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BLITZ, N'DRANGHETA, TRA I FERMATI ANCHE  ALDO MICCICHE'

Post n°56 pubblicato il 23 Luglio 2008 da au_somma29

Le teste pensanti delle cosche Piromalli e Molé di
Gioia Tauro, le più potenti della 'ndrangheta, sono state decapitate da
un'operazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato al
fermo di 21 persone tra presunti affiliati, imprenditori e
professionisti accusate di associazione mafiosa.

Nel
provvedimento di oltre 1026 pagine, firmato dal procuratore di Reggio,
Giuseppe Pignatone, e dai suoi sostituti Boemi, Di Palma, Pennisi,
Prestipino, e Miranda, c'é praticamente tutta la storia delle due
famiglie una volta strettamente legate, anche per vincoli di parentela,
ma che gli affari milionari del porto di Gioia Tauro hanno portato,
negli ultimi mesi, a dividersi ed entrare in contrasto negli ultimi
mesi.

L'accelerata all'inchiesta, iniziata oltre un anno fa, è
stata data per il pericolo che l'omicidio del boss Rocco Molé, ucciso
il primo febbraio scorso, potesse aprire una stagione di sangue nella
piana di Gioia Tauro. I fermi sono stati eseguiti dalla squadra mobile
di Reggio Calabria e dai Ros dei carabinieri tra la Calabria, Roma e
Milano.

Nell'elenco delle persone fermate figura anche il nome
di Aldo Micciché, un faccendiere originario di Marapoti, un centro poco
distante da Gioia Tauro, in passato (negli anni '80) dirigente della
Democrazia cristiana.

Da anni si e' rifugiato in Venezuela ed
è al centro di una inchiesta della Dda reggina, che nasce da quella che
ha portato ai fermi, su presunti brogli degli italiani all'estero alle
ultime elezioni. Brogli che, secondo l'accusa, avrebbero dovuto portare
ad un'attenuazione del regime detentivo del 41 bis che Micciché avrebbe
cercato di ottenere mettendosi in contatto con il senatore Marcello
Dell'Utri. Alcune telefonate sono riportate nel provvedimento di fermo
dei magistrati della Dda di Reggio Calabria di 1.026 pagine.

PM, REFERENTE BOSS CONTATTO' MASTELLA
- La cosca Piromalli, per risolvere il problema del regime detentivo
del 41 bis, era arrivata a "contattare vertici dello Stato nella sua
espressione riguardante la organizzazione della giustizia". Lo scrivono
i magistrati nel provvedimento di fermo riferendosi ad alcune
intercettazioni di Aldo Micciché in cui parla dell'ex ministro Clemente
Mastella.

Parlando con Antonio Piromalli, figlio del boss
Giuseppe, Micciché, nell'ottobre scorso, riferisce di un colloquio
avuto con una persona che, spiega, ha dato disposizioni ad altre
persone di cui fa il nome e aggiunge di averli già contattati.

Gli
investigatori hanno identificato i nomi in due componenti la segreteria
al Ministero di Mastella e di un esponente del movimento giovanile
dell'Udeur. Successivamente gli investigatori hanno intercettato una
telefonata fatta da Mastella a Micciché dopo che quest'ultimo aveva
tentato invano di contattare il ministro.

"Va detto - hanno
scritto i magistrati - che la conversazione non affrontava alcun tema
specifico e anzi Mastella si affrettava ad interromperla dopo aver
compreso l'identità del suo interlocutore che gli parlava di possibili
appoggi elettorali". "Poiché - proseguono i magistrati - sia Piromalli
che Micciché erano consci delle difficoltà dovute al particolare
momento in cui si viveva e che limitava obbiettivamente l'ambito di
operatività dei loro referenti, nonostante tutta la buona volontà degli
stessi, già pensava Micciché ad ulteriori vie per la soluzione del
problema".

"Ho l'impressione però - dice Micciché nel
colloquio - che non si riesce a manovrare bene. Qua dovremo forse a mio
avviso fare un altro tipo di rapporto e lo devo fare in Lombardia".
Ovvero, secondo i magistrati alla "Massoneria".

 
 
 

CENSURATE BOSSI!!!

Post n°55 pubblicato il 20 Luglio 2008 da castalia_av

Per favore, non se ne può più delle sue stupidaggini, questo delira, lui e tutti quelli della lega! invece di parlare dei problemi dell'Italia, offende la nostra nazione, alza il dito medio all'Inno di Mameli e propone una discriminazione tra i docenti di scuola sulla base della provenienza regionale!!!!!! delira completamente!!!!!

PER IL MINISTRO BOSSI: CONSIGLIO COME LETTURE ESTIVE

art 2 Costituzione Italiana

art 3 Costituzione Italiana

art 12 Trattato Comunità Europee

Inoltre consiglio anche di non sputare nel piatto dal quale si mangia...mai schiavi di Roma? eppure 20.000,00 euro mensili da Roma se li RUBA! per non parlare delle spese annesse...ma forse il livello culturale del Ministro Bossi non gli permette di andare oltre...del resto..."rustica progeniat semper villana fuit"

 
 
 

A Paolo Borsellino 

Post n°54 pubblicato il 19 Luglio 2008 da au_somma29

Grazie Paolo


per averci insegnato cosi vuol dire
difendere e amare la propria terra,
cosa vuol dire lottare per i propri ideali di giustizia
e difenderli fino in fondo,
cosa vuole dire sacrificarsi giorno per giorno
per creare un mondo migliore.
Il tuo esempio e quello degli angeli che sono
morti con te, è uno stimolo
a fare sempre del proprio meglio e a
non cedere ai ricatti che questa società
malata e corrotta ci impone.
Onore te, che anche da lassù, continui ad essere esempio
di legalità per tutto il popolo siciliano e per tutta l'Italia

 
 
 

A Paolo Borsellino

Post n°53 pubblicato il 18 Luglio 2008 da castalia_av

" Combattevamo in Sicilia ma stavamo perdendo a Roma"

19 luglio 1992 -  19 luglio 2008

ma noi siamo ancora qui per ricordare, noi siamo ancora qui  chi vuol dimenticare

 
 
 

La cloaca del Csm

Post n°52 pubblicato il 18 Luglio 2008 da castalia_av

ANSA- 18.7.2008  ROMA - "La cloaca del Csm correntizzato, partitizzato e parcellizzato è uno scandalo che offende gli italiani". Lo ha detto a Radio Radicale il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. "Come presidente dei senatori del Pdl reputo prioritaria una equilibrata riforma della giustizia- ha detto Gasparri - L'obbligatorietà dell'azione penale è un feticcio teorico perché poi sono i magistrati a decidere quali processi fare e quali non fare. La separazione delle carriere è un'esigenza prioritaria per restituire maggiore trasparenza alla giustizia, la depoliticizzazione della magistratura è un'emergenza democratica. La cloaca del Csm correntizzato, partitizzato e parcellizzato è uno scandalo che offende gli italiani".

A suo avviso "la magistratura seria e laboriosa composta dalla maggioranza dei magistrati è la prima vittima di quattro guitti che usano le toghe per un'azione di militanza politica, che occupano militarmente il Csm e che non giovano ad un'immagine della magistratura fortemente incrinata come si vede dai sondaggi, una reputazione che la magistratura non merita. La riforma deve esaltare la funzione della giustizia - conclude - e noi la faremo sicuramente".

I giudici non si faranno "trascinare sul terreno dell'invettiva volgare e qualunquista" , ma di fronte ai "tentativi ormai chiari" di "delegittimare l'intera magistratura", difenderanno "strenuamente" la loro "indipendenza". Lo sottolinea il presidente dell'Anm Luca Palamara dopo le parole di Gasparri.

"Abbiamo rispettato la volontà di cambiare l'assetto politico dell'Italia dando vita ad una democrazia bipartitica. Dopo gli attacchi alla legge elettorale il risultato di quella legge è in Parlamento: fuori le estreme e solo due gruppi, maggioranza e opposizione. Per un errore dell'opposizione però sono presenti frange estreme e giustizialiste che molto spesso ci fanno disperare in Parlamento", afferma il premier Silvio Berlusconi.

COMMENTO ALLA NOTIZIA

"Il potere logora chi non ce l'ha", diceva Giulio Andreotti (di certo non un esempio), ma diceva una cosa giustissima, mai frase fu più veritiera: oggi, la politica sta forzando la mano per mettere il bavaglio all'unico potere che ancora cerca, un minimo, di contrastare e regolare questo potere smisurato che "la casta" ha costruito nel tempo.

Ieri, in seconda serata, alla trasmissione "primopiano" in onda su rai tre, hanno trasmesso un intervento del magistrato-eroe Paolo Borsellino (di cui domani ricorre il 16° anniversario) presso un istituto professionale. Era il 26 gennaio del 1989.

Lui parlava, parlava e raccontava di come la magistratura e le forze dell'ordine fossero isolate nella loro battaglia, parlava della morte di Cassarà, parlava di Chinnici, e non si stancava mai di portare la sua testimonianza, instancabile nel suo lavoro e nella sua opera di istruzione della collettività. Credeva nelle giovani generazioni Paolo Borsellino, ed era su di loro che puntava per cambiare il futuro.

Parlava di una politica corrotta, una politica troppo accondiscendente nei confronti del crimine mafioso, così lontana dalla sua idea di partiti con codici di autoregolamentazione, partiti attenti ad escludere dalle liste le persone indagate o sospettate di corruzione e collusione mafiosa. E non perchè Lui fosse un giustizialista malato, ma semplicemente perchè si rendeva conto che quella era l'unica strada da seguire per il riscatto della Sicilia e dell'Italia tutta.

Oggi, a distanza di 16 anni, la politica è quasi riuscita a mettere il bavaglio alla magistratura, oggi se Borsellino fosse vivo sarebbe ancora più isolato di quanto non lo fosse allora, sarebbe stato ammazzato di nuovo perchè L'ITALIA E GLI ITALIANI NON HANNO IMPARATO NIENTE DALLA SUA MORTE! PERCHE' IL NOSTRO E' UN POPOLO CORROTTO E GOVERNATO DALLA MAFIA!

Non so come Borsellino commenterebbe questi tempi bui, non oso neanche immaginarlo, di certo forse si sarebbe chiesto "ma è valsa la pena morire?". Mi piace pensare che subito dopo aver pensato questa cosa, avrebbe sorriso ed avrebbe detto "certo che vale la pena, vale sempre la pena vivere onestamente e morire per ciò in cui si crede" 

 
 
 
 
 

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