Creato da charlieisnotacookie il 05/08/2014
Stay.
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E sei andato via.
Questa volta però mi hai portata con te, nei tuoi pensieri, nei battiti di un cuore che posso giurare essere il più bello.
Ma poi il ricordo.
Una porta scorrevole che ci separava, ancora.
Un treno che sfrecciava in una direzione che non era destinata ad essere parallela alla mia, ancora.
Un saluto con la voce rotta in gola, ed eccoti di nuovo lontano ad indossare una divisa.
Io ti ho detto di averti donato il mio cuore, ed è vero.
Eppure ogni tua partenza sento come se il cuore in realtà mi venisse semplicemente strappato via.
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Un incubo. Era Da tanto che non ne facevo uno.
In realtà era da tanto che non ricordavo un sogno.
Ero me, ero in un castello.
Indossavo un vestito da principessa.
Non ero la sola, ma mi sentivo felice.
Giù dalla balconata c'era come un paesino.
Gente in festa, applausi e risa.
Un grande albero aveva colto la mia attenzione.
Sotto di questo un signore anziano di poco conto con tre gatti.
Bianco. Grigio. Arancione.
Vedo che i micini giocano tra di loro.
Più li guardo e più sembrano diventare grandi fino ad essere alti come il vecchio in ginocchio.
Sono assetati di cattiveria. Il pelo è diventato rado. Gli occhi sono fessure.
I denti sono sciabole lunghissime come gli atrigli spaventosamente lunghi e acuminati.
Sento un senso d'angoscia.
Il gatto arancione mi fissa e sbraita come una belva.
Un lupo mannaro, sembra quasi un lupo mannaro.
Le tre bestie magrissime litigano tra di loro, ma quella continua a fissarmi rabbioso.
La gente sembra non accorgersi di nulla, sono l'unica a vederli in quelle fattezze.
Per gli altri sono solo gatti del viandante.
Su dal castello dove sono, in festa dicono che devo passare con le altre ragazze giù, nel paesino tra la gente.
Scendiamo la scalinata. Sento l'angoscia salire.
Passiamo tra le persone sorridenti. Tra le voci che ci acclamano a destra sinistra.
Poi eccolo. Il viandante mi avvicina con un sorriso che non ho saputo analizzare.
Gli sorrido incerta. Mi tocca una mano.
Piu' avanti eccole. Le belve.
Dormono silenziose raggomitolate tra di loro.
Sono gatti, adesso riportano alla mente l'immagine del micio domestico.
Eppure sono ancora tutti e tre giganteschi. Gli artigli non li vedo.
Vedo il loro pelo ormai rado e alzarsi e abbassarsi sopra la schiena scheletrica in balia del respiro del sonno.
Mi sento quasi sollevata, ma non del tutto.
Cammino davanti ai tre animali.
Sto per guardare avanti a me e sorridere a qualcun altro.
Eppure mi giro ancora.
La bestia arancio ha un occhio aperto.
E mi guarda.
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Vuota.
Mi sento vuota. Come se fossi svuotata, come se fossi messa a rovescio.
Eppure nulla è successo.
Eppure fa male.
Sento il bisogno di nascondermi, di ascoltare il silenzio.
Ma il silenzio che ascolto io mi fa paura.
Perciò metto una canzone qualsiasi e mi forzo a cantare.
La mia voce rimbomba nella testa senza emettere suoni all'esterno.
Non ci riesco. Credo che mi farò una doccia.
Ma l'idea di dovermi spogliare non mi fa sentire che peggio.
Ho mangiato due cioccolatini.
Saranno per me l'ultimo ricordo di qualcosa di dolorosamente dolce.
Da domani non mi sarà permesso sbagliare.
Forse mi sento sola. Forse dovrei parlarne con qualcuno.
Potrei chiamare lui. Mi ascolterebbe. Mi starebbe vicino. Mi farebbe sentire voluta bene.
Ma non voglio spaventarlo.
Perchè si, io faccio paura.
Forse dovrei soltanto dormire.
Voglio dormire.
Ma non ho sonno.
Voglio urlare.
Ma non ho più voce.
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Ha detto che quest'estate la passeremo insieme.
Ha detto che passeremo le giornate al mare.
Ha detto che mi porterà in crociera.
Non voglio deluderlo. Non lui.
Lui non chiede mai nulla, lui vuole il mio bene, è per questo che voglio renderlo felice. E' per questo che voglio che sia fiero di me. E' per questo che mi impegnerò.
E' per questo che per questa estate devo essere perfetta.
Costi quel che costi.
Per domani credo che riaprirò il diario pro ana, ne ho bisogno.
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Io non capisco.
Sembra quasi che io ci provi gusto nel farmi del male. In fondo forse è vero. Sembra che ne abbia il bisogno per andare avanti. Più soffro. Più tocco il fondo. Più cerco di rialzarmi. E' come un fottutissimo circolo vizioso. Poi torno qui. Sporco un po' di nero una pagina a caso del web che non racconta mai di felicità e sparisco.
Non biasimo nessuno di coloro che mi ha abbandonata in questi anni.
Lo avrei fatto anche io.
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Vorrei, quanto lo vorrei. Che la gente sapesse tutto. Che sapesse di tutte le cicatrici che porto addosso, di come io stessa abbia goduto nel vedere il mio dolore tingersi di rosso sulla mia pelle. Di come quando io abbia amato farmi del male. Vorrei che la gente sapesse almeno una piccolissima parte di quello che mi porto dentro. Vorrei che mi dicessero "adesso si spiega perchè c'erano giorni in cui mangiavi appena". Vorrei che conoscessero della mia bulimia e dell'anoressia che si nasconde dietro tutti questi chili, sempre troppi per poter sembrare anoressica. Vorrei che arrivasse quella persona nella mia vita. Vorrei che mi abbracciasse e che non dicendo nulla, mi facesse sentire meno pazza e diversa da quelle ragazze perfette di tumblr, ormai il mio più grande sogno.
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~
Come è curiosa la vita.
Tutto cambia a seconda di chi guarda.
Guarda quel graffio.
Per te è il segno di un incidente.
Magari in cucina.
Magari giocando in giardino.
Per me invece è il simbolo di una sconfitta.
~
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Io vivo nella perenne sensazione di essere inutile,
in quella accezione in cui significa
senza speranza, senza opportunità.
Senza un vero futuro.
Ti guardi intorno e vedi che è tutto magnifico.
Che tutto è perfetto.
Che il cielo è limpido e le persone vivono di amore.
E poi ti guardi dentro e vedi il terrore, il dolore
della consapevolezza che tutta quella perfezione
a te
apparirà sempre come un inferno.
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Le persone, è inevitabile,
prima o poi,
in un modo o in un altro,
ti deludono.
Presto o tardi
si rivelano per quello che sono.
E tu cosa fai quando trovi la loro debolezza?
Certo, sarebbe piacevole in un certo senso
girare un po' il coltello nella piaga,
giusto per far provare anche solo un assaggio del dolore che
quelle stesse persone hanno fatto provare a te.
Ma non è la cosa giusta.
Tu, tu lo sai cosa significa STARE MALE.
E lo sai che nessuno al mondo dovrebbe
provare quello che provi tu ogni singolo incubo di giorno.
Devi solo rimanere lì.
Consigliare.
Tirare un sorriso.
Asciugare le lacrime.
Dare forza.
Proprio come mai nessuno ha fatto con te.
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La stessa canzone.
Sono passati cinque anni.
Eppure la ascolto con gli stessi pensieri.
Lo stesso terrore negli occhi.
Lo stesso dolore nel petto.
Le stesse lacrime.
Ripenso alla me di cinque anni fa.
Tredici anni. Quanto ero piccola.
Quanta violenza che mi sono fatta.
Ero una bambina.
Scusami, piccola me,
non avevo idea di cosa saresti diventata.
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ying~yang
☯☯☯
"Una freccia può essere scagliata
solo tirandola prima indietro.
Quando la vita ti trascina indietro
con le difficoltà,
significa che ti sta per lanciare
in qualcosa di grande.
Concentrati e prendi la mira."
Il problema è che io credo
di essere il bersaglio.
☯☯☯
Inviato da: la.sposa_cadavere
il 08/02/2015 alle 14:11
Inviato da: UsagiSmoke
il 10/12/2014 alle 00:32
Inviato da: UsagiSmoke
il 10/12/2014 alle 00:15
Inviato da: UsagiSmoke
il 10/12/2014 alle 00:08
Inviato da: UsagiSmoke
il 10/12/2014 alle 00:04