Creato da en_attendant_Godot il 14/10/2009

Quasi come Dumas

...e non sai se fuori all'aria ci sia il sole oppur se piove

 

 

Che l'ultima nuvola l'ho vista passare...ma non me n'è fregato un cazzo!

Post n°4 pubblicato il 25 Aprile 2011 da en_attendant_Godot

Ho smesso di pensare a tante cose. Ho smesso di pensare che posso riuscire a far stare tutti bene con me. Qualcuno mi ama, qualcun'altro no, me ne farò una ragione.

Ho smesso di pensare che riuscirò a rimanere costante nelle mie scelte. Sono una zingare senza fissa dimora, e non mi piace pensarmi con i piedi sempre nelle stesse scarpe. Ho smesso di pensare di poter entrare in una taglia 42. Neanche se prego in aramaico probabilmente...

Ho smesso di pensare che un giorno i miei pensieri, quelli più veri, possano essere capiti e apprezzati. Ho smesso di farlo perchè i miei pensieri posso capirli solo io. Ho smesso di pensare che smetterò di fumare o di bere. La compagnia di una sbronza di è necessaria come l'aria.

Ho smesso di pensare che un giorno amerò qualcuno per tutta la vita. Non riesco a tenermi una casa, figuriamoci un uomo.

Ho smesso di pensare che prima o poi avrò anche io una vita comune. Una casa, una famiglia, con i parenti alle feste comandate, uno stipendio fisso, soddisfazioni discrete per una vita discreta. Ho smesso di pensarlo.

Ma c'è una cosa che mi fotte. Mi fotte l'emozione. La rabbia che mi prende quando una persona che conosci da 10 anni di ricicla come un fazzolettino sporco. La sensazione di casa quando fuori c'è freddo e piove. La soddisfazione nell'esprimere pensieri propri senza essere derisi. L'allegria nel godersi una risata senza assuefazioni alcoliche. La passione dell'amore quando i piedi freddi nel letto, accanto a te, sono intrecciati ad i tuoi, ancora più freddi. La tranquillità di una continua rottura di palle.

Mi fotte l'emozione.

E' come quando passa l'autobus, ma non ci salgo....preferisco aspettare quello dopo.

 
 
 

Bitmemis Tango

Post n°3 pubblicato il 11 Aprile 2011 da en_attendant_Godot

 

È l’ultima luna di maggio. Lei e una fotografia, come un ricordo fra le mani. E nel cielo l’ultima luna di maggio. E un soffio di vento, impercettibile e delicato. Porta via ciò che rimane di una giornata di pioggia. Solo l’odore del fiume, che scorre leggero. Notte di maggio, e tante stelle. Un tango in lontananza, soffiato e portato via da una voce leggera. Lei, il freddo sulla pelle, l’odore dell’amore. L’ultimo pensiero. Cosa ha detto? Cosa ha fatto?Lui. Silenzio. Attenzione. Silenzio.

Forse ha detto “Addio”. Lei non l’ha sentito. Era attenta ad altro. Alla luna nel cielo. Al tango in lontananza. Voglia di ballare. Stretti in un abbraccio danzante, un ricordo sbiadito che forse non c’è mai stato. Ci piace inventare quello che non esiste. Lo facciamo per difenderci l’anima. Lei si difende l’anima, e quello che ricorda forse non è mai successo. Che cosa ha detto?Che cosa ha fatto? Forse ha detto “ci rivediamo”. Ma lei non l’ha sentito. Troppo attenta alla spallina del vestito, al tacco troppo alto, al rossetto consumato dai baci. Al tango mai ballato. Se ricordi l’ultimo respiro, è tutto ciò di cui hai bisogno. A questo pensava, mentre lui si rivestiva nel buio. Cosa ha detto?Cosa ha fatto? Forse ha detto “ti ho amata”. Ma lei non l’ha sentito. Troppo attenta all’affanno. All’aria che si fa pesante, al suono di una chitarra che suona il tango. Ai trapezisti. Vorrei volteggiare nell’aria anche io, pensava invece di ascoltare. Girare su me stessa e allungare le mani trovando dall’altra parte qualcuno che mi afferri. Senza troppo pensarci. Ad occhi chiusi, allungherei le mani e lui, dall’altra parte, mi prenderebbe. Ecco a cosa pensava mentre lui parlava. Che cosa ha detto?Che cosa ha fatto? Forse ha detto “io vado via”. Ma lei non l’ha sentito. Ha solo chiuso gli occhi volteggiando nell’aria. Troppo attenta al ritmo del cuore, alle parole di una canzone. Alle aspettative.

Ti prego, difendi i tuoi sogni, finché puoi. Portali con te. Dimenticali e ricordali quando meno te lo aspetti. Ti prego, difendi l’ultimo pensiero. Quello che non dici. Difendi l’immagine che hai di me, perché non tornerà mai più. Avrai voci, visi, mani, occhi e parole. E non saranno mai le mie. TI prego difendi la forza della tua voglia. Riscaldala nelle notti di freddo. Piangila nelle notti di luna di maggio. E’ l’ultimo ricordo della sera. L’ultima immagine che vedi, sospeso in aria, fra la vita e la morte. Dopotutto bisogna aspettare l’attimo esatto per saltare. Non troverai sempre qualcuno pronto ad afferrarti. Ti prego difendi il tuo sguardo da ladro. Ricama sorrisi fasulli e dispensali al mondo. L’ultima luna di maggio non è mai l’ultima luna. Soffia via il vento dietro l’ultimo tango. Due anime abbracciate. Due anime danzanti.

Cosa ha detto lui?Che cosa ha fatto? Forse ha detto “mi mancherai”. Lei non ha sentito. Troppo impegnata a rincorrersi, chissà dove.

 

Bitmemis Tango...

 
 
 

perchè l'amore non è mai come quello dei film...e questa non è una domanda

Post n°2 pubblicato il 08 Marzo 2011 da en_attendant_Godot

Tira vento. E c'è la neve. Tira vento e c'è la neve, e poi di nuovo vento.Sogno sogni caldi e coperte di lana davanti al caminetto. Sogno sogni di legna che brucia e odore di notte a passarla svegli. Sogno sogni d'inverno e alberi di natale a brillare fino ad agosto [perchè non voglio toglierlo, l'hai fatto tu].

La fantasia mi aiuta sempre. Alcune volte mi ha salvato la vita.E non sai quanto mi è di conforto quando, la notte, mi sveglio sudata e non c'è niente intorno. Vivo in affitto come sempre, studio come sempre, lavoro come sempre e mangio come sempre [forse di più]. Ho imparato a fare il caffè ma non lo faccio quasi mai. Ho imparato a montare una mensola ma preferisco poggiare i libri per terra perchè fanno colore. Ho imparato a lavare tutto a freddo. Più che imparato credo di non aver più la pazienza adatta a dividere i bianchi dai colorati. Certe volte non sono capace neanche di dividere me stessa in bianchi e colorati, figuriamoci le mutande. Il fatto è che, come stavo dicendo, c'è vento e c'è la neve,e sto sognando. Una volta lo facevamo insieme. Ora lo faccio da sola, ma non sono triste. Semplicemente pensavo, che va bene così.

EngY dice che l'amore non è mai come quello che vedi nei film. Non ci si ama mai per tutta la vita, al massimo ci si sopporta. E finchè due persone si sopportano va tutto bene, il problema è se due persone non si sopportano più. Se non si sopportano più allora finisce anche l'amore, anche se non c'era più ma tu pensavi che c'era.

"Fottitene Dumas!"

"Ok, me ne fotto!!...ma poi?"

Ho un pensiero felice e la finestra aperta. Vento e poi neve, e di nuovo vento. Io aspetto Peter Pan, sono sicura che prima a poi, arriva...e questa neanche era una domanda!

 
 
 

Ritornare nel mondo dei mortali è una fatica faticata faticosissima

Post n°1 pubblicato il 07 Marzo 2011 da en_attendant_Godot

Ritornare indietro. Forse non è l'idea migliore.

Ritornare a quando ero felice. Forse questa è una buona idea. Non che ora non sia felice. Ma non sono felice come ero una volta. Non sono felice come quando ancora non sapevo di poter cadere tanto più giù. Non c'è mai fine al peggio dicono. Chi? Non lo so, qualcuno dice così. Io dico che c'è fine al peggio. Non mi chiedete come, lo so e basta.

Vabbè, fatto sta che l'altro giorno ho incontrato DoM. Lui dice che alcune volte bisogna lasciarla stare la vita che tanto, ci pensi o non ci pensi, quella ti rimane incollata addosso comunque. Allora io gli ho detto "Cazzo DoM, tu si che c'hai sempre la risposta ad ogni problema!" e lui mi ha detto "Fanculo Dumas!". Infondo mi vuole bene. Ma non è quello che volevo dirvi. Volevo dirvi che ho smesso di essere me stessa. Per tanto tempo ho vagato come in una bolla d'aria trasparente. Potevo vedere quello che c'era intorno a me, ma non sentivo niente. E quello che sentivo mi dava fastidio. Allora ho pensato, me ne rimango nella bolla per sempre. E l'idea non era neanche malvagia se non fosse che in quella bolla si stava stretti e c'era un tanfo incredibile. Un misto di piedi e borotalco. Già, proprio così, un misto di piedi e borotalco. Certe volte bisogna farsi arrivare la merda fino al collo per capire che hai la merda fino al collo.

Bè, alla fine l'ho fatto. Sono uscita dalla bolla. E sapete cosa ho visto?Niente, solo quello che ero. E non con i miei occhi. Perchè alcune volte hai bisogno di veder piangere qualcuno per te per capire che stai soffrendo. Io ho smesso di capire le mie emozioni molto tempo fa e adesso ho paura. Ho paura perchè non c'è tregue nella malattia, ci sono solo ricordi confusi e mal di pancia. E non è tanto il mal di pancia, quanto i ricordi confusi che mi annebbiano il cuore. Che lo imprigionano, che incatenano, che lo perseguitano.

Io avevo un bagliore di vita. Era una goccia di luce nel buio dei miei pensieri. Ho lasciato che si spegnesse come si spengono certi pomeriggi estivi:con un temporale improvviso. Fosse mai che lo ritrovo qui? Qui c'è odore di buono...

 
 
 

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