Creato da benedicaria il 16/09/2012

Benedicaria

La "Magia" Popolare Siciliana e non solo...

 

Messaggi di Marzo 2014

EARTH HOUR: L’ORA DELLA TERRA

EARTH HOUR: L'ORA DELLA TERRA 2

Un’ora di buio per salvare il pianeta

Il 29 marzo si celebra l’”Ora della Terra”, un evento internazionale che ha l'obiettivo di richiamare l'attenzione sulla necessità di intervenire contro il riscaldamento globale mediante un gesto semplice ma concreto: spegnere la luce per un'ora nel giorno stabilito. Il risparmio energetico ha come effetto minori emissioni di anidride carbonica, il principale dei "gas serra". L'evento è anche mirato a ridurre l'inquinamento luminoso.

Con un gesto simbolico e semplice, il 29 marzo, spegni tutte le luci della tua casa dalle ore 20:30 alle ore 21:30, per richiamare l'attenzione dei governi e dei singoli cittadini del mondo sulla necessità di intervenire attivamente per contrastare i cambiamenti climatici in atto sul nostro pianeta.


LUCERNARIO

(Spegnere tutte le luci artificiali e accendere alcune lampade ad olio o candele)

O luce radiosa
splendore eterno del Padre
santo e beato Gesù Cristo.


Venuti al tramonto del sole
contemplando la luce della sera
noi cantiamo al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo di Dio.

O luce radiosa
splendore eterno del Padre
santo e beato Gesù Cristo.


Tu sei degno di essere lodato
da voci sante in ogni tempo
Figlio di Dio che doni la vita
l’universo proclama la tua gloria.

O luce radiosa
splendore eterno del Padre
santo e beato Gesù Cristo.


SALMO 8

O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome
su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.

Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi,
il figlio dell'uomo perché te ne curi?

Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;

tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.

O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!

Gloria al Padre e al Figlio,
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen .


DAL VANGELO SECONDO MATTEO (5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

RESPONSORIO BREVE (Matteo 5,13-14.16)
R. Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo.
V. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli
R. Voi siete la luce del mondo.

INTERCESSIONE

In quest’”Ora della Terra” in cui abbiamo spento tutte le nostre luci artificiali, Cristo, vera Luce del mondo, illumini le nostre coscienze, per essere custodi responsabili nella salvaguardia di nostra Madre Terra.

Signore, luce del mondo, ascoltaci!

- Dio, creatore dell’universo e di tutto ciò che vive e respira, provvedi il cibo a ogni essere vivente, affinché ogni creatura ti renda grazie.

Signore, luce del mondo, ascoltaci!

- Dio, Signore del mondo e della storia, ispiraci un rapporto armonioso e pacifico con le creature, perché tu ci hai affidato le opere delle tue mani.

Signore, luce del mondo, ascoltaci!

- Dio, Padre e Madre, che regni su tutto l’universo, liberaci dalla tentazione dello sfruttamento della terra, affinché riconosciamo la dignità e il limite della nostra condizione.

Signore, luce del mondo, ascoltaci!

- Dio, salvatore di tutto e di tutti, invia il tuo Spirito di timore e di sapienza, perché ci insegni a preservare la creazione da ogni inquinamento.

Signore, luce del mondo, ascoltaci!

- Dio che continui a vivificare la Madre Terra, benedici il lavoro dell’uomo e i frutti della terra, affinché possiamo condividere l’abbondanza dei tuoi beni.

Signore, luce del mondo, ascoltaci!

- Dio che in Cristo ricapitoli e trasfiguri ogni cosa, benedici e sostieni tutti i cultori della bellezza, quanti lavorano per la riconciliazione tra l’uomo e la Madre Terra.

Signore, Luce del mondo, ascoltaci!

PREGHIERA DEL SIGNORE

Come figli della luce, innalziamo al Padre la preghiera che Gesù, luce del mondo, ci ha insegnato:

Padre nostro…

PREGHIERA DELLA LUCE NELL’ORA DELLA TERRA

Padre della Luce, in quest’Ora della Terra, in cui siamo invitati a spegnere tutte le luci artificiali che ci impediscono di vedere il vero volto di nostra Madre Terra, sfigurato dall’inquinamento luminoso e deturpato dall’egoismo e dalla violenza dell’uomo, fa che, come “figli della luce”, possiamo essere noi la vera “luce del mondo”, per illuminare, custodire e preservare la tua creazione. Per Cristo, nostro Signore. Amen.

 
 
 

Giovedì di Mezza Quaresima e il taglio della Vecchia

Giovedì di Mezza Quaresima e il taglio della Vecchia

I Romani veneravano la Luna anche con il nome di Anna Perenna, che festeggiavano alle Idi di marzo in un boschetto situato al primo miglio della via Flaminia, nei pressi del ponte Milvio. Ovidio narra nei Fasti che al mattino, dopo il sacrificio rituale, ci si avviava in quel luogo, dove ci si accampava sull’erba verde, già coperta di margheritine e si costruivano rustiche capanne con fronde e rami. “Li scalda il Sole e il vino - cantava - e ognuno si augura tanti anni quanti bicchieri trinca, e li conta bevendo ... Cantano anche canzoni imparate a teatro, gesticolano e recitano come attori. E deposto il bicchiere intrecciano rustiche danze, e l’azzimata amica balla con la chioma scomposta. Al ritorno barcollano, spettacolo per il volgo, e la gente che li incontra non può fare a meno di esclamare: come sono felici!”
La festa in onore di Anna Perenna aveva lo scopo di propiziarsi la dea “per poter passare felicemente da un anno all’altro [annare] e compiere bene tutto l’anno [perannareque commode].” Per questo motivo Ovidio suggeriva che Anna Perenna fosse “la Luna che l’anno completa con i mesi”; immagine della Grande Madre che nella sua ciclica rivoluzione “abbracciava” amorevolmente le creature terrestri e le nutriva. D’altronde, se è vero che Anna, derivando dal verbo annare , ovvero “passare da un anno all’altro”, è la personificazione femminile dell’anno, in un’altra lingua indoeuropea, il sanscrito, lo stesso nome indica l’essenza vitale del cosmo, analoga alle acque che a loro volta sono apparentate alla Luna: di anna, dicono gli induisti, ogni vita in terra è materiata e sostenuta e da essa assorbita. A sua volta la dea Annapurna è la luce che sazia ogni essere.
Su Anna Perenna fiorirono poi varie leggende dove appariva di volta in volta o come una vecchia rugosa e benefica oppure come una ninfa. Quelle sue immagini che parrebbero contraddittorie simboleggiano in realtà la Luna Madre Natura nei due volti di giovinetta, quando è preposta all’inizio dell’anno, e di Befana, di vecchierella, quando lo conclude.

Un’altra Madre Natura è infatti la Vecchia di Mezzaquaresima che da tempo immemorabile è invece scomparsa in Sicilia, l’ultima rappresentazione che si ebbe a Palermo porta la data 1737. Il Pitrè, che conobbe l’usanza attraverso i documenti antichi, così scrive:

«Una vecchia veniva trasportata in Palermo sopra un carrozzone tirato da buoi e accompagnata e assistita a ben morire da due lazzari vestiti alla maniera de’ soci della Compagni a de’ Bianchi, il cui istituto è, come si sa, di assistere i condannati a morte, ma coperto il capo di grandi e certo non odorosi baccalari. Nella piazza di Ballarò era alzato un palco, e la vecchia tra la comune e lieta aspettazione vi saliva rassegnata a subire l’estremo supplizio. Ed ecco che due finti carnefici in mezzo a una tempesta di battimani e di evviva segarle con vera impertubabilità il collo o meglio una vescica ripiena di sangue precedentemente acconciatale, donde fluivane in larga copia il sangue stesso, intanto che la vecchia così segata fingea venir meno per isfinimento morendo in lei la ingrata Quaresima di penitenza»

Il rito di bruciare o segare la Vecchia (sirrata di la vecchia) a metà del periodo quaresimale, un rito propiziatorio di fertilità e fecondità della Grande Madre Terra dove è permesso anche “mangiar di grasso”, è descritto in versi da Luigi Crisostomo Ferrucci che nel 1852 scriveva nella “Scala di vita”:

Nel giorno che dimezza il pio digiuno
in piazza si raduna
gran turba di fanciulli
e gode ognuno
agitare e gonfiar nacchere, corni,
cembali e pive
finché sale alcuno
a segar mezza
fra non degni scorni
una befana misera che porta
di varie frutta il seno e i fianchi adorni.


Ebbene, come spiega Alfredo Cattabiani nel “Lunario” (Mondadori), la Chiesa aveva avversato a lungo quest’usanza che, conficcata nel mezzo della Quaresima, sembrava interromperne il carattere purificatorio e penitenziale. Poi cercò di ritualizzarla in chiave quaresimale, come testimonia Michelangelo Buonarroti il giovane, membro dell’Accademia della Crusca, nella sua “Cicalata” raccontando di come a metà Quaresima una vecchia ebbe voglia di mangiare un salsicciotto bolognese e perciò fu processata e condannata a morire segata a metà:

«A costei... una volta... nel tempo della Quaresima... venne voglia di un salsicciotto bolognese e, procacciatolo tutto intero, crudo crudo, in una volta sel trangugiò. Fu scoperta alla Mozzalingua, la quale in breve processatala, la condannò ad essere segata viva».

Il processo alla Vecchia era dunque interpretato religiosamente come il processo alle orge gastronomiche del Carnevale, e dunque come esaltazione della purificazione e dell’astinenza quaresimale.

Insomma, di là dalle interpretazioni moralistiche il rito di Sega-la-Vecchia,  – dove ancora sussiste – e una cerimonia di passaggio verso l’equinozio di primavera, verso il nuovo anno:  vi si celebra, senza esserne più coscienti, la morte del vecchio anno, ovvero, come sostiene Cattabiani,  della “comare secca”, la Vecchia Madre Natura da cui rinascerà la giovinetta Natura, cioè l’anno nuovo. Si tratta  della Luna nuova, simbolo della rinascita spirituale di chi sa liberarsi della vecchia pelle rinascendo “nuovo”.

L’usanza di segare e bruciare un pupazzo dalle sembianze di una vecchia si praticava anche in gran parte dell’Europa agricola e, come accade ancora in alcuni luoghi, si svolgeva a due date diverse: alle calende di gennaio, o qualche giorno dopo, e alla Mezza Quaresima. A gennaio, la Vecchia, chiamata Befana anche in periodo non natalizio, teneva fra le mani il fuso e la  conocchia, come le tre Parche (un’altra rappresentazione della natura trifasica della luna), ed era riempita  d’uva e fichi secchi, castagne, carrube, mele, pere con sapa e cotognata: piccoli regalini che, segata, concedeva ai paesani  prima di essere bruciata sul rogo.

Tutte queste usanze ci permettono di cogliere la vera dea celata nell’immagine della vecchietta: è evidente che la vegliarda di Mezza Quaresima e quella dei primi di gennaio hanno la stessa funzione, simboleggiano la Grande Madre lunare nei suoi tre aspetti di Regina degli Inferi, del Cielo e della Terra. La Triplice Dea dei crocevia, la Ecate di Esiodo, che era anche “nutrice di giovani, quanti a lei fedeli...”, la quale, come dea lunare, diventa morendo, la  prima virginea falce di luna della primavera, ad annunciare il rinnovamento dell’anno, la nuova fioritura.

Liberamente tratto da:
-    Lunario. Dodici mesi di miti, feste, leggende e tradizioni popolari d’Italia, di Alfredo Cattabiani. Ed. Mondatori.
-    L’allegra Quaresima. Sicilia - Dialetto cultura e tradizioni popolari di Sebastiano Rizza.



RITO DEL TAGLIO DELLA VECCHIA DI MEZZA QUARESIMA

(Il giovedì della settimana tra la terza e la quarta Domenica di Quaresima)

Con un ramo di albero secco, dei pezzi di stoffa colorati e del cotone idrofilo, si potrà realizzare manualmente, un piccolo fantoccio che simboleggerà la Vecchia di Mezza Quaresima. Si potrà realizzare un piccolo sacchetto di stoffa da riempire con della frutta secca, a simboleggiare i doni della Madre Terra dopo il suo sacrificio.

“Tagliate l'albero e troncate i suoi rami:
scuotete le foglie, gustatene i frutti”
(cfr. Daniele 4,11)

Con un piccolo seghetto, o un coltello da cucina, facendo molta attenzione a non ferirsi, si inizierà a segare la Vecchia di Mezza Quaresima. Una volta che il ramo di albero secco sarà segato in due (chi ha la possibilità potrà anche bruciarlo all'aperto), si reciterà la seguente preghiera:

PREGHIERA DI MEZZA QUARESIMA

Giunti a metà del tempo dei digiuni, cammino che ci conduce alla tua croce preziosa, concedici di rallegrarci (laetare) e di esultare di gioia per gli ultimi frutti che scaturiscono dal “sacrificio” del taglio della "Vecchia di Mezza Quaresima", simbolo del passaggio alla stagione primaverile e segno anticipatore del giorno glorioso della tua risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

(liberamente ispirato dallo Stico, l’idiomelon Bizantino di Mercoledì della IV settimana di Quaresima e dalla Colletta della Liturgia di Rito Romano della IV Domenica di Quaresima)

Al termine della preghiera, si potrà gustare la frutta secca che Madre Terra ha donato attraverso il suo sacrificio, in attesa che rinasca a nuova vita in Primavera.

 
 
 

I Giardini di Adone e i piatti di grano dei Sepolcri in Sicilia

I Giardini di Adone e i piatti di grano dei Sepolcri in Sicilia

Dopo l'equinozio primaverile si svolgevano in aprile le Adonie, le feste della resurrezione di Adone, popolari anche in Grecia dove però la loro data variò durante i secoli dalla primavera all'estate.
Il rito si ispirava a un mitologema di cui esistono varie versioni.
La più diffusa narra che Afrodite aveva nascosto in una cassa un bimbo bellissimo, Adone, nato da Mirra, affidandolo a Persefone, regina degli inferi, la quale colpita dalla sua grazia non voleva più renderlo. La disputa fu risolta da Zeus il quale decretò che Adone abitasse con Persefone per metà dell'anno - il semestre autunnale-invernale - e per l'altra metà con Afrodite.
Ma un giorno funesto un orso o un cinghiale - epifania di Ares o, secondo altri, di Efesto geloso - lo uccise.
Connessi ai riti in onore del dio erano i cosiddetti giardini di Adone: ceste o vasi pieni di terra in cui si seminavano grano, orzo, lattuga, finocchi e varie specie di fiori. Il calore del sole primaverile faceva altrettanto rapidamente germinare le piante che, non avendo radici, appassivano altrettanto rapidamente e dopo otto giorni venivano gettate con le statuette del morto Adone in mare o nelle sorgenti affinché aiutassero il rinnovamento della natura.
Ebbene, fino all'inizio del nostro secolo le donne siciliane e calabresi seminavano prima del periodo pasquale grano e lenticchie in piatti che tenevano nella penombra, innaffiandoli ogni due giorni.

“In Sicilia – scrive Frazer ne Il Ramo d’Oro - si seminano ancora in primavera come d’estate dei giardini di Adone; da ciò possiamo forse arguire che la Sicilia e la Sardegna celebrassero un tempo una festa primaverile del dio morto e risuscitato. All’avvicinarsi della Pasqua, le donne siciliane seminano del grano, delle lenticchie e dei grani leggeri in piatti, che tengono al buio e innaffiano ogni due giorni. Le piante crescono rapidamente, se ne legano insieme i germogli con dei nastri rossi e si mettono i piatti che li contengono sui sepolcri che si fanno con le immagini del Cristo morto, il venerdì santo, nelle chiese cattoliche e greche, proprio come i giardini di Adone venivano posti sulla tomba del dio morto. Questo uso non è unicamente siciliano, perché viene osservato anche a Cosenza, in Calabria, e forse anche altrove. L’intero costume – i sepolcri e i piatti con i germogli di grano – può essere la continuazione, sotto un nome diverso, del culto di Adone.”

Anche uno storico delle tradizioni popolari siciliane, Giuseppe Pitrè, ci ricorda che "una delle principali preoccupazioni di alcune famiglie devote è quella del sepulcru. A metà di Quaresima esse hanno avuto cura di preparare certi piatti; ed il modo, per chi non lo sappia, è questo. Sopra un tondo, piccolo o grande che si voglia, si allarghi tanta stoppia o canape che basti a coprirlo, nel mezzo vi si sparge del grano, al di sopra quasi in secondo strato delle lenti, torno torno della scagliula, e si ripone al buio, avendo cura di spruzzarvi sopra dell’acqua di due giorni in due giorni. Tra pochi di tutto è germogliato, e grano e lenti e scagliula vengon su a vista d’occhio bianchi come cera nel centro, rossastri in giro. Questa coltura è industria delle donne, e venuto il mercoledì, in cui le chiese apparecchiano il Santo Sepolcro, quei piatti fioriti si mandano ad offerire, legati e messi insieme in lunghi steli con larghe e bellissime fettucce di color rosa (le quali poi rimangono pel culto divino) alla chiesa più vicina o a quella alla quale furono destinati o promessi. I divoti offerenti la dimani rivedranno il loro dono e saranno in grado di istituir dei paragoni con gli altri".

I Giardini di Adone e i piatti di grano dei Sepolcri in Sicilia 2

Il termine “Sepolcro” (“Sepulcri” o “Lavureddi” in Sicilia, “Nenniri” in Sardegna; “Sabburchi” nel Salento); viene utilizzato ancor oggi nel linguaggio popolare di alcune regioni del Sud Italia e nelle isole per indicare quello che più propriamente andrebbe definito come “altare” o “cappella” della reposizione. L’altare della reposizione, per intenderci, è quello “spazio” della chiesa allestito al termine della “Missa in Cena Domini” del Giovedì Santo e destinato ad accogliere le specie eucaristiche consacrate e a conservarle fino al pomeriggio del Venerdì Santo, quando, al termine della liturgia penitenziale, verranno distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale.
Le Specie Eucaristiche custodite nella cappella della reposizione (che verrà disfatta nel pomeriggio del Venerdì prima che cominci la liturgia della passione) rimangono tutta la notte a disposizione dei fedeli per l’adorazione. Il Santissimo Sacramento però non è osteso, ma celato all’interno di un apposito contenitore, mentre il tabernacolo, vuoto, rimane aperto, proprio a testimoniare l’assenza fisica di Gesù (lo sposo, infatti, secondo l’immagine evangelica, ci è stato tolto e il popolo è in lutto), quell’assenza che solo la fede nella risurrezione può riuscire a colmare.

Non senza ragione, dunque, la pietà popolare ha accostato nei secoli all’altare della reposizione l’idea del sepolcro, cogliendo in esso una metafora della morte e sepoltura di Gesù. Contraria all’uso del termine “sepolcri” per indicare gli altari della reposizione si è mostrata invece, di recente, la Congregazione per il culto divino, la quale in una dichiarazione del 1988 ha osservato come “la cappella della reposizione viene allestita non per rappresentare la sepoltura del Signore, ma per custodire il Pane Eucaristico per la Comunione che verrà distribuita il venerdì della passione di Gesù”. La Congregazione, però, non ha considerato - come taluno ha puntualmente evidenziato - che la parola latina “repositorium” (da cui “reposizione”) ha effettivamente tra i suoi significati anche quello di “tomba” o “sepolcro”.

La pratica di allestire gli altari della reposizione, affermatasi in Europa a partire dall’età carolingia, per quanto possa ripugnare alla sensibilità moderna, esprime in verità l’idea del lutto e della sepoltura, come anche l’etimo latino sta a testimoniare. Il che ha pure una sua giustificazione teologica. E’ vero infatti che noi cristiani nell’eucaristia adoriamo il Cristo vivente, ma è altrettanto vero che Gesù è passato alla vita incorrotta attraverso la morte e per di più una morte cruenta. Nella consacrazione eucaristica si ripete questo triplice mistero di passione, morte e risurrezione. Se ci sembra strano associare all’eucaristia l’idea della tomba, come invece fa la devozione popolare il Giovedì Santo, forse è perché non siamo più abituati a guardare al mistero eucaristico come ad un reale sacrificio. Eppure la dimensione sacrificale fa realmente parte del “sacramento dell’altare”, non potendosi ridurre, almeno per chi crede, ad un fatto puramente simbolico.

I Giardini di Adone e i piatti di grano dei Sepolcri in Sicilia 3

La pia pratica dei “sepolcri”, che in molte altre zone sta conoscendo una progressiva flessione, continua invece ad essere particolarmente sentita in Sicilia. I piatti offerti il Giovedì Santo sono augurio della sua Resurrezione, perché venga di nuovo a illuminare e a ridare gioia agli uomini. Come disse Gesù ai suoi discepoli alla vigilia della sua passione: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane da solo; se invece muore produce molto frutto” (Giovanni 12, 24).

Bibliografia:
-    Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell'anno, di Alfredo Cattabiani. Ed. Mondadori.
-    Il Ramo d’Oro, studio sulla Magia e la Religione, di Frazer James G. Ed. Bollati Boringhieri
-    Spettacoli e feste popolari siciliane, di Giuseppe Pitrè

STORIA DI UN CHICCO DI GRANO

Come il seminatore ebbe terminato la sua opera, il chicco di grano venne a trovarsi tra due zolle di terra nera e umidiccia, e divenne terribilmente triste. Era buio, era umido, e l'oscurità e l'umidore aumentavano sempre di più, poiché al calar sera s'era disciolta in pioggia fitta fitta. Bei tempi, quando il chicco stava al caldo e al riparo in una spiga diritta e cullata dal vento, in compagnia dei fratellini! Bei tempi sì, ma così presto passati!  Poi era venuta la falce con il suo suono stridulo e devastatore, a sbattere tutte le spighe. Poi i mietitori con i loro rastrelli avevano caricato sui carri le spighe legate in covoni. Poi, più terribile ancora, i battitori si erano accaniti sulle spighe pestandole senza pietà. E le famigliole dei chicchi, vissute sempre insieme dalla più verde giovinezza, erano state sbalzate fuori dalle loro spighe, e i chicchi scaraventati in giro, ciascuno per conto suo, per non incontrarsi più. Ma nel sacco del grano almeno ci si trovava ancora in compagnia. Ora invece, era l'abbandono assoluto, la solitudine tetra, una disperazione! Ma l'indomani fu peggio, quando l'erpice passò sul campo e il chicco si trovò nella tenebra più densa, con terra dappertutto, sopra, sotto, in parte. L'acqua lo penetrava tutto, non sentiva più in sé il minimo cantuccio asciutto. "Ma perché fui creato, se dovevo finire in modo così miserando?

Non sarebbe stato meglio per me non aver mai conosciuto la vita e la luce del sole?" Pensava tra sé.  Allora dal profondo della terra una voce si fece sentire. Gli diceva: "Abbandonati con fiducia. Volentieri, senza paura. Tu muori per rinascere ad una vita più bella". "Chi sei?" domandò il povero chicco, mentre un senso di rispetto sorgeva in lui. Poiché sembrava che la Voce parlasse a tutta la terra, anzi all'universo intero. "Io sono Colui che ti ha creato, e che ora ti vuole creare un'altra volta".  Allora il chicco di grano si abbandonò alla volontà del suo Creatore, e non seppe più nulla di nulla.  Un mattino di primavera, un germoglio verde mise fuori la testolina dalla terra umida. Si guardò attorno inebriato. Era proprio lui, il chicco di grano, tornato a vivere un'altra volta.  Allora la tenera pianticella si sentì invadere dalla gioia di esistere, e avrebbe voluto alzarsi fino al cielo per accarezzarlo con le sue foglioline. (Joergensen, Parabole)

Prendere un piatto o un contenitore (di alluminio o di plastica o di altro materiale), riempirlo di terra o stendere sul fondo del piattino o del contenitore, uno strato di cotone idrofilo, bagnarlo e seminarci i chicchi di grano (si possono seminare anche dei legumi, come le lenticchie, i fagioli e le fave). Altro strato di cotone idrofilo occorre metterlo, seppure temporaneamente, sopra il grano. Tenere il contenitore al buio e innaffiarlo periodicamente ogni qualvolta la terra o il cotone idrofilo inizia ad asciugarsi. Allorquando il grano inizierà a germogliare, qualora lo strato di cotone disposto sopra il grano stesso possa essere di ostacolo alla crescita delle piantine, tale strato potrà anche essere rimosso.

PREGHIERA DEL GRANO

“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.” (Giovanni 12,24)

Questo grano che cresce nell'ombra
sia, Signore, il segno della nostra
segreta penitenza, dell'amore segreto per il prossimo,
della Vita tua che misteriosamente
attraverso la morte cresce dentro di noi
per una divina Resurrezione. Amen.


In pochi giorni i chicchi germoglieranno e poiché le piantine sono state al buio, il loro colore sarà giallastro o un verde molto tenue. La sera del Giovedì Santo, se è usanza, portarlo nella Chiesa più vicina dove verrà allestito il “Sepolcro” o “Altare della Reposizione” per l’Adorazione Eucaristica.

Oppure: fare un piccolo Giardino domestico, chiamato anche “Piatto del Paradiso”, avvolgendo con un nastro rosso (o di un altro colore), le pianticelle germogliate, arricchendolo di spighe già cresciute o di piccoli fiori primaverili e mettendo un’immaginetta o un santino raffigurante il Cristo morto disteso su di un letto funebre, o il Cristo in Croce, ovvero la Madre Addolorata con il Cristo tra le braccia (la Pietà).

Questo “Piatto del Paradiso”, potrà durante il tempo pasquale rimanere nel vostro Altare domestico, o potrà essere regalato come segno di Resurrezione e di Vita Nuova che il chicco di grano germogliato simboleggia.

 
 
 

PREGHIERA PER NOSTRA SORELLA ACQUA

PREGHIERA PER NOSTRA SORELLA ACQUA 2

Il 22 marzo ricorre  la ”Giornata Mondiale dell’Acqua”, istituita dalle Nazioni Unite per celebrare l’importanza di tale  risorsa in quanto fondamentale per la sopravvivenza del pianeta e dei suoi abitanti, nonché per invitarci a riflettere sul fatto che gran parte della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua e ai servizi igienici. Una occasione, quindi, per sensibilizzare sull’importanza e sulla esauribilità della risorsa idrica e per promuovere, soprattutto nelle giovani generazioni, uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente ed un uso più efficace e sostenibile  delle risorse naturali.
L’obiettivo è  anche quello di facilitare lo sviluppo di politiche che assicurino una maggiore sicurezza energetica e un uso sostenibile delle acque. Occorre, infine, favorire un più efficiente rapporto tra acqua ed energia al fine di migliorare le condizioni delle persone che vivono nelle baraccopoli e in aree rurali  povere senza accesso ad acqua potabile, servizi igienici adeguati, cibo sufficiente e fonti energetiche. In questa giornata, dunque, un invito alla riflessione e ad un impegno in prima persona  nella lotta agli sprechi.


INTRODUZIONE

L'acqua è sorgente di vita. Come l'aria e la luce, è uno degli elementi essenziali del cosmo. Senza di essa la terra non sarebbe che un deserto: l'uomo, le piante e gli animali non potrebbero vivere. Nell'esistenza quotidiana l'acqua ha un uso multiforme: è lavacro, bevanda, refrigerio; può essere torrente o rigagnolo, onda impetuosa e fontana limpida e tranquilla. L'acqua è giustamente motivo di supplica e di benedizione.

All'interno di un recipiente di plastica o di vetro trasparente abbastanza largo e alto, versare dell'acqua fresca. Attorno al recipiente si possono mettere dei piccoli rami di foglie verdi e dei fiori, come simbolo di vita che scaturisce da nostra Sorella Acqua. Inoltre, si può accendere una candela galleggiante ed adagiarla sull'acqua.

INVITATORIO

“Dice il Signore:
I miseri e i poveri cercano acqua ma non ce n'è,
la loro lingua è riarsa per la sete;
io, il Signore, li ascolterò;
io, Dio d'Israele, non li abbandonerò.”
(Isaia 41, 17-18)

SALMO 65 (64)

A te si deve lode, o Dio, in Sion;
a te si sciolga il voto in Gerusalemme.
A te, che ascolti la preghiera,
viene ogni mortale.
Pesano su di noi le nostre colpe,
ma tu perdoni i nostri peccati.
Beato chi hai scelto e chiamato vicino,
abiterà nei tuoi atrii.
Ci sazieremo dei beni della tua casa,
della santità del tuo tempio.
Con i prodigi della tua giustizia,
tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza,
speranza dei confini della terra
e dei mari lontani.
Tu rendi saldi i monti con la tua forza,
cinto di potenza.
Tu fai tacere il fragore del mare,
il fragore dei suoi flutti,
tu plachi il tumulto dei popoli.
Gli abitanti degli estremi confini
stupiscono davanti ai tuoi prodigi:
di gioia fai gridare la terra,
le soglie dell'oriente e dell'occidente.
Tu visiti la terra e la disseti:
la ricolmi delle sue ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu fai crescere il frumento per gli uomini.
Così prepari la terra:
Ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge
e benedici i suoi germogli.
Coroni l'anno con i tuoi benefici,
al tuo passaggio stilla l'abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di grano;
tutto canta e grida di gioia.

Gloria…

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (4,10-15)
In quel tempo, Gesù disse alla donna samaritana: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».

RESPONSORIO

Dopo la lettura del Vangelo si possono leggere le seguenti invocazioni:

Benediciamo il Signore,
a lui onore e gloria nei secoli.

Opere del Signore                                   
R. Benedite il Signore
Angeli del Signore                                  
R. Benedite il Signore

Acque sopra i cieli                                   
R. Benedite il Signore
Piogge e rugiade                                     
R. Benedite il Signore

Ghiacci e nevi                                          
R. Benedite il Signore
Sorgenti e fonti                                        
R. Benedite il Signore

Mari e fiumi                                             
R. Benedite il Signore
Fiori ed erbe                                             
R. Benedite il Signore

Piante e animali                                       
R. Benedite il Signore
Figli dell'uomo                                         
R. Benedite il Signore

Benediciamo il Signore
a lui onore e gloria nei secoli.

PREGHIERA DI BENEDIZIONE ALL’ACQUA

Con le braccia allargate si pronuncia la preghiera di benedizione

Grazie a te, o Dio nostro Padre,
che in nostra Sorella Acqua, tua creatura,
ci hai aperto il grembo della vita;
grazie a te, per l'onda che irriga,
il lavacro che purifica,
la bevanda che disseta,
il fonte della nostra rinascita Cristo tuo Figlio.
Fa', o Signore,
che ogni uomo possa sempre godere
di questo refrigerio

(si traccia un segno di croce immergendo la mano destra nell’acqua)

e conservando limpida e casta
l'opera della creazione,
veda in essa il riverbero della tua bontà
e un invito costante
alla purezza del corpo e dell'anima.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

(con un bicchiere, attingere l’acqua e bere)

Oppure:

Sii benedetto, Dio onnipotente,
origine e fonte della vita;
stendi la tua mano su di noi e su Sorella Acqua

(si traccia un segno di croce immergendo la mano destra nell’acqua)

[che ti presentiamo nella Giornata mondiale dell’acqua]
a sollievo del corpo e dell'anima;
nella tua misericordia
fa' scaturire in noi l'acqua viva della salvezza,
perché possiamo accostarci a te con cuore puro.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

(con un bicchiere, attingere l’acqua e bere)

INTERCESSIONE

O Dio Padre, che ci hai donato in Cristo un'acqua viva per saziare la sete del cuore umano, ti presentiamo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua le nostre suppliche, fiduciosi che saranno accolte dalla tua bontà.

Donaci, Padre, l'acqua viva che sgorga da Cristo.

Preghiamo per la Chiesa di Dio, perché possa essere comunità aperta, capace di rispondere con verità e carità alle attese del cuore umano, preghiamo.

Donaci, Padre, l'acqua viva che sgorga da Cristo.

Per i cristiani che vivono nell'indifferenza, perché sorga in loro la sete di Cristo, acqua viva e spirituale capace di dissetarli e trasformarli in uomini nuovi, preghiamo.

Donaci, Padre, l'acqua viva che sgorga da Cristo.

Per gli emarginati della nostra società, perché trovino la solidarietà dei cristiani coerenti col Vangelo e con essa la possibilità di saziare la loro fame e sete di giustizia, preghiamo.

Donaci, Padre, l'acqua viva che sgorga da Cristo.

Per i Paesi del Terzo Mondo, perché tutti i cristiani, anche quelli che operano nelle organizzazioni internazionali e nel volontariato, animati dalla fede in Cristo che è «acqua viva», sappiano operare tra loro con solidarietà ed efficacia, preghiamo.

Donaci, Padre, l'acqua viva che sgorga da Cristo.

Per le tante persone accanto a noi, magari vicini di casa o nostri famigliari, di cui conosciamo la solitudine e lo sconforto, perché impariamo a condividere in concreto con loro la gioia dello Spirito, attingendo alla Sorgente di acqua viva che zampilla per la vita eterna, preghiamo.

Donaci, Padre, l'acqua viva che sgorga da Cristo.

PREGHIERA

O Padre, Gesù seduto al pozzo di Sicàr ha donato alla Samaritana l'acqua viva che spegne ogni sete e zampilla per la vita eterna. Suscita anche in noi il desiderio di custodire, proteggere e condividere equamente nostra Sorella Acqua. Rafforza, anche, il desiderio di avere sempre sete di te, Acqua viva. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Oppure:

CONTEMPLAZIONE BIBLICA

È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce.
Attingerete con gioia alle sorgenti della salvezza

O voi tutti assetati, venite all’acqua;
voi che non avete denaro venite ugualmente.


Sarai come un giardino irrigato e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.

O voi tutti assetati, venite all’acqua;
voi che non avete denaro venite ugualmente.


Lungo il torrente, su una riva e sull'altra crescerà ogni sorta
di alberi da frutto le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non
cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque
sgorgano dal santuario.

O voi tutti assetati, venite all’acqua;
voi che non avete denaro venite ugualmente.


Tu farai uscire per loro l'acqua dalla
roccia e darai da bere alla comunità.

O voi tutti assetati, venite all’acqua;
voi che non avete denaro venite ugualmente.


Acque vive sgorgheranno da Gerusalemme e scenderanno
parte verso il mare orientale, parte verso il mar Mediterraneo,
sempre, estate ed inverno.

O voi tutti assetati, venite all’acqua;
voi che non avete denaro venite ugualmente.


Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva
limpido come cristallo, che scaturiva dal
Trono di Dio e dell'Agnello.

O voi tutti assetati, venite all’acqua;
voi che non avete denaro venite ugualmente.

PREGHIERA CONCLUSIVA

O Dio Creatore, il cui Spirito si librava sulle acque, tu che raduni le acque al loro posto, tu che dirigi il corso dei fiumi e mandi la pioggia sulla Madre Terra perché produca la vita: noi ti lodiamo per il dono di Sorella Acqua. Crea in noi un senso di meraviglia e gioia per questo dono e per tutti i tuoi doni, perché possiamo riceverli con gratitudine, usarli con amore e condividerli generosamente con tutte le creature a onore e gloria del tuo santo nome. Amen.

BENEDIZIONE

(immergendo la mano destra nell’acqua, farsi un segno di croce mentre si recita la preghiera di benedizione)

Ravviva in noi, o Padre, nel segno di nostra Sorella Acqua il ricordo della nostra rigenerazione battesimale e l'adesione a Cristo, crocifisso e risorto per la nostra salvezza. Amen.

(La “Preghiera per nostra Sorella Acqua” è liberamente ispirata ai testi liturgici del Benedizionale della Conferenza Episcopale Italiana)

 
 
 

CELEBRAZIONE DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA

CELEBRAZIONE DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA 2

L’Equinozio di Primavera è strettamente legato alla Pasqua cristiana, che celebra la morte e la resurrezione del Cristo e per mezzo di essa la salvezza dell’uomo, la rinascita dell’umanità. I temi della ricreazione del mondo e della salvezza collettiva si fondono e si confondono nel cristianesimo delle origini: «La patristica riteneva infatti che il Cristo fosse morto e risorto nella settimana coincidente con la prima settimana della creazione. In tal modo il Cristo risultava ricapitolazione del Tempo e del Cosmo; nello stesso giorno in cui l’uomo fu creato, nello stesso giorno – si dice in un omelia Pasquale del 387 – era necessario che l’uomo fosse ricreato. La stessa omelia spiega perché l’equinozio di primavera venisse considerato l’inizio del tempo e del mondo. Il passaggio dal Caos al Cosmo avvenne nel momento di massimo ordine ed equilibrio tra gli elementi naturali, ed è l’inizio di ogni moto da un punto perfetto di bilanciamento» (Bernardi 1991: 26). L’aspetto della Pasqua come rito indicante un momento di passaggio è ancora evidenziato da Bernardi: «La Pasqua più che un rito di passaggio è un insieme di riti di passaggio, è, come abbiamo visto, il passaggio divino dalla morte alla resurrezione; da quello stagionale, dell’inverno alla primavera» (Bernardi 1991: 51). Il fatto che il rigenerarsi della natura assuma nel rito cristiano l’aspetto della morte e della resurrezione del Cristo non deve meravigliarci. Presso diversi popoli infatti riscontriamo analoghe forme di «proiezioni antropomorfiche» del rigenerarsi annuale della natura (Buttitta 1990: 11). Frazer annotava che «le popolazioni dell’Egitto e dell’Asia occidentale rappresentano sotto i nomi di Osiride, Tammuz, Adone e Attis, la decadenza e la rinascita della vita, specialmente della vita vegetale, che essi personificano come un Dio che ogni anno moriva e poi di nuovo resuscitava. Per il nome e pei particolari i riti variavano da luogo a luogo ma in sostanza erano sempre gli stessi» (1973: 505). Attraverso la periodica morte e resurrezione del Dio della vegetazione sostanzialmente si rappresenterebbe e si ripeterebbe secondo il Buttitta «la rigenerazione periodica del Tempo» (Buttitta 1990: 10). II Cristianesimo ha saputo innestare la nuova fede sul vecchio tronco dei culti pagani, giovandosi delle analogie tra la vicenda del Cristo e delle altre divinità della vegetazione e del rinnovamento. Analoghe sono «le ragioni profonde che stanno alla base della natura umana e divina del dio salvatore: la identità della sua vicenda con la struttura ciclica del corso della natura, la dimostrazione attraverso la resurrezione di saper vincere la morte» (Buttitta 1990: 11). Non a caso la passione e morte di Cristo sono celebrate dalla Chiesa in date concomitanti alle festività pagane dell’equinozio di primavera (Frazer 1973: 565). Nei riti della Settimana Santa in Sicilia risulta evidente come la religiosità popolare presenti aspetti cultuali «talora di origine recente, talaltra di precedenza arcaica e in taluni casi precristiana» (Buttitta 1990: 18).

(Liberamente tratto da: “Feste dell'alloro in Sicilia”, di Ignazio E. Buttitta. Fondazione Ignazio Buttitta)


RITUALE DELL'EQUINOZIO DI PRIMAVERA

Su di una tovaglia di colore verde o marrone si potrà creare un Cerchio, formato da piccoli rametti con foglie verdi e da fiori primaverili colorati. Si potranno segnare i Quattro Punti Cardinali, con quattro candele che verranno accese durante la PREGHIERA PER INVOCARE L’ABBRACCIO MATERNO DI DIO, che simboleggeranno i Quattro Elementi del Cosmo: l’Aria, con la candela gialla e/o con un incensiere da tavolo per l’offerta dell’incenso; il Fuoco, con la candela rossa e/o con una lampada ad olio; l’Acqua, con la candela blu e/o una piccola ciotola di acqua (benedetta); la Terra, con la candela verde e/o con una ciotola di sale grosso o con una ciotola di grani di incenso.

Prima del SALMO 103, si offrirà l’Incenso per l’Equinozio di Primavera, che potrà essere fatto da più ingredienti: incenso puro, mirra, sangue di drago, cannella, noce moscata, aloe, benzoino, muschio, salvia, fragola, loto, violetta, radice di giaggiolo, petali di viola, di rosa e gelsomino.

Al centro del Cerchio si disporrà un vaso largo e basso pieno di terra, dove si troveranno già piantati alcuni fiori colorati. Si inserirà una candela di colore verde, simbolo primaverile, che verrà accesa al momento della PREGHIERA DI OFFERTA dei fiori e dei semi.

Prima della BENEDIZIONE E L’OFFERTA DELLE UOVA PRIMAVERILI, con un pennarello, si scriverà sulle uova le qualità che si vorranno acquisire in questo tempo di primavera, di rinascita a vita nuova. Saranno come dei “semi spirituali” che ci aiuteranno a crescere. Al termine della BENEDIZIONE E L’OFFERTA DELLE UOVA, verrà scavato all’interno del vaso, una piccola buca nel terreno per sotterrare l’uovo rosso precedentemente preparato.
L’uso di utilizzare e di regalare delle uova per celebrare l’inizio della primavera è molto antico, e risale a molto tempo prima del Cristianesimo: era un’usanza già diffusa presso gli antichi Persiani, e poi utilizzata anche dai Cinesi, dagli Egizi e dai Greci. I Romani usavano colorare le uova di rosso e sotterrarle nei campi, per propiziarsi la fertilità e l’abbondanza del raccolto. Una leggenda cristiana invece, racconta che l'uovo si colorò di rosso tra le mani della Maddalena per testimoniare la resurrezione di Cristo al cospetto dell'imperatore Tiberio.
Con l’avvento del Cristianesimo, l’idea ancestrale del guscio in cui risiede il germe della vita è passato a significare il sepolcro dal quale Cristo è risorto, quindi non solo la rinascita della Natura ma dell’uomo stesso e di Cristo. Visto che comunque la data della Pasqua cade attorno all’inizio della Primavera, tutto il simbolismo associato alle uova venne, dopo l’avvento del Cristianesimo, spostato nella simbologia e nei riti legati a questa festività.
L’uovo è anche la rappresentazione della forza femminile (l'albume) e della forza maschile (il tuorlo) mentre il guscio, fusione perfetta di due simboli geometrici (il cerchio e la piramide) congiunge e protegge i due preziosi elementi.

Prima della PREGHIERA DI INTERCESSIONE, scrivere su di un bigliettino di carta un desiderio di cambiamento nella propria vita, per poi bruciarlo alla fiamma della candela verde. I bigliettini si lasceranno bruciare all’interno dell’incensiere e alla fine della celebrazione, le ceneri verranno sparse sul terriccio come concime.

 

ANTIFONA DI INIZIO

"Inebriamoci di vino squisito e di profumi, non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera" (Sapienza 2,7)

Oppure:

"Egli non ha cessato di dar prova di sè beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori" (Atti 14,17)

Oppure:

"Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esultando come prode che percorre la via. Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l'altro estremo: nulla si sottrae al suo calore" (Salmo 18,6-7)

INNO

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca canterà la tua lode.
Dio, fa attento il mio orecchio
perché ascolti la tua parola.

Tu ami tutto ciò che esiste
niente disprezzi di quanto hai creato
tu sei compassionevole con tutte le creature
sono tue, o amante della vita.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo
com’era nel principio, ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

PREGHIERA PER INVOCARE L’ABBRACCIO MATERNO DI DIO

(Preghiera per tracciare il Cerchio e invocare i Quattro Elementi)

Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie, Dio di bontà infinita, per i grandi segni del tuo amore e per la tua  compassione verso ogni creatura.
Tu hai creato tutte le cose, le hai giudicate tutte belle e buone, poiché il tuo Spirito è in tutte le cose e tutte sono tue, o amante della vita.

(fare 1 o 3 giri in senso orario intorno al Cerchio già creato con le foglie e i fiori partedo da Est, Aria: candela gialla e/o incensiere)

Noi riconosciamo la tua gloria negli immensi spazi stellari del cosmo e nel più piccolo seme di vita che sta per germogliare in questa Primavera nel Grembo della Madre Terra.

Accendere la candela gialla:

Sii benedetto per l’Aria che ci fa vivere,

Accendere la candela rossa:

sii benedetto per il Fuoco che ci riscalda,

Accendere la candela blu:

sii benedetto per l'Acqua che ci disseta,

Accendere la candela verde:

sii benedetto per la Terra che ci nutre.

Tu hai voluto l’uomo quale custode del creato, vuoi che egli regni con rispetto e amore su tutte le creature, a lui doni gli animali come aiuto e compagnia, fai vivere piante e fiori per il suo sostentamento e la sua gioia.
Fatti voce di ogni gemito e di ogni grido, fatti voce di ogni creatura animata e inanimata, a te, Signore e Creatore, Padre e Madre, rendiamo gloria e da te attendiamo la trasfigurazione di tutto ciò che hai creato. Amen. 

SALMO 103

(offerta dell’Incenso primaverile)

Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda,
costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.
Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.
Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.
Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.
Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.
Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.
Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.
Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.
Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.
Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.

Gloria al Padre…

Dal Vangelo secondo Marco (4,26-32)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».

PREGHIERA DI OFFERTA PRIMAVERILE

(Accendere la candela verde e subito dopo offrire i fiori e i semi)

Sii benedetto, Dio onnipotente,
creatore del cielo e della terra:
noi riconosciamo la tua gloria
negli immensi spazi stellari
e nel più piccolo germe di vita
che prorompe dal grembo della terra madre.
Nelle vicende e nei ritmi della natura
tu continui l'opera della creazione.
La tua provvidenza senza limiti
si estende alle grandi ere cosmiche
e al breve volgere dei giorni, dei mesi e degli anni.
Ai figli dell'uomo, fatti a tua immagine
e rigenerati in Cristo a vita nuova,
tu affidi le meraviglie dell'universo
e doni loro il tuo Spirito,
perché fedeli interpreti del tuo disegno di amore, ne rivelino le potenzialità nascoste
e ne custodiscano la sapiente armonia
per il bene di tutti.
Stendi su di noi la tua mano, o Padre,
perché possiamo attuare un vero progresso
nella giustizia e nella fraternità,
senza mai presumere delle nostre forze.
Insegnaci a governare
nel rispetto dell'uomo e del creato
gli strumenti della scienza e della tecnica
e a condividere i frutti della terra e del lavoro
con i piccoli e i poveri.
Veglia sulle nostre case,
perché non si ripetano per colpa nostra
le catastrofi della natura e della storia.
Accogli l’offerta votiva…
[di questi semi - di questi fiori]
segni e primizie della stagione…
[primaverile].
Concedi a tutti i tuoi figli
di godere della tua continua protezione
e fà che la società del nostro tempo
ci apra verso orizzonti di vera civiltà
in Cristo uomo nuovo.
A te il regno, la potenza e la gloria,
nell’unità dello Spirito Santo
per Cristo nostro Signore,
oggi e nei secoli dei secoli. Amen.

BENEDIZIONE E OFFERTA DELLE UOVA PRIMAVERILI

(Con un pennarello scrivere sulle uova le qualità che si vorranno acquisire in questo tempo di primavera, di rinascita a vita nuova. Saranno come dei “semi spirituali” che ci aiuteranno a crescere.)

Benedetto sei tu, Signore del cielo e della terra,
che nella stagione primaverile
fai rinascere l'uomo e la natura alla vita nuova
che scaturisce dalle sorgenti del Salvatore:
guarda a noi tuoi figli
e benedici queste uova che
deponiamo nel Grembo della Madre Terra,
per propiziare la fertilità e l’abbondanza del raccolto.
E a quanti si ciberanno di queste uova,
umile e domestico richiamo alle feste pasquali,
fa' che ci apriamo alla fraternità
nella gioia del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore,
che ha vinto la morte
e vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.

(prendere l’uovo rosso e sotterrarlo nel terreno all’interno del vaso)

PREGHIERA DI INTERCESSIONE

(Scrivere su di un bigliettino di carta un desiderio di cambiamento nella propria vita, per poi bruciarlo alla fiamma della candela verde. I bigliettini si lasceranno bruciare all’interno dell’incensiere e alla fine della celebrazione, le ceneri verranno sparse sul terriccio come concime)

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!

Perché ogni uomo sappia comprendere il rinnovarsi della creazione di anno in anno e rinnovi la propria vita.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!

Perché il sereno, il nuvolo, la pioggia e il vento siano favorevoli alle nostre coltivazioni e possiamo nutrirci con i frutti della terra.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!

Perché in questa stagione di risveglio della natura sappiamo ascoltare i gemiti della creazione e la Chiesa viva nella speranza la resurrezione del Signore.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison!

Signore, tu trasfiguri il cielo e la terra
- unisci la nostra preghiera al gemito della creazione:

Padre nostro…

ORAZIONE CONCLUSIVA

Signore, Dio dell’universo, in questo giorno in cui la nostra stella, il sole, ci fa entrare nella stagione della primavera, noi ti preghiamo per tutta la creazione: la terra riprenda il manto con i suoi colori, ogni vivente ritorni alla pienezza della vita e ogni cuore umano arda di amore per te e per tutte le creature. Sii benedetto ora e nei secoli dei secoli. Amen.

BENEDIZIONE

Il Signore Gesù Cristo, in virtù del potere che ha di sottomettere a sè tutte le cose, trasfiguri il nostro corpo di miseria per conformarlo al suo corpo di gloria. Amen.

Le uova scritte si potranno mangiare, saranno come dei “semi spirituali” che ci aiuteranno a crescere. Il guscio rotto delle uova non sarà buttato, ma utilizzato come concime per il terriccio.

testi consultati:
-    Preghiera dei Giorni, Monastero di Bose. Edizioni Qiqajon
-    Benedizionale della Conferenza Episcopale Italiana

 
 
 

DEDICA...

a mia nonna Concetta e a mia mamma Domenica, memorie storiche e depositarie della Benedicaria siciliana.

 

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QUESTO BLOG È CONSACRATO A SAN MICHELE ARCANGELO

San Michele Arcangelo

Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; ut non pereamus in tremendo iudicio.

 

LE FASI LUNARI

"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" (Qoèlet 3,1)

- LUNA NUOVA (Luna nera): in questo periodo si può pregare per la nascita di qualcosa di nuovo e che ancora non c'è.

- LUNA CRESCENTE: in questo periodo si può pregare per la crescita di qualcosa o per incrementare qualcosa che è al suo nascere.

- LUNA PIENA: in questo periodo si può pregare per ogni tipo di coronamento, compimento, fecondità, piena realizzazione.

- LUNA CALANTE: in questo periodo si può pregare per far decrescere qualcosa, eliminare degli ostacoli, pregare per la purificazione e la liberazione.

 

LA BIBLIOTECA DI BENEDICARIA

Biblioteca della Benedicaria

- Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell'anno, di Alfredo Cattabiani. Ed. Mondadori.

- Lo Stivale Magico. Magia Popolare e Stregoneria del buon paese, di Andrea Bocchi Modrone. Ed. Il Crogiuolo.

- La Stregoneria in Italia. Scongiuri, amuleti e riti della Tradizione, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- Guida alle Streghe in Italia, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- I Guaritori di Campagna. Tra magia e medicina, di Paola Giovetti. Ed Mediterranee.

- I Benandanti, di Ginzburg Carlo. Ed. Einaudi.

- Patri, Figliu e Spiritu Santu. Viaggio alla scoperta delle preghiere dialettali recitate a Gangi, di Roberto Franco e Salvatore Germana. Ed. Arianna.

- Nnomini Patri, Figghiu e Spiritu Santu. Antiche preghiere in dialetto siciliano, di Antonina Valenti. ilmiolibro.it.

- A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani, di Sara Favarò. Ed. Città Aperta.

- Pasqua. Dalla terra il cielo. Simboli, numeri, misteri, preghiere e riti popolari in Sicilia, di Sara Favarò. Ed. Le Nuove Muse.

- Chisti lodi e chisti canti. Antiche preghiere siciliane delle Madonie, Nebrodi e dintorni, di Giuseppe Calmieri. Ed. Kalós.

- Dalla terra al cielo. Raccolta di antiche preghiere gelesi, di don Lino di Dio.

- Il Libro della Magia Popolare Siciliana – Anonimo.

- Magia Cristiana, di Antonello Faro. Ed. Primordia.

- Ninne nanne, detti, cantilene, tiritere, preghiere siciliane e i miei ricordi, di La Quercia di Palatolo. Dante Edizioni.

- La Magia Astrale delle Candele, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Incensi, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia delle Campagne e la Stregoneria dei Pastori, di Eliphas Levi. Centro Editoriale Rebis.

- Il ramo d'oro. Studio sulla magia e la religione, di James Frazer. Ed. Bollati Boringhieri.

- Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, di Giuseppe Pitrè.

- Antico Trattato di Magia Bianca, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Magia Purificatoria, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Potere Segreto della Preghiera, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro Magico di San Pantaleone. Centro Editoriale Rebis.

- L’Enchiridion di San Giacomo, Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Angeli, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Invocazioni e Preghiere agli Angeli, di di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Grande Sacramentarlo Magico, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Vero Libro dei Segreti Meravigliosi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro dei Salmi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Preghiera dei Giorni, a cura del Monastero di Bose. Ed. Qiqajon.

- Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.

 

I MEGALITI DI ARGIMUSCO

La Stonehenge siciliana

Alla "Vergine Orante" dei Megaliti di Argimusco

I Padri ti videro in spirito come una grande montagna, o Genitrice di Dio, dalla quale si staccò una pietra che rovesciò gli idoli dei demoni.
Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

 

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