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LEGGERE TEILHARD

Post n°256 pubblicato il 10 Aprile 2011 da bioantroponoosfera
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Indicazioni per la lettura di Teilhard de Chardin

 

 

Gli scritti di Teilhard de Chardin sono stati pubblicati in Francia dalla casa editrice  Seuil,  in tredici volumi, per lo più antologici,  dal 1955 al 1976 e sono attualmente reperibili nelle librerie cattoliche francesi o si possono richiedere direttamente alla Fondation Teilhard de Chardin a Parigi.

L’ edizione italiana fu inizialmente curata, a partire dal 1968 e fino al 1984 dalla casa editrice laica  Il Saggiatore , che pubblicò  solo otto  volumi e tra l’altro non segui l’edizione francese. perché,  su proposta dei curatori,  inserì un volume (il terzo) che non faceva parte delle Opere edite da Seuil.

Successivamente gli altri cinque volumi delle Opere furono pubblicate dalla Queriniana, dalla SEI e dai Gabrielli Editori.

I volumi editi da Il Saggiatore sono introvabili (forse su e/bay o  in qualche libreria antiquaria) mentre le altre edizioni sono ancora reperibili nelle librerie.

I testi pubblicati nelle Opere, a parte le opere Il Fenomeno umano, L’Ambiente Divino  e  Il posto dell’uomo nella natura,  sono memorie e elaborati e non furono preparati per una larga diffusione e neanche per la stampa. ma furono scritti da Teilhard per la sua cerchia di amici più intimi e per un numero ristretto di studenti di teologia delle varie università cattoliche e servivano per approfondire quanto egli andava scoprendo nell’ambito scientifico, teologico e religioso.

Avvicinarsi al pensiero del Padre gesuita è una grande avventura e  significa scoprire la grande visione teilhardiana in cui si fondano elementi scientifici, religiosi, teologici, sociali e anche culturali in grado di fornire all’Uomo di oggi elementi per vivere e sperare in un futuro che parte dall’infinitivamente piccolo e passando per l’infinitamente grande arriva all’infinitamente complesso.

La lettura di Teilhard vi farà iniziare un grande viaggio che parte al di fuori dell’Uomo nel basso della Materia e attraversandolo e plasmandolo lo trascina in alto verso il Cristo glorioso. Per Teilhard tutto è connesso: natura, piante,animali, uomo, cosmo: Ecco l’Universo evolutivo.

Iniziare a leggere Teilhard de Chardin significa essere coinvolti, vostro malgrado, a vedere, a sentire e a capire questa connessione e la relativa susseguente complessità che ci assegna un posto privilegiato, ma non padronale, in mezzo alla natura.

Tracciare un percorso di lettura non è facile ma possiamo però ipotizzare alcune fasi che potrebbero portare  a comprendere la visione del Mondo illustrata da Teilhard, e nel contempo comprendere  il metodo usato dal Padre gesuita per illustrare questa straordinaria visione.

Teilhard  è  difficile, il suo linguaggio usa moltissimi neologismi e parole inventate dal gesuita per meglio illustrare il suo pensiero perché il campo in cui si muove è nuovo e così pure il suo metodo. Ma il suo sforzo è avvincente e superate alcune difficoltà iniziali relative alla sua novità di metodo e di linguaggio, nello sforzo di penetrarne il pensiero sarete  spinti ad un lavoro di riflessione personale e di meditazione.

Prima di affrontare il cammino irto e difficile delle  opere citate conviene a chi vuole avvicinarsi all’opera di Teilhard iniziare da alcuni piccoli volumetti che si possono trovare ancora: parlo del libro  di Edith de la Heronnière: Teilhard de Chardin. Una mistica della traversata, edito da L’Ippocampo di Genova nel 2005, di quello del Prof. Franco Bisio: Teilhard de Chardin. Invito alla lettura, edito dalla San Paolo nel 1999 e quello di Don Gabriele Scalmana: Teilhard de Chardin: La fede e la scienza, edito dalla Coooperativa In Dialogo, di Milano

Per familiarizzare invece con le parole e i neologismi teilhardiani leggetevi il piccolo Glossario pubblicato sul sito www.biosferanoosfera.it oppure acquistare il voluminoso Lessico Teilhardiano di Baudry edito  quest’anno ad Jaka Book.

Se conoscete il francese potrete cercare il libro di Bernard Sese: Teilhard de Chardin, edito da Desclèe de Brouwer, Parigi, che descrive la vita di Teilhard, sviluppa la sua visione del mondo in evoluzione e cita testi fondamentali che parlano del suo metodo e che sono un’utile finestra per capire Teilhard.

Se invece avete già avuto un approccio con il pensiero teilhardiano, mi permetto di suggerirvi un’altra opera, che ritengo fondamentale e molto impegnativa. Teilhard de Chardin. Guida al pensiero scientifico e religioso, del prof. Ferdinando Ormea, edito da Vallecchi in due volumi.

Il Prof. Ormea è stato il primo studioso italiano ad aver scritto un libro  singolarmente chiaro ed estremamente fedele al pensiero di Teilhard. Da dei giudizi improntati alla prudenza, ma dimostra quanto il pensiero teilhardiano sia ispirato alla dottrina cristiana.

L’opera di Ormea è di difficile ricerca, ma su e/bay è possibile trovarne ancora delle copie.

Per capire ancora meglio lo stato d’animo che coinvolgeva Teilhard nella elaborazione del suo pensiero è bene leggere anche le sue raccolte di lettere edite da varie case editrici e rintracciabili in e/bay.

La lettura della corrispondenza ci fa oltremodo conoscere Teilhard, il suo modo di vedere e di scoprire il senso della profondità e della grandezza dell’animo  del gesuita in rapporto al Mondo e alla sua Fede

Di fronte alla vastità della corrispondenza teilhardiana risulta chiaro che egli desiderava coinvolgere, nella sua grande ricerca, il più vasto pubblico possibile

Dicevamo che quella di Teilhard  è una grande visione del Mondo  abbozzata fin dal  1911, con il saggio: L’Homme,  dimenticato dai curatori delle Oeuvres ma ripubblicato. dopo cento anni,  nel sito www.biosferanoosfera.it

E’ da qui che bisogna partire per approfondire e comprendere ancora di più la  genesi del  pensiero di Teilhard. E’ da quel periodo che Teilhard  ha cominciato a formulare la sua visione della vita: e successivamente  nel grande e doloroso teatro della  Prima Guerra Mondiale  (dove Teilhard è in prima fila come portaferiti, guadagnandosi stima e rispetto dai suoi commilitoni (si veda il Post pubblicato in questo blog) encomi e attestati da parte delle autorità militari e da ultimo  una medaglia al Valore Militare), tra i fanghi delle trincee, la morte sempre in agguato, i feriti, gli assalti, i bombardamenti che Teilhard, nei moneti di tregua ha cominciato a scrivere tutta una serie di brevi saggi delineando  il suo pensiero e che sono riuniti nel volume  5 delle Opere italiane con il titolo La Vita Cosmica, scritti del tempo di guerra,1916-1919.

Vi invito a leggere questa opera in combinato disposto con le lettere scritte alla cugina Margaret che sono state pubblicate in un volume: Genesi di un pensiero. Lettere 1914-1919, Feltrinelli 1966

In queste lettere Teilhard scrive alla cugina illustrandole, oltre che la vita nelle trincee e la morte costantemente sfiorata, i testi che andava scrivendo, le sensazioni di fronte a nuove intuizioni, a nuove scoperte dello Spirito in quella situazione che avrebbe scoraggiato anche il più temprato soldato.

Ma Teilhard, forte della sua Fede, in questa corrispondenza faceva stato delle sue riflessioni e inviandole alla cugina chiedeva  le sue osservazioni e i suoi consigli.

E’ questo il modo migliore di partecipare alla genesi del pensiero di Teilhard e leggendo le due opere in parallelo saremo anche noi incoraggiati a promuovere la genesi del nostro pensiero di uomini e di cristiani.

Abbiamo cercato di familiarizzato con il pensiero di Teilhard attraverso l’attenta lettura della sua corrispondenza e dei suoi primi scritti: possiamo guardare più da vicino la sua visione del mondo e il suo metodo di lavoro con la lettura de Il Fenomeno umano (Opere, ed. italiana, vol. 1) e l’Ambiente divino (opere, ed. italiana, vol. 2)

Fin dalle prime righe del Fenomeno umano Teilhard ci da un’idea di come avvicinarsi al suo pensiero: si presenta come uno scopritore di un paesaggio in cui il suo senso di profondità osserva qualcosa di assoluto in cui l’Uomo è centro di costruzione dell’Universo.

“Se, veramente, vedere significa essere di più osserviamo l’Uomo e vivremo più intensamente”.

Mentre si addentra nella profondità dell’Evoluzione, scopre le linee strutturali del paesaggio, che convergono verso il Centro.  Poi, con sua grande sorpresa, il paesaggio diventa chiaro: egli “vede” per l’essere pensante il momento più decisivo quando, cadendogli i paraocchi, egli si accorge di non essere un elemento sperduto nella solitudine cosmica, bensi che in lui converge e si ominizza una universale volontà  di vivere (Il Fenomeno umnao, pag.31).

Questo “paesaggio” che Teilhard osserva è l’evoluzione della vita sulla terra e le linee strutturali indicano che si tratta di una evoluzione convergente disciplinata dalla legge di complessità-coscienza scoperta da Teilhard che vede gli elementi di questo processo amalgamarsi in una sintesi sempre più complessa, diretta verso il Centro-Omega, in cui tutto si riunisce intorno al Cristo.

Per meglio capire il metodo di Teilhard torniamo indietro di una paginetta (pag. 29) dove potremo apprendere e studiare attentamente il modo in cui Teilhard ci invita a scoprire tutta una serie di  nuovi “sensi” (vedi il post pubblicato su questo blog) la cui graduale acquisizione scandisce la grandezza e la profondità dello Spirito Umano.

La lettura de Il Fenomeno umano, che come ci dice Teilhard,  è una “memoria scientifica” ci porta alla scoperta delle due opzioni fondamentali che sono alla base del saggio: il primato attribuito agli pschismi e al pensiero nella Stoffa dell’Universo, e il valore “biologico”assegnato alla dinamica sociale dell’Umanità , la preminenza dell’Uomo nell’Universo, la sua natura organica nella massa umana.

Dopo l’ardua “fatica” di leggere Il Fenomeno umano tocca ora posare gli occhi sulle pagine de L’Ambiente Divino (volume 2 delle Opere in Italiano) , che è, come dice il sottotitolo, un saggio di vita interiore, dedicato a coloro che amano il Mondo.

E’ un volumetto  che contiene una  intensa  e profonda meditazione sugli atteggiamenti spirituali per divinizzare tutto.   Egli offre la sua riflessione ai cristiani che  amano il Mondo e che di fronte alla nuova fisionomia  del cosmo  si  pongono delle giustificate domande.

Qui Teilhard sottolinea la necessità di un costante atteggiamento di preghiera affinchè i limiti tangibili delle cose e quelli delle proprie capacità razionali diventino trasparenti, frangibili, e ci  suggerisce un pensiero  stupendo:” Signore, sappiamo e

pre-sentiamo che Tu sei dappertutto e attorno a noi: ma sembra che vi sia un velo sui nostri occhi. Fa splendere il tuo Volto universale… E per questo mandaci il tuo Spirito…”

Una lettura, questa, che  insegna a muoversi lentamente verso il senso della profondità dell’azione umana che si identifica in un modo assoluto nell’ascesa verso  il Cristo-Omega

A questo punto siamo arrivati, con un poco di fatica, ma con il cuore pieno di gioia e di speranza, alla punta del promontorio pronti a  riflettere e ad esaminare ancora più profondamente l’animo e il pensiero di Teilhard: la lettura del  volume Il Cuore della Materia  (Oeuvres, T.13, pubblicato in italiano dalla Queriniana ), mette a nudo  le radici dalle quali è sorta l’opera teilhardiana.

In questa “riflessione” scritta (l’ultima sarà Il Cristico) da Teilhard un mese prima della sua morte (lo scritto è datato New York, marzo 1955) , egli,  giunto quasi al termine della sua vita, si volge all’indietro e scorge in piena lucidità le due strade convergenti da lui percorse, quella della Scienza e quella della Religione. Coglie allora l’unità del suo impegno scientifico e religioso  che lo ha contraddistinto lungo tutto l’arco della sua vita.

Credo che questo punto siamo alla fine della iniziazione di avvicinamento al pensiero teilhardiano.  A questo punto il terreno vi si apre e potrete spaziare lungo l’arco di di tanti altri testi avvincento come:  Il Mio Universo, La Cedntrologia,  Scienza e Cristo, Come io vedo, La singolarità della specie umana, L’emergenza dell’Uomo, il Cristico.

Queste sono le mie indicazioni, ma ognuno di voi potrà liberamente  scegliere altre strade.

Buona lettura in compagnia di un uomo che lo storico inglese Arnold Toynbee ha definito un grande della cultura mondiale. 

Centro di Documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell'Uomo - Roma 

 

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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