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Bian e Gege

I diari di viaggio di due mototuristi

 

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26 aprile 2012: Gardesana Orientale e Monte Baldo

Post n°44 pubblicato il 30 Aprile 2012 da biangege
 

Abbiamo approfittato di un riposo infrasettimanale
della Gegeniglia per andare in Giappone !!!

No, eh?

Eh no, non è il Monte Fuji... è solo il Monte Baldo visto da Peschiera del Garda. C'è una bella strada, la SP3, che ne percorre pendici e altipiani da sud a nord, da Caprino Veronese a Brentonico a cavallo di due provincie (Verona e Trento), e la percorremmo ben più di dieci anni fa (avevamo ancora la River). Dieci anni sono troppi, facciamo un salto a Monte Baldo!

La consueta A4 ci porta d'un balzo a Peschiera del Garda... beh, d'un balzo proprio no: stiamo sfruttando un riposo infrasettimanale della Gegeniglia, ma è pur sempre un giorno lavorativo, e la consueta colonna di TIR nel tratto tra Ghisolfa e Sesto San Giovanni è pietrificata da un incidente tra un autoarticolato e un furgone proprio a poche centinaia di metri prima del casello, passiamo quindi 25 minuti strisciando tra le corsie ed i fumi di scarico...

Usciti al casello di Peschiera, puntiamo al centro della cittadina: benchè messa in ombra dalle più famose Desenzano e Sirmione, Peschiera del Garda vanta anch'essa un passato storico non indifferente, da insediamento romano fino a vertice del Quadrilatero, e i possenti bastioni conquecenteschi circondati dal Mincio che qui esce dal lago di Garda ne sono una testimonianza. Passeggiare poi per le stradine non invase dai turisti della domenica è gradevolissimo. Ovviamente si sente parlare più tedesco (seguito dall'inglese) che italiano.

Lasciamo Peschiera costeggiando la sponda orientale del Benaco: fino a Lazise il lago quasi non si vede, la strada corre all'interno e tra essa e il lago ci sono campeggi ed i famosi parchi di divertimento. Dopo Bardolino, Garda e la punta di San Vigilio si inizia a correre accanto alla riva, respirando intensi profumi di cipressi ed altre essenze che crescono rigogliose grazie al microclima creato dal grande specchio d'acqua; a ovest si erge spruzzata di neve la catena prealpina che prosegue verso nord con le Dolomiti di Brenta, e alla nostra destra la vetta del Monte Baldo appare ben più imbiancata. Qua e là le antiche limonaie (alcune di esse recuperate) rinforzano l'idea di "Riviera del lago".

A Malcesine è praticamente d'obbigo fermarsi: prosaicamente perchè è ora di pranzo e poeticamente perchè lo troviamo essere dei borghi più belli di questa parte del lago, sin da quando passammo di qui anni fa. Gustiamo così un buon tagliere di affettati e formaggi innaffiato da una dunkel mentre ammiriamo una goletta che esce dal porto turistico, e quindi ripartiamo sempre verso nord.

Poco prima dell'abitato di Torbole, un'imponente portale attira la nostra attenzione: si tratta dello sbocco della galleria Adige-Garda, una condotta di 8 metri di diametro e 10 km di lunghezza che permette di deviare fino a 500 mc/s di acqua dal fiume Adige, al di là del monte Baldo, e scaricarli nel lago, per evitare esondazioni nella val Lagarina e nel Veronese in caso di piene. Iniziata poco prima della seconda guerra mondiale e interrotta per via degli eventi bellici, la costruzione è stata terminata nel 1959. La galleria è stata usata una quindicina di volte, di cui l'ultima il 31 novembre del 2011 ma limitatamente a uno scarico per pulizia detriti. Nel documentaro "Il fiume in galleria" (di Lorenzo Pevarello, 2010) che descrive la genesi dell'opera con numerose testimonianze di prima mano (forse anche troppe) si vede l'opera in funzione anche ad elevate portate: uno spettacolo terrificante.

A Torbole si lascia il lago salutandolo da una strada breve ma bellissima, la salita con due tornanti della SS240 Torbole-Rovereto, che passa in messo alle Marmitte dei Giganti regalando un'ultima vista sul lago prima di entrare nella valle. A Loppio il biotopo della zona palustre ricorda il lago che si prosciugò proprio a causa della costruzione della galleria Adige-Garda. Arrivati a Mori Vecchio si lascia la strada principale svoltando allo svincolo a sinistra per il centro, seguendo le indicazioni per Brentonico-Monte Baldo, e qui la strada SP3 riprende a salire con bellissime viste su Rovereto annunciando l'altopiano di Brentonico, che arriva spruzzato di neve. Ora, la nostra intenzione sarebbe di raggiungere la stazione a monte della funivia Malcesine-Monte Baldo, a Bocca di Navene, per cui superiamo Brentonico e San Giacomo fino a giungere a San Valentino dove... la strada viene segnalata come chiusa da novembre a maggio. Non c'è sbarra, e a parte un po' di neve la strada appare agibile: osiamo percorrerne i primi due chilometri ma poi la neve che aumenta e il rischio di incontrare il Corpo Forestale (saremmo platealmente in contravvenzione) ci fanno tornare sui nostri passi.

A San Valentino imbocchiamo la SP208 che scende fino alla diga di Pra da Stua che appare incombente alla nostra destra. Praticamente sotto la diga c'è il bivio con la SP230 "dei Dossioli" che con un tornante scavato nella roccia invita a risalire verso Bocca di Navene... andiamo! Più in alto, un altro bivio scende alla località Madonna della Neve dove sorge un Eremo seicentesco, al momento ridotto ad un cantiere di restauro e consolidamento.

Saliamo ancora fino a Pra Alpesina, dove la SP230 incontra ancora la SP3, che ovviamente è chiusa per neve sia verso nord che verso sud: niente da fare, vorrà dire che in giugno ritorneremo... Torniamo sui nostri passi e scendiamo per la SP230 che scende con bellissime viste su Avio sino all'alveo dell'Adige. Qui la tentazione di andare a Sdruzzinà e affrontare Passo Fittanze in salita e poi scendere per la Lessinia ci sarebbe, ma richiederebbe almeno un'ora in più.

La SS12 "dell'Abetone e del Brennero" qui corre tra bellissimi vigneti ed è povera di traffico, ben tenuta e guidabilissima, dopo Dolcè ci viene incontro la gola di Ceraino (la Chiusa Veneta, vedere anche qui) e a destra Forte Rivoli vigila sulla valle. Il Giro volge al termine, a Sant'Ambrogio di Valpolicella deviamo per Pastrengo e infine la bretella SR460 ci riporta a Peschiera ed alla solita A4... totale, la bellezza di 470 km, di cui circa 290 in autostrada e il resto di divertimento.

La galleria fotografica

La mappa (in blu il percorso effettuato, in rosso quello chiuso per neve)

Sayonara

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