Creato da DottssaConti il 05/03/2007

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CRISI: PERICOLO E OPPORTUNITA'

Post n°1 pubblicato il 05 Marzo 2007 da DottssaConti
 

La parola crisi in cinese ha un doppio significato: pericolo ed opportunità.

Le crisi che incontriamo nel corso della nostra esistenza possono avere un potenziale maturativo oppure patogeno.

Il potenziale maturativo ha come esito un funzionamento psichico nuovo rispetto al precedente con la manifestazione di forze psicologiche che prima non erano in atto nella persona. Se la crisi viene risolta positivamente, essa è vissuta e si sviluppa come una distruzione interna, un sentimento di fine e di morte seguiti da una sensazione di rinascita.

E' stato introdotto il termine “resilienza”, mutuandolo dalla fisica, per indicare la capacità della persona di affrontare le avversità della vita, sconfiggerle ed uscirne migliorata. Questa viene definita come una capacità che si affina con il tempo, attraverso il superamento dei vari momenti di disagio e dissesto che si incontrano. Le persone “resilienti” hanno buone capacità di introspezione e sanno prendere la giusta distanza dal problema riuscendo a relativizzarlo, sanno essere creative, hanno spirito d'iniziativa e sanno intrattenere dei legami intimi con le altre persone (Aurora Fiorentini).

Il processo di crisi rende l'organizzazione della personalità molto più fluida e con maggiore possibilità maturativa ma anche con un rischio di “ammalarsi” maggiore.

I fattori che possono determinare un'evoluzione patogena della rottura dell'equilibrio psichico sono sia i fattori inerenti all'organizzazione della personalità del soggetto, la rigidità dell'Io, un senso d'identità fragile, sia i fattori legati alla qualità dell'ambiente.

La richiesta terapeutica interviene sempre in un momento di crisi, sia che provenga dal soggetto o dalla sua famiglia, quando il sistema di equilibrio si rompe nella sua omeostasi.

La crisi è sempre un trauma. Viene vissuta come una situazione difficile, eccessiva, poco controllabile e quindi con i caratteri del trauma.

Inoltre, in tutti i fenomeni di crisi c'è una mobilitazione dell'angoscia. Freud diceva che l'angoscia è un segnale d'allarme di fronte ad un pericolo: la crisi stessa può essere considerata un segnale d'allarme, una necessità di cambiamento.

Talvolta le crisi intervengono per il verificarsi di eventi esterni che sembrano cause scatenanti ma in realtà sono eventi minimi che servono da rivelazioni. C'è sempre un legame tra eventi esterni e interni.

Inoltre, nel corso di una crisi c'è sempre un conflitto che insorge in modo rapido. Si stabilisce una relazione tra il conflitto inconscio e gli aspetti di realtà esterna e conscia. La crisi si pone nell'articolazione tra queste due realtà.

Il percorso della crisi risulta più facile se il mondo che circonda il soggetto costituisce un quadro di riferimento stabile.

Varie sono le situazioni di dissesto che normalmente si attraversano nella vita. L'adolescenza riunisce in sé tutti i caratteri di una crisi normale dell'esistenza. Spesso le persone che non vivono lo scompiglio dell'adolescenza, hanno più tardi una situazione psichica estremamente allarmante.

Questa fase della vita riattiva conflitti edipici, sessuali e generazionali, che sommati alle modificazioni del corpo, gettano l'adolescente, non più bambino e non ancora adulto, in uno stato di disagio e di squilibrio.

Un'altra crisi della vita è quella legata alla maternità: nella gravidanza ci sono, come nell'adolescenza, fenomeni di modificazione dell'immagine corporea, del corpo vissuto e del corpo reale e una fluttuazione del sentimento di identità. Ciò è particolarmente evidente dopo il parto, quando la donna diventa la madre del proprio figlio oltre che la figlia della propria madre.

Uno stato di squilibrio può scaturire da un lutto.

Quando il lutto non costituisce solo una perdita dell'oggetto ma diventa anche una rimessa in discussione molto ampia dell'economia e dell'organizzazione psichica della persona, vi è crisi. Ciò accade quando l'oggetto perso è il garante di una certa organizzazione difensiva.

Un'altra fase della vita che può portare disagio e squilibrio è quella dell'invecchiamento e del pensionamento. La crisi è più dura in quelle persone che sostengono la propria identità con l'attività o il ruolo lavorativo. Il pensionamento porta a dover ristrutturare l'esistenza, riordinando il proprio passato e non nei termini di un futuro possibile, come accade nelle altre crisi vitali. La persona dovrà cercare di esplorare il proprio passato per riappropriarsi di aspetti di sé non valorizzati o di interessi trascurati. L'importanza del contesto familiare e sociale in questo caso è cruciale.

PUOI TROVARE ALTRI ARTICOLI SU: http://www.benesserepsicologico.it

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Commenti al Post:
pigilli
pigilli il 05/03/07 alle 13:24 via WEB
Interessante... benvenuta tra noi!
 
 
DottssaConti
DottssaConti il 05/03/07 alle 14:18 via WEB
Grazie!
 
Glass_lsb
Glass_lsb il 05/03/07 alle 15:50 via WEB
benvenuta... molto interessante il primo messaggio... ora sono curiosa di leggere i prossimi! ti ho inserita nei blog amici così posso venirti a trovare più spesso... sono assolutamente d'accordo soprattutto su quanto concerne l'adolescenza... CIAO!
 
francylamatta
francylamatta il 13/03/07 alle 16:54 via WEB
Benvenuta dottoressa!!! anch'io ti inserisco nei blog amici così passo a trovarti con più facilità. A presto ciao
 
 
DottssaConti
DottssaConti il 14/03/07 alle 16:50 via WEB
Grazie Franci! Anche io ti ho inserita! Poi magari ci scambiamo qualche ricettina...mmm
 
indianina67
indianina67 il 21/03/07 alle 16:01 via WEB
Anche l'elaborazione del lutto mette in crisi, cara Doc... Sembra che vogliamo porre dei tempi, dei limiti, tipo "fra un mese starò meglio, tra due mesi..." E magari il tempo passa e si va in crisi perché si deve spostare il limite temporale in avanti. E' "normale", credo, Doc? :)
 
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Anche l'elaborazione del lutto mette in crisi, cara...
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il 21/03/2007 alle 16:01
 
 

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