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Mons. Loris Capovilla, tributo a Teilhard

Post n°278 pubblicato il 13 Settembre 2012 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

 

Mons. Loris Capovilla scrive di Teilhard sull'Osservatore Romano

 Nel 1936 fu chiesta a Padre Teilhard de Chardin da un alto prelato della Delegazione Apostolica in Cina una relazione sulla situazione   della conversione religiosa del mondo.

Pur avendo alimentato nel corso degli anni la proibizione di scrivere di “cose” religiose il magistero ecclesiastico romano, rappresentato dal un membro della Delegazione apostolica in Cina, chiedeva a Teilhard di scrivere una relazione  sulla conversione del mondo (testo decisamente teologico), in un momento in cui il futuro dell’umanità si oscurava sempre di più e cadeva nelle spire di una guerra mondiale.

La Chiesa di Roma, anche se non ufficialmente, riconosceva al Padre gesuita la sua grande passione per la Chiesa per l’Umaanità  e  gli chiedeva un riflessione su questo argomento che tanto assillava il Papa romano.

E Teilhard obbediente e dimenticando le tribolazioni e le ingiustizie perpetrate da Roma,  consegnava  nell’ottobre del 1936 il testo “Alcune riflessioni sulla conversione del mondo” ( il testo potete trovarlo nel volume  La scienza di fronte a Cristo, Gabrielli Editori , pag. 149 e segg.) che il membro della Delegazione apostolica in Cina era desideroso di  inviare ad una personalità magisteriale a Roma ansiosa, ancora una volta, di valutare  l’esatta posizione religiosa del padre gesuita.

Il testo in questione aveva all’inizio come tuitolo :” Ad uso di un Principe della Chiesa”.

Senza voler fare dietrologia tengo a sottolineare che qualche anno doipo il Delegato Apostolico in Cina, Mons.  Zanin tirava fuori dal cassetto l’opera che Teilhard avrebbe voluto pubblicare da molto tempo LE MILIEU DIVIN e chiese ad un frate teologo di valutare l’opera al fine di una pubblicazione.

Il frate teologo, dopo un'attenta lettura, pur essenso affascinato dalla lettura dell'opera teilhardiana, rispose che non era possibile pubblicare il testo di Teilhard perché  pochi lettori avrebbero capito il messaggio evangelico ispirato dal testo teilhardiano. Come a dire che i cattolici erano degli emeriti stupidi!.

Fa perciò un enorme piacere che l’Osservatore Romano abbia pubblicato, il 5 settembre scorso un testo introduttivo  di Mons. Loris Capovilla, che fu segretario particolare di Papa Giovanni xxiii, alla pubblicazione di Aligi Sassu sul Concilio Vaticano II.  

Ancora oggi molti si chiedono perché il Papa fu “obbligato” dal Card. Ottavini a promulgare il famoso e ormai superato Monitum.

Ma torniamo al testo di Aligi Sassu perchè la  presentazione del volume, sul Concilio scritta da Mons. loris Capovilla, inizia con una lunga citazione del testo teilhardiano citato e non è altro che la conferma questo volta ufficiale che Teilhard è stato uno dei più apprezzati ispiratori dell’assice conciliare.  E fa ancora più piacre che anche Avvenire abbia pubblicato una parte di una intervista inedita in Italia, concessa da Teilhard al settimanale francese Les Nouvelles literature. (vedi il sito www.biosferanoosfera.it

 

 

Ecco il testo pubblicato sull'Osservatore Romano 

NON SI CONVERTE SE NON QUELLO CHE SI AMA

                      In occasione del  centenario della nascita di Aligi Sassu e del cinquantesimo del concilio Vaticano II, la Fondazione Crocevia Alfredo e Teresita Paglione ha curato la pubblicazione del volume Il Concilio Vaticano II di Aligi Sassu (Milano, 2012). Il libro verrà presentato in anteprima al convegno che si svolgerà il 14 e il 15 settembre a Fara San Martino e il 26 settembre a Chieti. Dal volume anticipiamo alcuni passi del testo scritto dal vescovo titolare di Mesembria, che fu segretario particolare di Papa Giovanni XXIII.

«Per convertire il mondo occorre certo moltiplicare i nostri missionari. Ma noi dobbiamo anzitutto ripensare, con tutta la nostra umiltà, la nostra Religione. L’ho detto apposta, al fine di segnalare ciò che, al presente, mi sembra essenziale per dirigere verso il Cristianesimo tutte le forze incerte che nascono: che il Cristianesimo accetti finalmente senza reticenze le nuove dimensioni (spaziali, temporali, psicologiche) del Mondo attorno a noi. Non si converte se non quello che si ama. Se il cristiano non è in completa simpatia col mondo nascente, se non prova in se stesso le aspirazioni e le ansietà del mondo moderno, se non lascia crescere nel suo essere il senso dell’umano, non realizzerà mai la sintesi liberatrice tra la terra e il cielo da cui può nascere la manifestazione ultima del Cristo universale». Così scriveva Pierre Teilhard de Chardin nel 1936.

Ventitré anni dopo questo accorato appello, la parola schietta e l’esempio suadente di Giovanni xxiii, vescovo di Roma, hanno convinto molti a pensare in grande e a guardare alto e lontano; a non aver paura di niente e di nessuno e a non arrendersi mai al catastrofismo. “L’uomo mandato da Dio”, l’11 ottobre 1962 sulla porta del concilio Vaticano II ebbe l’ardire di proclamare: «Tantum aurora est. Siamo appena agli inizi dell’evangelizzazione e della civiltà che da Cristo prende nome e linfa vitale». Quattro mesi prima, il 23 giugno (altro cinquantesimo!), aveva accolto in Vaticano i partecipanti al XXII congresso della Confederazione internazionale della società degli autori e compositori. Parlando loro ribadì l’interessamento della Santa Sede per tutte le manifestazioni di arte e cultura, mettendo in risalto l’importanza della produzione poetica, letteraria e musicale per l’elevazione del cuore umano a sfere più alte, per mettere in valore l’afflato spirituale che anima ciascun popolo, per esprimere un messaggio che, al di sopra di ogni barriera, è quanto mai utile ed efficace all’unione dei popoli tra loro.

Loris Francesco Capovilla

 

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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