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Messaggi del 17/03/2017

CONCORSI - DOCENTI

Post n°1035 pubblicato il 17 Marzo 2017 da emmegisinda
 

TRATTO DA: CERIPNEW

CERIPNEWS//LA NOTA//XVII//17-03-2017//06:00//NODE0402
--

Super piano concorsuale da settembre in poi e fino al 2018 ed oltre
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Proposto un articolato (e complesso) sistema di reclutamento per ridurre il precariato

ROMA - Sarebbe in dirittura d’arrivo un piano pluriennale per dare stabilità al personale della scuola incardinato nei decreti attuativi della legge Buona Scuola in Commissione Cultura di Camera e Senato. La linea ottimistica prevede già da settembre prossimo, al massimo nel 2018, una nuova fase del reclutamento, con concorsi ogni due anni i cui vincitori saranno immessi in un percorso triennale di formazione che si concluderà con l’assunzione in ruolo previo “superamento delle valutazioni intermedie e finali“.
Al primo concorso con la nuova formula potranno partecipare i neo laureati che abbiano conseguito almeno 24 crediti formativi in “discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche”. I vincitori cominceranno il loro percorso formativo nel 2019/2020. 
Prevista anche una “fase transitoria” con il progressivo assorbimento delle GaE (a cui per legge ogni anno e’ riservato il 50% dei posti liberi su cui si fanno assunzioni) e soprattutto l’assunzione dei vincitori del concorso del 2016, anche derogando al limite del 10% dei posti messi a bando. 
Nella fase transitoria sarebbero inclusi anche i docenti abilitati che oggi sono nelle graduatorie di istituto di II fascia, spesso in cattedra da molti anni e formati con percorsi universitari. Si tratterebbe di un concorso ‘leggero’, nel senso che terrà conto del superamento di prove concorsuali di precedenti concorsi. Questi docenti saranno ammessi direttamente al terzo anno del nuovo percorso di ingresso nella scuola e ad essi dovrà essere riservata una quota di posti vacanti decrescente nel tempo.
Infine, sempre la “fase transitoria” prevede che i docenti non abilitati “che abbiano svolto almeno 3 anni di servizio entro il termine di presentazione delle domande siano ammessi a partecipare a speciali sessioni concorsuali loro riservate” che si svolgeranno in contemporanea al nuovo concorso del 2018. I vincitori saranno ammessi al percorso di formazione direttamente al secondo anno, con esonero della parte formativa e dei crediti avendo già insegnato per almeno 36 mesi. La procedura concorsuale “agile” consisterà in una prova scritta e in una orale. Adesso la parola passa al Governo. (cesare costa)

 
 
 

DOCENTI - CORSI SOSTEGNO

Post n°1034 pubblicato il 17 Marzo 2017 da emmegisinda
 

L'insostenibile squilibrio dei corsi di specializzazione per il sostegno. Dichiarazione di Maddalena Gissi

16.03.2017 19:36

Col DM 10 marzo 2017 n. 141 le Università vengono autorizzate ad attivare i percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno in tutti gli ordini e gradi di scuola. Al decreto è allegata la tabella in cui sono indicati i posti autorizzati per ogni Ateneo. Le date dei test preliminari sono fissate, per tutti gli indirizzi della specializzazione per il sostegno, per i giorni 19 e 20 aprile 2017. 
Lascia a dir poco perplessi – afferma la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi - la distribuzione dei 9.649 posti complessivamente autorizzati sul territorio nazionale: appare infatti molto forte lo squilibrio che si determina fra le diverse aree territoriali, reso evidente dalla lettura di alcuni dati. A fronte, per esempio, dei 200 posti attivabili in Piemonte, o dei 310 dell’Emilia Romagna, sono ben 1.150 quelli autorizzati per la Campania e 1.165 per la Sicilia. E se in Lombardia si prevedono 1.270 accessi, nel confinante Veneto i posti saranno solo 280. Ma è anche difficile considerare equilibrata la previsione di 240 posti per l’intera Sardegna, a fronte dei 370 attivabili in Molise”. 
È vero che le Università - prosegue Maddalena Gissi - hanno grande autonomia nel decidere l’attivazione di percorsi formativi, tuttavia non è pensabile che l’atto autorizzativo del Ministero finisca per essere una mera ratifica delle loro decisioni, che andrebbero collocate in un quadro di maggiore coerenza rispetto a parametri di cui non si può non tenere conto: dall’ampiezza dei bacini di riferimento, al prevedibile fabbisogno di personale specializzato nelle aree territoriali in cui i corsi vengono attivati. Quando l’offerta formativa delle Università si rivela carente proprio laddove è più consistente la domanda di personale specializzato (e viceversa), vale la pena chiedersi perché ciò avvenga e se non sia il caso di governare più efficacemente questi processi, anziché affidarli a quella sorta di 'spontaneismo organizzativo' delle Università cui abbiamo l’impressione di assistere”. 
Altro interrogativo riguarda il ruolo svolto agli Uffici Scolastici Regionali, coinvolti nella programmazione delle attività e che dovrebbero conoscere molto bene le esigenze di personale specializzato nelle aree di loro competenza. “Che peso ha il loro parere? – si chiede la segretaria generale della Cisl Scuola - con quanta determinazione fanno valere le ragioni di un efficace servizio da rendere al territorio? Se poi tra le motivazioni addotte nel determinare la disponibilità di accessi – conclude Maddalena Gissi - vi sono quelle legate alla maggiore o minore dotazione di strutture, non ci si può non domandare se sia plausibile un così palese squilibrio nella consistenza strutturale dei nostri Atenei, fermo restando che andrebbe in ogni caso garantita la qualità dei percorsi formativi, vista anche la spendibilità dei titoli sull’intero territorio nazionale”.

 

 
 
 
 

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