Creato da biangege il 29/12/2009

Bian e Gege

I diari di viaggio di due mototuristi

 

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17 agosto 2014: Piz Corvatsch (CH)

Post n°112 pubblicato il 19 Agosto 2014 da biangege

Rispetto all’anno scorso questa pazza estate 2014 è tutt’altro che calda, anzi è fin troppo piovosa. Non ci sarebbe quindi necessità di andare a cercare il fresco come un anno fa ma non serve la scusa del fresco per fare un giro in Engadina, casomai serve la scusa di… allargare i propri orizzonti.

Questo giro per un milanese è quanto di più classico possa esserci, c’è addirittura un sito che lo definisce “adatto per tornare all’ora dell’aperitivo”: si parte percorrendo la Milano-Lecco sulla SS36, poi Lecco-Colico sulla vecchia strada del lago, Colico-Chiavenna attraverso il Pian di Spagna. Sosta caffè a Chiavenna dove uno striscione pubblicizza l’imminente Sagra dei Crotti, ce la segnamo.

Finalmente si inizia a salire più sensibilmente per la Val Bregaglia in direzione di Sankt Moritz. La Cascata dell’Acqua Fraggia (Aqua Fracta) si mostra in tutto il suo splendore sotto il cielo azzurro e terso (qui in una foto vintage), la temperatura è di circa 25°. Si supera la Dogana di Castasegna, poco prima di Stampa si passa sotto un ponte naturale formato da un grosso masso erratico in bilico (e qui ci sarebbe da vedere Palazzo Castelmur), dopo Vicosoprano una serie di otto curvoni veloci fanno guadagnare quota ma è solo dopo Casaccia che si incontra il cavatappi della rampa ovest del Passo Maloja 1815 m, dove in tre km si sale da 1500 a 1800 metri in 13 tornanti: la strada è larga, ma i raggi di curvatura sono stretti… tranquilli, dall’altra parte di tornanti (stranamente) non ce ne sono più, l’altopiano dell’Engadina si mostra nel verde dei prati, dei versanti e dei laghi di Sils e di Silvaplana, e impercettibilmente digrada andando verso est: queste acque vanno tutte al Danubio e al Mar Nero.

Silvaplana, in romancio Silvaplauna…il solo nome ci mette serenità: ha un che di antico, boscoso e acquietante, è una parola che rotola sulla lingua. Da qui la cantonale 3 che abbiamo percorso sinora devia a sinistra verso lo Julierpass, mentre davanti a noi la cantonale 28 va verso Sankt Moritz; noi svoltiamo a destra sull’istmo che separa i due bacini del lago in direzione della località Surlej, dove sorge la stazione di partenza della funivia del Piz Corvatsch che con i suoi 3303 m al culmine è la più alta funivia dell’Engadina… ma prima, pranzo al sacco. La salita fino alla stazione terminale (ce n’è una intermedia a Murtel, dove si cambia cabina) costa “una sacca di sangue” ma ne vale veramente la pena, specie in una giornata come questa. Eccoli, i nuovi orizzonti! (click per ingrandire)

Dalla terrazza la vista spazia su tutte le catene che si susseguono verso nord, a ovest si indovinano il Monte Rosa e il Cervino, in basso i laghi sono punteggiati da centinaia di wind e kitesurf spinti dal vento che spira dalla val Bregaglia: la vista è spettacolare, se c’è un Paradiso questo posto deve somigliargli molto.

Il salire così rapidamente di 1500 metri fa un po’ girare la testa, avremmo dovuto portare della liquirizia e, vista la temperatura (5°) puntiamo su una cioccolata al bar-ristorante. Ma che lingua si parla qui? Col senno del poi, Grigioni è un cantone romancio: invece con la cameriera noi esordiamo, non conoscendo il tedesco, con:

“Parlez-vous français?”

Cenno di diniego.

“Do you speak english?”

Faccia dubbiosa...

“Parla italiano?”

“Certo che sì!” 

Bella figura, era presumibile che qui parlassero anche italiano!

Due cioccolate a tremila metri, con vista quasi a 360°… conto di 9 Sfr, ovvero 7,50 €: meno che a Milano… e anche la carta del ristorante in fondo non sarebbe da svenarsi… beh certo, a parte che abbiamo già fatto il nostro picnic, ci ha già svenato la funivia…

Passiamo un’oretta abbondante in quota e poi ridiscendiamo, abbiamo ancora metà giro da percorrere. Ripartiamo per la modaiola Sankt Moritz, superiamo Celerina con la bella chiesetta di San Gian dal campanile scoperchiato (foto vintage) e via, su per la strada del Bernina. Rispetto al nostro passaggio precedente i ghiacciai di Morterash e Diavolezza hanno un aspetto più “ghiaccioso”, meno male! La rampa nord sale agevolmente fino al Passo del Bernina 2323 m e poi scende per tornanti abbastanza ampi, ma più divertenti in salita. Si sente già aria di rientro: Poschiavo e il suo lago, Brusio e il viadotto elicoidale della Ferrovia Retica (dovremmo/dovremo fermarci a filmare il treno) e la Dogana, dove inizia già la coda della rotona della Madonna di Tirano. Da qui non c’è più storia, solo la noiosa (e pericolosa) SS38 fino a Colico,e  poi giù per viadotto-galleria-viadotto-galleria della SS36 per Lecco e, infine in pianura, per Milano… ma quanta montagna negli occhi e nei polmoni!!!

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