, nel frattempo, subiscono uno slittamento al 29 luglio, salvo ulteriori complicazioni.
La mancata pubblicazione, nei tempi previsti, dei trasferimenti e passaggi del personale docente di scuola primaria, insieme alle tantissime irregolarità che si stanno riscontrando in quelli della scuola dell'infanzia non possono essere minimizzati come mero intoppo tecnico: quando sono in gioco fattori importanti nella vita delle persone (dove andrò a lavorare? Dove dovrò risiedere? Che faccio con la famiglia?) ogni trascuratezza, ogni ritardo, ogni errore sono semplicemente inammissibili da parte di chi, ancora una volta, sta dando prova di una capacità di gestione dei problemi ben lontana dalle ambizioni che continuamente ostenta. La farraginosità di alcune modifiche introdotte dalle legge 107 in materia di gestione del personale, unite al pressappochismo con cui è stato ideato e gestito il piano straordinario di assunzioni, sono tali da mettere in ginocchio persino il sistema informatico che gestisce le operazioni. E mentre si spendono tante parole sullo sviluppo del digitale in tutto il sistema scolastico, chi ha il compito di governarlo ci offre dimostrazioni così palesi di incapacità e inefficienza.
Non osiamo pensare a quanto ci attende da qui all'inizio dell'anno scolastico, se continueremo a fare i conti con disfunzioni e intoppi del sistema che stanno diventando "sistematiche". La ministra e i suoi collaboratori facciano un passo, se vogliono vedere il frutto del loro cattivo operato, in una delle nostre sedi, che continuano ogni giorno, da tempo, ad essere affollate di persone alla faticosa ricerca di capire che cosa li attenda all'avvio del prossimo anno scolastico. Si renderebbero conto di quale sia il livello di apprezzamento nei loro confronti, vedrebbero quanto sia diventato largo e profondo il solco che questo governo e questo ministro hanno scavato tra sé e il mondo della scuola.
Roma, 27 luglio 2016

Flc Cgil - Domenico Pantaleo
CISL Scuola - Maddalena Gissi
Uil Scuola - Giuseppe Turi
Snals Confsal - Marco Paolo Nigi
Gilda Unams - Rino Di Meglio

 
 
 

BONUS DOCENTI

Post n°956 pubblicato il 19 Luglio 2016 da emmegisinda
 

Sul bonus docenti secondo monitoraggio Cisl Scuola. E domani Gissi a confronto con Faraone

18.07.2016 18:42

Al primo monitoraggio sul bonus docenti, realizzato quando le procedure erano in fase di avvio, ne segue ora un secondo, col quale, oltre ad aggiornare lo stato di avanzamento dei lavori, si è cercato di scavare ancor di più su quegli elementi che possono consentire di rilevare quale atteggiamento sia prevalente, rispetto ad una “innovazione” così controversa, nel corpo della categoria. Lo si è fatto assegnando priorità non al versante delle analisi e delle valutazioni politiche, ma a quello della concreta esperienza vissuta sul campo da un corpo professionale che non rinuncia - e questa è una delle indicazioni che ci sembra emergere con più nettezza – ad essere protagonista del suo lavoro, che preferisce misurarsi con la complessità dei compiti che gli si prospettano piuttosto che rimanere in passiva attesa di decisioni assunte da altri. Una categoria che non diserta alcuno spazio, anzi ne rivendica la titolarità, puntando a valorizzare le spinte partecipative più che ricorrere alle vie del contenzioso. 
Anche questo secondo monitoraggio contribuisce a offrire “uno spaccato significativo di quanto sta avvenendo nelle nostre scuole, ma soprattutto utili spunti di riflessione per chi voglia evitare che il delicato e controverso tema della valorizzazione professionale si riduca a fattore di divisione della comunità scolastica”. Conferma, ancora una volta, che in tema di valorizzazione del merito non vi sono atteggiamenti di rifiuto pregiudiziale: dissensi e perplessità nascono da modalità discutibili (e mai discusse), estranee e lontane dalle migliori esperienze del mondo della scuola, al quale si vorrebbero imporre in modo unilaterale. La sede più giusta e opportuna di confronto e di decisione su questi temi resta quella contrattuale: incredibile che questo Governo non se ne renda conto e si rifiuti di accettarlo, preferendo solleticare qualche vanità verticistica piuttosto che valorizzare le vie e gli strumenti del dialogo e della condivisione, vie che sarebbero – e i dati del monitoraggio lo dimostrano – sicuramente più efficaci e produttive.
Il tema della valorizzazione professionale sarà in discussione domani, 19 luglio, in uno degli incontri previsti nel programma della Summer School della Tecnodid a Ischia, nel corso del quale la segretaria generale Cisl Scuola, Maddalena Gissi, avrà l'occasione di confrontarsi col sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone.

 
 
 

BUONA SCUOLA - MOBILITA' AMBITI

Post n°955 pubblicato il 18 Luglio 2016 da emmegisinda
 

PERCHE’ NON E’ STATO POSSIBILE RAGGIUNGERE UN ACCORDO

15.07.2016 20:30

L’impossibilità di portare a positiva conclusione la sequenza contrattuale sull’assegnazione della sede di servizio ai docenti titolari di ambito scaturisce dalle proposte che l’Amministrazione ha avanzato nella fase finale del confronto, discostandosi nettamente dal quadro di intese faticosamente costruite in sede politica nei giorni precedenti.

Se nella mattinata di giovedì 14 luglio si poteva dire sostanzialmente definita un’intesa sulle procedure con cui dare attuazione a quanto prevede la legge 107 per i titolari di ambito, la battuta di arresto e poi la rottura della trattativa si sono determinate dopo che l’Amministrazione ha presentato, contrariamente alle intese, una lista abnorme di requisiti fra i quali individuare i quattro cui fare riferimento, in ogni scuola, per graduare le domande presentate dai docenti interessati all’assegnazione.

Tutta la trattativa, frutto di un preciso impegno assunto dalle parti nel contratto integrativo sulla mobilità firmato nella scorsa primavera e durata più di un mese, è stata portata avanti con l'obiettivo di garantire imparzialità, pubblicità, massima oggettività e trasparenza delle procedure e dei criteri da seguire nell’assegnazione dei docenti alle scuole. Questo nell'interesse non solo del personale, in attesa di conoscere la propria sede di lavoro, ma anche dei dirigenti scolastici responsabili degli atti amministrativi necessari.

Nello spirito, dunque, di un’azione sindacale attenta, com’è da sempre costume della Cisl Scuola, a contemperare efficacia del servizio pubblico ed esigenze di tutela professionale dei lavoratori, si era arrivati a definire una procedura così articolata, che avrebbe dovuto prevedere:

  • la pubblicazione da parte di ciascun istituto di un “avviso” contenente l’indicazione degli specifici requisiti  di competenza (massimo quattro) di cui la scuola ha particolare necessità in relazione alle peculiarità del proprio PTOF;
  • la domanda dei docenti, rivolta a tutte o solo ad alcune scuole dell'ambito, corredata da un curriculum in formato standard, disponibile tramite il sistema informativo, riportante esperienze e competenze certificate;
  • la pubblicazione da parte del dirigente scolastico, una volta ricevute dall’Amministrazione le domande rivolte alla propria scuola, di una graduatoria dei docenti interessati, considerando in via prioritaria il possesso dei requisiti richiesti e, in caso di parità dei requisiti posseduti, prendendo in considerazione il punteggio normalmente riconosciuto per le operazioni di mobilità;
  • la copertura, in base all’ordine di graduatoria come sopra definito, dei posti vacanti.

Gli uffici regionali avrebbero completato le assegnazioni dei docenti rimasti senza sede, operando in base al punteggio della mobilità. Il tutto con una tempistica che garantisse a tutti accessibilità alle informazioni e alle procedure, con l’obiettivo di una sistemazione di tutto il personale entro l'avvio dell'anno scolastico.

Non senza qualche preoccupazione per i tempi comunque piuttosto stretti in cui svolgere una procedura così articolata, consideravamo un buon accordo quello costruito col confronto e il negoziato, un accordo che garantiva sia principi trasparenti ed oggettivi sia regole chiare, utili a evitare difformità di comportamenti e quindi rischi elevati di contenzioso. Un accordo che rappresentava l’esigenza delle organizzazioni sindacali di regolare una procedura che invece per l'amministrazione poteva e doveva non avere troppi vincoli e precetti.

Contenere in termini ragionevoli il numero dei requisiti definiti in ambito nazionale, dai quali ogni scuola avrebbe avuto la possibilità di scegliere i quattro da inserire nel proprio “avviso” (in relazione ai contenuti del PTOF) appariva scelta coerente e funzionale rispetto all’impianto generale di una procedura complessa da gestire in tempi piuttosto stretti.

Per questo ci è parso sorprendente, oltre che inaccettabile, la presentazione da parte dell’Amministrazione di una lista di oltre quaranta requisiti, molti dei quali non strettamente attinenti alla didattica, altri assolutamente generici e non verificabili. Una “lista della spesa” non pertinente e dispersiva che oltre a complicare il lavoro dei dirigenti scolastici, avrebbe disorientato i docenti che nel predisporre la propria candidatura sarebbero stati indotti ad elencare tutto e di più, come se fosse un'esposizione astrusa, restituendo un’opacità di caratteristiche professionali piuttosto che agevolare l'esaltazione delle qualità che veramente servono al lavoro in classe.

Dopo aver invano proposto - motivandone la necessità - di ridurne in modo consistente il numero, abbiamo preso atto dell’impossibilità di concludere in modo coerente e positivo un percorso negoziale rivolto a ottenere regole che garantissero imparzialità e trasparenza, tentativo compromesso dall’intransigente arroccamento del MIUR su richieste che tutte le organizzazioni presenti al tavolo hanno ritenuto inaccettabili.

Siamo ora in attesa di conoscere - dopo il nostro impegno costante che ha spinto l'amministrazione in extremis a confrontarsi per provare a trovare un'intesa - le decisioni che l’Amministrazione dovrà assumere, in assenza di contratto, con atto datoriale. Se alla fine l'amministrazione coglierà nel suo provvedimento unilaterale i tratti di principio e di coerenza voluti con forza dalle organizzazioni sindacali, rimarrà però l’“inquinamento” dovuto a comportamenti rigidi e incomprensibili.

Sarà comunque alta la nostra vigilanza: nel caso si cercasse di disperdere quanto di positivo la trattativa è comunque riuscita a definire sul versante delle procedure da seguire per le assegnazioni, si metteranno in campo le necessarie iniziative. Così come saranno impugnate decisioni e comportamenti che non assicurino le indispensabili garanzie di obiettività e trasparenza per le quali, nelle settimane scorse, ci siamo impegnati con forte e costante determinazione.

 
 
 

BUONA SCUOLA - MOBILITA' AMBITI

Insegnanti, ambiti e scuole: salta la trattativa. Impossibile accettare che la scuola diventi un mercato dei titoli. Grave la responsabilità del ministro

14.07.2016 22:30

Non trova una positiva conclusione la trattativa sull'assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole, sebbene oggi ci sia stato accordo sulle procedure.

Il negoziato è saltato a causa dell'inflazione di requisiti che il Miur avrebbe preteso di inserire nell'accordo.

Un atteggiamento arrogante che contraddice l'intesa politica raggiunta nei giorni scorsi e le premesse su cui è stata costruita facendo venir meno le garanzie di imparzialità delle procedure concordate.

Si vuole trasformare la scuola in una sorta di mercato delle competenze più disparate: dagli incarichi organizzativi alla progettazione per bandi ai collaboratori del dirigente scolastico. Una pletora di requisiti e di titoli che poco hanno a che vedere con il passaggio dei docenti dagli ambiti alle scuole.

Il sistema dei requisiti, raccolti a caso e in un numero così eccessivo, non può funzionare. Ci hanno presentato un album di figurine. Di questa scelta il ministro porta per intero la responsabilità.

Quello a cui noi miriamo è un sistema efficace, capace di far incontrare i bisogni delle scuole, definiti collegialmente, con la professionalità dei docenti, evitando eccessi di concorrenza inutile e dannosa tra le scuole e tra gli insegnanti.

Serve un percorso che abbia come punti centrali la trasparenza delle procedure e l'oggettività dei requisiti stabiliti a livello nazionale, dando anche ai dirigenti punti di riferimenti chiari con cui operare. Questo rimane il nostro obiettivo. Non accetteremo passivamente misure che siano lesive della dignità professionale degli insegnanti.

Roma, 14 luglio 2016

COMUNICATO SINDACATI SCUOLA
FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL

 
 
 
 

PEGASO UNIVERSITA' TELEMATICA

Sede di Palermo:

Via Maqueda 383

 

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