Teilhard de Chardin
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Post N° 76
(segue dal precedente massaggio – Teilhard de Chardin – L’uomo di fede di fronte alla scienza)
“Dio dunque – continua Teilhard – sorregge e governa il mondo fin dall’inizio e nel suo amore tutto è al sicuro. E’ questo il messaggio che ci trasmettono le pagine della Bibbia, scritte naturalmente secondo la mentalità e la lingua del tempo in cui furono redatte”. “Però nella Bibbia c’è scritto che noi discendiamo da Adamo ed Eva – replicò la signora – e questo non è vero!”.
“Noi oggi – prosegue Teilhard – non siamo più in grado di comprendere il linguaggio dei simboli, che pure esistono anche in relazione a semplici esperienze di vita quotidiana. Quando, per esempio, Lei osserva un’opera d’arte non dice: questa statua mente perché fa finta di essere di carne, mentre invece è di pietra. Oppure quando si espime per mezzo di un proverbio, come ad esempio: la mela non cade mai lontano dall’albero, non intende parlare propriamente della frutta della pianta, ma allude al rapporto che intercorre tra un padre ed un figlio. In questa situazione lei riesce intuitivamente a capire il messaggio dei simboli, mentre Le è praticamente impossibile comprenderlo in relazione alla Bibbia”.
“ la Sacra Scrittura è un’opera d’arte ed è così che deve essere letta. Essa afferma che l’umanità ha in comune una coppia di genitori. Ciò significa che noi uomini siamo tutti parenti e apparteniamo alla stessa specie, siamo tutti sulla stessa barca; questo soprattutto al giorno d’oggi, Le dovrebbe essere più evidente che mai. Ciò che accade al mio vicino o agli uomi8ni che vivono in Africa riguarda anche me. E’ questo il messaggio della Bibbia quando parla dell’umanità come di una famiglia nata da un’unica coppia di genitori”.
Rhoda de Terra era affascinata: “Se questo è il significato della Scrittura – esclamò – allora il suo simbolismo è bellissimo. Perché non ce lo spiega nessuna?” Teilhard sorridendo disse :2Bene, un pochino bisogna anche sforzarsi da soli nel capire i testi sacri. Ma credo che dobbiamo rimetterci in cammino, altrimenti non ce la faremo ad arrivare prima che faccia buoi2:
Rimisero gli zaini in spalla e ripresero la marcia. Helmut de Terra non aveva partecipato al dialogo, era solo stato a sentire. Ora pensava che Teilhard era in un certo senso da invidiare: egli infatt5i sapeva con chiarezza per che cosa viveva e lavorava e certamente ciò gli dava anche la forza di sopportare tante difficoltà Se tutta la storia universale ha un senso, allora vale ovviamente la pena di vivere. Teilhard era chiaramente consapevole di essere diretto verso Dio insieme a tutta la natura.
I tre scienziati furono finalmente in vista delle caverne, la meta della loro marcia. Prepararono i giacigli per la notte; mentre Helmut e Rhoda de terra si addormentarono esausti per la fatica, Teilhard accese una torcia e si diresse verso quelle caverne che molto tempo addietro erano state abitate dagli uomini. Voleva stare solo con la sua millenaria storia dell’umanità e con Dio.
Un brivido gli attraversò la schiena mentre varcava l’ingresso della caverna che il baluginare della fiaccola rendeva ancora più spettrale. Si inginocchiò per terra per raccogliere una piccola pietra apparentemente insignificante. In realtà, tanto tempo fa qualcuno l’aveva affilata per farne una lama…
Teilhard cominciò a pensare e a pregare così:” Mio Dio, la storia degli uomini è sconvolgente! I nostri attrezzi e i nostri strumenti sono di gran lunga più efficienti di quelli di un tempo; però i problemi e le preoccupazioni della vita non sono cambiati attraverso i millenni. I cataclismi naturali, le malattie, la morte, la felicità, la sofferenza, l’amore e l’odio hanno sempre toccato l’uomo. E l’uomo ha sempre saputo che tutto passa, tranne te. Si, o Signore, solo chi edifica su di tè può trovare stabilità, pace e felicità. Tu sei il fine ultimo di tutto l’universo. Tu solo se anche il fine della mia vita. I nostri antenati hanno levato a te le loro preghiere in questa caverna così come sto facendo anch’io in questo momento. Sapevano di essere una cosa sola con il cosmo, con gli animali e con tutte le creature e di starei tutti sotto la tua protezione.
Oggi chi guida la Chiesa ha difficoltà ad accettare la teoria dell’evoluzione e molti non capiscono il senso delle mie ricerche. Ma tu sai che io faccio tutto questo soltanto per mostrare all’uomo la verità su se stesso. Voglio fargli capire che tu sei il suo fine.
Il mondo scientifico stima il mio lavoro. Tuttavia i miei superiori, all’interno della Chiesa, mi proibiscono di pubblicare l’esito dei miei studi. E’ una situazione che mi procura molta amarezza, perché so che non potrò vedere il futuro delle mie ricerche, della mia vita. Perché accade questo? Perché spesso la Chiesa aspetta che passi il tanto tempo prima di accettare qualcosa? So, o Signore, che la verità non ha bisogno che io le procuri la vittoria. Tu puoi farla vincere, anche se io non vedrò più il suo trionfo. Il problema è la verità, non il mio successo, tuttavia mi costa molto dover accettare tutto ciò”.
Teilhard era sempre inginocchiato per terra, sulle pietre dure e fredde. Gli capitava spesso di lottare con se stesso, come stava facendo anche ora. Alcune persona all’interno della Chiesa gli rendevano difficile la vita perché ritenevano pericolose le sue teorie, e non ne capivano affatto il significato. Ciononostante egli non aveva mai pensato di allontanarsi dalla Chiesa; voleva aiutarla a ”capire” e non contrastarla.
“Si tratta di te, o Cristo. >Sei tu che io voglio servire anche a prezzo di gravi sacrifici personali – ricominciò a pregare - . Prima o poi la Chiesa e la Scienza riconosceranno che l’evoluzione della materia verso la vita, e la vita verso lo spirito ha te come unico fine. Tutto tende verso di te, o Cristo. La Chiesa conosce te, il fine, ma non l’evoluzione. La scienza conosce l’evoluzione, lo sviluppo, ma non conosce te, il fine. Io amo la scienza e questo mondo perché amo te, che sei il mio Signore. Se al di là dell’evoluzione non ci fossi tu, ma il nulla, allora non potrei amare questo mondo. Ma tu attiri tutto a te, nell’immensità del tuo amore. Camminare con la natura e con tutto l’universo per raggiungere te: questo è il senso della mia vita “
DIETER BOHLER
in Georg Popp, I grandi della fede – i personaggi che hanno segnato il cammino dell’umanità, Edizioni Piemme 1992
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)