Creato da bustofresco il 17/03/2007
Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno...

 

Area personale

 

Ultime visite al Blog

nellanebbiadeltempomaria.carrassimausapabustofrescodanielebloggerstuntman2lacky.procinoselvaggi_sentieriantropoeticoIrrequietaDdiamondformylifeoscardellestellemi.descrivostefano81.neri
 

Tag

 
 

 

 

« SYNTHIAcoraggio »

L'inferno fiscale.

Post n°462 pubblicato il 10 Gennaio 2010 da bustofresco
 

 

L’inferno fiscale ha inizio di buon ora. E non ci dà tregua per tutto il giorno.

Basta inaugurare la giornata accendendo la radio, o se proprio si è fanatici, sintonizzando un canale tv. Scatta il primo prelievo fiscale: quello che vediamo o sentiamo non è gratis. Lo stiamo pagando, più o meno consapevolmente, con le nostre tasse. Lo stato vorace, voracissimo, pretende per il servizio 1,6 miliardi di euro. Che incassa, grazie a quella tariffa obbligatoria che risponde al nome di Canone Rai: pensato per coprire le spese di una televisione definita pubblica e che nel 2008 è costata un miliardino in più di quanto incassato con il canone. Persino le tv private, molto più modestamente, chiedono quattrini: tra le altre usufruiscono di sovvenzioni in forma di sconti sulla luce elettrica, che paghiamo con le nostre tasse (Palazzo Chigi deve all’Enel da tempo 50 milioni).

Non va meglio quando passiamo in cucina e iniziamo a sfogliare un quotidiano: se è un organo politico è inutile approfondire. Se dovesse invece essere un foglio tradizionale e arrivare per posta: beh, allora rientrerebbe in quei circa 600 milioni di euro l’anno che lo Stato, dunque i nostri conticini fiscali, gira alle Poste per servizi di interesse generale tra cui quello, appunto, delle spedizioni agevolate.

Giunti finalmente in cucina per la colazione, per carità non pensate mica che l’acqua che utilizzate per farvi il caffè sia gratis. Sì, certo, pagate la bolletta al gestore locale. Ma pensate forse che basti? E chi copre i buchi di acquedotti dispersi per l’Italia, e il rosso di bilancio delle società municipalizzate? Babbo Natale? Macché, le nostre Irpef (oggi si dovrebbero chiamare Ire).

La prima sigaretta della mattina, e quelle che seguono, fruttano alle casse dello Stato ogni anno più di 10 miliardi di euro. Poco meno delle schedine del Totocalcio che avete in tasca, o della ricevuta del Lotto. Ma qua siamo nel campo dei godimenti.

Se siete stati così furbi da esservi fatti installare un pannello solare per la doccia, allora le cose cambiano: da contribuenti diventate, in minima parte, parassiti. A spese di coloro che non hanno il pannello avete rosicchiato qualche imposta della collettività a vostro favore.
In 10 anni sarete in grado di ripagarvi il costo del pannello e per i restanti anni di vita del pannello (10, forse) la vostra elettricità sarà gratis: sono i contribuenti a finanziare questo vostro lusso ecologico.
Cerchiamo di essere più chiari. Lo Stato spende 600 milioni di euro per incentivare il fotovoltaico, che altrimenti sarebbe totalmente diseconomico anche se eco-chic. I 600 milioni li recupera da una tariffa più o meno nascosta che è presente in tutte le bollette dell’energia elettrica.
Ergo, chi ha un pannello se lo fa pagare da chi non lo ha. Ma il gioco non è a somma zero. In mezzo i produttori di celle fotovoltaiche: cioè spagnoli, tedeschi e cinesi. Dunque il nostro lusso ecologico lo paghiamo con le bollette e l’utile se lo portano a casa altri Paesi e in piccola parte chi ha il pannello sul soffitto. Idea illuminante.

Dopo la lettura dei giornali, ascoltata radio e tv, colazione e doccia, nell’ordine che preferite, si esce. Finalmente. A questo punto ci sono due alternative fondamentali. L’auto: da sola procura allo Stato un quinto delle sue entrate totali. Se non ci fosse, Tremonti se la dovrebbe inventare. Tra bollo, pedaggio, Iva, tasse provinciali, assicurazioni, accise sui carburanti e balzelli vari, procura al nostro famelico fisco più di 80 miliardi l’anno.
Ma non pensate di liberarvi dal giogo tributario optando per un mezzo pubblico e il coseguente ridotto pagamento del biglietto. Pia illusione. Alzi la mano (forse ce ne sarà qualcuno) l’amministratore di trasporti che non chieda al proprio azionista pubblico quattrini per pareggiare le perdite di esercizio e pagare gli investimenti.

Acqua, trasporti pubblici e rifiuti sono servizi locali che si pagano due volte: una prima con la tariffa in bolletta, con la tassa sui rifiuti o con il biglietto. E una seconda volta contribuendo a ripianare i bilanci in rosso delle società locali che gestiscono detti servizi. Un sistema fantastico per non farci capire quanto costi effettivamente un servizio: riteniamo di cavarcela a buon mercato con la tariffa, ma si tratta solo di un acconto.

Prima di entrare al lavoro, lasciate il vostro pargolo all’università. E questa volta ritenete, con quello che sborsate di retta, di non dover dire grazie a nessuno. Sbagliate: se non ci fossero le tasse vostro figlio non combinerebbe un fico secco. La retta copre circa un ottavo di quanto effettivamente costi uno studente universitario. Ciò vuol dire che i restanti sette ottavi sono a carico della collettività. Il paradosso regressivo è che i pochi laureati (rispetto alla popolazione italiana) si sono fatti pagare l’università da coloro che non l’hanno fatta. Bel risultato davvero.

Ma insomma, finalmente arrivate sul vostro posto di lavoro. Inizia il bello, per lo Stato si intende. Sapete benissimo, l’abbiamo scritto ieri con una bella ricerca dell’Istituto Bruno Leoni, che fino a metà agosto (calcolando anche i contributi sociali) siete in prigione. Infatti lavorate per lo Stato e non per voi.
La tassazione è talmente alta che è necessario non farla vedere al diretto interessato: meglio che a fare i prelievi sia il datore di lavoro e non già il lavoratore. Se no immaginate che rivoluzione andare dall’esattore ogni mese a consegnare più di mille euro ogni mille guadagnati.
Il lavoro è la vera gabbia: con imposte che superano di gran lunga metà del vostro reddito netto.

Una giornata da inferno fiscale, in cui si capisce bene perché sia necessaria una rivoluzione fiscale e non già una semplice manovrina.


Articolo di Nicola Porro su "Il Giornale", 10/1/2010.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/avoltestraparlo/trackback.php?msg=8255472

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
elfoscuro1969
elfoscuro1969 il 10/01/10 alle 15:00 via WEB
ciao busto, è bello sapere quante belle cosine fanno con il mio stipendio :)
(Rispondi)
 
bustofresco
bustofresco il 10/01/10 alle 20:31 via WEB
...e coi miei guadagni del ristorante!! ;)
(Rispondi)
stuntman2
stuntman2 il 10/01/10 alle 19:49 via WEB
Non dico di non pagare le tasse, sarebbe però necessario almeno ridurle, dal momento che questo è un periodo di magra...rappresenterebbe un bell'aiutino, sopratutto per gli artigiani. Sono in molti a dover chiudere i battenti in questo periodo... Mia sorella, purtroppo, è una di loro!!! Ciao Busto...mannaggia anche stavolta la tua Inter se l'è cavata per il rotto della cuffia... sgrunt!! ;)
(Rispondi)
 
bustofresco
bustofresco il 10/01/10 alle 20:36 via WEB
Una riduzione generale sarebbe piu' che auspicabile, soprattutto per noi "piccole aziende" che, a quanto dicono tutti, siamo le fondamenta dell'economia italiana! Mi dispiace per tua sorella, io ho un piccolo ristorante in società con amici e mi rendo perfettamente conto cosa vuol dire pagare le tasse! ;)
(Rispondi)
bustofresco
bustofresco il 10/01/10 alle 20:42 via WEB
p.s. Da sportivo dico che un pareggio sarebbe stato il giusto risultato finale, ma da tifoso....una delle piu' belle vittorie mai viste, soprattutto l'emozione dell'ultimo gol!!! E pensa che io vivo e lavoro in provincia di Siena.....
(Rispondi)
ventididestra
ventididestra il 12/01/10 alle 13:28 via WEB
ciao, tremende verità, ma vieni, se puoi, a vedere e commentare il mio ultimo post. Ciao P.
(Rispondi)
kimty
kimty il 13/01/10 alle 10:23 via WEB
Io sono milanista, credo di essere nata così... rossonera. Però da quando c'è Balottelli nell'Inter tifo per lui. Ho avuto modo di incontrarlo un giorno in galleria a Milano, quando non era così.. alto, agli inizi della sua carriera e posso assicurare che è un bravo ragazzo. Spero tanto che non lo rovinino, anche se lui non accetta di ricevere e fare leccamenchi da nessuno. A proposito di tasse e bollette varie dico che non passa giorno che non ne arrivi qualcuna da pagare, mi chiedo se è possibile andare avanti così. Ciao 'bustino fresco'. (*:*)
(Rispondi)
 
bustofresco
bustofresco il 14/01/10 alle 11:19 via WEB
Guarda, io ho un piccolo ristorante in società con alcuni amici e quindi faccio parte di quella categoria di "piccoli imprenditori" tartassati dall'imposizione fiscale.....non dico eliminarle, perchè sarebbe impossibile, ma ridurle almeno un po', questo si' che me lo aspetto da questo governo!! Cara kimty....preparati che il derby è vicino....e anche questo lo vinciamo noi!!!!! :)))
(Rispondi)
witog
witog il 13/01/10 alle 15:31 via WEB
Questa è la nostra quotidiana realtà. Il nostro meridione si lamenta, credo invece che sommariamente godano di maggiori privilegi... Un saluto. Vito
(Rispondi)
 
bustofresco
bustofresco il 14/01/10 alle 11:09 via WEB
Certo la situazione da quelle parti è difficile e complicata, non dico di no, ma non sembra ci sia una gran voglia di rimboccarsi le maniche....se vengono chiamati extracomunitari per svolgere determinate attività, significa che la manodopera locale o li ritiene lavori "degradanti" o preferisce affidarsi ai sussidi o peggio alla camorra! Il malcontento del Nord verso l'imposizione fiscale attuale ( e quindi il pieno appoggio al federalismo fiscale ) nasce proprio dal fatto che c'è una percezione di ingiustizia nella redistribuzione delle imposte pagate, gente che lavora tutti i giorni dalla mattina alla sera senza sosta vede poi dirottate le proprie tasse non per migliorare i servizi del territorio in cui vive ma per mantenere orde di giovani a mille chilometri di distanza perennemente al Bar, o per pagare le mazzette delle giunte del Sud o peggio per pagare i vizi di un Marrazzo qualunque......!!
(Rispondi)
vargen
vargen il 14/01/10 alle 16:33 via WEB
Bel post... Perfettamente in linea con il mio blog... Ero sparito, ma... sono tornato più ... non dico nero, ma incavolato di prima. I fiammiferi sono pronti e accesi, la miccia è li a poca distanza... booommm.. fuochi d' artificio... Carissimo amico, è tutto un bluff! Ho intenzione di ri-postare vecchi argomenti... ma come data non come attualità. Ciao Gio
(Rispondi)
 
bustofresco
bustofresco il 15/01/10 alle 10:41 via WEB
Caro Gio....ma se sfogliamo qualche giornale degli anni passati che ci troviamo di diverso dalle notizie di oggi??.....attentati terroristici, terremoti e maremoti, tasse sempre troppo alte, politici inquisiti, mafiosi arrestati, veline smutandate....tutto secondo copione!! ;)
(Rispondi)
to_revive
to_revive il 18/01/10 alle 15:24 via WEB
infatti trovo giusto il sistema del mio Paese; l'università costa e non poco. Il Governo ti presta i soldi che inizi a restituire quando lavori. Poi ci sono le borse di studio alle quali possono accedere TUTTI importante è essere meritevoli e non raccomandati come in Italia. Da noi vince la meritocrazia, sempre. Un Bill Gates ha iniziato dalla gavetta come mille altri. Un sorriso.
(Rispondi)
 
bustofresco
bustofresco il 19/01/10 alle 10:44 via WEB
La parola chiave nella scuola è proprio "meritocrazia", e cioè và avanti solo chi lo merita realmente e non chi è spinto da raccomandazioni esterne...sarà mai possibile anche in Italia una scuola retta da questi principi? Il ministro Gelmini sembra sia sulla buona strada, ovviamente ostacolato da chi vede minacciato il suo orticello di favori e regalie....!! Ciao Rev! ;)
(Rispondi)
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963