Creato da bartelio il 18/11/2006
il diario infimo di bartelio

Area personale

 

Tag

 

immagine

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

immagine

 
immagine
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

immagine

 

 

« Carla Bozulich live alla...Spelonche »

Trionfi la giustizia proletaria (e il nonno di Heidi)

Post n°160 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da bartelio
 
Foto di bartelio







L'altra sera, mio caro lettore, una sera qualunque, una sera in cui non avevo niente di meglio da fare, guardavo la home page del mio blog (dio, non so se si possa chiamare home page la prima pagina di un blog, non lo so proprio: in caso lo sapessi, sfaccendato lettore, potresti dirmi qualcosa a riguardo?), ognimodo la guardavo con gli occhi intelligenti di una mucca che osservi le cime innevate delle montagne attorno a sé, per quanto il mio blog non sia una cima innevata e nemmeno una montagna, e mi dicevo, ma questo cazzo di blog dovrà pur servire a qualcosa, o no? Sai, vivo in un posto in cui si fa dell'inutile una colpa. Anche da te è lo stesso, lettore?
Dopo aver molto guardato, mi sono detto, ma certo, il mio blog deve diventare un blog di denuncia, questo deve diventare. C'è bisogno di un blog di denuncia, mi sono ripetuto. Poi ho abbassato la testa sulla scrivania e ho ripreso a ruminare l'erba.

Una cosa mi è subito sembrata chiara. Il problema mio è che non so cosa cazzo denunciare. Le scarpe che indossava la mia vicina di casa qualche mattina fa (mocassino basso, 40 cm di neve) mi parevano del tutto inadeguate: è una denuncia? Mio figlio quando si lava i denti lascia delle patacche di dentifricio nel lavabo: che ne dici, lettore? Ho scoperto con raccapriccio che è ancora in uso la parola arbusto: riesci a immaginarlo? Alle scuole elementari insegnano a memoria la nebbia agli irti colli e vietano di pronunciare la parola casino perché ritenuta sconveniente: che faccio, denuncio? Si stanno assottigliando le scorte di gas russo: che si fa, punto il dito? Ratzinger perde audience in piazza San Pietro (ossia, la parola di dio è salda, ma la crisi tocca tutti): è un buon argomento?
Alla fine mi sono ridetto che, per quanto queste cose siano tutte ugualmente importanti, forse dovrei mirare più in alto, o in basso, a seconda dei punti di vista.

Qui c'è un rapido cambio di scena, lettore. Lettore? Ci sei? Qualche sera dopo, stazione di Milano Lambrate, ore 17.30. Fa freddo, è un martedì, credo, anche se la cosa non è determinante. Mentre aspetto il regionale delle 17.32 per Bergamo, raccolgo un volantino pubblicitario che magnifica la nuova frontiera di Trenitalia, l'alta velocità, AV. Un treno dal muso affilato rosso bianco nero in copertina e la scritta, l'AV rivoluziona il modo di viaggiare, sali a bordo.

Mentre leggo si avvicina il regionale delle 17.32, diventate nel frattempo 17.47 (frattaglie, rigagnoli, lettore, quisquillie: mica siamo in Svizzera, su!). In casi del genere, il cyber-ferroviere, il robocop che snocciola il mantra degli annunci, non si scusa per il disagio: sotto ai quindici minuti, sono solo cazzi nostri (scusa se apro una parentesi, lettore, ma mi pare il caso; fai conto che alla stazione di ML parta e arrivi un treno ogni minuto, a volte più. Il roboferroviere snocciola orari e binari, in media ogni trenta secondi. Nessuna pietà. Se mi capita di sedere nella sala d'aspetto per, diciamo, una mezz'oretta e osservare il tabellone luminoso sopra la mia testa e nello stesso tempo ascoltare la voce del roboferroviere, beh, mio devoto lettore, comincio a pormi domande di questo genere: il roboferroviere è triste? è contento di questo suo lavoro? ha una famiglia sua? dove vive? hai presente, lettore, il romanzo neuromante di William Gibson?  il roboferroviere è un'entità artificiale conservata nella memoria rom di un application server? come influisce il roboferroviere sul mio metabolismo diurno? c'è una relazione tra questo mantra e il generale malumore del personale al lavoro nella stazione? Invariabilmente, al minuto trentuno della mia sosta mi convinco che in questo secolo ventunesimo godrò della visione della Beata Vergine Maria, in una nicchia tra il binario sei e sette, la quale Vergine mi confiderà ciò che verrà rubricato come il quarto segreto di Lambrate).

A questo punto mi tremano già le vene dei polsi, lettore. A dirla tutta, non ricordo più quale dovesse essere il senso di tutta questa denuncia. Forse le parentesi mi hanno inghiottito. E' dura essere un blogger.

Oh, insomma. Sono alla stazione e si avvicina il treno. Le vetture un tempo devono essere state color panna, con una goccia di cioccolato fuso in coppa. Il tempo le ha fatte irrancidire. La panna è virata ruggine. Sul fianco però puoi leggere: l'abbonamento oggi lo puoi comprare su internet. E la vernice al colorificio, suggerisco a Trenitalia mentre aspetto di salire.

Per un curioso effetto placebo del volantino AV, le porte del treno si fermano proprio davanti a me. C'era ressa e questa cosa, di cui ho già parlato tempo fa, non è da poco. Solo chi frequenti i carri pendolari ne conosce il valore. Per rendere l'idea, ricordo la rara epifania che si produce quando, in coda alla cassa dell'Auchan sotto Natale, ti aprono improvvisamente una cassa laterale e una cassiera sorridente ti ammicca con un "prego".

Comunque sia, salgo a bordo, come dice il volantino. Lo scompartimento è freddo. I sedili, beh, sui sedili il solito panno (un tempo) azzurro ricoperto di macchie di ogni genere, aloni enormi, schizzi risalenti a epoche imprecisate. Nel quadriposto accanto c'è una macchia nera larga così, quasi avessero fatto il cambio olio a un'auto: forse un servizio aggiuntivo non riportato nel tariffario, chi lo sa. Ancora scosso dalla prospettiva dell'apparizione della Vergine, mi dico che forse il quarto segreto di ML assomiglierà a una cosa così: va', oh Bartelio, va' e annuncia a Trenitalia l'esistenza dei coprisedili intercambiabili; in alternativa, Bartelio caro, dì loro che sono reperibili in commercio comodi materiali plastici del tutto lavabili che potrebbero fare alla bisogna. Siete pendolari abbruttiti, Bartelio: che vi importa appoggiare il culo su una superficie un po' più dura, ma pulita? Questo dirà la Vergine, scusandosi per il culo.

Mentre fantastico in questo modo, il controllore entra nella carrozza (vabbé) e dice, Signori, di tutto il treno questo è l'unico vagone freddo, sia sopra che sotto (treno a due piani). Una signora seduta un po' più in là chiede, senta, questo sedile, che mi dice di questo sedile? Il sedile della signora, già incontrato dal sottoscritto su altri treni, tende a mostrare una confidenza eccessiva. Quando la signora si alza, la segue; se s'abbassa, idem. Se la signora si piega in avanti, la poltrona tende a schiacciarla verso il pavimento, manifestando così la propria subdola natura.

Eh, cara signora, si sarà spezzata la leva, risponde il controllore sollevando le spalle come a dire, eh, signora, sa l'imponderabile. Poi se ne va, tra la costernazione generale, dopo aver invitato la signora a sedersi da un'altra parte. Questo è l'unico vagone freddo e quello è l'unico sedile maleducato del treno, dovremmo esserne fieri, penso e torno a leggere il volantino di Trenitalia che dice (cito), i tempi cambiano. Come dare torto a Trenitalia? I tempi cambiano, ma non sui carri pendolari, penso osservando la macchia di thé lasciata da Margherita di Savoia, fulgida e bionda ne l'adamàntina Luce, in viaggio con Umberto I tra folle adoranti.

La più grande opera in italia degli ultimi decenni, dice il volantino. Trascurando la zoppia della sintassi, scopro che il viaggio tra Milano e Bologna dura 1 ora e 5 minuti, mentre per andare da Roma a Milano curiosamente bastano 3 ore e 59 minuti (le clementine defogliate costano al Pellicano 1 euro e 99).

Per andare veloce non serve volare, scrive Trenitalia. Frecciarossa. Anche anche in caso di nebbia, sfreccia verso la meta senza check-in o controlli di sicurezza. Puoi lavorare in treno! Puoi usufruire di comodi e ampi tavolini e puoi collegarti alle apposite prese elettriche. Puoi gustarti un ottimo pasto o anche solo un caffé e osservare il paesaggio sfrecciare dal finestrino.

Ho guardato istintivamente verso destra. Sotto il finestrino c'è il posacenere, non la presa elettrica. Nessuno oserebbe sfiorarlo anche solo con un polpastrello, per timore di rimanerci attaccato. Il sedile su cui sto ricorda vagamente una poltrona da barbiere. Enorme. Dev'essere stato un oggetto di culto per le avanguardie culturali dei primi decenni del secolo scorso. Aloni e polvere.
Il paesaggio, nel frattempo, sfila a qualche decina di km orari, ma non lo posso vedere. Non in una sera di Gennaio, quantomeno.

Allegata al volantino AV c'è una striscia staccabile: porta sempre con te questa card, ti sarà utile per pianificare le tue giornate in viaggio per l'italia e per scegliere il treno AV che fa per te. Un treno che si può prenotare da rete mobile (tariffe del gestore) o da rete fissa per la modica cifra di 54 cents al minuto (30 alla risposta). Immagino che le segretarie aspettino sedute su ottomane ricamate in oro, in deshabilles, e ànsimino nel telefono frasi come, vuole un posto finestrino? osserverà il paesaggio o gradisce una presa elettrica? dove infilerà il suo notebook, Signore? eh, dove lo infilerà, Signore?

Ora, con un capitombolo, lettore, faccio un altro cambio di scena. Frecciarossa, dicevo. Ci crederesti se ti dicessi che lo vedo passare ogni mattina dalla stazione di Dalmine? Sai, i miei familiari non credono a questa mia cruciale testimonianza. Può essere che nemmeno tu mi creda. Non fartene un un cruccio, tuttavia.

Eppure passa, ti assicuro, passa come tutto quanto nella vita. Tutte le mattine verso le sette, mentre la bruma sale dai campi. Non so esattamente cosa sia la bruma, ma immagino vada bene dire che salga, di mattino presto dai campi adiacenti la stazione. Mi lacrimano molto gli occhi, d'inverno, sai. Non che questo abbia una particolare attinenza con la bruma, caro lettore. Lo dicevo giusto per completare il quadretto del pendolare in attesa sulla piattaforma del binario numero uno. La voce del roboferroviere, lo stesso roboferroviere di ML, ubiquo, onnipresente, onniscente, dice, treno in transito, allontanarsi dalla linea gialla. Poi passa, Frecciarossa, e forse lo vedo solo io o chissà.

Mi capita, come già dicevo, di avere lampi e visioni. Tanto per aprire la solita parentesi. Una sera, prima di Natale. Ho visto, ne sono certo, più che certo, ho visto -immense, sopra il tetto del centro commerciale Carosello di Carugate-Milano, da poco ristrutturato e ampliato- ho visto la sagoma inconfondibile del nonno di Heidi, alta venti trenta metri e accanto a questa, Heidi stessa. Era lei. Di fianco aveva anche l'amichetto Peter e la capretta ammiccante, quella che secondo Elisabetta Viviani farebbe sempre ciao. Erano tutte sul tetto del centro commerciale, ne sono sicuro, ma nessuno mi ha creduto. L'ho raccontato a mia moglie e ai miei figli, già messi a dura prova da un padre così, ma non mi hanno creduto. Questo voglio denunciare. Ma tu credimi. Lo so è dura da mandare giù. Per quale ragione -i tempi cambiano, come dice Trenitalia- per quale ragione il Carosello di Carugate dovrebbe rispolverare un cartone animato di trent'anni fa, di vago gusto allucinogeno, un cartone animato giapponese ambientato sulle alpi svizzere? Sono domande a cui solo tu lettore forse saprai dare una risposta.

Quindi, posta l'esistenza del nonno di Heidi sul tetto del centro commerciale, tutto diventa possibile, persino il passaggio di Frecciarossa sulla tratta Bergamo-Treviglio, la mattina presto.

Quando lo vedo penso alle prese elettriche, ai velluti, agli ori, al fatto che è disponibile, allegato a Frecciarossa, a richiesta, un servizio di noleggio con conducente a soli 35 euro per 4 ore (fino a esaurimento scorte). Al termine del viaggio, chi lo volesse può essere accompagnato sino a destinazione da un servitore in livrea.
E' quindi un treno di signori, penso. Penso anche al magro giorno della mia gente attorno, ai contadini curvi e a quel fischio che si spande in aria: trionfi la giustizia proletaria, mi dico alzando il pugno.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

Ultime visite al Blog

g19645venere_privata.xCostante116Cherryslsyd_curtissilcatttiriduzzi.giovanni89universalmoddona.mascherpavam1211963shot66gabriela.lairaso_terraLaDonnaCameldefranceschippaolo
 

Ultimi commenti

W Bartelio! Auguri! E un altro anno č passato su questo...
Inviato da: LaDonnaCamel
il 07/11/2013 alle 15:00
 
Chiedo scusa. (é ancora bello anzi bellissimo! E ancora...
Inviato da: LaDonnaCamel
il 15/03/2013 alle 17:40
 
E quindi A U G U R I !!! Chi l'avrebbe detto? questo...
Inviato da: LaDonnaCamel
il 07/11/2012 alle 09:36
 
Si sopravvive. :-)
Inviato da: syd_curtis
il 07/11/2012 alle 01:49
 
Che si fa? Come va?
Inviato da: molinaro
il 29/10/2012 alle 17:26
 
 

My spiritual guidance

 

Los fieros furnacios



The end is near

 
immagine
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

Proprio dentro il mio cuoricino

 


 

Sul comodino

 

immagine

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963