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« Messaggio #23non tutti sanno che.......... »

il giullare di corte

Post n°24 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da animafragile68

Sottotitolo: Il problema è proprio che le donne di destra, vedono solo il "complimento" sotteso (e cioè che le italiane sono belle). Non ci arrivano, è evidente, non capiscono la gravità delle cose che dice e che fa. A questo punto, non possiamo nemmeno prendercela con lui per l'idiozia di chi lo vota. A tutto c'è un limite, non venitemi a dire però che con la destra bisogna dialogare. E' solo una perdita di tempo, e il "perder tempo a chi più sa più spiace".


Buongiorno a tutti...


 


 


 


C’era una volta un uomo molto spiritoso. Collezionava ville lussuose, cactus giganti, fuoriclasse brasiliani e avvisi di garanzia. Viveva in un paese lontano lontano, dove povertà e miseria erano un’invenzione dei pessimisti, i giornalisti erano comunisti, quindi avidi mangiatori di bambini , i magistrati erano rancorosi e sovversivi bolscevichi e le donne erano troppo belle per non correre il rischio di venire stuprate. Il buon giullare era convinto che “in ogni occasione servisse sempre il senso della leggerezza e dell'umorismo". Era più forte di lui: la battuta scattava in automatico ogni qualvolta gli capitava inavvertitamente di formulare un pensiero compiuto.
L’universo femminile era per il giullare una feconda fonte di ispirazione.
Così, dopo aver esortato Viviana a “fargliela vedere”, suggerito a una giovane precaria dal bel sorriso di farsi sposare da un milionario e aver giurato alla soubrette venezuelana che con lei sarebbe andato ovunque, venne il giorno che, di fronte all’ennesima violenza nei confronti di una donna, gli capitò di affermare che “Bisognerebbe avere tanti soldati quante sono le belle ragazze italiane”.
Così, per sdrammatizzare. Per vedere di nascosto l’effetto che fa.
Non tutti gradirono l’uscita del giullare. Non tutti erano dotati di sense of humor, nel paese lontano lontano.
C’erano alcune persone “oscene”, troppo serie e troppo tristi, con la presunzione di insegnargli a tenersi il cecio in bocca.
Persone poco indulgenti verso un buon giullare simpatico, dotato, povero lui (e poveri noi) di una grandissima menomazione.
Il poveretto non era dotato di immaginazione.
Un handicap forte, il suo, che gli impediva di immaginare il paese reale.
Tra le sue ville, i cactus, i suoi Kakà e i troppi avvisi di garanzia, il povero giullare non solo aveva perso il contatto con la realtà, ma neppure riusciva lontanamente a immaginarsela.
Non vedeva un paese in cui gran parte delle donne era dotata di dignità, intelligenza e capacità.
Un paese in cui ogni donna avrebbe dovuto avere il diritto di sentirsi sicura e protetta, ovunque vivesse, da qualunque famiglia o ceto provenisse.
Un paese in cui la violenza era condannata con fermezza e serietà da tutte le persone dotate di buonsenso.
Perché non su tutto si può usare leggerezza e umorismo.
Il povero giullare visse lo stesso felice e contento, nessuna critica lo scalfiva, nessuna predica lo correggeva
Solo ogni tanto, di fronte alle battute di qualche “collega” che si prendeva gioco di lui, sbottava, si arrabbiava e si strappava i capelli.
Tanto, anche quelli, poteva ricomprarli.
Come le ville, i cactus e i fuoriclasse brasiliani.


 


 



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Un blog di: animafragile68
Data di creazione: 30/01/2008
 

io...
il silenzio delle parole...
il sussurro di un'emozione...
il bisbiglio dell'anima...
il frastuono di un'immagine...
la supplica di una lacrima...
l'urlo del battito di un cuore...
il mio
!

 

Amarsi
è incontrarsi
perdersi
in uno sguardo
in una carezza
donarsi
essere presente
quando
si ha “bisogno”
dell’altro
trovando
nel suo mondo
il tuo piccolo mondo
condividendo
la complessità
delle esperienze
ascoltando
in silenzio
accettando
trovando
nell’errore
un valore
Se cosi fosse
sarebbe bellissimo
incontrarsi
potrebbe
essere amore
Se così non è
ti perderesti
in semplici incontri
senza importanza
trovati
lungo
la strada
della vita.

 
 
 

Abbiamo tutti paura di amare
Abbiamo tutti paura di lasciarci andare
Di farci vedere per quel che siamo
Con le nostre fragilità
Abbiamo tutti paura di amare
Abbiamo tutti paura di lasciarci andare
Di far vedere quello che siamo
Con i sogni che nascondiamo nell'anima!!!

 

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Ho voglia di te. Per tutto quello che ho immaginato, sognato, desiderato.
Ho voglia di te. Per quello che so e ancora di più per quello che non so.
Ho voglia di te. Per quel bacio che non ti ho ancora dato.
Ho voglia di te. Per l'amore che non ho mai fatto.
Ho voglia di te anche se non ti ho mai assaggiato.
Ho voglia di te, di tutto te. Dei tuoi errori, dei tuoi successi, dei tuoi sbagli.
Dei tuoi dolori. Delle tue semplici incertezze, dei pensieri che hai avuto e di quelli che spero hai dimenticato, dei pensieri che ancora non sai.
Ho voglia di te. Ho così voglia di te che nulla mi basta.

 

 
 

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